mercoledì 8 ottobre 2008

Carovana della pace - il documento finale

dal sito www.carovanadellapace.it

Documento finale



Noi giovani della Carovana Missionaria della Pace abbiamo concretamente percorso le strade d'Italia al Sud come al Nord. Abbiamo visitato luoghi, incontrato persone, fatto esperienze di 'parole' incatenate in merito alle tematiche dell'acqua, delle migrazioni e della militarizzazione.

Dalla nostra itineranza emerge con forza che nel nostro Paese:
• l'informazione è imbavagliata, distorta, superficiale e forviante. La responsabilità è della mancanza di onesta intellettuale e professionale dei media, ma anche nella mancanza di senso critico e indifferenza che molte volte hanno gli stessi cittadini.
• vi è una crisi di democrazia evidente, che si concretizza nella mancanza di ascolto, da parte delle istituzioni, delle istanze e delle urgenze che vengono dalla base e dai territori. Tale rifiuto di dialogo viene messo in atto con imposizioni quali: la presenza ingiustificata dell'esercito sul territorio; il divieto della manifestazione della volontà popolare e l'esautorazione di fatto del ruolo del parlamento, principale detentore del potere legislativo.
• la legalità è costantemente negata a favore di interessi di gruppi ristretti, mafie e potentati finanziari e politici.

Acqua

Come Carovana missionaria della Pace 2008, nella nostra itineranza, abbiamo incontrato comunità e luoghi in cui si sente forte la necessità di liberare la parola Acqua. Uniamo la nostra voce nel denunciare le conseguenze di morte che nascono dall'utilizzo della acqua come fonte di profitto e la scandalosa negazione dell'accesso all'acqua in alcune zone.
Recuperando la spiritualità dei luoghi del Vajont sentiamo di poter sostenere che il principio da cui partono le nostre proposte è che:
L'acqua è un bene comune, un diritto inalienabile dell'umanità, da tutelare per le generazioni future. Non può essere trattata come una merce, pertanto non deve essere soggetta a privatizzazione.

Per questo chiediamo che:
• venga riconosciuto questo principio da parte delle istituzioni, a partire da quelle locali;
• si ritorni ad una gestione pubblica diretta della rete idrica comunale, poiché gli strumenti legislativi e normativi lo permettono;
• le amministrazioni pubbliche garantiscano l'accesso all'acqua potabile e la trasparenza relativa alla gestione del servizio idrico affinché tutti i cittadini abbiano accesso alle informazioni sull'acqua pubblica e sulle sue analisi (carta d'identità dell'acqua);
• le pubbliche amministrazioni pretendano dalle aziende che imbottigliano l'acqua il pagamento delle concessioni ad un prezzo equo (l'acqua non è di proprietà dell'azienda che la imbottiglia!): anche se crediamo che non si possa barattare l'ambiente con un canone, riteniamo che questo possa essere un primo passo concreto per far prendere posizione alla politica, affinché limiti l'azione di queste industrie che ora agiscono praticamente senza alcun controllo.
• venga avviato l'iter per l'approvazione della legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell'acqua che è stata presentata al parlamento italiano con più di 400.000 firme;
• tutta la comunità cristiana abbia il coraggio di dire che fare profitto attorno all'acqua è una logica di 'peccato', contraria alla Vita; fare profitto sull'acqua, impossessarsene e mercificarla equivale a rubare.

Ci impegniamo a:
• imparare a conoscere gli strumenti di partecipazione della cittadinanza previsti dalla Costituzione Italiana, e a proporne l'utilizzo per 'democraticizzare' la gestione dell'acqua;
• lavorare per una informazione intellettualmente onesta sul tema dell'acqua; informazione che si fa formazione volta alla riduzione dei consumi e/o a consumi più consapevoli.
• sostenere le campagne 'Mettiamola fuori legge' e 'Imbrocchiamola!', e lanciare anche la proposta-provocazione di inserire sulle bottiglie il messaggio 'Nuoce gravemente all'ambiente';
• laddove, illegalmente, non sia garantito l'accesso pubblico all'acqua, fare pressione innanzitutto affinché questo avvenga;
• fare memoria della storia locale dell'acqua, ascoltandola e raccontandola (da dove viene l'acqua che beviamo? quali sono le risorse oggi e ai tempi dei nostri avi?) perché nei vari territori tutti la conoscano e la prendano a cuore.

Militarizzazione

L'Italia è un paese che nel silenzio si militarizza sempre di più. Denunciamo le molte realtà militarizzate (Vicenza, Aviano, Brescia, Varese, la Sicilia. la Campania ...). Troppo spesso le nostre comunità cristiane sono attente al tema della vita, ma indifferenti a queste strutture pensate per provocare la morte.

Ci impegniamo a:
• coltivare una spiritualità nonviolenta, per disarmare prima la nostra coscienza;
• sfatare il mito della 'sicurezza', in favore di logiche di incontro ed accoglienza;
• a camminare con le nostre comunità per denunciare le realtà militari presenti nei nostri territori e cercandone la conversione anche attraverso la preghiera.

Immigrazione

Percorrendo le strade di Italia, siamo stati accolti dai nostri fratelli immigrati e da tante realtà che tentano di vivere una esperienza di convivialità delle differenze.
Vivendo parte della quotidianità di tanti nostri fratelli vittime di razzismo, si è rafforzata in noi la convinzione che l'incontro personale con l'Altro possa vincere le paure e gli stereotipi in questo momento così diffusi.

Per questo chiediamo alle comunità Missionarie:
• di diffondere una informazione sui temi dell'immigrazione libera da pregiudizi attraverso tutti gli organismi che le hanno dato vita
• di promuovere all'interno della Chiesa, una fede che si incarna nel vivere la quotidianità dell'Altro, per una Chiesa con le porte aperte.
• di interagire con le altre realtà non ecclesiali attive nella promozione della multi-culturalità.

Come carovanieri ci impegniamo a testimoniare e diffondere una cultura in cui l'Altro non è escluso, cercando :
• la partecipazione dei fratelli immigrati nella costruzione di una società che vuole essere civile
• un percorso di collaborazione e crescita reciproca tramite momenti di incontro con gli immigrati
• individuare le realtà che hanno aperto le proprie porte all'altro nei nostri territori, per raccogliere la loro testimonianza come segno concreto di accoglienza.
• il dialogo con quella Chiesa che promuove un vangelo di sicurezza, per scoprire assieme nuovi percorsi di convivenza.

Come comunità Missionarie siamo chiamati alla coerenza e alla responsabilità verso quello che abbiamo vissuto in termini di realtà di oppressione e di speranza.
Sentiamo l'esigenza di creare forti reti di solidarietà e resistenza per 'liberare la parola' e dire sì alla Vita. Come cristiani vogliamo camminare in modo nonviolento cercando l'incontro e la condivisione con chi subisce, con chi resiste e con chi resta ancora indifferente.



Carovana Missionaria della Pace - 2008

Documento finale per l'acqua

dal sito www.carovanadellapace.it

Documento finale per l'acqua


Questo documento nasce dal lavoro di gruppo (Laboratori sull'Acqua) condotto sul tema dell'acqua durante lo svolgimento delle attività della Carovana Missionaria della Pace, nodo di Erto, nella valle del Vajont, insieme agli ospiti Marco Bersani e Valter Bonan del Forum dei movimenti per l'acqua, Luca Martinelli della rivista Altraeconomia e don Gianni Fazzini dell'Ufficio per la pastorale degli Stili di Vita, diocesi di Venezia.

Recuperando la spiritualità dei luoghi del Vajont, con il suo antefatto storico di appropriazione indebita dell'acqua e vendita della stessa alle logiche di profitto, al di là della tutela del diritto alla vita, sosteniamo che il principio da cui partono le nostre proposte - e da cui debbono partire tutte la politiche e le azioni relative alla gestione dell'acqua - è che l'acqua è un bene comune, un diritto inalienabile dell'umanità, da tutelare per le generazioni future. Perciò non può essere trattata come una merce.

Per questo ci impegniamo a: far sancire dalle istituzioni, a partire da quelle locali, il principio dell'acqua bene comune e diritto inalienabile dell'umanità; ritornare all'acqua pubblica nei nostri comuni. Prendiamo come esempio la città di Parigi che ha avviato un processo per 'ripubblicizzare' il servizio idrico. Questo per sottolineare che è possibile per i Comuni avviare politiche che permettano di ritornare ad una gestione pubblica diretta della rete idrica, poiché gli strumenti legislativi e normativi lo permettono. Indichiamo inoltre che a livello nazionale il costo di gestione pubblica della rete idrica equivarrebbe al 5% delle spese militari previste dalla finanziaria; imparare a conoscere gli strumenti di partecipazione della cittadinanza previsti dalla Costituzione italiana, e a proporne l'utilizzo per 'democratizzare' la gestione dell'acqua; lavorare per un'informazione intellettualmente onesta sul tema dell'acqua; lavorare per una formazione volta alla riduzione dei consumi e/o a consumi più consapevoli. Il fine è di favorire l'uso dell'acqua del rubinetto: più sana, meno inquinante e più economica.

Vogliamo demolire il messaggio costruito ad arte, secondo cui 'l'acqua di rubinetto è cattiva, l'acqua in bottiglia è buona', puntando a ricostruire la credibilità dell'acqua di rubinetto, facendo riflettere sui costi ambientali dell'acqua in bottiglia e sull'evidenza che tante acque minerali sono in realtà acque terapeutiche prescrivibili dai medici. Sosteniamo la campagna per dichiarare fuori legge la pubblicità dell'acqua in bottiglia, con l'obiettivo di farne diminuire il consumo che nel nostro Paese è divenuto ormai spropositato.

Lanciamo anche la proposta-provocazione di inserire sulle bottiglie il messaggio 'Nuoce gravemente all'ambiente' (per i costi di trasporto e di smaltimento rifiuti); sostenere e rilanciare la campagna 'Imbrocchiamola' (www.altreconomia.it) nelle case, nelle parrocchie, nei locali, nei luoghi pubblici cercando anche l'appoggio delle amministrazioni locali e delle aziende sanitarie. A tale proposito sottolineiamo che l'acqua del rubinetto è anche un risparmio per le famiglie; fare pressione perché le amministrazioni pubbliche garantiscano la trasparenza relativa alla gestione del sevizio idrico, affinché tutti i cittadini abbiano accesso alle informazioni sull'acqua pubblica e sulle sue analisi (carta d'identità dell'acqua) e perché sia garantito l'accesso all'acqua; ascoltare e raccontare la storia locale dell'acqua, perché nei vari territori tutti la conoscano e la prendano a cuore (da dove viene l'acqua che beviamo? quali sono le risorse oggi e ai tempi dei nostri avi?). Diffondere e far risuonare anche a livello governativo lo scandalo dei 160 milioni di metri cubi d'acqua del bacino del Vajont ad oggi inesistenti, ancora conteggiati nei calcoli del bilancio idrico del Bacino del Piave, a giustificazione di una virtuale maggiorazione delle quote idriche vendibili ai consorzi irrigui di pianura da parte di enti privati (Enel), che vanno di fatto a favorire la 'morte' di un fiume come il Piave (già caro alla Patria) che scorre, in molti periodi dell'anno, al di sotto del deflusso minimo vitale; fare pressione sulle pubbliche amministrazioni perché le aziende che imbottigliano l'acqua per lo meno paghino le concessioni ad un prezzo equo: anche se crediamo che non si possa barattare l'ambiente con un canone, riteniamo che questo possa essere un primo passo concreto per far prendere posizione alla politica, affinché limiti l'azione di queste industrie che ora agiscono praticamente senza alcun controllo. L'acqua non è di proprietà dell'azienda che la imbottiglia, ma è un bene della comunità, del territorio e degli enti locali, i quali dovrebbero decidere liberamente se, e in che modo, darla in concessione ad un'azienda; pretendere fortemente che venga avviato l'iter per l'approvazione della legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell'acqua che è stata presentata al Parlamento italiano con più di 400.000 firme.

La Carovana Missionaria della Pace 2008 'Libera la Parola', come comunità itinerante che vuole seguire le orme di Gesù di Nazareth, sente importante estendere questa proposta anche alla comunità cristiana. La nostra esperienza di Dio è quella del Dio della Vita. Perciò riteniamo fondamentale lottare per tutte quelle realtà inerenti alla vita, esprimendo un netto 'no' agli idoli di morte: quando l'acqua viene privatizzata, venduta, mercificata, stiamo dicendo di 'no' alla vita e come comunità cristiana dobbiamo definire questo non accettabile! Dobbiamo avere il coraggio di dire che fare profitto attorno all'acqua, diritto inalienabile dell'umanità, è una logica di 'peccato', che determina gravi conseguenze al diritto alla vita. Sosteniamo dunque che fare profitto sull'acqua, impossessarsene e mercificarla equivale a rubare. Nel Vangelo troviamo molti riferimenti a questo elemento vitale a partire, ad esempio, dal battesimo nel quale l'iniziazione alla fede è simboleggiata dall'immersione nell'acqua. Nell'episodio della samaritana il dono spirituale passa attraverso il dono dell'acqua viva, per cui l'acqua è l'elemento e lo strumento della benedizione, diventa invece maledizione tutte le volte che viene inquinata e sfruttata andando contro la tradizione ecclesiale.

Assistiamo ad una tendenza sempre più forte a separare l'ambito della vita da quello della fede, mentre riteniamo fondamentale proporre concretezza a ciò che è espresso in forma teologica. Concretamente proponiamo di rilanciare la proposta dell'Ufficio per gli stili di vita della diocesi di Venezia a tutte le diocesi d'Italia, per promuovere una rete di esperienze alternative e iniziative concrete da rivolgere ai credenti. L'iniziativa della diocesi di Venezia ha riproposto la campagna 'Imbrocchiamola' (www.altreconomia.it) nell'ambito del digiuno quaresimale, richiamando anche l'attenzione sull'acqua come bene pubblico. Proponiamo di mettere in rete le parrocchie, vorremmo poter catalogare le più virtuose e scambiare esperienze in relazione agli stili di vita.

Carovana Missionaria della Pace 2008, nodo di Erto, 25-26 Settembre 2008


Documento finale per l'acqua

dal sito www.carovanadellapace.it

Documento finale per l'acqua


Questo documento nasce dal lavoro di gruppo (Laboratori sull'Acqua) condotto sul tema dell'acqua durante lo svolgimento delle attività della Carovana Missionaria della Pace, nodo di Erto, nella valle del Vajont, insieme agli ospiti Marco Bersani e Valter Bonan del Forum dei movimenti per l'acqua, Luca Martinelli della rivista Altraeconomia e don Gianni Fazzini dell'Ufficio per la pastorale degli Stili di Vita, diocesi di Venezia.

Recuperando la spiritualità dei luoghi del Vajont, con il suo antefatto storico di appropriazione indebita dell'acqua e vendita della stessa alle logiche di profitto, al di là della tutela del diritto alla vita, sosteniamo che il principio da cui partono le nostre proposte - e da cui debbono partire tutte la politiche e le azioni relative alla gestione dell'acqua - è che l'acqua è un bene comune, un diritto inalienabile dell'umanità, da tutelare per le generazioni future. Perciò non può essere trattata come una merce.

Per questo ci impegniamo a: far sancire dalle istituzioni, a partire da quelle locali, il principio dell'acqua bene comune e diritto inalienabile dell'umanità; ritornare all'acqua pubblica nei nostri comuni. Prendiamo come esempio la città di Parigi che ha avviato un processo per 'ripubblicizzare' il servizio idrico. Questo per sottolineare che è possibile per i Comuni avviare politiche che permettano di ritornare ad una gestione pubblica diretta della rete idrica, poiché gli strumenti legislativi e normativi lo permettono. Indichiamo inoltre che a livello nazionale il costo di gestione pubblica della rete idrica equivarrebbe al 5% delle spese militari previste dalla finanziaria; imparare a conoscere gli strumenti di partecipazione della cittadinanza previsti dalla Costituzione italiana, e a proporne l'utilizzo per 'democratizzare' la gestione dell'acqua; lavorare per un'informazione intellettualmente onesta sul tema dell'acqua; lavorare per una formazione volta alla riduzione dei consumi e/o a consumi più consapevoli. Il fine è di favorire l'uso dell'acqua del rubinetto: più sana, meno inquinante e più economica.

Vogliamo demolire il messaggio costruito ad arte, secondo cui 'l'acqua di rubinetto è cattiva, l'acqua in bottiglia è buona', puntando a ricostruire la credibilità dell'acqua di rubinetto, facendo riflettere sui costi ambientali dell'acqua in bottiglia e sull'evidenza che tante acque minerali sono in realtà acque terapeutiche prescrivibili dai medici. Sosteniamo la campagna per dichiarare fuori legge la pubblicità dell'acqua in bottiglia, con l'obiettivo di farne diminuire il consumo che nel nostro Paese è divenuto ormai spropositato.

Lanciamo anche la proposta-provocazione di inserire sulle bottiglie il messaggio 'Nuoce gravemente all'ambiente' (per i costi di trasporto e di smaltimento rifiuti); sostenere e rilanciare la campagna 'Imbrocchiamola' (www.altreconomia.it) nelle case, nelle parrocchie, nei locali, nei luoghi pubblici cercando anche l'appoggio delle amministrazioni locali e delle aziende sanitarie. A tale proposito sottolineiamo che l'acqua del rubinetto è anche un risparmio per le famiglie; fare pressione perché le amministrazioni pubbliche garantiscano la trasparenza relativa alla gestione del sevizio idrico, affinché tutti i cittadini abbiano accesso alle informazioni sull'acqua pubblica e sulle sue analisi (carta d'identità dell'acqua) e perché sia garantito l'accesso all'acqua; ascoltare e raccontare la storia locale dell'acqua, perché nei vari territori tutti la conoscano e la prendano a cuore (da dove viene l'acqua che beviamo? quali sono le risorse oggi e ai tempi dei nostri avi?). Diffondere e far risuonare anche a livello governativo lo scandalo dei 160 milioni di metri cubi d'acqua del bacino del Vajont ad oggi inesistenti, ancora conteggiati nei calcoli del bilancio idrico del Bacino del Piave, a giustificazione di una virtuale maggiorazione delle quote idriche vendibili ai consorzi irrigui di pianura da parte di enti privati (Enel), che vanno di fatto a favorire la 'morte' di un fiume come il Piave (già caro alla Patria) che scorre, in molti periodi dell'anno, al di sotto del deflusso minimo vitale; fare pressione sulle pubbliche amministrazioni perché le aziende che imbottigliano l'acqua per lo meno paghino le concessioni ad un prezzo equo: anche se crediamo che non si possa barattare l'ambiente con un canone, riteniamo che questo possa essere un primo passo concreto per far prendere posizione alla politica, affinché limiti l'azione di queste industrie che ora agiscono praticamente senza alcun controllo. L'acqua non è di proprietà dell'azienda che la imbottiglia, ma è un bene della comunità, del territorio e degli enti locali, i quali dovrebbero decidere liberamente se, e in che modo, darla in concessione ad un'azienda; pretendere fortemente che venga avviato l'iter per l'approvazione della legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell'acqua che è stata presentata al Parlamento italiano con più di 400.000 firme.

La Carovana Missionaria della Pace 2008 'Libera la Parola', come comunità itinerante che vuole seguire le orme di Gesù di Nazareth, sente importante estendere questa proposta anche alla comunità cristiana. La nostra esperienza di Dio è quella del Dio della Vita. Perciò riteniamo fondamentale lottare per tutte quelle realtà inerenti alla vita, esprimendo un netto 'no' agli idoli di morte: quando l'acqua viene privatizzata, venduta, mercificata, stiamo dicendo di 'no' alla vita e come comunità cristiana dobbiamo definire questo non accettabile! Dobbiamo avere il coraggio di dire che fare profitto attorno all'acqua, diritto inalienabile dell'umanità, è una logica di 'peccato', che determina gravi conseguenze al diritto alla vita. Sosteniamo dunque che fare profitto sull'acqua, impossessarsene e mercificarla equivale a rubare. Nel Vangelo troviamo molti riferimenti a questo elemento vitale a partire, ad esempio, dal battesimo nel quale l'iniziazione alla fede è simboleggiata dall'immersione nell'acqua. Nell'episodio della samaritana il dono spirituale passa attraverso il dono dell'acqua viva, per cui l'acqua è l'elemento e lo strumento della benedizione, diventa invece maledizione tutte le volte che viene inquinata e sfruttata andando contro la tradizione ecclesiale.

Assistiamo ad una tendenza sempre più forte a separare l'ambito della vita da quello della fede, mentre riteniamo fondamentale proporre concretezza a ciò che è espresso in forma teologica. Concretamente proponiamo di rilanciare la proposta dell'Ufficio per gli stili di vita della diocesi di Venezia a tutte le diocesi d'Italia, per promuovere una rete di esperienze alternative e iniziative concrete da rivolgere ai credenti. L'iniziativa della diocesi di Venezia ha riproposto la campagna 'Imbrocchiamola' (www.altreconomia.it) nell'ambito del digiuno quaresimale, richiamando anche l'attenzione sull'acqua come bene pubblico. Proponiamo di mettere in rete le parrocchie, vorremmo poter catalogare le più virtuose e scambiare esperienze in relazione agli stili di vita.

Carovana Missionaria della Pace 2008, nodo di Erto, 25-26 Settembre 2008