giovedì 18 dicembre 2008

Legambiente Sicilia: Presentato dossier comuni ricicloni, vince Aliminusa

Presentato oggi a Palermo il dossier "Comuni ricicloni-Sicilia2008"

E’ Aliminusa, in provincia di Palermo, ad aggiudicarsi con il 44,48 per cento di raccolta differenziata il primo posto di “Comuni Ricicloni - Sicilia 2008”. La speciale Classifica, che Legambiente stila ogni anno sugli indici di gestione dei rifiuti urbani dei comuni dell’isola, è stata presentata questa mattina nell’aula "Lanza" dell'Orto Botanico in Via Lincoln, a Palermo. Al suo interno, la classifica 2008 dei comuni siciliani che hanno raggiunto la miglior percentuale (15 per cento) di raccolta differenziata complessiva. Al secondo posto si posiziona Casteltermini, in provincia di Agrigento, con il 39,07 per cento di differenziata, mentre al terzo posto, c’è Campofiorito, in provincia di Palermo, con il 33,46 per cento.

A differenza dello scorso anno, Legambiente quest’anno ha assegnato, anche, due menzioni speciali.
La prima è andata all’Ambito Territoriale Ottimale Ag1, che nei suoi diciassette comuni (127.999 abitanti), ha raggiunto una percentuale del 19,76 per cento. L’Ato Ag1 è gestito dalla società d’ambito Sogeir che, grazie ad investimenti annuali in campagne pubblicitarie e di informazione, ha avvicinato i cittadini dei diciassette comuni ad una maggiore consapevolezza ambientale che vede nella raccolta differenziata un valido strumento per migliorare la qualità. Le somme spese, tra l’altro, derivano da progetti presentati e finanziati da Regione e Comunità europea per cui non incidono direttamente sul costo finale della bolletta che il cittadino è costretto a pagare per il servizio di smaltimento rifiuti. In questi anni il costo della Tarsu è stato mantenuto entro livelli accettabili, grazie al criterio di gestione adottato che ha limitato i costi.

La seconda menzione è stata assegnata all’Ambito Territoriale Ottimale Pa5. Questo Ato ha ben sei comuni nella top ten: Aliminusa (1.363 abitanti, 44,48 per cento di raccolta differenziata), Castelbuono (9.648 abitanti - 9.31,08 per cento), Gratteri (1.079 abitanti - 30,97 per cento), Scillato (706 abitanti - 29,81 per cento), Isnello (1.923 abitanti - 28,82 per cento) e Sciara (2.718 - 26,19 per cento). Da segnalare il grande balzo in avanti fatto dai comuni di Alimimusa, Scillato, Isnello e Sciara nel 2006 avevano una percentuale di raccolta rispettivamente del 8,64 per cento, 4,37 per cento, 2,79 per cento e 0,77 per cento.

Stentano a decollare i capoluoghi di provincia. Agrigento si posiziona al primo posto, ma non riesce comunque a raggiungere la soglia fissata del 15 per cento. Palermo è terzultima con il 3,57 per cento di differenziata, seguita da Messina con l’1,88 per cento e Ragusa con appena lo 0,16 per cento.

Nel corso dei lavori, inoltre, il comune di Partinico, l’Ato Palermo 1, Legambiente, il Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e l’Arra, hanno firmato un Protocollo d’Intesa. L’obiettivo è quello di definire le modalità di collaborazione ed i contributi di ciascun firmatario all’attività di sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio, nel territorio di competenza del Comune di Partinico, nel rispetto della normativa vigente.

“La Sicilia – ha dichiarato Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente - è lontana anni luce dall’obiettivo del raggiungimento del 60 per cento di raccolta differenziata, stabilito per il 2011. Dalla scorsa edizione di Comuni ricicloni, non sono stati fatti significativi passi avanti. Anzi. Dai nostri dati, confermati anche da uno studio di Confindustria, emerge come mentre al nord ed al centro i termovalorizzatori servono esclusivamente per chiudere il ciclo integrato dei rifiuti, in Sicilia si è scelto di mettere al centro del sistema l’incenerimento: nel resto del Paese si producono 30 ml di tonnellate di rifiuti solidi urbani l’anno e sono in funzione 58 termovalorizzatori che bruciano appena 4 milioni di tonnellate l’anno chiudendo il ciclo integrato dei rifiuti. Nell’isola, invece, a fronte di due milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti urbani è prevista la realizzazione di 4 inceneritori che dovrebbero bruciare l’intera frazione secca che ammonta a 1 milione e 700 mila tonnellate.
L’equazione rifiuti – emergenza è sempre drammaticamente attuale, al punto da ritenere che in Sicilia, con la raccolta differenziata ferma al 7 per cento, il conferimento in discarica rimarrà ancora per qualche tempo l’unico sistema di gestione dei rifiuti. E proprio per questo ci porta a riflettere su come l’emergenza si stia aggravando: le discariche attualmente in funzione rischiano di esaurirsi in poco meno di un anno. Cosa succederà a quel punto? Ci saranno alcuni comuni virtuosi (pochissimi) che spingeranno ancora più convintamene sulla raccolta differenziata, gli altri si ritroveranno in una situazione molto simile a quella che hanno vissuto alcuni comuni campani qualche mese addietro.
In Sicilia, le politiche europee di settore con tutto il loro peso culturale sembra non siano esistite, come se le “emergenze rifiuti” della fine degli anni ottanta e dei primi novanta – culminate nell’approvazione di alcune leggi regionali ed infine del decreto Ronchi – non avessero innescato alcun cambiamento nelle abitudini dei cittadini. Ed ancora, nel 2008, siamo costretti a constatare uno stacco preoccupante dalla parte più sviluppata del Paese”.

NOTIZIE FRESCHE SULLA SANITÀ

Riceviamo dall'Osservatorio Permanente sulla sanità

Notizie fresche da Palermo sulla sanità. Sono buone? Forse si, forse no. Ieri finalmente è giunta una notizia che farebbe sperare in meglio: l'assessore Russo ha firmato il decreto di rimodulazione della rete ospedaliera siciliana e l'ha passato alla commissione sanità dell'ARS per il necessario parere. La commissione si è riunita ieri mattina 17 dicembre per visionare e discutere i criteri da adottare per rendere operativo il piano. La commissione ha dato il via libero al decreto con alcune precisazioni. Si sa, dall’esame dei criteri in nostro possesso che il piano Russo è diventato un ibrido e potrebbe chiamarsi Russo-Lagalla poiché non prevede più quel taglio smisurato di posti-letto che tutti conoscevamo, ma la metà: da 5700 a 2574. Di buono c'è che la provincia di Enna verrà a perdere complessivamente appena 29 posti.
Appresa la notizia e acquisito il testo del decreto, si sono riuniti d’urgenza alla sala delle Luci l’Assessore alla Sanità Di Carlo, il Coordinatore dell’Osservatorio Ospedaliero Sebastiano Arena, i Consiglieri Edoardo Lotario e Carmelo Gagliano, tutti del tavolo tecnico, per esaminare il piano e valutare le conseguenze per il nostro ospedale. Non ci sarà da cantare vittoria troppo presto, ma da vigilare, poiché i colpi di coda saranno sempre in agguato. Pensiamo questo perché l’assessore Russo ha voluto mantenere nel piano una norma che gli dà la possibilità di tagliare in futuro altri posti-letto. Questa postilla mantiene acceso il dibattito politico in quanto Pdl e Udc pensano che vada contro le intese già siglate. Sappiamo che la norma è rimasta nel decreto, ma l’assessore non potrà attuarla in futuro se prima non passerà dall’ARS. Anche la mappa degli ospedali e dei reparti dovrà passare dall’ARS. Un’altra novità sta nel fatto che finalmente si è provveduto a distinguere tra piano di rientro e riforma della sanità. Di questa se ne dovrà parlare in commissione a partire dal 7 gennaio 2008.
Una delle cose positive è che l’assessore prevede nel piano l’attivazione, in ogni provincia, della conferenza dei sindaci per poter “calare” i numeri nelle realtà locali. Ci sarà tempo nella prossima primavera fino al massimo limite del 31 marzo, giorno in cui tutto il piano dovrà essere attivato. Per quanto riguarda la provincia di Enna, abbiamo visionato il decreto che l’assessore ha inviato alla Commissione Sanità ed abbiamo scoperto che il taglio si riduce a 22 posti-letti negli ospedali pubblici e 7 nel privato con un totale di riduzione di 29 p.l. Il numero complessivo di posti dunque dovrebbe attestarsi a 738 a cui si aggiungerebbero 303 posti per riabilitazione e lungodegenza. Troppa grazia se si considera che neppure prima di questa crisi in provincia erano stati attivati tutti questi posti. Ci sarà dunque, e finalmente, la possibilità di rivedere il maldigerito SOIEN di Iudica, anche se potremmo aspettarci - ecco i pericoli - la solita ostinatezza del manager che tenderà ad ammassare posti a Enna e Nicosia piuttosto che a Piazza Armerina e Leonforte. Da questo momento non ha alcuna ragione per farlo. Bisognerà tenere alto l’allarme su questo aspetto, specialmente quando il provvedimento sarà discusso dettagliatamente all’ARS. Per quanto ci riguarda bisognerà al più presto discutere un po’ più serenamente, col Direttore generale dell’Ausl, di queste ultime novità.
Sebi Arena
18.12.2008

NOTIZIE FRESCHE SULLA SANITÀ

Riceviamo dall'Osservatorio Permanente sulla sanità

Notizie fresche da Palermo sulla sanità. Sono buone? Forse si, forse no. Ieri finalmente è giunta una notizia che farebbe sperare in meglio: l'assessore Russo ha firmato il decreto di rimodulazione della rete ospedaliera siciliana e l'ha passato alla commissione sanità dell'ARS per il necessario parere. La commissione si è riunita ieri mattina 17 dicembre per visionare e discutere i criteri da adottare per rendere operativo il piano. La commissione ha dato il via libero al decreto con alcune precisazioni. Si sa, dall’esame dei criteri in nostro possesso che il piano Russo è diventato un ibrido e potrebbe chiamarsi Russo-Lagalla poiché non prevede più quel taglio smisurato di posti-letto che tutti conoscevamo, ma la metà: da 5700 a 2574. Di buono c'è che la provincia di Enna verrà a perdere complessivamente appena 29 posti.
Appresa la notizia e acquisito il testo del decreto, si sono riuniti d’urgenza alla sala delle Luci l’Assessore alla Sanità Di Carlo, il Coordinatore dell’Osservatorio Ospedaliero Sebastiano Arena, i Consiglieri Edoardo Lotario e Carmelo Gagliano, tutti del tavolo tecnico, per esaminare il piano e valutare le conseguenze per il nostro ospedale. Non ci sarà da cantare vittoria troppo presto, ma da vigilare, poiché i colpi di coda saranno sempre in agguato. Pensiamo questo perché l’assessore Russo ha voluto mantenere nel piano una norma che gli dà la possibilità di tagliare in futuro altri posti-letto. Questa postilla mantiene acceso il dibattito politico in quanto Pdl e Udc pensano che vada contro le intese già siglate. Sappiamo che la norma è rimasta nel decreto, ma l’assessore non potrà attuarla in futuro se prima non passerà dall’ARS. Anche la mappa degli ospedali e dei reparti dovrà passare dall’ARS. Un’altra novità sta nel fatto che finalmente si è provveduto a distinguere tra piano di rientro e riforma della sanità. Di questa se ne dovrà parlare in commissione a partire dal 7 gennaio 2008.
Una delle cose positive è che l’assessore prevede nel piano l’attivazione, in ogni provincia, della conferenza dei sindaci per poter “calare” i numeri nelle realtà locali. Ci sarà tempo nella prossima primavera fino al massimo limite del 31 marzo, giorno in cui tutto il piano dovrà essere attivato. Per quanto riguarda la provincia di Enna, abbiamo visionato il decreto che l’assessore ha inviato alla Commissione Sanità ed abbiamo scoperto che il taglio si riduce a 22 posti-letti negli ospedali pubblici e 7 nel privato con un totale di riduzione di 29 p.l. Il numero complessivo di posti dunque dovrebbe attestarsi a 738 a cui si aggiungerebbero 303 posti per riabilitazione e lungodegenza. Troppa grazia se si considera che neppure prima di questa crisi in provincia erano stati attivati tutti questi posti. Ci sarà dunque, e finalmente, la possibilità di rivedere il maldigerito SOIEN di Iudica, anche se potremmo aspettarci - ecco i pericoli - la solita ostinatezza del manager che tenderà ad ammassare posti a Enna e Nicosia piuttosto che a Piazza Armerina e Leonforte. Da questo momento non ha alcuna ragione per farlo. Bisognerà tenere alto l’allarme su questo aspetto, specialmente quando il provvedimento sarà discusso dettagliatamente all’ARS. Per quanto ci riguarda bisognerà al più presto discutere un po’ più serenamente, col Direttore generale dell’Ausl, di queste ultime novità.
Sebi Arena
18.12.2008

domenica 14 dicembre 2008

Il culto di Demetra e Kore in Sicilia

17 dicembre ore 17.30 - II seminario tematico del ciclo: Sikelia - Dinamiche e realtà delle colonie greche in Sicilia

Sarà il prof. Mauro Corsaro, ordinario di storia greca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Catania a condurre il II seminario del ciclo di incontri culturali che il Circolo Piazzambiente promuove nell'ambito della campagna regionale Salvalarte.
L'introduzione al seminario sarà curata dal prof. Patrizio Pensabene dell'università La Sapienza di Roma e dal prof. Paolo Barresi dell'università Kore di Enna.
Il ciclo di seminari nasce dalla proposta di un giovane socio, Giuseppe Paternicò, discente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Catania, che con grande impegno sta curando tutti i contatti con i docenti coinvolti nel progetto.
Altri appuntamenti sono in programma nei mesi di gennaio e febbraio.


Centro di Educazione Ambientale- Parco urbano San Pietro
accesso da via Padova (salita palestra Villa Garibaldi)

COMUNICATO DELL' OSSERVATORIO SANITARIO PERMANENTE “M. CHIELLO”

Riceviamo da Sebastiano Arena e pubblichiamo

A proposito dell’azione di salvataggio del nostro ospedale, è noto a tutti come si stiano spendendo, oltre ogni limite, l’Osservatorio Sanitario Permanente del Chiello, il Comune di Piazza Armerina attraverso l’Assessore alla Sanità e alcuni consiglieri comunali. Durante la manifestazione di Palermo, sotto l’Assessorato alla Sanità, che ha visto oltre quattrocento cittadini del nostro distretto alzare grida contro i tagli dei posti-letto ospedalieri, la città ha avuto assicurazioni dall’assessore Massimo Russo, che una delegazione di sindaci, di sindacati e dell’Osservatorio, sarebbe stata convocata per ridiscutere lo stato di salute del nostro ospedale nell’ottica di scongiurarne la chiusura. Da circa quindici giorni è pronto un piano-proposta predisposto dagli organismi suddetti che hanno analizzato i punti di forza e quelli di debolezza dell’ospedale Chiello, pervenendo alla conclusione che siamo in grado di dimostrare un buono stato di salute del Chiello e, proprio per questo, siamo in grado di sfidare l’esame dell’assessorato regionale. A tutt’oggi, nonostante la richiesta di convocazione fatta dal sindaco Nigrelli, tutto tace a Palermo. Intanto avrebbe dovuto effettuarsi stamani 12 dicembre, presso l’aula delle conferenze del Cros, l’annunciata assemblea (non si sa da chi, visto che un annuncio anonimo è comparso in questi giorni nei corridoi dell’ospedale) col personale ospedaliero. All’appuntamento però gli anonimi promotori non si sono visti, e dire che avrebbero dovuto presentare un testo di piano alternativo a cui pare abbiano lavorato l’ex manager Francesco Naro, la dott.ssa Bafumo, il dott. E. Brighina, il dott. D. Cicala. Non abbiamo ricevuto alcun invito, tuttavia, ci siamo presentati affinché non si dica che abbiamo altezzosità da difendere. Ebbene, di assemblea neppure l’ombra. Da Palermo, poi, un fragoroso silenzio. Evidentemente l’assessore Russo si è deciso, dopo le recenti polemiche politiche specialmente con le forze che sostengono il governo, a procrastinare il problema e riparlarne con l’anno nuovo quando penserà di doverlo discutere in seno alla ARS. Sappiamo infatti che diversi piani sanitari alternativi si sono recentemente affacciati all’orizzonte in competizione con la sua bozza, quello di Leontini e quello di Rudy Maira, per cui ne vedremo delle belle a gennaio 2009.
Ma una cosa di cui non avevamo il polso, sta facendo capolino, e cioè l’ambito politichese delle cosiddette “geometrie variabili”, sbandierate dal “governatore” Lombardo per fronteggiare il malcontento che serpeggia da tempo nella maggioranza di governo. È sotto gli occhi di tutti, specialmente in sanità in ambito locale, come pezzi di centro-destra (Gagliano, Cicala, Di Catania, ecc.) prendano da qualche tempo le distanze, almeno per questo problema, dalle decisioni di Iudica a salire fino a quelle del governo regionale. Ma una cosa ancora incomprensibile è la posizione del PD regionale se le notizie che giungono da Palermo sussurrano possibili simpatie in talune tattiche adoperate dal gruppo parlamentare PD. Ci piacerebbe capire a fondo se dobbiamo aspettarci che tutte le decisioni del governo in campo sanitario attraverseranno l’ARS di soppiatto e senza botti, oppure addirittura a colpi di cassata siciliana, visto che di cannoli non se parla neppure. Abbiamo notizie che, oltre ai testi dei piani sanitari sopraddetti, ne esiste uno predisposto dal capogruppo parlamentare PD Antonello Cracolici che si avvicinerebbe parecchio a quello dell’assessore Russo. Allora qual è la posizione del PD e quali tagli o proposte intende fare? E oltrepasserà il limite del buon senso e dell’appartenenza oppure cederà alla collaborazione? Speriamo che le nostre giuste istanze non debbano essere sacrificate sull’altare del riformismo contagioso e della ragion di stato. Si fa per dire.

Sebi Arena – Coordinatore Osservatorio Sanitario Permanente – Piazza Armerina

mercoledì 10 dicembre 2008

Piano Energetico Regionale

Le osservazione di Legambiente Sicilia al Piano Energetico Regionale. La relazione Clima/Modello energetico. Le nuove opportunità. Leggi il documento.



Nell’ultimo biennio al centro delle politiche multilaterali (G8, ONU, CE, OCSE, ecc.) si è imposto sempre con maggiore forza il binomio cambiamenti climatici/energia. I due temi, fortemente correlati, hanno entrambi forti interazioni con l’economia a tutti i livelli: dall’economia globale a quella continentale, da quella nazionale fino al livello locale.
Questo è l'incipit del documento di Osservazioni al P.E.R. (Piano Energetico Regionale) presentato a Gela lo scorso 6 dicembre.

http://www.legambientesicilia.com/public/documenti/osse_per.pdf

martedì 9 dicembre 2008

Energia eolica, Legambiente Sicilia a Lombardo:

“Servono regole chiare che salvaguardino il territorio e consentano lo sviluppo di tutte le tecnologie che producono energie rinnovabili”


“Proviamo noi a rispondere al quesito di Lombardo che oggi si è chiesto quale convenienza ci sia nell’energia eolica”. Lo ha detto Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, commentando l’intervento del presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo alla conferenza stampa organizzata, questa mattina a Palermo, dal sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi.
“Spostare la produzione di energia dalle fonti fossili a quelle rinnovabili dà un beneficio all’intero pianeta e garantisce la sopravvivenza degli uomini sulla terra – ha sottolineato Fontana – Il fatto che la nostra regione possa dare un contributo in questo senso potrebbe soltanto inorgoglire i siciliani. Ciò nonostante siamo convinti che, anche in questo settore, siano stati commessi degli abusi e delle scelte irragionevoli che hanno una causa molto precisa: la totale assenza di pianificazione e di regole la cui responsabilità risiede integralmente nella politica. Una politica incapace di stabilire norme che potrebbero salvaguardare il nostro territorio non solo dalla realizzazione di impianti eolici in località inadatte ma, soprattutto, dalle gigantesche speculazioni edilizie che ogni giorno, con il benestare di molti (sindaci e amministratori locali e regionali), consumano irreversibilmente le zone più belle della nostra regione. Ci aspettiamo – continua Fontana - che il governo regionale e gli amministratori locali, come Vittorio Sgarbi, piuttosto che gridare allo scandalo si occupino seriamente della pianificazione e della salvaguardia del territorio consentendo lo sviluppo di tutte le tecnologie che producono energie rinnovabili, nei luoghi dove questo è possibile e attraverso regole precise che tutelino gli interessi di tutti: della comunità in primo luogo ma, anche, dei tanti imprenditori onesti che hanno deciso di investire nello sviluppo tecnologico del nostro paese e in particolare in un settore fondamentale per il riequilibrio ecologico del pianeta. Sarebbe troppo facile – conclude Fontana - ironizzare sul fatto che chi, oggi, prova a bloccare lo sviluppo dell’energia eolica non ha fatto altrettanto contro la cementificazione della Sicilia ed esprime il suo favore verso scelte inutili per la nostra regione come la realizzazione di inceneritori che produrranno qui il metano che verrà utilizzato nel nord Italia o addirittura di centrali nucleari. Ci asteniamo da riflessioni e facili sarcasmi perché ogni siciliano, dotato di buon senso, saprà certamente giudicare quali impianti e quali tecnologie hanno maggiore impatto sulla salute della nostra comunità”.

Gruppi di Acquisto Solidale - 14 dicembre a Caltanissetta

Legambiente Sicilia comunica il suo patrocinio e la sua partecipazione attiva alla 1a Festa regionale dei Gas siculi, organizzata dal locale Gas Bio…Logico, che si svolgerà a Caltanissetta, presso il Centro Culturale “Michele Abbate”, Domenica 14 Dicembre 2008
dalle ore 9.00 alle ore 24.00.


I Gruppi di Acquisto Solidale intrecciano in modo costruttivo molti dei temi ambientali
traducendoli in coerenti stili di vita. Costituiscono, perciò, interlocutori sociali molto
interessanti in un momento nel quale è necessario costruire alleanze per indurre una
profonda revisione del modello di sviluppo siciliano.
L’obiettivo comune è quello di stimolare le persone su stili di vita differenti dal
passato (basato sull’uso illimitato delle risorse) e più sostenibili dall’ambiente.
Le famiglie devono capire che insieme possono contribuire a modificare le regole di
mercato. Centinaia o migliaia di famiglie siciliane possono ad esempio chiedere ai gestori
dell’energia elettrica di avere energia pulita e a prezzi più convenienti, possono ridurre le
filiere agro-alimentari, controllandone la qualità, con sicuro guadagno in salute e nel
portafoglio.
Legambiente sarà presente all’interno della Festa con uno stand, dove si potrà
accedere ad informazioni sull’associazione e su argomenti correlati allo sviluppo
sostenibile; coordinerà, inoltre, i seguenti momenti:
 ore 12.00 – visita guidata alle maccalube di Terrapelata e all’ex miniera di
zolfo di Trabonella;
 ore 18.00 – dibattito su “energie rinnovabili – come risparmiare in bolletta e
ridurre le emissioni di CO2”;
 ore 18.30 – dibattito su “l’acqua, il bene prezioso del nostro millennio – bere
acqua di acquedotto o minerale in bottiglia?.
Chi vuole seguire i suddetti eventi è pregato di prenotarsi ai seguenti numeri:
Tel/Fax 0934555713, Cell. 3294723231; in alternativa potrà farlo direttamente il 14
Dicembre mattina, presso il Centro Culturale “Michele Abbate”, entro e non oltre le ore 10.

domenica 7 dicembre 2008

10 dicembre 2008: la dichiarazione universale dei diritti umani compie 60 anni

Il prossimo anniversario della dichiarazione dei diritti umani, in un momento così difficile per l'umanità intera, ci fornisce lo spunto per aprire una discussione, che speriamo ampia, che deve partire necessariamente dalla lettura dei 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani. 30 articoli attuali e che ci devono portare necessariamente a fare un bilancio di 60 anni di impegno per il rispetto, la libertà e la crescita civile di ogni cittadino del mondo.
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Preambolo
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;

Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;

Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;

Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;

Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;

L'ASSEMBLEA GENERALE

proclama

la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.
Articolo 11
Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13
Ogni individuoha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.
Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26
Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
Articolo 27
Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

sabato 6 dicembre 2008

Climate justice now, oggi la giornata internazionale sul clima

Legambiente a Gela e Brindisi, i poli dalle emissioni più alte:
“Urgente rivedere gli investimenti energetici dell’Italia”


Climate justice now. Si celebra oggi la Giornata internazionale sul clima, iniziativa lanciata a Malmoe dall’ultimo Social forum europeo, non a caso in concomitanza con il summit mondiale di Poznan sul mutamento climatico. Per l’occasione, Legambiente si è data appuntamento a Brindisi e a Gela, luoghi emblematici della produzione di energia e di inquinamento in Italia, per accendere i riflettori sull’urgenza di rivedere le politiche e gli investimenti energetici del nostro Paese.

In Sicilia ancora manca un piano energetico e ambientale regionale. Per sottolineare l’urgenza della messa a punto di questo strumento, Legambiente ha organizzato a Gela un incontro con tutti i portatori d’interesse nell’intento di istituire un tavolo di concertazione che lavori alla sua redazione.

“Nelle sue contraddizioni, quella della Regione Sicilia è una situazione paradigmatica - dice Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente -. Mentre la centrale di Gela continua a utilizzare il famigerato pet-coke, sorge la moderna centrale di gassificazione della Isab Energy di Priolo dagli impatti ambientali molto inferiori ma che comunque toglie parte importante dei finanziamenti Cip6 alle rinnovabili. L’isola ha grandissime potenzialità per l’eolico, con oltre 700MW già installati, e per il solare, ma si insiste con i rigassificatori in aree ad elevato impatto ambientale e sanitario, che non hanno ricadute occupazionali apprezzabili. E ci sono pure 4 megainceneritori previsti dal piano rifiuti di Cuffaro. In sintesi, nell’isola nella quale il ministro dell’Ambiente realizzerebbe pure una centrale nucleare, si produce più energia di quella che occorre, dando sempre priorità alle fonti più inquinanti”.


A Brindisi - che ospita il più grande polo energetico nazionale con una potenza totale installata di 4370 MW e la centrale termoelettrica Enel di Cerano che rappresenta la maggior fonte di emissione di CO2 in Italia - Legambiente ha organizzato un sit-in davanti alla centrale Brindisi-Sud, insieme a WWF, Italia Nostra, Forum Ambiente Salute Sviluppo, Fondazione “Di Giulio” e Comitato Porta d’Oriente, per dimostrare la contrarietà all’uso del carbone e al suo incremento e chiederne la drastica diminuzione a fronte, invece, dello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e non dannose per il clima.

“Questo polo industriale - dichiara Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente - non è solo la maggior fonte di emissione di CO2 in Italia è anche e soprattutto uno di quei luoghi dove l’ambiente, la salute e il lavoro sono diritti negati, come testimonia purtroppo l’altissima incidenza di malattie tumorali. Ecco perché chiediamo con forza al governo una approccio mirato ad alleggerire l’area dalle servitù industriali energetiche, piuttosto che ad aggiungere ulteriori aggravi quali il rigassificatore nel porto, la torcia al plasma o il potenziamento del carbone. Occorre investire in alternative energetiche pulite anche per favorire un turismo di qualità”.

giovedì 4 dicembre 2008

6 dicembre: Legambiente ed il Piano Energetico Regionale

GELA, 6 DICEMBRE 2008 – ore 09.30
SALA DON PUGLISI, Casa del Volontariato
Via Ossidiana


Tra vecchie e nuove centrali termoelettriche ed avanzati impianti di gassificazione (IGCC), alimentati tutti da combustibili fossili, crescono le FER (fonti energetiche rinnovabili) e si acuisce lo scontro su inceneritori e rigassificatori. Mentre si riaffaccia lo spettro del nucleare si stenta ancora a prendere atto degli effetti sanitari ed ambientali delle fonti fossili.

Legambiente Sicilia organizza un confronto e presenta la sue proposte per un piano energetico ed ambientale dell’isola, per avanzare le nostre proposte e parlare dell’inaccettabile volontà di ritorno ad un passato nucleare del governo Berlusconi, delle paradossali difficoltà che le rinnovabili incontrano ne “l’Isola del Sole”, del business degli inceneritori con la reintroduzione del CIP6 e delle questioni che fanno da corollario a questi argomenti.

È un convegno importante non solo per il peso specifico dei relatori e degli interlocutori ma anche perché la loro partecipazione riconosce un ruolo primario alla nostra associazione e ci da autorevolezza su questi temi. Ce lo conferma, e supporta la nostra azione, la presenza del Presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza.

È altresì importante perché avremo modo di comunicare a tutti, dalla prima fila, quali sono le ragioni sensate per le quali ci opponiamo a progetti come inceneritori e rigassificatori ed alla sopravvivenza di impianti ad elevato impatto sanitario ed ambientale.

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Introduce: Pietro Lorefice, Presidente Legambiente Gela
Moderatore: Enzo Parisi, Responsabile Dipartimento Energia Rifiuti Industria di Legambiente Sicilia


Interventi:
Davide Luppica, Raffineria Eni Gela
Luigi Iannitti, Centrale IGCC di Isab Energy Priolo
Martin Jakubowski, Blue-H Technologies
Giovanni Marsili, Istituto Superiore di Sanità
Fabrizio Nardo, Comitato Scientifico Legambiente Sicilia
Rosario Crocetta, Sindaco di Gela
Pino Federico, Presidente Prov. di CL
Pippo Gianni, Assessore Regionale Industria
Mimmo Fontana, Presidente Legambiente Sicilia
Ivan Lo Bello, Presidente Confindustria Sicilia
Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale Legambiente

martedì 2 dicembre 2008

Il bosCO2 di Natale




Mancano ormai pochi giorni all’arrivo del Natale e con sé porta la sua magia capace ancora di far sognare ed emozionare grandi e piccini.

Ma quanti consumi si nascondono dietro al Natale? L’ambiente è il primo a pagarne le conseguenze! Consumi di energia arrivano alle stelle, grandi quantità di CO2 vengono immesse nell’atmosfera contribuendo così al processo di degrado ambientale ormai in atto.

L’inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici sono ormai una realtà da non poter ignorare neanche quando il suggestivo Natale vorrebbe farci accantonare le tristezze quotidiane.




L’idea di AzzeroCO2 e Legambiente è quella di realizzare il primo bosC02 di Natale all’interno di un’area parco in Italia, quella del Parco fluviale del Po e dell'Orba in Piemonte.


Ciascuno di noi può dare un’impronta ecologica al proprio Natale rinunciando al proprio abete in casa, in azienda, a scuola, presso l’ente pubblico o regalando un albero alle persone più care … un gesto originale nel rispetto dell’ambiente e del mondo in cui viviamo.



Insieme all’attestato da poter utilizzare come biglietto di auguri, che certifica l’acquisto, il tipo di albero e il luogo dove sarà piantato, chi vorrà, potrà andare a “visitare” il proprio albero nell’area verde e verificare lo sviluppo del progetto.



Per regalare un albero scrivere a

campagne@legambiente.eu e marketing@azzeroco2.it.



La certificazione dell’intervento avverrà mediante una metodologia di valutazione delle quantità di CO2 assorbite sulla base dei Good Practice Guidance for Land Use, Land-Use Change and Forestry (GPGLULUCF) della IPCC. Il certificatore avrà dunque il compito di asseverare e controllare la corretta applicazione del piano forestale. Questa certificazione permette al cittadino e all’azienda di avere un’effettiva garanzia della concreta riduzione delle emissioni di CO2 attraverso l’ intervento di forestazione.

La trasparenza rappresenta un elemento prioritario in quanto ciascuno può visitare l’area forestata in qualsiasi momento e osservare lo sviluppo del progetto.

I crediti di emissioni certificati associati agli interventi di forestazione nel Parco fluviale del Po e dell’Orba verranno iscritti in un registro di crediti di emissione tenuto da AzzeroCO2 che ne garantisce trasparenza e tracciabilità.

AzzeroCO2 e Legambiente si impegnano inoltre a definire con il Parco ed il soggetto certificatore le procedure di gestione e manutenzione delle aree forestate per garantire la manutenzione delle nuove aree boscate.

Il prezzo dell’operazione è di 40,00 euro per ogni albero.

“Dobbiamo farlo ora!”

Una Carta di impegni per i governi, una lista di doveri per la società civile
Le organizzazioni del comitato promotore della Marcia per il clima
presentano un documento condiviso per combattere i cambiamenti climatici


Dobbiamo farlo ora. Si possono mettere in atto tante diverse azioni, in tutti i settori, per mettere un freno alle emissioni inquinanti e quindi ai cambiamenti climatici. Siamo in tanti a sostenerlo: 55 associazioni diverse - ambientaliste, sindacali, di categoria o a carattere sociale - concordi nel voler costruire nel Paese una spinta e una consapevolezza sempre più diffusa perché l’Italia abbracci con forza e coraggio una politica attiva contro i cambiamenti climatici, per mitigarne, nel più breve tempo possibile, gli effetti.

Alla vigilia della discussione europea sugli obiettivi per il clima, il Comitato in Marcia per il clima, nato in occasione della manifestazione del 7 giugno a Milano, torna oggi a proporre al governo e ai cittadini un documento che individua, settore per settore, strumenti e politiche utili a tagliare i gas serra e raggiungere uno sviluppo moderno, pulito e redditizio per il Paese. Obiettivi precisi che il Comitato chiede al governo e che le associazioni, dal canto loro, si impegnano a perseguire.

“L’Italia deve uscire dall'isolamento e smettere di boicottare l'accordo sul pacchetto clima-energia ormai in dirittura d'arrivo – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente –. Altrimenti, si rischia di compromettere non solo la leadership europea nella lotta alla crisi climatica, ma anche il futuro dell'economia e dell'industria italiana. Gli altri governi hanno deciso di utilizzare le misure previste dal pacchetto per rilanciare le proprie economie e vincere l'attuale recessione. L’Italia dovrà rispettare gli impegni vincolanti e non rinegoziabili già sottoscritti dal precedente governo Berlusconi con la ratifica del protocollo di Kyoto, altrimenti nel 2013 dovremo pagare multe pesantissime. Meglio, allora, non sprecare così le scarse risorse finanziarie a disposizione del nostro Paese e investirle per vincere la doppia sfida climatica ed economica, a partire anche dalla necessaria revisione dell’articolo 29 del DL approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri sulla detrazione fino al 55% dei costi sugli interventi per il risparmio energetico e il solare termico introdotta dalla Finanziaria 2007 che, con forma retroattiva, va a danneggiare le famiglie che hanno voluto investire in energia pulita e le aziende del settore, con grave danno per il Paese nella lotta ai cambiamenti climatici”.

Occorre che tutti gli Stati con economia avanzata sottoscrivano impegni vincolanti di forte riduzione delle emissioni. Anche i paesi in via di rapido sviluppo, come Cina e India, devono contribuire a contenere le emissioni, mentre vanno da subito adottate politiche di adattamento e mitigazione condivise e sostenute economicamente. L’Europa ha dato un segnale forte in questi anni, dichiarando di volersi impegnare in un accordo globale a ridurre del 30% delle emissioni. Intanto la decisione vincolante del 20-20-20 (riduzione del 20% di emissioni di CO2, incremento del 20% di fonti rinnovabili e di efficienza energetica) assunta in maniera unilaterale, va concretamente sostenuta e perseguita senza cedimenti.

Il Comitato esorta dunque il Governo italiano, il Parlamento e gli Enti locali ad assumere obiettivi coerenti con le potenzialità dell’Italia, stabilendo precise responsabilità e meccanismi sanzionatori, chiudendo con la politica del rinvio e con la richiesta di sconti ulteriori che stanno portando il nostro Paese fuori dall’Europa e finiranno per accelerarne il declino economico industriale e sociale.

Per farlo, occorre dare pieno slancio alle misure di efficienza energetica, dire sì al modello distribuito e quindi alla democrazia energetica, sì alle rinnovabili nel rispetto del territorio e della biodiversità, mentre la scelta del nucleare - fermo restando la necessità di sviluppare ulteriormente la ricerca in tale settore - non deve pregiudicare le risorse finanziarie a danno delle politiche di efficienza e delle rinnovabili.

Non è infatti più rinviabile un massiccio investimento nella ricerca a favore delle politiche di efficienza e di sviluppo delle rinnovabili nonché per rinvenire soluzioni pienamente sostitutive dei combustibili fossili, che non aggravino i rischi per la sicurezza internazionale.

Occorre, poi, investire in un grande progetto di rinnovo del patrimonio edilizio, volano di innovazione e occupazione, che risponda al diffuso bisogno abitativo, ripensando lo sviluppo di città e paesi che escluda un ulteriore consumo di suolo e valorizzi il patrimonio paesaggistico e territoriale.

Su fronte della mobilità, la priorità è investire in infrastrutture, innanzitutto su rotaia, per migliorare la mobilità urbana, a partire da quella dei pendolari. Bisogna ridurre e scoraggiare il traffico privato, favorendo il trasporto pubblico e la mobilità leggera, responsabilizzando al riguardo anche le Regioni.

Nell’ambito del sistema produttivo, il rispetto delle direttive europee non può trasformarsi in crisi dell’industria italiana, che deve essere invece più attenta alle opportunità create dalla strategia europea. Anzi, se applicate e utilizzate con lungimiranza, esse potrebbero essere occasione per la creazione di nuovo e buon lavoro, soprattutto nella fase in cui la crisi economico-sociale rischia di colpire il lavoro nelle sue diverse forme. In questa logica è auspicabile una politica che favorisca le imprese virtuose che attraverso la ricerca e l’innovazione di prodotto competano sul mercato globale con produzioni sempre più ecosostenibili.

Bisogna riconoscere il contributo positivo che l’agricoltura può portare alla battaglia contro i mutamenti climatici e promuovere le pratiche agricole ecocompatibili, a partire dall’agricoltura biologica, che oltre a rispettare l’ambiente aumentano l’assorbimento di CO2.

E’ necessario attuare e rafforzare le politiche ambientali per la tutela e la salvaguardia dell’ecosistema marino e per una gestione razionale e durevole delle risorse biologiche, per contribuire a contrastare i fenomeni che minacciano i già fragili equilibri su cui si basa lo sviluppo sostenibile dei territori costieri. Per frenare la perdita di biodiversità un ruolo importante lo devono svolgere le aree protette che vanno potenziate e valorizzate. Senza dimenticare che, se nel mondo globalizzato i cambiamenti climatici rappresentano un fattore di crisi, la lotta per contrastarli può divenire un potente fattore di sviluppo delle politiche di cooperazione, per incrementare la sovranità alimentare e la democrazia energetica, per realizzare una sostanziale politica di interdipendenza.

Nella convinzione che l’Italia possa e debba essere in prima linea nella strategia UE di riduzione delle emissioni e di sviluppo dell’efficienza delle rinnovabili, come cittadini e associazioni mettiamo in campo iniziative e impegni concreti in questa direzione, organizzando campagne per diffondere pratiche di risparmio energetico attraverso la modifica degli stili di vita in casa, nella mobilità, nel territorio, per essere attenti negli acquisti alla “classe” degli elettrodomestici, a risparmiare acqua dell'acquedotto, a privilegiare mezzi pubblici e bicicletta, a differenziare quote crescenti di rifiuti nelle nostre case, per consentire forti risparmi di energia nella fabbricazione di nuovi prodotti; investendo nell'efficienza energetica nelle case per dimezzare i consumi di petrolio, applicando collettori solari termici per recuperare un inspiegabile ritardo rispetto agli altri paesi europei, coprendo di pannelli elettrosolari i tetti delle nostre case. Vogliamo facilitare con incentivi significativi e semplificazione delle procedure l’adozione di sistemi domestici e per le piccole imprese di produzione di energia alternativa e impegnare i gestori di energia elettrica in campagne periodiche di sensibilizzazione sulle energie alternative. Rilanciamo la cooperazione con gli enti locali per diffondere l’uso di fonti rinnovabili e ci impegniamo per aumentare anche l’efficienza energetica dei motori marini per esercitare una pesca e una acquacoltura responsabili. Promuoviamo il consumo di prodotti agricoli biologici, la filiera corta e l’organizzazione di mercati locali, ma soprattutto vogliamo adottare come strumento necessario per l’organizzazione delle attività e delle manifestazioni il bilancio preventivo ambientale e azzerare, attraverso azioni di riduzione, contrasto e compensazione, la CO2 emessa.
Ufficio Stampa Legambiente Nazionale

lunedì 1 dicembre 2008

Il commissario dello Stato impugna la legge sulla cave in Sicilia

“Esprimiamo grande soddisfazione – questo il commento di Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, alla notizia che il commissario dello Stato ha impugnato la legge sulle cave in Sicilia – Non avevamo dubbi che la legge fosse incostituzionale Quello di oggi rappresenta un risultato importante di cui rivendichiamo la vittoria. E’ stata proprio Legambiente Sicilia, subito dopo l’approvazione da parte dell’Ars del ddl, a sollevare delle osservazioni al commissario dello Stato”.
“La Legge, infatti, sottraendo l'esercizio dell'attività estrattiva alla procedura VIA prevista dalla Direttiva Europea ed anche al principio di precauzione in materia ambientale – spiega Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia - avrebbe comportato una deroga alle norme comunitarie e violato le norme di tutela del paesaggio – Inoltre avrebbe avuto effetti scardinanti e devastanti per il territorio consentendo l'attività estrattiva in regime di proroga legale anche in aree SIC e ZPS, cioè in un sistema non ancora colpevolmente entrato a regime ordinario”.

Secondo il dossier di Legambiente sulle cave in Italia, la Sicilia ha attualmente 580 cave attive e si posiziona al terzo posto tra le regioni italiane per numero di cave. L’isola è invece al primo posto per quantitativo di materiale estratto, pari ad oltre 113 milioni di metri cubi. La provincia che estrae più di tutti è Palermo con oltre 57 milioni di metri cubi.

Per non parlare dei canoni annui che i gestori versano per la concessione ottenuta.
Nella stragrande maggioranza delle Regioni italiane i canoni variano a seconda del materiale estratto e vanno dai 0,10 ai 3,33 euro a metro cubo. In Sicilia bucare una montagna è gratis.
In Sicilia, si opera in modo da “spingere” addirittura il settore con crediti agevolati in favore degli operatori del settore dei materiali lapidei di pregio. I mutui agevolati hanno durata massima di quindici anni con un tasso di interesse del 5% comprensivo di ogni onere e spesa, i finanziamenti sono concessi in una misura compresa tra il 40% e il 50% della quota di investimento globale.

Ma l’aspetto più inquietante riguarda il controllo di Cosa Nostra sul ciclo del cemento che parte proprio dalle cave. I numerosi e recenti sequestri di cave confermano questo sistema criminale. Tanto che i procuratori della Direzione Nazionale Antimafia nella loro relazione annuale scrivevano che “è davvero disarmante la scarsa sensibilità finora dimostrata dal legislatore nazionale e regionale in materia di cave” per quanto riguarda la prevenzione del rischio mafioso, poiché proprio la “fornitura di materiali inerti, estratti dalle cave, costituisce una delle fasi a maggior rischio di penetrazione mafiosa nel sistema dei pubblici appalti”.

martedì 25 novembre 2008

Legambiente per la Villa del Casale - cantiere aperto il 27 novembre

IL 27 NOVEMBRE CANTIERE APERTO ALLA VILLA ROMANA DEL CASALE PER OSPITARE LA CAMPAGNA SALVALARTE

LA VILLA ROMANA AL CENTRO DELL’IMPEGNO DI LEGAMBIENTE DAL 1998

LA VALORIZZAZIONE DEL SITO, GIOIELLO UNESCO, CONDIZIONE NECESSARIA PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO CHE PONGA AL CENTRO LA CITTA’ DI PIAZZA ARMERINA

LEGAMBIENTE RIBADISCE LA NECESSITA’ DELL’ISTITUZIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO E DEL BIGLIETTO UNICO CON IL FUTURO MUSEO DI PALAZZO TRIGONA


PIAZZA ARMERINA, 25 NOVEMBRE 2008

Il 27 novembre, alle ore 10, l’architetto Guido Meli, direttore del Centro Regionale per la Progettazione ed il Restauro, e la dott.ssa Maria costanza Lentini, direttore del Museo della Villa del Casale, accompagneranno Legambiente e i cittadini interessati in una visita guidata del cantiere di restauro in corso. L’iniziativa, prevista nel calendario Salvalarte 2008, permetterà ai presenti di verificare lo stato dei lavori a 3 settimane dalla chiusura al pubblico del sito archeologico.
“Era il 23 novembre del 1998 quando Legambiente, dopo l’ennesimo atto vandalico, si strinse intorno alla Villa con una catena umana richiamando l’attenzione del mondo intero su quel triste fenomeno chiamato archeomafia di cui la Villa del Casale rappresentava un caso eclatante - dichiara Riccardo Calamaio - dopo 10 anni di battaglie e di impegno, che hanno visto la Villa del Casale costantemente al centro della campagna Salvalarte, giovedì Legambiente entrerà in cantiere per condividere con la città l’imponente lavoro di restauro dei pavimenti musivi e di sostituzione della copertura. Saremmo sempre vigili sul caso Villa del Casale, consapevoli che la fine dei lavori di restauro non costituirà la fine dei problemi della Villa.”
La Villa riaprirà per un giorno i cancelli e permetterà ai visitatori di cogliere immagini inedite del cantiere di restauro dove sono state già avviate le operazioni di dismissione della copertura, e dove proseguono le operazioni di restauro dei pavimenti musivi e delle decorazioni parietali.
Sarà l'occasione per osservare da vicino le tecniche impiegate per il restauro, prima fra tutte quella di integrazione delle lacune, e porre direttamente al responsabile del cantiere domande specifiche.
“A nostro parere per garantire un futuro stabile, e al passo con il tempo, alla Villa occorre predisporre il piano di gestione Unesco, istituire il Parco Archeologico, valorizzare l’insediamento medioevale recentemente scoperto e provvedere al rientro dei reperti provenienti dalla Villa che si trovano in altri musei. – continua Riccardo Calamaio - ma soprattutto occorrerà lavorare su quel circuito virtuoso di beni culturali e turismo costituito dall’asse Villa del Casale - centro storico della Città. Tema già lanciato nell’edizione di Salvalarte 2000 ed oggi più che mai attuale, considerato che il restauro del Palazzo Trigona, altro impegno costante di Legambiente, sarà ultimato fra pochi mesi e bisognerà poi passare alla fase di realizzazione del Museo della Città e del Territorio”.
La partecipazione alla visita guidata del 27 è libera. Agli intervenuti sarà dato in omaggio il dossier regionale Salvalarte 2008 che, contiene, fra gli altri, il caso Itria.

Salvalarte 2008: on line il dossier Itria

Il dossier è scaricabile dalla pagina DOCUMENTI del sito www.piazzambiente.com o dal seguente indirizzo:
http://www.piazzambiente.com/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=2&Itemid=68

Legambiente Sicilia sulle trivellazioni in Val di Noto

Trivellazioni in Val di Noto. Primo round al Comune di Vittoria. Il Tar Catania: l'Arpa e la Panther devono pagare tutte le spese di lite della Consulenza tecnica d'ufficio. Soddisfazione di Legambiente che esprime una ragionevole speranza che il parere, vincolante, del Tar - che condanna anche gli uffici preposti della Regione Sicilia - abbia degli effetti sul complesso del progetto della Panther Oil.

Contro le trivellazioni petrolifere della texana Panther Eureka in Val di Noto, il primo round è stato vinto dal Comune di Vittoria. Questi è entrato nel gioco delle parti nell'aprile scorso quando ha fatto ricorso al TAR di Catania per il sospetto che le imminenti perforazioni in contrada Serra Grande, pozzo Gallo sud, danneggiassero la tenuta delle falde acquifere e la salubrità delle acque che alimentano i pozzi di Sciannacaporale, che in buona misura forniscono l'approvvigionamento idrico della città. L'avvocato che ha difeso le ragioni del Comune di Vittoria ha anticipato ieri in conferenza stampa i contenuti della sentenza del TAR, affermando che "l'Arpa e la Panther devono pagare tutte le spese di lite della C.T.U. (Consulenza tecnica d'ufficio). Il Tar ha riconosciuto che il Comune di Vittoria avrebbe avuto diritto a partecipare alla VIA (Valutazione impatto ambientale) ed ha riconosciuto anche le doglianze in merito al rischio delle perforazioni delle risorse idriche. Alla valutazione dell'impatto ambientale, nel caso dovesse essere riavviata per nuove perforazioni, dovrebbero essere ammessi a partecipare il Comune di Vittoria, il Genio civile e l'Autorità sanitaria per eventuali nuove perforazioni. Il Tar, inoltre, ha definito le tecniche di perforazione utilizzate vecchie, sostenendo che ce ne sono altre molto più moderne, tipo "Casing drilling". Ha riconosciuto che esiste il rischio inquinamento e che l'istruttoria fatta dall'assessorato era lacunosa". Chissà che questa sentenza non apra a nuove sorprese nella vicenda della Panther Oil, che intanto incassa il colpo e la delusione (aveva chiesto il risarcimento dei danni subiti per il blocco di un progetto di investimento pari a 6 milioni di euro), ma annuncia di ricorrere al Consiglio di giustizia amministrativa, il secondo e ultimo grado, che quindi dovrebbe mettere la parola "fine" per quanto riguarda il Comune di Vittoria.
Intanto, esprime soddisfazione Nuccio Tiberio, presidente del circolo Legambiente di Noto, che esprime una ragionevole speranza che il parere, vincolante, del TAR Catania - che condanna anche gli uffici preposti della Regione Sicilia - abbia degli effetti sul complesso del progetto della Panther Oil. Tiberio inoltre ribadisce che la condanna del TAR è frutto non solo del lavoro degli avvocati difensori del Comune, ma anche di una campagna di denuncia e sensibilizzazione portata avanti da Legambiente, dal Comitato No Triv e dalla società civile, artisti e scrittori in testa, per salvare il comprensorio - patrimonio dell'umanità per l'Unesco - dalle trivellazioni.
UFFICIO STAMPA LEGAMBIENTE COMITATO REGIONALE

sabato 22 novembre 2008

Il 27 novembre Salvalarte in visita alla Villa Romana del Casale


Sarà l'architetto Guido Meli, direttore dei lavori di restauro della Villa del Casale, che farà da guida, il 27 novembre alle ore 10.00, ai soci ed agli amici di Legambiente, nell'ambito della campagna Salvalarte.
La Villa riaprirà per un giorno i cancelli e permetterà ai visitatori di cogliere immagini inedite del cantiere di restauro che ha già avviato le operazioni di dismissione della copertura, e dove proseguono le operazioni di restauro dei pavimenti musivi e delle decorazioni parietali.
Sarà l'occasione per osservare da vicino le tecniche impiegate per il restauro, prima fra tutte quella di integrazione delle lacune, e porre direttamente al responsabile del cantiere domande specifiche.
Ai partecipanti all'incontro sarà dato in omaggio il dossier Salvalarte Sicilia 2008 contenente, fra gli altri, il caso Itria, recente oggetto di una nostra lettera aperta.
La partecipazione è libera.

“ MENO 100 KG “ : AL VIA LA SETTIMANA EUROPEA DELLA RIDUZIONE DEI RIFIUTI, 22-30 NOVEMBRE 2008


Prende avvio oggi, 22 novembre 2008, la Settimana europea della riduzione dei rifiuti, promossa in Europa dall'Associazione Città e Regioni per il riciclaggio e l'uso sostenibile delle risorse (www.acrplus.org).

In continuità con la Settimana Unesco di Educazione allo Sviluppo Sostenibile (10-16 novembre 2008), dedicata quest'anno al tema dei rifiuti, l’Italia partecipa alla Settimana di ACR+ con un gruppo di istituzioni e associazioni già impegnate sul fronte della gestione sostenibile dei rifiuti: Federambiente, Osservatorio Nazionale sui Rifiuti, Coordinamento nazionale Agenda 21 locale, Rifiuti 21 Network, Legambiente.

venerdì 21 novembre 2008

21 novembre 2008 - Festa dell'albero

Si è svolta oggi la Festa dell'Albero
Protagonista l'Istituto Comprensivo L. Capuana




Il Circolo Piazzambiente della Legambiente ha celebrato oggi, 21 novembre, la Festa dell’Albero.
Significativa la data della 14° edizione della manifestazione che, da molti anni, coincide con la Giornata nazionale per i diritti dell´infanzia e dell´adolescenza
Protagonista della manifestazione è stato l’Istituto Comprensivo Luigi Capuana.
La giornata è stata aperta alle 9.30 dai giovani volontari dell’associazione ambientalista, Chiara Platania, Alice Giusto, Marco Velardita, Flavia Di Sano, Giuseppe Zuccarello, Debora Galati, Eliana Calcagno e Simona Pisana, che hanno presentato l’associazione ed il significato della festa dell’albero.
Attori principali dell’iniziativa sono stati i giovanissimi studenti, a partire dalla scuola materna.
I bambini della scuola materna, grazie al lavoro preparatorio svolto dai loro insegnanti, si sono esibiti in cori e poesie, sullo sfondo di un bosco vivente interpretato dai più piccoli delle scuole elementari, vestiti da alberelli.
Poesie sono state recitate inoltre da tutti i bambini della scuola elementare.
I bambini “più grandi” hanno anche realizzato dei cartelloni tematici sui temi proposti dall’associazione per l’edizione 2008 della Festa dell’Albero: riduzione delle emissioni e rispetto dell’ambiente naturale.
I volontari dell’associazione hanno aiutato i bambini delle classi quinte a mettere a dimora 2 alberelli nel giardino Scibona.
I giovani studenti della scuola media hanno invece messo a dimora un alberello nel giardino antistante il castello, spazio questo da loro adottato per la realizzazione di un progetto sul giardinaggio.
L’edizione 2008 della festa dell’albero era stata presentata ieri in conferenza stampa a Palermo, presso la sede regionale di Legambiente. Obiettivo dell’edizione siciliana è la piantumazione di circa 4.000 alberelli per un abbattimento in atmosfera di 2.800 tonnellate di Co2.
E’ proprio grazie alla straordinaria capacità degli alberi di assorbire anidride carbonica e di rilasciare ossigeno attraverso la fotosintesi clorofilliana, che è possibile compensare le emissioni di Co2 nell’aria.

E’ utile sapere, infatti, che piantare:
- 1 albero compensa 0.7 tonnellate di CO2, equivalenti ad un quotidiano con inserto settimanale acquistato ogni giorno per 1 anno,
- 2 alberi compensano 1.4 tonnellate di CO2, pari a quella emessa da un pendolare che in un anno effettua 200 volte una tratta di 150km complessivi A/R in treno,
- 3 alberi compensano 1.7 tonnellate di CO2, equivalenti al consumo annuo di elettricità di 3 persone che vivono insieme,
- 9 alberi compensano 6 tonnellate di CO2, pari a quella emessa da un pendolare che in un anno effettua 200 volte una tratta di 150km complessivi A/R in auto,
- 20 alberi compensano 14 tonnellate di CO2, equivalenti al consumo annuo di elettricità in un ufficio con 10 dipendenti.

“La Festa dell’albero rappresenta un momento importante di sensibilizzazione ambientale – ha spiegato Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia – Un modo efficace per puntare l’attenzione sul drammatico ritardo in cui si trova L’Italia rispetto ai dettami individuati dal protocollo di Kyoto, il trattato internazionale con il quale i Governi di molti Paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2 e dei gas responsabili dell'effetto serra. Dedicare delle giornate alla piantumazione di alberi rappresenta un ottimo passo non solo per riqualificare aree urbane degradate e abbellire quartieri e giardini delle proprie città ma, soprattutto, per contribuire a salvare il Pianeta dall’effetto serra e dal surriscaldamento globale”.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per tracciare un quadro sulla qualità ambientale delle città siciliane che l’ultimo rapporto di “Ecosistema Urbano 2009” colloca agli ultimi posti della classifica.

martedì 18 novembre 2008

COMUNICATO STAMPA SUL CASO ITRIA

A 11 MESI DAL CROLLO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELL’ITRIA LEGAMBIENTE DENUNCIA I RITARDI E LE INADEMPIENZE DEL GOVERNO REGIONALE

NESSUNA AZIONE E’ STATA PORTATA AVANTI DOPO CHE IL GOVERNO NAZIONALE HA RIGETTATO LA RICHIESTA DI DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA

LEGAMBIENTE CHIEDE CHE SIA POSTA FINE ALLO STATO DI DEGRADO STRUTTURALE E SOCIALE DELLO STORICO QUARTIERE CANALI

CHE LA REGIONE ATTIVI IMMEDIATAMENTE LE RISORSE DISPONIBILI SUL FONDO REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE


PIAZZA ARMERINA, 18 NOVEMBRE 2008

Con la pubblicazione di un dossier ed una lettera aperta rivolta a tutti i soggetti politici e tecnici, a diverso titolo coinvolti, il Circolo Piazzambiente della Legambiente riapre il caso Itria che, a distanza di 11 mesi dal disastroso crollo, sembra sommerso sotto il pesante cumulo dell’indifferenza.
“Oggi la Via Itria è chiusa al traffico all’altezza del crollo della chiesa, perché interamente occupata dalla struttura di puntellamento che sostiene il muro pericolante; 27 abitazioni sono state dichiarate inagibili e 13 famiglie sono costrette a vivere in abitazioni provvisorie, un’intera comunità religiosa è stata costretta ad abbandonare la propria parrocchia, ma tutto sembra dimenticato – dichiara Riccardo Calamaio - Pur avendo la Regione Sicilia riconosciuto lo stato di calamità e richiesto lo stato di emergenza al governo nazionale, quest’ultimo però ne ha respinto la richiesta invitando il Presidente della Regione ad intervenire con le risorse disponibili sul Fondo regionale di Protezione Civile. Ma ad oggi la Regione tace”.
Gli aiuti finanziari, richiesti e promessi, per il sostegno alla popolazione non sono mai arrivati. Nel frattempo il comune di Piazza Armerina ha fatto fronte, con risorse del proprio bilancio, ai costi necessarie per sostenere e fronteggiare la situazione di emergenza spendendo circa 500 mila euro.
Il crollo della chiesa di Santa Maria dell’Itria potrebbe rappresentare la punta dell’iceberg di un diffuso stato di degrado strutturale dell’intero quartiere in cui sorge la chiesa, costituendo inoltre un campanello di allarme per lo stato di conservazione del centro storico di Piazza. Riaprendo, di fatto, il dibattito sulla necessità di dotare la città di una Legge speciale finalizzata al risanamento degli storici quartieri abbandonati, e alla loro riqualificazione dal punto di vista della funzionalità, nell’ottica di coniugare economia, beni culturali e turismo.
“Per queste ragioni Legambiente pone il caso Itria al centro della campagna regionale Salvalarte 2008, chiedendo che sia posta immediatamente fine alla condizione di degrado strutturale e sociale dell’area colpita dal crollo - conclude Calamaio – attraverso l’individuazione dell’iter di finanziamento per la ricostruzione della chiesa ristabilendo le condizioni di sicurezza e di decoro dell’intera area. Pertanto la nostra lettera aperta ed il dossier vogliono essere da stimolo affinché le istituzioni, ognuno per le specifiche competenze, definiscano un percorso tecnico ed amministrativo per la soluzione del caso Itria, senza ulteriori indugi”.

CIRCOLO PIAZZAMBIENTE ONLUS – LEGAMBIENTE PIAZZA ARMERINA
www.piazzambiente.it, www.legambientesicilia.com
TEL. 3386309278, 3382525659 e-mail piazzambiente@legambientesicilia.com

LETTERA APERTA PER LA CHIESA DELL’ITRIA ED IL QUARTIERE CANALI

A S.E. mons. Michele Pennisi, vescovo della Diocesi di Piazza Armerina
Al Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo
All’assessore regionale alla Presidenza, Giovanni Ilarda
All’assessore regionale BB.CC.AA. e P.I., Antonello Antinoro
Al Dirigente Generale Dipartimento BB.CC.AA. ed E.P. , Romeo Palma
Al Dirigente Generale Dipartimento Protezione Civile Sicilia, Salvo Cocina
Al Dirigente Dipartimento Protezione Civile - Servizio di Enna, Pietro Conte
Al senatore, Vladimiro Crisafulli
Al deputato nazionale, Ugo Maria Grimaldi,
Ai deputati regionali, Paolo Colianni, Elio Galvagno, Edoardo Leanza, Salvatore Termine
A S. E. Prefetto di Enna, Carmela Floreno
Al Soprintendente BB.CC.AA. della provincia di Enna, Beatrice Basile
Al Presidente della Provincia di Enna, Giuseppe Monaco
Al Sindaco di Piazza Armerina, F. Carmelo Nigrelli
Al Presidente del Consiglio Comunale di Piazza Armerina, Calogero Centonze





Egregi onorevoli ed autorità,
sono trascorsi 11 mesi, da quando il 29 dicembre 2007 è crollato il paramento murario ovest della Chiesa dell’Itria, risalente al XVI secolo, ostruendo totalmente l’omonima via, e causando danni ad alcune abitazioni limitrofe.
L’edilizia del quartiere Canali presenta un’evidente stratificazione di tipo storico cui si associa, nel tempo, un notevole incremento volumetrico e questo pone in rilievo il mai risolto interrogativo in merito agli usi ed abusi dei suoli nelle città storiche (e non).
Nei giorni seguenti al 29 dicembre furono accertati numerosi casi di abitazioni che presentavano evidenti segni di dissesto. Più di 20 famiglie furono evacuate dalle loro abitazioni e ricoverate in un albergo cittadino, e molte di queste, a distanza di 11 mesi dal crollo, vivono in abitazioni in affitto delle cui spese si fa carico il comune.
Nonostante la Regione Sicilia abbia riconosciuto immediatamente lo stato di calamità e richiesto lo stato di emergenza al governo nazionale, quest’ultimo ha respinto la richiesta invitando il Presidente della Regione ad intervenire con le risorse disponibili sul Fondo regionale di Protezione Civile.
Il crollo della chiesa e le numerose segnalazioni di edifici privati e pubblici pericolanti costituiscono un vero e proprio campanello di allarme per lo stato di conservazione del centro storico di Piazza, e riaprono il dibattito sulla necessità di dotare la città di una Legge speciale al fine di risanare gli storici quartieri abbandonati, qualificandoli dal punto di vista della funzionalità, nell’ottica di coniugare finalmente economia, turismo e beni culturali.
Ma, nonostante gli impegni assunti dalla Regione ed il reale stato di collasso dell’intera area, sembra che tutto taccia.
Il Comune di Piazza Armerina si è fatto carico di tutti i costi relativi all’emergenza, facendo gravare sul proprio bilancio circa 500 mila euro per i lavori di messa in sicurezza della chiesa, per le demolizioni, per le indagini geologiche sull’area del crollo, per l’assistenza alle famiglie le cui abitazioni sono state dichiarate inagibili e per il supporto alla protezione civile.
Gli aiuti finanziari, richiesti e promessi, per il sostegno alla popolazione non sono mai arrivati.
Oggi la via Itria è chiusa al traffico all’altezza del crollo della chiesa, perché interamente occupata dalla struttura di puntellamento che è stata realizzata; 27 abitazioni sono state dichiarate inagibili, 13 famiglie sono state evacuate, una comunità religiosa è stata costretta ad abbandonare la propria parrocchia, ma tutto sembra dimenticato.
Per questo chiediamo che sia posta immediatamente fine alla condizione di degrado strutturale e sociale dell’area colpita dal crollo, individuando l’iter di finanziamento per la ricostruzione della chiesa e per il ripristino delle condizioni di sicurezza e di decoro, presupposti indispensabili per il vivere civile.
E’ opportuno, di conseguenza, che tutti gli attori della vicenda si confrontino, ognuno per le specifiche competenze, al fine di definire un percorso tecnico ed amministrativo per la soluzione del caso Itria, senza ulteriori indugi.

sabato 15 novembre 2008

SALVALARTE SICILIA GRAN TOUR 2008

Salvalarte Sicilia Gran Tour 2008 è la storica campagna di Legambiente, giunta al settimo anno, per la difesa e la valorizzazione del patrimonio culturale minore. Ancora una volta, la manifestazione, che si concluderà il prossimo 2 dicembre, si presenta ricca di appuntamenti ed eventi. 27 le tappe (con oltre 30 appuntamenti) che toccheranno tutte le province dell’Isola.

Info: www.legambientesicilia.com
www.salvalartesicilia.it

giovedì 13 novembre 2008

Legambiente aderisce allo sciopero del 14 novembre per università e ricerca

Cogliati Dezza: “Un Paese che non punta sui giovani non sa cogliere le sfide del nostro tempo”



Legambiente aderisce alla manifestazione organizzata a Roma per domani, venerdì 14 novembre in occasione dello sciopero dell’università, della ricerca, delle accademie e dei conservatori.

“Il mondo della conoscenza scende in piazza e Legambiente non può che sostenere le ragioni della mobilitazione - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Nazionale Legambiente – . Un Paese che investe solo l’1,1 del proprio PIL sulla ricerca contro il 2,5 della media Ocse, che taglia i fondi all’Università, che non riesce a dare un futuro professionale a gran parte dei propri ricercatori costretti ad emigrare, è un Paese che non sa cogliere le sfide sociali, ambientali ed economiche che abbiamo davanti. Sfide come l’emergenza climatica, infatti, possono essere affrontate solo con un impulso forte della ricerca utile ad individuare soluzioni possibili a problemi inediti. L’Università, come la scuola, va cambiata nelle disfunzioni ed inefficienze che presenta, ma anche potenziata in quegli aspetti più legati all’innovazione della ricerca e della didattica”.

mercoledì 12 novembre 2008

Concorso "NO PACK"



In occasione della campagna annuale “Ridurre si può” e nell’ambito delle nostre iniziative nazionali dedicate alla riduzioni dei rifiuti e degli imballaggi Legambiente ha pensato di lanciare il concorso “NO PACK!” per denunciare l’assurdità degli imballaggi inutili che spesso avvolgono i prodotti tra i banchi dei supermercati o degli esercizi commerciali. Per partecipare al concorso, aperto a tutti, è necessario fotografare l’imballaggio più inutile e assurdo che incontriamo nei nostri acquisti ed inviarle al quotidiano Dnews. Dal 12 novembre al 16 dicembre, infatti, questo giornale gratuito distribuito a Roma, Milano, Bergamo e Verona, ma disponibile anche online su www.dnews.eu pubblicherà ogni martedì una pagina con alcune delle foto degli imballaggi immortalati dagli eco-reporter. Al termine del concorso una giuria decreterà la foto vincitrice del Premio Imballaggio Sprecone, che sarà resa nota il 13 gennaio su Dnews. Il vincitore che si aggiudicherà una Bicicletta, la bici in alluminio riciclato di Cial, il Consorzio Imballaggi Alluminio. L’iniziativa è ovviamente finalizzata alla sensibilizzazione dei cittadini sulle scelte da fare quando si trovano ad acquistare un prodotto in un punto vendita, il mondo della distribuzione che deve privilegiare i prodotti meno imballati - e che sta tornando in diverse catene ai sistemi sostenibili della vendita a dispenser - e il settore produttivo che deve ricominciare a far uso solo degli imballaggi necessari. Per queste ragioni invitiamo tutti voi ad inviare foto con gli imballaggi inutili e a diffondere più possibile questo concorso tra i vostri amici e conoscenti.Le foto vanno inviate a tendenze@dnews.eu e campagne@legambiente.eu o per posta a Legambiente, Ufficio Campagne, Via Salaria 403, 00199, Roma. Allo scatto è necessario allegare i propri dati personali e una segnalazione del prodotto con la marca. Il termine massimo per inviarle è il 15 dicembre, mentre per vedere i propri scatti pubblicati su Dnews il martedì sarà necessario inviarli entro il lunedì precedente alle ore 18,00.

lunedì 10 novembre 2008

Firma la petizione per il Servizio Civile

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Sign for Servizio Civile Nazionale a rischio chiusura


Useremo tutti i mezzi leciti possibili contro l’ingiustizia di chiudere il Chiello.

Da Sebi Arena, coordinatore dell’Osservatorio Sanitario Permanente (OSP), a poche ore dalla missione palermitana. In bocca al lupo!

Il nostro ospedale “Michele Chiello” in un anno fa dagli 8 ai 9.000 ricoveri, accoglie e tratta nel suo Pronto Soccorso più di 15.000 persone, possiede il più alto indice di attrazione (20.7 %) di tutta la provincia; non presenta, tra le prime 10, patologie a rischio di inappropriatezza trattate in regime di ricovero ordinario; è utilizzato, oltre che dagli abitanti del suo distretto (Aidone, Barrafranca, Pietraperzia) è utilizzato anche dai non residenti (Valguarnera, Raddusa, Mirabella, S. Cono, S. Michele di Ganzaria, Mazzarino, ed altri). Piazza è al centro di un bacino archeologico-turistico di rilevanza mondiale, un luogo dove passano oltre 600.000 turisti all’anno e fra breve (con la riapertura della villa romana del Casale restaurata e l’arrivo della Venere di Morgantina) saranno oltre un milione. Ci sarà bisogno di un’accoglienza sanitaria maggiormente potenziata.

Se le cose stanno così, qualcuno può dirci perché ci chiudono l’ospedale? Qualcuno può dirci perché l’ospedale deve soccombere, se esso ha dato risposte adeguate, comprese urgenza ed emergenza, in tutti i lunghi anni della sua esistenza e ci sarà necessità di darne ancora?

Ovviamente vorremmo risposte serie e non le generiche e banali risposte che finora sono giunte, tipo: dobbiamo risparmiare, dobbiamo tagliare gli sprechi, dobbiamo risanare i bilanci. Qualcuno, come il Direttore generale dell’Asl 4 si è spinto oltre: dice che i posti-letto sono un mezzo e non un fine; dice di voler creare una sanità più giusta e più adeguata ai bisogni; dice che vuole assicurare a tutti i cittadini il meglio e con più sicurezza; esprime considerazioni incaute e un po’ terrificanti ai cittadini (“Lei non farebbe partorire sua moglie in un reparto dove non c’è la rianimazione”.); dice pure che è stato pronto al dialogo e non gli è giunta alcuna proposta alternativa alla sua.

Ovviamente rigettiamo in tronco queste considerazioni perché sono il prodotto della giustificazione, il frutto amaro della contiguità con la politica del governo, lui che è stato creato direttore dell’Usl 4 da questo governo e dunque ama porsi come un commissario zelante. Le proposte le ha avute, ma non ne ha tenuto conto: gli abbiamo proposto di essere trattati in questa provincia esattamente come in tutta la Sicilia e dunque con un indice di posti-letto ospedalieri del 3,5 o almeno del 3 per mille abitanti. Picche! La risposta è che non si tocca il piano regionale. Gli abbiamo detto che, se è ineluttabile l’accorpamento con l’ospedale di Enna, almeno che non chiuda i reparti per acuti di Piazza Armerina, dimodoché al nostro nosocomio sia mantenuta la sua caratteristica di ospedale. Picche! Ha risposto che i reparti per acuti dovranno chiudere. Gli abbiamo chiesto di mantenere i reparti di emergenza. Picche! La cardiologia dovrà andare a Enna e così pure l’anestesia, inoltre dovrà eliminare la pronta disponibilità medica di laboratorio e radiologia. Ci ha proposto, la cosiddetta week surgery, ma non ne ha voluto sapere quando abbiamo fatto notare che tale modalità chirurgica non è fattibile se non è presente pure la chirurgia generale e il servizio di anestesia. E tutto questo diniego a senso unico lo chiama dialogo.
Ma il dialogo, non spetta a me chiarirne l’autentico significato, è (dalla conversazione socratica in poi) una modalità antichissima di procedere nei rapporti umani essendo fatto di tesi, antitesi e poi sintesi. Ma come si può ottenere la sintesi, se chi pone la tesi rifiuta l’antitesi? Se l’interlocutore viene convocato solo per comunicargli la propria tesi? Allora si tratta di un finto dialogo, un soliloquio, un monologo condotto da parte di chi ha dentro di sé la dogmatica certezza della gestione delle cose.
Ma andiamo allo stato dell’arte. La sanità siciliana si trova ad un bivio: o andrà come l’Assessore regionale Russo ha ipotizzato e allora molti ospedali chiuderanno per mancanza di posti-letto per acuti. Secondo questo percorso si andrà a risparmiare un sacco di soldi pubblici, si accederà ai contributi statali e al mutuo, aumenteranno però le spese per l’utenza, si farà una cattiva sanità in quanto si precluderà l’uso degli ospedali ad una larga fetta di popolazione, la quale, a causa di una pessima offerta sanitaria da parte del territorio, è riuscita finora a risolvere i suoi problemi proprio accedendo all’ospedale.
Un’alternativa a questa strada è quella della bocciatura del decreto da parte dell’ARS poiché da più parti e quasi quotidianamente si avvertono segnali di contrarietà nella maggioranza oltre che, beninteso, nell’opposizione. In questo caso il panorama diventerà ancora più fosco in quanto lo scontro politico potrà portare perfino alla caduta del governo con le prevedibili ed imprevedibili conseguenze.
In questi giorni ho avuto l’opportunità di parlare con esponenti della “commissione dei 51” e, quando ho domandato perché alla provincia di Enna è stato assegnato un indice di p.l. di 2,1 x 1000, si sono meravigliati quasi non credendo che fosse andata davvero così. Evidentemente non conoscono bene lo schema di decreto di rimodulazione della rete ospedaliera e non conoscono neppure gli allegati (!). Infatti, i 718 posti-letto ospedalieri sono stati portati a 365. Ma la cosa più sconcertante è stata quella di apprendere della chiusura certa di tanti ospedali per acuti che saranno trasformati in presidi territoriali, luoghi a metà strada tra l’ambulatorio e il cronicario. E quando ho fatto notare che a Piazza il direttore dell’Asl avrebbe lasciato la Medicina e la Lungodegenza, mi sono sentito rispondere che la Medicina, in quanto reparto per acuti, non può sussistere e resterà in piedi solo la Lungodegenza che, tra l’altro non ha bisogno della figura primariale. Mi sono cadute le braccia! Altro che mantenere al Chiello la dignità di ospedale, ne vogliono fare proprio un cronicario!
A Palermo lunedì 10 novembre la popolazione di Piazza Armerina farà sentire la sua voce con un consiglio comunale celebrato sotto le finestre dell’Assessorato regionale alla Sanità. Chiederà conto della mannaia che sta per abbattersi sulla provincia di Enna, un bacino di povertà e di disoccupazione, perennemente depresso e abbandonato da sempre dalle istituzioni. Chiederà conto dell’ennesima iniquità contro la comunità di Piazza Armerina a cui sono solidali tutti i comuni viciniori e cioè Aidone, Barrafranca, Pietraperzia e Valguarnera. Speriamo che l’assessore e il suo direttore vogliano passare alla storia come i salvatori dell’ospedale piuttosto che come i suoi demolitori.
Non crediamo di meritarlo. Fra poche ore capiremo di più.

domenica 9 novembre 2008

Sabato e domenica anniversario referendum su energia nucleare

“Fu un atto di grande democrazia, che il governo ora vuole cancellare usando anche l’esercito”

“Il referendum che abrogò il nucleare fu un atto di grande democrazia. L’Italia, per prima, segnò il passo tra i grandi Paesi industrializzati rinunciando a una fonte costosa e pericolosa, secondo la volontà del 65% dei cittadini”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ricorda il referendum sul nucleare del 1987 di cui ricorre l’anniversario questo fine settimana. Promotori del referendum furono Legambiente, Amici della Terra, Italia Nostra, LIPU, WWF, DP, PR, Verdi e FGCI.

“Peccato – dice il presidente di Legambiente - che l’operazione di rilancio portata avanti ora dal governo, che prevede l’uso della forza a presidio dei nuovi impianti ancora prima di qualsiasi decisione e nega in partenza la concertazione, sia di segno diametralmente opposto. Un inquietante passo indietro su tutti i fronti”.

Contro il piano del governo che prevede la costruzione delle prime nuove centrali entro il 2020, con l'obiettivo di produrre a regime il 25% dell'energia elettrica dal nucleare, Legambiente ha lanciato l’invito a firmare l’appello “Per un sistema energetico moderno, pulito, sicuro”, che propone anche alle amministrazioni locali di dichiarare il proprio territorio “sito denuclearizzato”.

“Perché non è del nucleare che l’Italia ha bisogno per rilanciare l’economia e risolvere la sua dipendenza dal petrolio - conclude Cogliati Dezza - ma di un mix di efficienza, risparmio energetico e potenziamento delle fonti rinnovabili”.



L’ufficio stampa 06 86268399 - 79 - 76 - 53

venerdì 31 ottobre 2008

Sanità - l'OSP incontra mons. Pennisi

Stasera 30 ottobre 2008 una delegazione dell’Osservatorio Sanitario Permanente (OSP), è stata ricevuta dal Vescovo della Diocesi Mons. Michele Pennisi per parlare di sanità. Erano presenti i medici Sergio Rossitto (che è stato l’ispiratore dell’incontro), Ninni Ciancio, Giuseppe Fanzone, Gino Ramunno e Sebi Arena. La riunione, che si è protratta per circa due ore, ha portato ad un necessario approfondimento della attuale problematica che investe la Sicilia e soprattutto la nostra provincia ed è stata ispirata alla massima cordialità e al dialogo sereno pur nella evidente preoccupazione per il destino degli ospedali dell’ennese e di quelli della diocesi. Il Vescovo, nell’accogliere l’appello indirizzatogli dagli operatori sanitari presenti, ha informato di tutte le iniziative intraprese nei confronti degli esponenti sanitari della Usl di Enna e del Governo regionale, comprese quelle ispirate dalla Conferenza episcopale siciliana. L’Osservatorio ha informato S.E. dello status della lotta cittadina contraria all’attuazione dello schema di decreto Russo e pure al SIOEN di Francesco Iudica che è l’ipotesi di rimodulazione dei quattro ospedali ennesi elaborato dal Direttore della Usl 4. Su quest’ultimo “parto creativo” si è incentrata la massima preoccupazione poiché risulta chiaro che la sua attuazione significherebbe la fine dell’ospedale di Piazza Armerina il quale sarebbe ridotto ad un mero luogo di accoglienza sanitaria con qualche ambulatorio e un reparto di lungodegenza. Il piano SIOEN di Iudica è stato esaminato nelle sue sfaccettature così come è stato illustrato ai Sindaci e all’OSP dal suo autore, ma è apparso subito chiaro che servirà a smantellare l’ospedale nella sua peculiarità di luogo di cura per acuti con la perdita inestimabile di diversi reparti di degenza come la Cardiologia, l’Ostetricia e la Pediatria, mentre gli altri reparti come la Chirurgia, l’Ortopedia e l’Urologia sarebbero relegati ad una operatività di piccola e media complessità mediante una gestione del malato di tipo Five Week Surgery, sistema assolutamente irrealizzabile dove non ci sia anche la presenza di un normale reparto di chirurgia. E’ stato chiarito, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che tutta la iattura del nostro ospedale nasce dalla caparbia e decisionista volontà della regione di effettuare un grosso e drastico taglio dei posti-letto ospedalieri in Sicilia, sia pubblici che privati, e soprattutto dall’iniquo trattamento riservato alla provincia di Enna rispetto ai grossi poli sanitari occidentale e orientale. Da qui l’appello affinché venga rivisto l’indice di “2,1 posti-letto x mille abitanti” assegnato alla nostra provincia e del diritto di averlo innalzato almeno al 3 x 100 in modo da avere a disposizione il numero di 540 posti-letto necessari ad una decente sanità e tali da salvare anche l’ospedale di Piazza. Mons. Pennisi ha mostrato grande solidarietà allo sforzo che la comunità sta facendo per salvare l’ospedale ed ha ricordato, anche con un suo documento, che, pur riconoscendo la necessità di combattere gli sprechi, la sanità deve essere al servizio dell’uomo e per questo è necessario coniugare cura e sollecitudine umana, scienza ed assistenza, diritto alla salute e solidarietà, ricerca ed etica. Ha ribadito inoltre che una riforma sanitaria è fatta anche di potenziamento dei servizi di emergenza e di pronto soccorso oltre che di quelli che riguardano l’assistenza domiciliare e di lungodegenza. Ma ha chiarito che la sanità deve ispirarsi al primato della persona umana e non della malattia in sé, all’unicità e irripetibilità del soggetto. Tali concetti espressi dall’illustre presule e recepiti e condivisi dai presenti non poteva che orientare ancor più verso la ricerca di un dialogo con le autorità sanitarie che a tutt’oggi non è stato e di cui non s’intravede la possibilità che avvenga. Infatti la direzione dell’Usl, come longa manus dei vicerè della capitale, sta dimostrando di voler usare il mero imperio non raccogliendo minimamente gli accorati appelli delle comunità, dei comitati e delle altre istituzioni provinciali e comunali. La delegazione ha informato il Vescovo delle iniziative fin qui prese dalle istituzioni locali e delle prossime che via via si prenderanno affinché si possa far recedere le autorità sanitarie e soprattutto la politica di palazzo dei Normanni – quasi una deriva autoritaria - da posizioni ingiuste e antisociali come finora sta accadendo.

Appello del vescovo mons. Pennisi per la sanità - pubblichiamo l'appello emesso qualche settimana fa

In questi ultimi mesi sono stato invitato a prendere posizione per il ridimensionamento degli ospedali di vari comuni della mia diocesi: da Piazza Armerina a Niscemi, da Mazzarino a Gela e di altri servizi sanitari in altri comuni.
Sono stato informato di inefficienze e sprechi per i quali ci sono responsabilità condivise che riguardano sia i politici, come gli operatori sanitari come anche i cosiddetti "clienti" della sanità .
Auspico che questi problemi siano risolti non con manifestazioni demagogiche e improduttive ma con il dialogo sereno e costruttivo e il contributo di tutti al bene comune.
Non è mio compito suggerire soluzioni tecniche o organizzative, che competono ai rappresentanti delle Istituzioni pubbliche responsabili della sanità, ma facendomi interprete delle lamentele e delle preoccupazioni delle nostre popolazioni, invito tutte le Autorità competenti a rispettare le finalità dei benefattori fondatori degli Ospedali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e a fare il possibile per tutelare e promuovere il pieno rispetto del diritto a strutture sanitarie qualitativamente efficienti a misura d’uomo , che garantiscano ai cittadini il fondamentale diritto alla salute e siano vicine ai bisogni delle persone malate.
Si tratta di coniugare eticità, efficienza, efficacia, economicità. L’eticità della sanità, come valore primario, presuppone una ridefinizione di una sanità dei fini che punti sulla centralità della persona malata e non solo dei mezzi sia tecnici che economici. E’ necessaria una sanità che ispiri la propria azione assistenziale al primato della persona e non della malattia, all’unicità e irripetibilità del soggetto e non solo del caso clinico.
Pur riconoscendo l’importanza di operatori sanitari , che coniughino scienza e coscienza e che siano adeguatamente remunerati, bisogna superare una concezione autoreferenziale della sanità che deve essere innanzitutto al servizio delle persone malate.
Per una sanità a servizio dell’uomo bisogna coniugare cura e sollecitudine umana, scienza ed assistenza, medicina e antropologia, diritto alla salute e solidarietà, ricerca ed etica, ben-essere e bene, qualità della vita e vita di qualità; bisogna riservare una particolare attenzione a chi, considerato inguaribile, non per questo deve essere, nei fatti, considerato incurabile. Questo richiede il potenziamento dei servizi sanitari di emergenza e di pronto soccorso e dell’assistenza domiciliare e l’apertura di hospice che ci occupino dei malati lungodegenti o terminali. E’ fondamentale la promozione di tutta la vita e la tutela della vita di tutti. La vita della società moderna ha reso le persone più sensibili e più fragili; e perciò è necessario da parte dei politici e degli operatori sanitari più attenzione, più trasparenza, più coinvolgimento dei diretti interessati nelle scelte di politica sanitaria, più gentilezza nel compiere la loro missione che deve essere ispirata non al tornaconto personale ma all’amore verso il prossimo.
+ Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina