sabato 15 novembre 2008

SALVALARTE SICILIA GRAN TOUR 2008

Salvalarte Sicilia Gran Tour 2008 è la storica campagna di Legambiente, giunta al settimo anno, per la difesa e la valorizzazione del patrimonio culturale minore. Ancora una volta, la manifestazione, che si concluderà il prossimo 2 dicembre, si presenta ricca di appuntamenti ed eventi. 27 le tappe (con oltre 30 appuntamenti) che toccheranno tutte le province dell’Isola.

Info: www.legambientesicilia.com
www.salvalartesicilia.it

giovedì 13 novembre 2008

Legambiente aderisce allo sciopero del 14 novembre per università e ricerca

Cogliati Dezza: “Un Paese che non punta sui giovani non sa cogliere le sfide del nostro tempo”



Legambiente aderisce alla manifestazione organizzata a Roma per domani, venerdì 14 novembre in occasione dello sciopero dell’università, della ricerca, delle accademie e dei conservatori.

“Il mondo della conoscenza scende in piazza e Legambiente non può che sostenere le ragioni della mobilitazione - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Nazionale Legambiente – . Un Paese che investe solo l’1,1 del proprio PIL sulla ricerca contro il 2,5 della media Ocse, che taglia i fondi all’Università, che non riesce a dare un futuro professionale a gran parte dei propri ricercatori costretti ad emigrare, è un Paese che non sa cogliere le sfide sociali, ambientali ed economiche che abbiamo davanti. Sfide come l’emergenza climatica, infatti, possono essere affrontate solo con un impulso forte della ricerca utile ad individuare soluzioni possibili a problemi inediti. L’Università, come la scuola, va cambiata nelle disfunzioni ed inefficienze che presenta, ma anche potenziata in quegli aspetti più legati all’innovazione della ricerca e della didattica”.

mercoledì 12 novembre 2008

Concorso "NO PACK"



In occasione della campagna annuale “Ridurre si può” e nell’ambito delle nostre iniziative nazionali dedicate alla riduzioni dei rifiuti e degli imballaggi Legambiente ha pensato di lanciare il concorso “NO PACK!” per denunciare l’assurdità degli imballaggi inutili che spesso avvolgono i prodotti tra i banchi dei supermercati o degli esercizi commerciali. Per partecipare al concorso, aperto a tutti, è necessario fotografare l’imballaggio più inutile e assurdo che incontriamo nei nostri acquisti ed inviarle al quotidiano Dnews. Dal 12 novembre al 16 dicembre, infatti, questo giornale gratuito distribuito a Roma, Milano, Bergamo e Verona, ma disponibile anche online su www.dnews.eu pubblicherà ogni martedì una pagina con alcune delle foto degli imballaggi immortalati dagli eco-reporter. Al termine del concorso una giuria decreterà la foto vincitrice del Premio Imballaggio Sprecone, che sarà resa nota il 13 gennaio su Dnews. Il vincitore che si aggiudicherà una Bicicletta, la bici in alluminio riciclato di Cial, il Consorzio Imballaggi Alluminio. L’iniziativa è ovviamente finalizzata alla sensibilizzazione dei cittadini sulle scelte da fare quando si trovano ad acquistare un prodotto in un punto vendita, il mondo della distribuzione che deve privilegiare i prodotti meno imballati - e che sta tornando in diverse catene ai sistemi sostenibili della vendita a dispenser - e il settore produttivo che deve ricominciare a far uso solo degli imballaggi necessari. Per queste ragioni invitiamo tutti voi ad inviare foto con gli imballaggi inutili e a diffondere più possibile questo concorso tra i vostri amici e conoscenti.Le foto vanno inviate a tendenze@dnews.eu e campagne@legambiente.eu o per posta a Legambiente, Ufficio Campagne, Via Salaria 403, 00199, Roma. Allo scatto è necessario allegare i propri dati personali e una segnalazione del prodotto con la marca. Il termine massimo per inviarle è il 15 dicembre, mentre per vedere i propri scatti pubblicati su Dnews il martedì sarà necessario inviarli entro il lunedì precedente alle ore 18,00.

lunedì 10 novembre 2008

Firma la petizione per il Servizio Civile

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Sign for Servizio Civile Nazionale a rischio chiusura


Useremo tutti i mezzi leciti possibili contro l’ingiustizia di chiudere il Chiello.

Da Sebi Arena, coordinatore dell’Osservatorio Sanitario Permanente (OSP), a poche ore dalla missione palermitana. In bocca al lupo!

Il nostro ospedale “Michele Chiello” in un anno fa dagli 8 ai 9.000 ricoveri, accoglie e tratta nel suo Pronto Soccorso più di 15.000 persone, possiede il più alto indice di attrazione (20.7 %) di tutta la provincia; non presenta, tra le prime 10, patologie a rischio di inappropriatezza trattate in regime di ricovero ordinario; è utilizzato, oltre che dagli abitanti del suo distretto (Aidone, Barrafranca, Pietraperzia) è utilizzato anche dai non residenti (Valguarnera, Raddusa, Mirabella, S. Cono, S. Michele di Ganzaria, Mazzarino, ed altri). Piazza è al centro di un bacino archeologico-turistico di rilevanza mondiale, un luogo dove passano oltre 600.000 turisti all’anno e fra breve (con la riapertura della villa romana del Casale restaurata e l’arrivo della Venere di Morgantina) saranno oltre un milione. Ci sarà bisogno di un’accoglienza sanitaria maggiormente potenziata.

Se le cose stanno così, qualcuno può dirci perché ci chiudono l’ospedale? Qualcuno può dirci perché l’ospedale deve soccombere, se esso ha dato risposte adeguate, comprese urgenza ed emergenza, in tutti i lunghi anni della sua esistenza e ci sarà necessità di darne ancora?

Ovviamente vorremmo risposte serie e non le generiche e banali risposte che finora sono giunte, tipo: dobbiamo risparmiare, dobbiamo tagliare gli sprechi, dobbiamo risanare i bilanci. Qualcuno, come il Direttore generale dell’Asl 4 si è spinto oltre: dice che i posti-letto sono un mezzo e non un fine; dice di voler creare una sanità più giusta e più adeguata ai bisogni; dice che vuole assicurare a tutti i cittadini il meglio e con più sicurezza; esprime considerazioni incaute e un po’ terrificanti ai cittadini (“Lei non farebbe partorire sua moglie in un reparto dove non c’è la rianimazione”.); dice pure che è stato pronto al dialogo e non gli è giunta alcuna proposta alternativa alla sua.

Ovviamente rigettiamo in tronco queste considerazioni perché sono il prodotto della giustificazione, il frutto amaro della contiguità con la politica del governo, lui che è stato creato direttore dell’Usl 4 da questo governo e dunque ama porsi come un commissario zelante. Le proposte le ha avute, ma non ne ha tenuto conto: gli abbiamo proposto di essere trattati in questa provincia esattamente come in tutta la Sicilia e dunque con un indice di posti-letto ospedalieri del 3,5 o almeno del 3 per mille abitanti. Picche! La risposta è che non si tocca il piano regionale. Gli abbiamo detto che, se è ineluttabile l’accorpamento con l’ospedale di Enna, almeno che non chiuda i reparti per acuti di Piazza Armerina, dimodoché al nostro nosocomio sia mantenuta la sua caratteristica di ospedale. Picche! Ha risposto che i reparti per acuti dovranno chiudere. Gli abbiamo chiesto di mantenere i reparti di emergenza. Picche! La cardiologia dovrà andare a Enna e così pure l’anestesia, inoltre dovrà eliminare la pronta disponibilità medica di laboratorio e radiologia. Ci ha proposto, la cosiddetta week surgery, ma non ne ha voluto sapere quando abbiamo fatto notare che tale modalità chirurgica non è fattibile se non è presente pure la chirurgia generale e il servizio di anestesia. E tutto questo diniego a senso unico lo chiama dialogo.
Ma il dialogo, non spetta a me chiarirne l’autentico significato, è (dalla conversazione socratica in poi) una modalità antichissima di procedere nei rapporti umani essendo fatto di tesi, antitesi e poi sintesi. Ma come si può ottenere la sintesi, se chi pone la tesi rifiuta l’antitesi? Se l’interlocutore viene convocato solo per comunicargli la propria tesi? Allora si tratta di un finto dialogo, un soliloquio, un monologo condotto da parte di chi ha dentro di sé la dogmatica certezza della gestione delle cose.
Ma andiamo allo stato dell’arte. La sanità siciliana si trova ad un bivio: o andrà come l’Assessore regionale Russo ha ipotizzato e allora molti ospedali chiuderanno per mancanza di posti-letto per acuti. Secondo questo percorso si andrà a risparmiare un sacco di soldi pubblici, si accederà ai contributi statali e al mutuo, aumenteranno però le spese per l’utenza, si farà una cattiva sanità in quanto si precluderà l’uso degli ospedali ad una larga fetta di popolazione, la quale, a causa di una pessima offerta sanitaria da parte del territorio, è riuscita finora a risolvere i suoi problemi proprio accedendo all’ospedale.
Un’alternativa a questa strada è quella della bocciatura del decreto da parte dell’ARS poiché da più parti e quasi quotidianamente si avvertono segnali di contrarietà nella maggioranza oltre che, beninteso, nell’opposizione. In questo caso il panorama diventerà ancora più fosco in quanto lo scontro politico potrà portare perfino alla caduta del governo con le prevedibili ed imprevedibili conseguenze.
In questi giorni ho avuto l’opportunità di parlare con esponenti della “commissione dei 51” e, quando ho domandato perché alla provincia di Enna è stato assegnato un indice di p.l. di 2,1 x 1000, si sono meravigliati quasi non credendo che fosse andata davvero così. Evidentemente non conoscono bene lo schema di decreto di rimodulazione della rete ospedaliera e non conoscono neppure gli allegati (!). Infatti, i 718 posti-letto ospedalieri sono stati portati a 365. Ma la cosa più sconcertante è stata quella di apprendere della chiusura certa di tanti ospedali per acuti che saranno trasformati in presidi territoriali, luoghi a metà strada tra l’ambulatorio e il cronicario. E quando ho fatto notare che a Piazza il direttore dell’Asl avrebbe lasciato la Medicina e la Lungodegenza, mi sono sentito rispondere che la Medicina, in quanto reparto per acuti, non può sussistere e resterà in piedi solo la Lungodegenza che, tra l’altro non ha bisogno della figura primariale. Mi sono cadute le braccia! Altro che mantenere al Chiello la dignità di ospedale, ne vogliono fare proprio un cronicario!
A Palermo lunedì 10 novembre la popolazione di Piazza Armerina farà sentire la sua voce con un consiglio comunale celebrato sotto le finestre dell’Assessorato regionale alla Sanità. Chiederà conto della mannaia che sta per abbattersi sulla provincia di Enna, un bacino di povertà e di disoccupazione, perennemente depresso e abbandonato da sempre dalle istituzioni. Chiederà conto dell’ennesima iniquità contro la comunità di Piazza Armerina a cui sono solidali tutti i comuni viciniori e cioè Aidone, Barrafranca, Pietraperzia e Valguarnera. Speriamo che l’assessore e il suo direttore vogliano passare alla storia come i salvatori dell’ospedale piuttosto che come i suoi demolitori.
Non crediamo di meritarlo. Fra poche ore capiremo di più.

domenica 9 novembre 2008

Sabato e domenica anniversario referendum su energia nucleare

“Fu un atto di grande democrazia, che il governo ora vuole cancellare usando anche l’esercito”

“Il referendum che abrogò il nucleare fu un atto di grande democrazia. L’Italia, per prima, segnò il passo tra i grandi Paesi industrializzati rinunciando a una fonte costosa e pericolosa, secondo la volontà del 65% dei cittadini”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ricorda il referendum sul nucleare del 1987 di cui ricorre l’anniversario questo fine settimana. Promotori del referendum furono Legambiente, Amici della Terra, Italia Nostra, LIPU, WWF, DP, PR, Verdi e FGCI.

“Peccato – dice il presidente di Legambiente - che l’operazione di rilancio portata avanti ora dal governo, che prevede l’uso della forza a presidio dei nuovi impianti ancora prima di qualsiasi decisione e nega in partenza la concertazione, sia di segno diametralmente opposto. Un inquietante passo indietro su tutti i fronti”.

Contro il piano del governo che prevede la costruzione delle prime nuove centrali entro il 2020, con l'obiettivo di produrre a regime il 25% dell'energia elettrica dal nucleare, Legambiente ha lanciato l’invito a firmare l’appello “Per un sistema energetico moderno, pulito, sicuro”, che propone anche alle amministrazioni locali di dichiarare il proprio territorio “sito denuclearizzato”.

“Perché non è del nucleare che l’Italia ha bisogno per rilanciare l’economia e risolvere la sua dipendenza dal petrolio - conclude Cogliati Dezza - ma di un mix di efficienza, risparmio energetico e potenziamento delle fonti rinnovabili”.



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