lunedì 28 dicembre 2009

30 dicembre - L'associazione Moysikos ci invita ....


Mercoledì 30 dicembre 2009 alle ore 19.00 presso il Museo Diocesano di Piazza Armerina l’Associazione Moysikos S.A.C.A.M. presenta lo spettacolo STIDDA DI L’ORIENTI con CARLO MURATORI. La manifestazione, supportata dall’ Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, costituisce il momento conclusivo del Progetto Siamo insieme che vuole individuare l’arte come mezzo e strumento idonei al superamento di barriere e confini, l’arte capace di adoperare codici e linguaggi universali e comprensibili a tutti gli uomini, l’arte come occasione per favorire una reale integrazione. Faranno da cornice all’evento alcuni degli oggetti in arte realizzati dall’A.GE.DI. di Piazza Armerina.
Stidda di l’Orienti è un percorso di suoni e voci attraverso i canti e le musiche popolari siciliane sul Natale, un viaggio che narra l’evento biblico della nascita di Gesù in dieci quadri: dal matrimonio della vergine Maria, fino alla visita ed all’adorazione dei Re Magi. I Vangeli Apocrifi, gli studi e le ricerche di Giuseppe Pitrè, di Salvatore Salamone Marino, di Lionardo Vigo, di Alberto Favara, di Antonino Uccello sono alla base del lavoro di rilettura e reinterpretazione che Carlo Muratori ha effettuato per la realizzazione di questo spettacolo.
Accanto a Carlo Muratori, voce recitante, canto e chitarre, saranno presenti Maria Teresa Arturia alla fisarmonica e Francesco Bazzano alle percussioni.

sabato 19 dicembre 2009

Sospesa la manifestazione No Ponte per la morte di Franco Nisticò

Reggio Calabria, 19 dicembre 2009. Un corteo di circa 20000 manifestanti era riuscito a smentire il clima di tensione che da giorni si respirava ed a confermare che il 19 dicembre, come annunciato, sarebbe stata una giornata di festa.

A rendere questa festa un’occasione di lutto e rabbia è stato, invece, il decesso di Franco Nisticò, il quale subito dopo il suo intervenuto sul palco, in rappresentanza del Cordinamento per la SS106, si è accasciato sul palco a causa di un malore.

Dopo avere ripetutamente richiesto l’intervento di un’ambulanza, anche attraverso il microfono del palco e dopo i primi interventi di soccorso dei medici presenti tra i manifestanti, è giunto sul posto il camioncino sanitario della Polizia di Stato che è risultato però essere sfornito degli adeguati strumenti di soccorso per questa circostanza.

Dopo circa 20 minuti Franco è stato accompagnato dalla Polizia di Stato agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, mentre ci veniva assicurato che “aveva ancora il polso”.

A quel punto, in quanto organizzatori, abbiamo deciso di sospendere la manifestazione.

La sproporzione tra il massiccio dispiegamento delle forze dell’ordine e la scarsa e pericolosamente inadeguata presenza di presidi sanitari, si è rivelata fatale per il prosieguo della giornata, mettendo, a nostro parere, a rischio la stessa incolumità dei manifestanti.

Dopo un paio d’ore è giunta in piazza la drammatica notizia che tutti temevano.

La Rete No Ponte, che ha organizzato la giornata, esprime dolore e rabbia per quanto accaduto, assoluta vicinanza ai familiari di Franco e provvederà domani stesso a rendere noto come intende chiedere chiarezza su quanto di incomprensibile è avvenuto oggi a Villa san Giovanni.



Rete No Ponte

giovedì 17 dicembre 2009

Manifestazione No Ponte - 19 dicembre

Sabato 19 dicembre 2009, ore 11,00, si svolgerà a Villa S. Giovanni una nuova manifestazione per ribadire il No al Ponte sullo Stretto e per chiedere la fine di un insopportabile spreco di risorse che si protrae da alcuni decenni.
La manifestazione precede di alcuni giorni l'inizio dei lavori di una bretella ferroviaria che gli spot governativi propagandano come l'avvio dei cantieri del Ponte.
Come Legambiente, abbiamo sempre sostenuto che gli enormi investimenti pubblici occorrenti per il Ponte devono essere impiegati per opere utili per il territorio e per gli abitanti delle due sponde: in particolare, potenziamento del trasporto ferroviario e dei servizi di traghettamento, in fase di progressivo smantellamento; messa in sicurezza di un territorio straordinariamente vulnerabile rispetto al rischio sismico ed idrogeologico.
La nostra partecipazione alla manifestazione intende ribadire questa posizione che, siamo certi, incrocia gli interessi e le aspirazione della maggioranza dell'opinione pubblica e va oltre i convincimenti e le appartenze politiche.
Appena qualche giorno fa, la Regione Calabria ha deliberato l'uscita dalla Società Stretto di Messina rendendo ancora più evidente l'estraneità del Ponte rispetto ai bisogni di quella popolazione.
Nostro prossimo obiettivo sarà incalzare la Regione Sicilia affinché prenda la stessa strada della Calabria.
Gli argomenti e gli strumenti non mancano. Le condizioni cui versano il servizio ferroviario ed il trasporto locale suscitano ogni giorno proteste e vertenze che potrebbero ricondotte alla richiesta di un nuovo modello gestione della mobilità, spostando gli investimenti dalle grandi opere all'organizzazione di trasporti regionali efficienti e sostenibili.
In questo senso, nel quadro della nostra campagna "Pendolaria", stiamo curando l'organizzazione di una iniziativa sul trasporto regionale nella quale contiamo di coinvolgere i comitati dei pendolari.
E' necessario quindi mandare un segnale forte e chiaro al Governo attraverso la manifestazione di sabato prossimo.


Informazioni pratiche

La partenza della manifestazione di Villa San Giovanni è a poche centinaia di metri dall'approdo dei traghetti.

Partenza da Messina

Per i traghetti Bluvia, delle Ferrovie dello Stato, l'imbarco si trova presso la stazione marittima è a poche centinaia di metri dalla stazione centrale.

C'è un traghetto in partenza alle ore 9,00.

Per i mezzi privati (Caronte), uscire a Messina Boccetta e seguire le indicazioni per gli imbarchi privati. Le partenze si ripetono con cadenza di circa

30 minuti.

La navigazione con entrambi i mezzi, dura circa 25/30 minuti

martedì 15 dicembre 2009

Famiglie a teatro - Rassegna di Teatro per l'infanzia

Vi proponiamo una interessante iniziativa a misura di bambino che si svolgerà nella vicina Caltagirone

Si svolgerà SABATO 26 DICEMBRE E SABATO 2 GENNAIO 2010 A CALTAGIRONE (CT) presso il MUSEO HOFFMANN la prima edizione della Rassegna invernale di Teatro per l’Infanzia “FAMIGLIE A TEATRO” promossa dall’ ASSOCIAZIONE CULTURALE “NAVE ARGO” .

“FAMIGLIE A TEATRO” è un progetto con il quale Nave Argo continua, dopo il successo della Rassegna estiva "TEATRINFINITI", il suo percorso artistico volto a promuovere il Teatro come esperienza da condividere in famiglia e con gli amici, creando le condizioni per un interscambio di emozioni non solo tra gli artisti e gli spettatori ma anche tra gli spettatori stessi, grandi e piccoli.

La rassegna sarà aperta SABATO 26 DICEMBRE dai burattini della Compagnia Casa di Creta di Catania che presenterà lo spettacolo “OTELLO E LO STREGONE” di e con Steve Cable: il piccolo protagonista intraprenderà un cammino per poter dimostrare ai suoi genitori di non essere un distratto combinaguai. Un viaggio che richiederà intelligenza e coraggio e che offrirà agli spettatori avventura, brividi ed allegria.

SABATO 2 GENNAIO sarà in scena il gruppo teatrale Atelier La Lucciola di Palermo che presenterà “LA FIABA DI TREDICINA”, con Nadia Parisi, Alfonso Gagliardo e Alessandro Prestipino che ha curato i testi e la regia.
Uno spettacolo di burattini ispirato a una fiaba della tradizione popolare siciliana rivisitata in chiave moderna. Sulla scena, come da tradizione, un cantastorie accompagna con la voce e la musica della sua chitarra una storia fantastica che porterà pubblico e protagonisti ad incontrare draghi, principi, ladroni, eroi e stregonerie.

Con questo Progetto Nave Argo avvia anche una collaborazione con l'AMREF - African Medical and Research Foundation ---> http://www.amref.it a sostegno dei progetti in corso di realizzazione a favore delle popolazioni africane.

La Rassegna è realizzata con il contributo della REGIONE SICILIANA – Assessorato ai Beni Culturali e del COMUNE DI CALTAGIRONE - Assessorato alle Politiche Giovanili, in collaborazione con l'ASSOCIAZIONE CULTURALE "IMPRONTE VEGETALI" e con il sostegno degli sponsor DOLCE VISIONE, GOZZA MANAGEMENT, THE BABIES SHOW ROOM e RECLAME.

L'inizio degli spettacoli è previsto per le ore 17,30.

Biglietto d’ingresso Euro 3,50.

domenica 13 dicembre 2009

Atto vandalico al giardino Scibona

Facciamo la festa all'albero


Vi ricordate la Festa dell'Albero, celebrata appena qualche settimana fa nel giardino Scibona, antistante la scuola elementare Trinità?. I bambini della scuola, con l'aiuto dei volontari di Legambiente avevano piantato un piccolo albero, proprio per contribuire a rendere più verde un angolo dimenticato della città. Era stato scelto un luogo esterno, e non uno degli spazi interni della scuola, proprio per sottolineare la differenza tra ciò che doveva comunque essere fatto istituzionalmente (manutenzione e cura del verde della scuola)e ciò che poteva rappresentare una festa.
Anche nel 2008 la Festa dell'Albero di Legambiente, ha avuto a Piazza Armerina il suo appuntamento più importante al giardino Scibona, ma già l'anno scorso dopo qualche settimana l'albero piantato dagli alunni dell'Istituto Comprensivo era "sparito", quest'anno invece è stato spezzato.
Un grave segnale di inciviltà questo che, i responsabili del circolo Legambiente di Piazza Armerina, condannano e che sperano, con l'aiuto di tutti a partire dalle istituzioni, non si ripeta.

sabato 12 dicembre 2009

Buon clima a tutti


Dalle città più belle d’Italia un appello ai grandi della Terra:
“Fermiamo la febbre del pianeta”


“Buon clima a tutti” da Venezia, Palermo, Firenze, Agrigento, Roma, Perugia, Napoli, Genova, Grosseto, Narni, Bologna, Potenza e Torino. Le città d’Italia, che sono un simbolo straordinario di ciò che di più bello e prezioso racchiude il nostro pianeta, si mobilitano con Legambiente e lanciano un appello, per chiedere un impegno concreto contro il riscaldamento del pianeta, ai grandi della terra che, a Copenaghen, dovranno dare una svolta alla lotta contro i cambiamenti climatici.
“Fermiamo la febbre del pianeta” è un impegno da prendere subito perché il tempo utile per evitare impatti catastrofici sta velocemente svanendo. Milioni di cittadini sono in marcia per il clima e chiedono al Governo italiano di fare il suo dovere.

giovedì 10 dicembre 2009

In PIAZZA per il clima - domenica 13 dicembre


Il circolo Piazzambiente ha aderito alla campagna "100 piazze per il clima" promossa dalla coalizione IN MARCIA PER IL CLIMA di cui Legambiente è voce. Una grande manifestazione a carattere nazionale cui aderiscono decine di organizzazioni e sigle.
Domenica 13 dicembre i volontari di Legambiente testimonieranno il loro impegno per il clima in piazza Generale Cascino, chiedendo ai cittadini la propria firma su una petizione che impegna il governo sulla questione energetica.
Ai cittadini sarà chiesta anche l'adozione di piccole piante di alloro, per contribuire alla riduzione dei gas serra.

mercoledì 9 dicembre 2009

In marcia per il clima

Sabato 12 dicembre ore 9.30 – Villa Palmeri – Termini Imerese

Domenica 13 dicembre - Piazza Gen.le Cascino - Piazza Armerina


“Dal Polo Artico sino in Sicilia, a Termini Imerese. Un gruppo di simpatici pinguini animerà, sabato 12 dicembre a Termini Imerese la manifestazione organizzata in contemporanea con altre 100 piazze d’Italia per dire no ai gas serra”. Lo ha sottolineato questa mattina, durante la conferenza stampa di presentazione, il responsabile per Legambiente Sicilia della campagna “100 piazze per il clima” Tommaso Castronovo. “I mutamenti climatici – continua Castronovo – rappresentano ormai una forte minaccia per l’intera umanità. Lo stesso Obama lo ha ricordato recentemente. Ecco perché abbiamo deciso di coinvolgere alcuni volontari travestiti con costumi e maschere per interpretare la voce di tutte quelle specie che rischiano l’estinzione a causa delle cattive politiche dell’uomo”.
Nel pieno del vertice Onu - che si sta svolgendo a Copenaghen per trovare un nuovo accordo mondiale equo, solidale e vincolante per la riduzione significativa dei gas serra - Legambiente Sicilia assieme alle tante associazioni e organizzazioni aderenti alla coalizione in marcia per il clima scenderà in piazza per dire “no” ai mutamenti climatici del nostro pianeta e per sensibilizzare i cittadini sull’urgenza dell’impegno che i governi dovranno assumersi per contribuire alla riuscita del vertice.
Teatro della manifestazione, dalle 09:30 alle 14:00 di sabato 12 dicembre, sarà Villa Palmeri ,nei pressi di Piazza Duomo, a Termini Imerese.
“Termini è il luogo simbolo dove si sta svolgendo, fra passato e futuro, lo scontro tra due modi diversi di concepire lo sviluppo e il lavoro – spiega Alfonso Lo Cascio, presidente regionale Siciliantica -. La scelta di una o dell’altra strada determinerà in maniera significativa il futuro della nostra terra”.
L’iniziativa si articolerà in una piazza tematica, animata da interventi su cambiamenti climatici, energie rinnovabili, questione nucleare, sviluppo sostenibile dell’area industriale di Termini e concerti degli akkura, n'kantu d'aziz e orchestra O.I.D... Ma non solo. Durante la giornata verrà dato un sostegno ai lavoratori dello stabilimento FIAT.
“Il nostro sistema produttivo deve essere riconvertito in termini ecosostenibili – dice Antonio Riolo, responsabile regionale della Cgil - In questo modo non solo potremo garantire i posti di lavoro già esistenti ma ne creeremo di nuovi. Il tutto dicendo no all’ipotesi del nucleare”.

Nel corso della conferenza stampa, i rappresentanti regionali delle organizzazioni sindacali e delle altre associazioni, hanno presentato anche un documento per chiedere all’amministrazione regionale e locale un piano energetico regionale che punti alla riduzione delle emissioni di Co2 e a incentivare, invece, lo sviluppo delle energie rinnovabili. Per raggiungere così quanto stabilito dalla direttiva europea così detta “20-20-20” (20% riduzioni di emissioni di CO2, 20% incremento efficienza energetica, 20% incremento utilizzo fonti rinnovabili).

L’EVENTO E’ PROMOSSO DALLA COALIZIONE IN MARCIA PER IL CLIMA: Legambiente, Acli, Acli Ambiente–Anni Verdi, Adoc, AIAB, Altreconomia, Ambiente e Lavoro, Amici della Terra, ARCI, Arci caccia/CSAA, Arci Servizio Civile, Arciragazzi, Associazione Ong Italiane, Auser, Banca popolare Etica, CGIL, CIA, CISL, Cittadinanzattiva, Civitas, Coldiretti, Ctm Altromercato, CTS, Fa’ la cosa giusta!, FAI, Fairtrade Italia, Fair, Fare Verde, Federazione nazionale Pro Natura, Federconsumatori, Federparchi, FIAB onlus, FOCSIV, Forum Ambientalista, Forum Nazionale Terzo Settore, Greenpeace Italia, LAV, Lega Consumatori, Lega Pesca, Libera, Lipu, MDC, Medici per l’ambiente, Movimento Consumatori, Sbilanciamoci, Slow Food Italia, Tavola della Pace, Terra! onlus, Terra quotidiano ecologista, Terre di Mezzo, UIL, UISP, UDU, Unione degli studenti, VAS, WWF. Per informazioni e adesioni: www.100piazze.it

lunedì 7 dicembre 2009

Si apre il vertice di Copenaghen

Dal 7 al 18 dicembre i governi di oltre 190 paesi si riuniscono a Copenaghen per siglare un nuovo accordo globale sul clima. Molti e autorevoli studi confermano oramai che se non si agisce in fretta la temperatura globale salirà di oltre 1,5°C con conseguenze irreversibili per il pianeta. Già oggi ci troviamo di fronte ad un’evidente accelerazione degli impatti del surriscaldamento globale con effetti sempre più rilevanti in molte parti del Pianeta. Secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu, il 66% dei profughi registrati nel 2007 sono persone colpite da catastrofi naturali o da mutate condizioni dell’ecosistema.
La conferenza di Copenaghen è un appuntamento cruciale, che non ammette ulteriori slittamenti. Secondo gli scienziati occorre un taglio delle emissioni di CO2 dell’85% entro il 2050 dei gas serra. Ma è nel breve periodo che si gioca la battaglia più importante. Entro il 2020 i paesi industrializzati, che sono i maggiori responsabili della situazione attuale, devono ridurre i gas serra del -40% almeno rispetto ai livelli del 1990. Allo stesso tempo dovranno garantire alle economie in via di sviluppo almeno 110 miliardi di euro l’anno per far fronte agli impatti del cambiamento climatico e per la diffusione di tecnologie verdi e sostenibili.

Un pianeta libero dalla dipendenza delle fonti fossili è possibile e necessario. L’efficienza energetica, la diffusione delle fonti rinnovabili, lo sviluppo di reti sostenibili per il trasporto sono soluzioni a portata di mano e con gli adeguati investimenti possono portare vantaggi economici oltre che ambientali.

Si apre il vertice di Copenaghen

Dal 7 al 18 dicembre i governi di oltre 190 paesi si riuniscono a Copenaghen per siglare un nuovo accordo globale sul clima. Molti e autorevoli studi confermano oramai che se non si agisce in fretta la temperatura globale salirà di oltre 1,5°C con conseguenze irreversibili per il pianeta. Già oggi ci troviamo di fronte ad un’evidente accelerazione degli impatti del surriscaldamento globale con effetti sempre più rilevanti in molte parti del Pianeta. Secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu, il 66% dei profughi registrati nel 2007 sono persone colpite da catastrofi naturali o da mutate condizioni dell’ecosistema.
La conferenza di Copenaghen è un appuntamento cruciale, che non ammette ulteriori slittamenti. Secondo gli scienziati occorre un taglio delle emissioni di CO2 dell’85% entro il 2050 dei gas serra. Ma è nel breve periodo che si gioca la battaglia più importante. Entro il 2020 i paesi industrializzati, che sono i maggiori responsabili della situazione attuale, devono ridurre i gas serra del -40% almeno rispetto ai livelli del 1990. Allo stesso tempo dovranno garantire alle economie in via di sviluppo almeno 110 miliardi di euro l’anno per far fronte agli impatti del cambiamento climatico e per la diffusione di tecnologie verdi e sostenibili.

Un pianeta libero dalla dipendenza delle fonti fossili è possibile e necessario. L’efficienza energetica, la diffusione delle fonti rinnovabili, lo sviluppo di reti sostenibili per il trasporto sono soluzioni a portata di mano e con gli adeguati investimenti possono portare vantaggi economici oltre che ambientali.

domenica 6 dicembre 2009

In marcia per il clima - PIAZZA PER IL CLIMA


Il circolo Piazzambiente ha aderito alla campagna "100 piazze per il clima" che prevede la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione contemporaneamente ai lavori del vertice di Copenaghen, che avrà inizio domani.
Oggi pomeriggio, alla Villa Garibaldi, luogo simbolo della città "verde", i volontari di Legambiente hanno quindi dato vita ad uno scatto per il clima sottolineando, in questo simpatico modo, l'impegno di Piazza per il clima.
Altre iniziative saranno realizzate nei prossimi giorni.

sabato 5 dicembre 2009

In marcia per il clima - i piedini degli alunni piazzesi verso Copenaghen


Gli alunni dell'Istituto Comprensivo L. Capuana di Piazza Armerina hanno aderito, su nostra proposta, alla campagna One million feet to Copenaghen. I bambini, nei giorni scorsi, hanno disegnato e colorato la loro piccola impronta e oggi hanno consegnato i loro disegni ai volontari di Legambiente che, spediranno i disegni a un delegato ONU che quindi testimonierà, virtualmente, il cammino di tanti giovani verso Copenaghen.

martedì 24 novembre 2009

Festa dell'Albero ad Aidone


La tradizionale Festa dell'Albero di Legambiente ha fatto oggi tappa ad Aidone, ospite dell'Istituto Comprensivo F. Cordova. Ad accogliere i volontari del circolo Legambiente di Piazza Armerina, nei vari plessi dell'istituto, circa 500 bambini che hanno colorato la giornata con i loro canti, le loro recite ed i loro disegni, testimoni di un impegno per l'ambiente che forse solo i piccoli sapranno interpretare nel loro percorso di crescita.
I volontari di Legambiente hanno portato loro un messaggio pulito, di rispetto per l'ambiente e per l'infanzia, come è nella mission dell'associazione impegnata da sempre nel far crescere giovani energie per un mondo migliore.
I responsabili dell'associazione ringraziano il dirigente scolastico e gli insegnanti dell'istituto F. Cordova per l'organizzazione della manifestazione.

domenica 22 novembre 2009

Palazzo Trigona: ancora interrogativi aperti

Si è svolto qualche giorno fa l'ennesimo consiglio comunale sui lavori in corso a Palazzo Trigona, destinato a diventare Museo della città e del territorio.
I lavori di restauro dovevano essere completati alla fine di giugno 2009 ma allo stato attuale nulla si sa sulla loro fine. Il Palazzo, che ormai ha celebrato i 50 anni da incompiuta, dal 2006 ad oggi è stato oggetto di un minuzioso intervento di restauro propedeutico alla sua trasformazione in museo. Le vicende legate al finanziamento dell'intervento, che è stato ottenuto grazie alla fortissima condivisione di intenti tra la città, l'amministrazione comunale e Legambiente, tra il 2005 ed il 2006, hanno sicuramente appassionato molti nostri lettori, che però adesso si pongono, insieme a noi, la domanda successiva: quando il Palazzo sarà museo? Il completamento dei lavori di restauro non consentirà l'apertura del Museo.
Necessita un progetto di musealizzazione condiviso che sicuramente non può essere finanziato con i 350.000 euro attualmente a disposizione della Soprintendenza di Enna, responsabile dell'intervento. Necessita la predisposizione di un piano di gestione del Museo e chiaramente anche un cospicuo capitolo di bilancio per la fase di avviamento. Necessita un piano di lancio della nuova istituzione culturale e con essa di tutto il centro storico di Piazza. Necessita collegare il Palazzo alla Villa Romana del Casale con l'istituzione del biglietto unico che già Legambiente chiedeva nel 2001. Palazzo Trigona non può essere relegato a contenitore culturale all'interno del quale realizzare sporadiche esposizioni temporanee "dinamiche". La dinamicità che doveva caratterizzare l'allestimento museale non è sicuramente quella del montare e smontare una esposizione. E' la dinamicità del tempo storico che racconta la nostra storia. Sono passati 50 anni. Ci auguriamo che passino ancora solo 5 mesi per acquistare il primo biglietto unico Villa Romana - Palazzo Trigona

venerdì 20 novembre 2009

Legambiente su nomina Ciucci

Ponte sullo stretto: Ciucci con nomina a commissario straordinario cumula tre cariche e taglia fuori gli enti locali interessati

“Evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato nella gestione di un'enorme quantità di denaro pubblico”.

Interrogazione del senatore Francesco Ferrante (Pd) e dichiarazione di Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia


“Non è la prima volta che il presidente dell’Anas Pietro Ciucci si trova a ricoprire più ruoli che richiederebbero, invece, una netta distinzione – sottoliena Legambiente Sicilia - Con la recente nomina, da parte del ministro Matteoli, di Ciucci a commissario straordinario per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del ponte sullo Stretto di Messina si è venuta a creare una evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato, perché il Presidente dell’Anas è anche Presidente della società Ponte sullo Stretto”, dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Matteoli.
Sull’argomento interviene anche Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia:
”Il commissariamento spoglierà le comunità locali del diritto di pianificare l’assetto futuro dei propri territori e vanificherà il lavoro avviato dallo stesso comune di Messina per concertare con le forze sociali della Città scelte urbanistiche di particolare delicatezza, che riguardano un territorio a rischio sismico ed idrogeologico il quale sta già scontando l’impatto di un’urbanizzazione pesante e invasiva.”

mercoledì 18 novembre 2009

LEGAMBIENTE E L’ISTITUTO COMPRENSIVO L.CAPUANA INSIEME PER LA FESTA DELL’ALBERO 2009





Si è svolta ieri, a Piazza Armerina, la Festa dell’Albero, giunta quest’anno alla XV edizione, appuntamento tradizionale di Legambiente nel mese di novembre.
Protagonista dell’edizione 2009 l’Istituto Comprensivo L. Capuana, che ha impegnato tutte le classi della scuola materna, elementare e media in un vero e proprio minifestival dedicato al rispetto dell’ambiente. Nel cortile della scuola Trinità, affollato di bambini, a partire dalle 10.00, si sono alternati, canti, poesie e drammatizzazioni. Registi della giornata, oltre i volontari di Legambiente, gli insegnanti della scuola che, come ogni anno, hanno saputo far comprendere come un piccolo gesto concreto per l’ambiente, possa trasformarsi in una grande missione: rendere gli spazi, le città e i territori che viviamo e fruiamo più respirabili, belli e rigogliosi.
I bambini della scuola hanno poi rivolto una richiesta particolare all’assessore al Verde Pubblico, Giuseppe Di Prima, intervenuto alla manifestazione in rappresentanza dell’amministrazione comunale. Hanno chiesto – come unica scuola del centro storico – una maggiore attenzione al loro quartiere, così bello ma così fortemente degradato anche da piccoli gesti di inciviltà; hanno chiesto inoltre una maggior cura degli spazi verdi vicini alla scuola e la creazione di un parco giochi. L’assessore ha promesso che, entro la fine dell’anno scolastico, farà in modo di far effettuare un intervento di manutenzione presso il giardino Scibona, antistante la scuola, e di far collocare dei nuovi giochi.
Infine i volontari di Legambiente e i bambini si sono recati all’esterno per procedere alla piantumazione di un albero, che poi è stato affidato alla cura dei bambini.
La Festa dell’albero ha rappresentato l’occasione, per Legambiente, di lanciare un’altra manifestazione "One million feet to Copenhagen". Legambiente è il focus italiano di questa campagna internazionale, che intende raccogliere un milione di piedi colorati che verranno portati al summit di Copenhagen, tramite un delegato ONU, per testimoniare la partecipazione simbolica di bambini e ragazzi all'evento.
Il Circolo Piazzambiente di Legambiente ringrazia il dirigente scolastico e tutti gli insegnanti che hanno contribuito per la realizzazione della manifestazione.
Sabato 21 la Festa dell’Albero si sposterà presso il Liceo Classico e Scientico V. Romano di Piazza Armerina e la prossima settimana, martedì 24 novembre, ad Aidone, dove sarà celebrata dalle 28 classi dell’Istituto Comprensivo F. Cordova.

lunedì 16 novembre 2009

FESTA DELL'ALBERO 2009

Novembre è il mese che Legambiente abitualmente dedica alla Festa dell’Albero, giunta quest’anno alla XV edizione. La campagna vede scuole, amministrazioni, cittadini, di ogni età, ma specialmente bambini, impegnati a partire da un gesto concreto per l’ambiente, in una grande missione: rendere gli spazi, le città e i territori che viviamo e fruiamo più respirabili, belli e rigogliosi. E ridurre l’effetto serra. Attraverso la messa a dimora di nuove piantine, semi e fiori colorati ogni cittadino può contribuire attivamente affinché gli angoli grigi e brutti delle nostre scuole e della nostra città siano abbelliti e salvaguardati.
Quest’anno in vista del vertice mondiale di Copenaghen, dicembre 2009, la Festa dell’Albero assume un significato importante.
Sarà l’occasione per avvicinare e coinvolgere più che mai il mondo della scuola e dei ragazzi: non come utenti o destinatari, bensì come alleati privilegiati nella battaglia per contrastare i cambiamenti climatici, responsabili di tante disfunzioni agli ecosistemi naturali e alla vita dell’uomo.
Numerose le iniziative in programma, a partire dalla giornata di martedì 17 novembre presso l’Istituto Comprensivo L. Capuana, dove sarà ospite della manifestazione, per l’amministrazione comunale, Giuseppe Di Prima, assessore al Verde Pubblico e alle Politiche giovanili.
“La scuola – dichiarano i responsabili di Piazzambiente - può fare molto, sia in senso culturale, perché l’educazione è uno dei principali nodi per il cambiamento dei comportamenti in chiave sostenibile, sia in senso materiale, perché è essa stessa un luogo fisico di consumo e di gestione delle risorse”.
“Come associazione ambientalista – continuano i responsabili dell’associazione - non intendiamo perdere di vista la relazione articolata che possiamo costruire intorno al mondo della scuola e alle generazioni più giovani: è importante non perdere le tante esperienze, competenze professionali e sensibilità che sono disponibili a lavorare con noi per il cambiamento della società”.

Il Circolo Piazzambiente di Legambiente ringrazia il dirigente scolastico e tutti gli insegnanti che hanno contribuito per la realizzazione della manifestazione che, a partire dalle ore 10.00, vedrà in scena poesie, canti e recite da parte dei piccoli alunni della scuola materna, della scuola elementare e della scuola media, con tema il rispetto dell’ambiente e in conclusione la piantumazione di un albero nello spazio verde del giardino Scibona, antistante la scuola elementare Trinità.
Sabato 21 la Festa dell’Albero si sposterà presso il Liceo Classico e Scientico V. Romano di Piazza Armerina e la prossima settimana, martedì 24 novembre, ad Aidone, dove sarà celebrata dalle 28 classi dell’Istituto Comprensivo F. Cordova.

lunedì 9 novembre 2009

SETTIMANA UNESCO DELLA CITTÀ E DELLA CITTADINANZA

PALAZZO TRIGONA AL CENTRO DELLE INIZIATIVE DI LEGAMBIENTE A PIAZZA ARMERINA




Il Circolo Piazzambiente della Legambiente ha aderito, per il terzo anno consecutivo, alle celebrazioni per la settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile che si terrà dal 9 al 15 novembre, sotto l’egida e il coordinamento della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
Al centro dell’edizione 2009 vi è il tema “Città e Cittadinanza”.
La Settimana s’inquadra nel “DESS - Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005-2014”, campagna mondiale proclamata dall’ONU e coordinata dall’UNESCO, allo scopo di diffondere valori, conoscenze e stili di vita orientati al rispetto del bene comune e delle risorse del pianeta. A scegliere il tema dell’anno è il “Comitato nazionale DESS” che si compone di tutte le principali realtà che operano a ogni livello in Italia per promuovere la "cultura della sostenibilità": Ministeri, Regioni, enti locali, rappresentanze socio-economiche, associazioni, istituzioni di ricerca e formazione, reti di scuole, agenzie ambientali…
36 gli eventi previsti nella Regione Sicilia, più di 600 in tutta Italia.
“Il nostro Circolo – dichiarano i responsabili di Piazzambiente - ha aderito proponendo un programma di iniziative raccolte sotto il titolo -Città e Cittadinanza in Piazza-, proprie del nostro impegno per l’educazione alla sostenibilità, che affondano le loro radici nella nostra storia associativa e che andranno, chiaramente, oltre la Settimana ESS”.
“Riteniamo importantissimo che ogni cittadino stabilisca un rapporto con la propria città e con il proprio territorio, e che lo mantenga nel tempo. Il nostro impegno, sin dalla nostra costituzione nel 1997, è andato in questa direzione e questo ci ha permesso di raggiungere risultati importanti coinvolgendo proprio la collettività. Ne è la prova evidente la battaglia per la realizzazione del Museo della Città e del Territorio a Palazzo Trigona: il palazzo negato alla città da oltre 50 anni e che è ancora lontano da aprire il suo portone come Museo, nonostante il restauro sia pressoché completo. La scheda cronologica che narra 50 anni di attese, di speranze, di delusioni è stata per l’occasione aggiornata partendo dalla presentazione del dossier nell’ambito della campagna Salvalarte 2002, e con il quale abbiamo acceso riflettori, mai più spenti, su questa incompiuta di Sicilia”. “Sul futuro da Museo di Palazzo Trigona – continuano i responsabili dell’associazione – è arrivato il momento di fare chiarezza. Da tempo poniamo domande su modalità e tempi per la musealizzazione del Palazzo senza ottenere risposte. Il Palazzo è patrimonio collettivo e come tale va considerato”.
Nei prossimi giorni il Centro di Educazione Ambientale del Parco Urbano San Pietro, sede operativa dell’associazione, ospiterà alcune mostre fotografiche che individuano percorsi di conoscenza del nostro territorio ed invitano ad un rinnovato rapporto tra urbano ed extraurbano.
In particolare saranno ripresentate le mostre “Le forme del tempo” e “Le forme dell’acqua” oltre ovviamente alla mostra fotografica su Palazzo Trigona.
Sempre al CEA, inoltre, proseguiranno inoltre le attività legate allo Sportello Energia.
Le mostre fotografiche saranno visitabili su prenotazione, per le scuole, inviando una mail all’indirizzo piazzambiente@legambientesicilia.com
La Settimana DESS servirà anche come preparazione alla “Festa dell’Albero” che si svolgerà la prossima settimana e che vedrà coinvolte numerose scuole di Piazza Armerina, Aidone e Valguarnera.

sabato 7 novembre 2009

Liberi dall’amianto

Legambiente presenta il rapporto sullo stato del risanamento dei siti inquinati da amianto in Italia

“Emergenza nazionale. Urgente spostare la gestione dell’iter delle bonifiche dal Ministero agli Enti locali e istituire il fondo nazionale per i siti orfani”


75mila ettari di territorio contaminato da fibre di amianto che, in attesa della bonifica dei siti, continuano a mettere a rischio la salute dei cittadini. Anni e anni di battaglie sostenute da associazioni, comitati, sindacati per mettere in sicurezza il territorio e riconoscere i diritti delle famiglie dei lavoratori danneggiati - e in molti casi, purtroppo, uccisi – dalla sostanza estratta, lavorata, smaltita, abbandonata. Oltre 9mila casi di mesotelioma pleurico, il tumore dell’apparato respiratorio strettamente connesso all’inalazione della fibra di amianto riscontrati in Italia dal 1993 al 2004, con una esposizione che nel 70% dei casi è stata di tipo professionale.

Questi, in estrema sintesi, i temi di Liberi dall’amianto, il dossier di Legambiente presentato a Torino, nel corso della seconda conferenza nazionale non governativa “Amianto e giustizia”, promossa da un vasto cartello di associazioni tra cui AIEA (associazione italiana esposti amianto), Legambiente, Medicina Democratica nazionale e Isde (Medici per l’Ambiente), alla quale hanno aderito anche le sigle sindacali CISL, FIM CISL, CUB, COBAS, CGIL, FISMIC, FIOM CGIL.

L’amianto in Italia è presente in molte zone e in varie forme: da quello naturale che emerge in superficie e giace all’aria aperta nelle miniere abbandonate da almeno vent’anni, a quello grezzo contenuto in sacchi malamente stoccati nei magazzini o nei piazzali degli stabilimenti produttivi, fino a quello miscelato con il cemento nella classica ondulina dei tetti e nelle tamponature degli edifici industriali o domestici degli anni ’70 e ’80 presente diffusamente in tutta Italia.
Ma i numeri eccezionali dei casi di mesotelioma alla pleura si spiegano anche con il record non invidiabile della produzione di amianto che deteneva l’Italia fino al 1992, di secondo produttore europeo con oltre 3,7milioni di tonnellate di amianto grezzo estratto, prodotto e commercializzato in tutto il Paese, con alcune situazioni eccezionali. Come il caso del milione di metri quadrati utilizzati nelle coperture di edifici privati di Casale Monferrato (Al), ai 45milioni di m3 di pietrisco di scarto contaminato utilizzato per il rimodellamento dei versanti e delle valli circostanti la miniera di Balangero (To), passando per i 90mila m3 di fibra contenuti nello stabilimento produttivo di cemento amianto nella città di Bari, fino ad arrivare ai 40mila big bags con rifiuti d’amianto prodotti fino ad oggi nella bonifica di Bagnoli a Napoli.
Numeri da vera e propria emergenza nazionale, che indicano con chiarezza i rischi per una parte dei cittadini nel nostro Paese, che vivono in quei 75mila ettari di territorio interessati dalla presenza dell’amianto e inseriti nel Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’ambiente. Ci sono ampie porzioni di province come quella di Alessandria - con Casale Monferrato e 47 comuni limitrofi costruiti con l’amianto -, città come Napoli (a Bagnoli) e Siracusa caratterizzate dalla presenza di stabilimenti di produzione di cemento amianto nelle loro zone industriali, comuni come Bari e Broni (Pv) che ancora oggi ospitano nel centro abitato importanti siti produttivi dismessi che lavoravano la fibra killer, fino ad arrivare alle miniere di Balangero (To), la più grande d’Europa, ed Emarese (Ao) da dove veniva estratto il minerale prima della lavorazione nelle cementerie italiane e non solo.
“Nonostante l’urgenza sanitaria - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – le bonifiche vanno a rilento, grazie anche all’inefficiente gestione da parte del Ministero dell’ambiente delle conferenze dei servizi per la valutazione eautorizzazione dei piani e dei progetti per la bonifica. Bisogna spostare la gestione dell’iter in ambito locale, presso le Regioni o i Comuni, assicurando al Ministero e agli enti tecnici nazionali il compito di supportare, verificare e indirizzare il procedimento, garantendo ai cittadini trasparenza e disponibilità delle informazioni sullo stato di avanzamento del risanamento ambientale”.
Sono almeno 2mila all’anno le morti causate dall’esposizione all’amianto nel nostro Paese: circa 900 per mesotelioma pleurico, altrettanti per il tumore ai polmoni, il resto per il tumore alla laringe e alle ovaie. Ma altre fonti parlano addirittura di 3-4mila decessi all’anno.
I settori lavorativi che più hanno esposto i lavoratori all’amianto sono stati l’edilizia, i cantieri navali e ferroviari, l’industria pesante (metalmeccanica e metallurgica) e ovviamente quella del cemento amianto.
Tutti questi dati purtroppo sono destinati a crescere alla luce del periodo di latenza della malattia. Gli epidemiologi prevedono infatti un aumento delle malattie in individui in precedenza esposti nell’ambiente professionale ma anche domestico, in alcune decine di migliaia di casi nei prossimi anni.
E proprio per l’elevato numero di persone coinvolte e per la gravità della situazione sanitaria, la questione amianto è finita nelle aule di tribunale. Nell’aprile 2009 si è finalmente aperto, a Torino, il processo a carico dei responsabili della società Eternit S.p.A., gestore degli stabilimenti di Cavagnolo (To), Casale Monferrato (Al), Bagnoli (Na) e Rubiera (Re), per i danni prodotti alla salute degli operai nelle lavorazioni da amianto, ritenuta responsabile della morte e della malattia di migliaia di persone. Contro i due proprietari della Eternit - lo svizzero Schmidheiny e il barone belga De Cartier De Marchienne - imputati di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e disastro colposo, si sono costituiti Parte civile in tantissimi tra famigliari, comitati e associazioni, Legambiente in primis. A fine luglio c’è stato il rinvio a giudizio dei due imputati nel processo che partirà nel capoluogo piemontese il prossimo 10 dicembre. Ma ci sono anche la Fibronit e la Sacelit tra le aziende protagoniste di queste lavorazioni, i cui stabilimenti produttivi sono oggetto di interventi di bonifica, presi in esame nel dossier di Legambiente, realizzato con non poche difficoltà, per la collaborazione solo parziale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Nello specifico, questo lo stato attuale delle bonifiche: a Casale Monferrato, dove negli anni ’70 lo stabilimento Eternit produceva il 40% del totale nazionale di cemento amianto, dal 1998 (data di entrata nel Programma nazionale del Ministero), sono state portate a termine le bonifiche dello stabilimento e della sponda destra del fiume Po (sono state risanate 54mila m2 di superfici e 6.500 m2 di spiaggia inquinata con lo smaltimento totale di 28.500 m3 di materiale contaminato), di 125mila m2 di coperture di edifici pubblici, di 420mila m2 di coperture private (su un totale di 1 milione) e di 60 aree tra sottotetti e cortili contaminati da polverino d’amianto per una superficie interessata di 18.500 m2.
Nello stabilimento Eternit di Bagnoli invece, nei 20 ettari risultati contaminati dall’amianto, dopo la rimozione di oltre 25mila tonnellate di materiali inquinati mediante 40mila big bags, la bonifica è arrivata al 40-45% dell’ultimo lotto dei lavori preventivati e la conclusione definitiva è prevista per i primi mesi del 2010.
Qualche passo in avanti, anche se solo negli interventi di messa in sicurezza, c’è stato anche sull’impianto Fibronit di Bari e su quello Eternit di Siracusa.
Nello stabilimento del capoluogo barese sono stati completati la caratterizzazione dell’area e gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza; è stato approvato con prescrizioni il progetto preliminare per la realizzazione del parco pubblico a cura del Comune e si è in attesa del progetto definitivo.
Nel sito siracusano invece sono stati eseguiti gli interventi d’emergenza sullo stabilimento, sulla scogliera e sull’area a mare con la rimozione e lo smaltimento di circa 12.500 tonnellate di materiali contaminati da amianto, per una spesa complessiva di circa 24,5milioni di euro.
Per quanto concerne invece i restanti siti di interesse nazionale, continuano gli imperdonabili ritardi sugli interventi di messa in sicurezza d’emergenza, sulle caratterizzazioni e sui progetti preliminari e definitivi di bonifica. È il caso di Broni, in provincia di Pavia, nel Programma nazionale di bonifica dal 2002, dove a causa della mancanza di risorse economiche, sono stati eseguiti solo gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza e il piano di caratterizzazione dell’area Fibronit, mentre queste operazioni preliminari non sono state completate nelle aree Ecored e Fibroservice. Ad oggi, il completamento della bonifica del sito, previsto inizialmente per il 2013, ha già subito un ritardo di almeno un anno rispetto al programma preventivato.
Sulla miniera di Emarese, in provincia di Aosta, sito nazionale dal 2001, sono stati realizzati solo gli interventi di messa in sicurezza di emergenza. Il piano di caratterizzazione è stato approvato nel 2005 mentre ad oggi risultano approvati il progetto preliminare di tutto il sito e il progetto definitivo del primo stralcio del cratere della cava. Nel frattempo sono sorti profondi dissensi tra il Ministero dell’ambiente e gli enti locali, che rischiano di spostare ulteriormente la data di completamento dei lavori di bonifica.
I ritardi non mancano neanche sulla bonifica della miniera di Balangero (To), classificato come uno dei 15 siti di interesse nazionale addirittura nel 1998. Qui sono stati realizzati solo alcuni interventi di messa in sicurezza d’emergenza sulle due discariche a cielo aperto, sulle vasche di decantazione e degli stabilimenti produttivi dove, a causa della frammentazione delle proprietà, il percorso di risanamento ambientale risulta ancora più difficoltoso.

“Bisogna trovare le risorse economiche per bonificare i “siti orfani” (gli stabilimenti produttivi di aziende fallite) attraverso la creazione di un Fondo nazionale sul modello del Superfund statunitense – ha concluso Ciafani - e mettere in campo una campagna informativa sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre di amianto dovuta al deterioramento e allo smaltimento illegale delle strutture in cemento-amianto dismesse. Non c’è tempo da perdere per fare giustizia, riconoscere i diritti delle vittime e delle loro famiglie, e evitare che tutto questo possa ripetersi ancora nel futuro”.



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lunedì 2 novembre 2009

Reti ecologiche e pianificazione territoriale

Sabato 13 novembre 2009 - convegno a Messina

Il mondo scientifico, agli inizi degli anni 80, ha proposto come strumento di possibile strutturazione del territorio per preservare la biodiversità la “rete ecologica”. Con questo termine si indica una rete fisica di aree centrali, collegate da corridoi e sostenute da zone cuscinetto, per facilitare la dispersione e la migrazione delle specie ai fini della conservazione della natura, dentro e fuori le aree protette.
Si era infatti affermata la consapevolezza degli effetti negativi dell’azione antropica sugli habitat.
Il drastico e progressivo cambiamento dell’uso del suolo, in particolare a seguito dell’urbanizzazione irrispettosa delle esigenze ambientali, era all’origine del fenomeno detto di frammentazione del territorio.
La Direttiva “Habitat” 92/43/Cee, ad oggi, rappresenta uno dei principali riferimenti a livello internazionale per ciò che riguarda le politiche a favore della continuità ecologica.
Questa Direttiva ha definito un insieme di norme per costruire entro il 2004 una rete europea di aree ad alto valore naturalistico per la conservazione di habitat e specie minacciate, denominata Rete Natura 2000.
Tale rete incorpora anche gli indirizzi e le applicazioni della Direttiva “Uccelli” 79/409/Cee che, a sua volta, si propone la tutela dei siti di importanza per l’avifauna. L’introduzione esplicita del modello di “rete ecologica” nell’ambito delle politiche internazionali risale al 1993, quando nel corso della conferenza internazionale“Conservig Europe’s Natural Heritage: Towards a European Ecological Network”- Maastricht, venne presentata l’iniziativa EECONET. L’obiettivo proposto fu quello di mantenere e migliorare la conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, partendo dalla frammentazione del territorio.
In Europa i concetti legati alla reticolarità ecologica e alla continuità ambientale si stanno diffondendo rapidamente all’interno delle politiche di pianificazione territoriale.
Anche in Italia gli enti locali di diverse realtà territoriali hanno già inserito il concetto di rete ecologica all’interno dei loro strumenti di pianificazione.

INTERVIENE:
Bernardino Romano
È docente di Pianificazione Territoriale e di Tecniche di Valutazione Ambientale dell’Università degli Studi dell’Aquila, Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.Ha svolto attività di consulenza scientifica per numerosi enti territoriali, ed in particolare è membro del Comitato Scientifico per la RERU (Rete Ecologica Regionale) della Regione Umbria, consulente della Regione Veneto per il progetto europeo LOTO e per il PTCR, coordinatore del gruppo di consulenza tecnico scientifica della regione Umbria per la valutazione dei progetti POR-FESR 2007-2013, membro del Nucleo di Valutazione e Controllo di Gestione del Parco nazionale dei Monti Sibillini e del Comitato Scientifico della Provincia di Terni per il Piano territoriale di Coordinamento. Fa parte inoltre del Comitato Scientifico Nazionale del WWF Italia, del Comitato Scientifico di IENE (Infra Eco Network Europe) Italia e del gruppo internazionale WCPA - Mountain Theme dell’IUCN.
Sono state avviate le procedure per la richiesta per gli iscritti all'Ordine dei Geologi dei crediti formativi di cui al Regolamento APC. Il numero dei crediti formativi riconosciuti non dipende dalle Associazioni proponenti. Al termine dei lavori verrà consegnato ai partecipanti iscritti l’attestato di partecipazione.


Per ulteriori informazioni:
SEGRETERIA SCIENTIFICA
CEA Messina Onlus - SIGEA Sicilia
Tel. 347/5870723 - 348/3832468 Fax 178 6018456
email: ceamessina@tiscali.it
sito: www.ceamessina.it

domenica 1 novembre 2009

Operazione Fiumi 2009 a Caltanissetta

Venerdì 6, Sabato 7 e Domenica 8 Novembre 2009 - Fiume Imera Meridionale o Salso

Campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione per l’adattamento ai mutamenti climatici e la mitigazione del rischio idrogeologico



Farà tappa anche a Caltanissetta la campagna itinerante di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile dedicata alla prevenzione e all’informazione per l’adattamento ai mutamenti climatici e la mitigazione del rischio idrogeologico. L'iniziativa denominata “Operazione Fiumi” prevede a livello nazionale dodici tappe lungo i principali fiumi italiani; a Caltanissetta si svolgerà venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 novembre prossimi nel bacino del fiume Imera Meridionale o Salso, con iniziative ed attività curate da Legambiente per coinvolgere cittadini ed enti locali nella difesa del territorio dalle frane e alluvioni.

Nei tre giorni di mobilitazione sono in programma diversi interventi (mostre, dibattiti, escursioni, giornate di studio, visite guidate, ecc.) che focalizzeranno l’attenzione dei nisseni e delle Istituzioni locali sul dissesto idrogeologico, che rappresenta per il nostro Paese un problema di notevole rilevanza interessando oltre il 70% dei comuni italiani. Tra i fattori naturali che predispongono anche il territorio nisseno a frane e alluvioni, rientra senza dubbio la conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia giovane e da rilievi in via di sollevamento. Tuttavia il rischio idrogeologico è stato fortemente condizionato dall’azione dell’uomo e in particolare dalle scelte poco attente nella pianificazione dell’uso del suolo: l’abusivismo edilizio nelle aree di espansione naturale dei fiumi, il disboscamento dei versanti, la mancata manutenzione dei corsi d’acqua, la cementificazione e la rettificazione dei fiumi, il prelievo abusivo di inerti dagli alvei fluviali, hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in luce la fragilità del territorio italiano.


Inoltre, gli effetti sempre più evidenti dei mutamenti climatici, che determinano una alternanza di momenti di grave siccità e di fenomeni meteorologici avversi improvvisi e intensi, amplificano il pericolo che si verifichino eventi calamitosi: bastano poche piogge per provocare una tragedia. Ancora forte è il ricordo della tragedia dell’anno scorso a Cagliari, ora Messina, non c’è parte del territorio italiano che non abbia conosciuto nel tempo gli effetti della cattiva gestione del suolo. La pianificazione del territorio è in molti casi da ripensare e modificare in nome dell’equilibrio idrogeologico, della sicurezza e della sostenibilità, e dell’unica, urgente e necessaria grande opera pubblica: la messa in sicurezza del territorio.

Per tali motivi la campagna “Operazione Fiumi” si svolgerà a Caltanissetta con un vasto coinvolgimento delle realtà imprenditoriali, istituzionali ed associative locali: la BCC “San Michele”, le Ditte Antonio Scalzo Trivellazioni, e Ditta Scep s.r.l. (Sondaggi, Perforazioni, Consolidamenti, Edilizia), il Dipartimento Provinciale di Protezione Civile, il Comune di Caltanissetta (Assessorato all’Ambiente), l’Azienda delle Foresta Demaniali – UPA di Caltanissetta, l’A.T.O. Ambiente CL1, l’Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, l’Agesci, il Cngei, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo, l’Associazione Internazionale “Pantere Verdi Onlus” di Caltanissetta, Lipu, WWF, LAV, Italia Nostra, R.N.O. Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, Slow Food Condotta di Caltanissetta, Comitato di Sant’Anna, Comitato di Santa Barbara, Associazione Nazionale Polizia di Stato – Protezione Civile CL1 di Caltanissetta, Compagnia Giubbe Verdi (Protezione Ambientale), G.A.S. BioLogico, Associazione Orsa Minore, Centro Commerciale Naturale Centro Storico, Ristorante Vicolo Duomo, Azienda Vitivinicola Maurigi, Azienda Agrituristica “Feudo Musta”, Azienda “Masseria del Sole” e Nissambiente.

Il comitato organizzatore è stato istituito presso il circolo di Caltanissetta di Legambiente ed è composto da: Ivo Cigna, Leopoldo Lomaglio, Salvatore Falegname, Grazia Maria Cigna, Luciano Zaami, Valeria Alaimo, Carla Miccichè, Francesca Grasta ed Ennio Bonfanti. Hanno offerto la propria disponibilità, inoltre, vari esperti per la conduzione delle visite guidate e dei dibattiti: Amedeo Falci – Ingegnere e Responsabile locale della Lipu, Armando Amico – Architetto e Dirigente U.T.C. di Caltanissetta, Edoardo Bartolotta – Direttore della Riserva Naturale Orientata di Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, Enrico Curcuruto – Geologo, Libero Professionista, Giuseppe Bologna – Geologo e Dirigente U.T.C. di Caltanissetta, Ivo Cigna – Geologo e Presidente Legambiente Caltanissetta, Leandro Janni – Architetto e Presidente Italia Nostra Sicilia, Salvatore Saia – Geologo e Disaster Manager del Dipartimento Provinciale di Protezione Civile; Domenico Bonelli – Geologo e Dirigente Regionale di Protezione Civile



Comunicato Stampa redatto da Ennio Bonfanti

sabato 31 ottobre 2009

Pronti a vincere di nuovo contro il nucleare

No Nuke Day a Montalto di Castro. Legambiente lancia la coalizione degli enti locali contro il ritorno all'atoma


“Pronti a vincere di nuovo contro il nucleare!” E’ questo lo slogan delle magliette e degli striscioni gialli del “No Nuke Day” con cui Legambiente ha rilanciato da Montalto di Castro le iniziative antinucleariste, rivendicando il successo delle grandi manifestazioni contro il nucleare degli anni ’70 e ’80, concluse con il partecipatissimo referendum che nel novembre del 1987 mise la parola fine all’avventura atomica italiana. Pannelli fotovoltaici, led per l’illuminazione, una piccola casa geotermica, una mostra sul disastro di Cernobyl, materiale informativo sulla certificazione e riqualificazione energetica, prodotti tipici, pane tostato spezie ed oli in degustazione, laboratori di educazione ambientale ed un dibattito tra cittadini ed istituzioni hanno animato Piazza Giacomo Matteotti, grazie alle adesioni di decine di comitati, associazioni, imprese ed alla collaborazione del Comune di Montalto di Castro.



“Così riparte la mobilitazione contro il nucleare, torniamo a Montalto con la stessa determinazione che ci ha fatto vincere tanti anni fa. La vera sfida che oggi abbiamo di fronte è affrontare il superamento della crisi climatica, intraprendendo le vere strade possibili, che sono il risparmio e l'efficienza energetica, la produzione da fonti rinnovabili e pulite, come sole e vento, ma invece si torna a proporre il nucleare -ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria Nazionale di Legambiente-. Con questa manifestazione prende il via una grande mobilitazione nazionale, che si avvia con il coinvolgimento di tutta la rete associativa e produttiva e anche delle istituzioni. Una mobilitazione che durerà nel tempo contro questa scelta di ritorno al nucleare, che non serve agli obiettivi del protocollo di Kyoto, che ci isola dalle scelte internazionali ed è contro gli interessi delle comunità e di questi territori. La Maremma, inoltre, ha già pagato un caro prezzo come polo energetico con le centrali di Civitavecchia e Montalto e il tentativo di costruzione della centrale nucleare. Ai costi elevatissimi, alla mancanza di sicurezza del nucleare, all'impossibilità di smaltimento delle scorie -ha concluso Gubbiotti- va aggiunto il rischio del terrorismo internazionale, visto che il plutonio per il funzionamento delle centrali è una fondamentale materia prima per chi intende costruire armi atomiche.”



Prima dell’apertura della giornata un gruppo di volontari del cigno verde ha aperto lo striscione “No Nuke” di fronte alla centrale di Montalto di Castro: “tenuta antinucleare” per l’occasione, con tute bianche e maschere antigas, un po’ come potrebbe succedere agli abitanti nei dintorni della centrale in caso di incidenti, anche piccoli, con rilascio di radioattività. Il sito fa parte di una lista ufficiosa, elaborata sulla base di uno studio di fattibilità, contenente le 10 città più idonee ad ospitare le future centrali nucleari italiane, sulla base dei criteri individuati, ossia la disponibilità di acqua per il raffreddamento dei reattori, la non sismicità dell’area e la capacità di trasporto della rete elettrica.



In piazza con Legambiente anche i Sindaci dei Comuni di Celleno, Canepina, Montalto di Castro e Nepi, tutti anti-atomo, e primi fondatori di una coalizione di Enti locali denuclearizzati lanciata per l’occasione dall’associazione ambientalista, che chiamerà a raccolta tutte le amministrazioni che vorranno aderire adottando una precisa delibera e posizionando all’ingresso del territorio comunale lo storico cartello che ne indica la scelta antinucleare. La contrarietà al ritorno all’atomo non viene solo dai Comuni: Legambiente ha infatti ricordato che l’appello lanciato con Greenpeace e WWF ha già visto tredici Regioni, a cui si è unita anche la Rete dei Piccoli Comuni, impugnare di fronte alla Corte Costituzionale la Legge Sviluppo, appellandosi al titolo V della Costituzione in materia di poteri del Governo in caso di materie concorrenti con gli Enti locali. In particolare, Legambiente ha evidenziato alcune delle motivazioni contenute nel ricorso della Regione Lazio: “va rilevato come l’impiego della delega legislativa in materia ‘concorrente’, quale quella dell’energia, anche quella nucleare, sia costituzionalmente insostenibile giacché se la legge di delega contiene i principi della futura disciplina, la normazione integrativa è affidata al decreto legislativo, cioè ad un atto del Governo e non della Regione”. Sarà, infatti, proprio questo decreto a determinare gli eventuali poteri sostitutivi del Governo nel caso di non accordo con gli Enti locali riguardo l’ubicazione di centrali, scorie, depositi di combustibile, con mezzi e poteri straordinari ed affidate a commissari.



“Trentadue anni dopo la prima manifestazione antinucleare del 20 marzo 1977 a Montalto di Castro, riprendiamo la battaglia contro il nucleare da dove è cominciata, per portarla fino in fondo se servirà –dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Molti giovani di oggi non hanno preso parte alle iniziative antinucleariste di quegli anni, ma forse possiamo ricordare il disastroso incidente di Cernobyl, la nube radioattiva che si spostava a seconda dei venti per centinaia di chilometri, l’impossibilità di bere il latte e mangiare l’insalata, la mancanza di informazioni certe, la paura che avevamo. Bisogna perciò ricostruire con i più giovani questa memoria storica, rilanciare l’informazione, spiegare quali sono i pericoli ancora del tutto attuali del nucleare, a quali rischi si va incontro. Il nucleare non ha risolto i suoi problemi di sempre: diciamolo con chiarezza, non esistono garanzie per l’eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva; rimane il problema della contaminazione ordinaria, dovuto al rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento dell’impianto, a cui vengono esposti lavoratori e popolazione nelle vicinanze del sito; non esistono soluzioni al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, come dimostrano le 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino ad oggi nel mondo, tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivo.”



Sono tante le bugie che circondano la proposta di ritorno al nucleare nel nostro Paese. L’energia nucleare è la fonte energetica più costosa e meno competitiva: tra costo industriale e sussidio di Stato il costo raggiunge circa gli 80 dollari al megawattora, secondo una stima al 2030 del Dipartimento USA (2007), tanto che persino l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica prevede una riduzione del contributo dell’atomo alla produzione elettrica mondiale che passerà dal 15% del 2006 a circa il 13% del 2030. Il nucleare non permette di centrare gli obiettivi europei del 20-20-20: o si investe in tecnologia nucleare per la produzione energetica oppure si sceglie di sostenere la diffusione delle fonti rinnovabili, l’innovazione tecnologica e l’efficienza energetica, i due investimenti sono semplicemente alternativi e impossibili da portare avanti in parallelo. Scegliere il nucleare non vuol dire abbandonare i combustibili fossili: l’energia elettrica costituisce solo il 15% degli usi finali di energia, mentre il restante 85% è costituito da carburanti per i trasporti e calore per riscaldamento e processi industriali.



“Quella di oggi è la prima di una serie di iniziative che Legambiente intende organizzare nei siti che, con maggiore probabilità, potrebbero ospitare i reattori nucleari che il governo vuole realizzare. Occasioni d’incontro con la popolazione, per illustrare le ragioni del nostro dissenso nei confronti dell’atomo –ha spiegato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente-. Il nucleare è una tecnologia pericolosa e costosa che non vogliono né le amministrazioni locali, né i cittadini. Chiediamo al governo di abbandonare questo progetto folle che rischia di alimentare conflitti istituzionali e sociali. Vogliamo ricordare, inoltre, che mettere in cantiere nuove centrali significherebbe far perdere all’Italia altro tempo prezioso nella lotta contro il mutamento climatico, oltre che nello sviluppo dell’innovazione tecnologica in campo energetico, uno dei settori trainanti del mercato globale degli anni a venire.”



All’iniziativa erano presenti: Agriturismo Guidozzo; Ass.ne pro Pescia Romana; CGIL Lazio; Coldiretti Lazio; Comitato dei cittadini liberi di Tarquinia; Comitato nazionale “Sì alle energie alternative no al nucleare”; Comitato No al Carbone Civitavecchia; Comitato No coke Tarquinia; Comitato Terra di Maremma; Confederazione Italiana Agricoltori – CIA Grosseto; Contrada Santa Lucia; Coop. soc. Il Chiarone; Coop. Foce del Fiora; Coop. Il Triciclo; Coop. soc. Il Giocomatto; Coop. agr. Pantano; Ecotermia; Confagricoltura Lazio; Fondazione solidarietà e cultura onlus; Latte Maremma; Parco naturalistico archeologico di Vulci; Protezione civile Montalto di Castro; RdB CUB Federazione Prov.le di Viterbo; Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio; Sun Ray Italy; Taurus progetto sole; Tekno srl; Tuscany Energy Power; Unione degli Studenti; 4Sun.

Hanno inoltre partecipato: Filiberto Zaratti, assessore all’ambiente e alla cooperazione tra i popoli Regione Lazio; Alessandro Mazzoli, presidente Provincia di Viterbo; Salvatore Carai, Sindaco di Montalto di Castro; Paolo Perinelli, presidente Confagricoltura Lazio; Mario Pusceddu, presidente Agriturist Lazio; Roberto Della Seta, capogruppo Pd Commissione Ambiente Senato; Daniele Ciambella, Assessore Univ. Agraria Tarquinia; Giuseppe Nascetti, professore Univ La Tuscia; Alberto Volpi, Arcicaccia. In piazza anche i Sindaci dei Comuni denuclearizzati di Canepina, Maurizio Palozzi, Celleno, Marco Taschini, e Nepi, Franco Vita.



Roma, 31 Ottobre 2009

L’Ufficio Stampa Legambiente 339 3945428

giovedì 29 ottobre 2009

Nucleare? NO grazie!


Sabato 31 ottobre vi aspettiamo a Montalto di Castro per il no nuke day: una grande mobilitazione nazionale per dire NO al nucleare, No alle bugie atomiche del Governo. PARTECIPATE!

lunedì 26 ottobre 2009

Città italiane, più tartarughe che lepri.

Brusca battuta d’arresto nelle politiche per la sostenibilità urbana.
Lo dicono i dati della XVI edizione di Ecosistema Urbano, il Rapporto annuale di Legambiente, Sole 24 Ore e Ambiente Italia


Verbania vince la classifica della qualità ambientale davanti a Belluno e Parma . Male il Sud, malissimo la Sicilia: Catania è la maglia nera

E’ un’Italia più tartaruga che lepre quella delle città italiane, dove si registra una battuta d’arresto nelle politiche ambientali urbane e una scarsa agilità nello sfruttare le opportunità, anche economiche, offerte da una più attenta e lungimirante gestione dei rifiuti, della mobilità, dell’energia. E’ scarsamente attrattivo il trasporto pubblico (gli abitanti dei capoluoghi, in media, fanno solo un viaggio e mezzo a settimana su autobus, tram e metropolitane), le isole pedonali sono praticamente immutate da un anno all’altro (0,35 mq per abitante), le zone a traffico limitato si sono rimpicciolite (da 2,38 mq per abitante dello scorso anno ai 2,08 attuali), la congestione da quattroruote è identica (circa 64 auto ogni 100 abitanti), mentre sale solo dell’1% l’efficienza della depurazione (dall’88% all’89%), e il parametro migliore alla fine è quello della raccolta differenziata: un +2,79% che però lascia l’insieme delle città ferme al 27,19%, lontano, quindi, dal 50% che andrebbe assicurato entro il 2009.

In questo scenario statico spiccano le performance di Verbania, Belluno, Parma, Bolzano e Siena, che occupano i primi cinque posti della classifica, così come risaltano, stavolta in negativo, gli eco-risultati di Catania, Crotone, Agrigento, Frosinone Enna e Caltanissetta, adagiate sul fondo della graduatoria.


Questi in sintesi i risultati della XVI edizione di Ecosistema Urbano di Legambiente, rapporto annuale realizzato con la collaborazione scientifica di Ambiente Italia e il contributo editoriale de Il Sole 24 ore. Nelle ultime venti posizioni sono rappresentate ben otto regioni italiane, ma è la Sicilia la maglia nera: tutti e nove i capoluoghi di provincia sono, infatti, piazzati in fondo. Seguono Calabria e Lazio con tre città ognuna, poi con un capoluogo ciascuno Sardegna, Molise, Liguria, Lombardia e Campania con Napoli che si piazza 89ª (era 88ª lo scorso anno).



“Non investire nella sostenibilità urbana produce un doppio danno, sia locale che globale - ha sottolineato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – nelle città infatti si concentrano le più alte percentuali delle emissioni inquinanti, dei consumi energetici e degli spostamenti: migliorando l’ecosistema urbano, quindi, si offre un ambiente migliore agli abitanti e, nello stesso tempo, si contribuisce alla riduzione dei gas climalteranti che stanno facendo salire la temperatura del pianeta. Proprio dai centri urbani, anzi, in vista del vertice di Copenaghen, potrebbe partire una sfida in tre settori determinanti: edilizia, mobilità e inversione dell’effetto “isola di calore”. Tre ambiti dove le pubbliche amministrazioni e le imprese devono promuovere innovazione, sostenibilità, riduzione dei consumi e delle emissioni con il coinvolgimento della ricerca, degli urbanisti e, non ultimo, della gente comune, che già esprime questi nuovi bisogni ma, come testimonia anche quest’anno Ecosistema Urbano, troppo di rado trova risposte adeguate sul territorio”.

“Le città sono in sofferenza – ha aggiunto Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente – alle prese con numerosi problemi ambientali e una manutenzione che malagestione o risorse economiche sempre più risicate a disposizione delle amministrazioni locali rendono via via più problematica e carente Eppure proprio i centri urbani, che sono tra i principali attori di un modello di sviluppo non sostenibile, sono i luoghi che possono governare direttamente il trasporto pubblico e la mobilità, che possono regolare coi loro piani il come, il dove e la qualità del costruire, che possono gestire al meglio le risorse energetiche, il ciclo dei rifiuti e quello dell’acqua, ridurre le emissioni di gas climalteranti e contrastare i cambiamenti climatici. Queste opportunità sono tutte nelle mani dei sindaci. Dovrebbero solo amministrare un po’ più da formiche e un po’ meno da cicale”.


Catania, ultima in graduatoria, riassume quello che succede (o che non succede) in coda alla classifica. Il capoluogo etneo butta al vento il 50% dell’acqua potabile immessa in rete, depura un terzo dei suoi scarichi fognari, raccoglie in maniera differenziata il 3% della spazzatura, ha un alto tasso di motorizzazione, un mediocre trasporto pubblico, pochissime isole pedonali e scarse zone a traffico limitato.

Si ringrazia la Coldiretti


L’Ufficio Stampa Legambiente (06.86268353-79-60-76)

venerdì 23 ottobre 2009

Notizie dai circoli

IL CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DI DONNALUCATA PRESENTA UN CONTRIBUTO AL XV CONGRESSO ITALIANO DI ORNITOLOGIA.

Ulteriore importante iniziativa del Centro di Educazione Ambientale (CEA) di Donnalucata gestito dal Circolo Il Carrubo ONLUS. Il CEA è stata l'unica struttura di Legambiente a presentare un contributo al XV Convegno Italiano di Ornitologia tenutosi recentemente a Sabaudia (LT).
Il contributo, dal titolo 'Monitoraggio Uccelli Spiaggiati (M.U.S.) come occasione formativa e di indagine ambientale: un'esperienza in provincia di Ragusa', firmato dai biologi Antonino Duchi e Monica Giampiccolo (due 'storici' collaboratori del CEA), riporta i risultati ottenuti durante la partecipazione ad una campagna nazionale di monitoraggio delle coste, finalizzata a relazionare il grado di inquinamento e la presenza di uccelli acquatici. Il lavoro in provincia di Ragusa ha riguardato, unico caso in Italia, tutta la costa sabbiosa provinciale, circa 54 km,
ed ha permesso di evidenziare (anche grazie alla partecipazione di alcuni tirocinanti di un corso di formazione per tecnici del monitoraggio degli ambienti marini), oltre alle principali specie ornitiche presenti, tutti gli impatti ambientali insistenti sul territorio, spiaggia per spiaggia: in particolare presenza di petrolio e di rifiuti, cementificazione, erosione, ingresso di veicoli ed
animali domestici di qualunque tipo, scarichi abusivi...Il lavoro quindi rappresenta un momento fondamentale di valutazione dello stato ambientale delle spiagge iblee, utilizzabile anche per l'impostazione di un piano di REALE riqualificazione. Ma porta ancora alla volta alla luce un non adeguato funzionamento degli strumenti di tutela ed una insufficiente attenzione da parte degli Enti preposti.
Il CEA, frutto di una collaborazione tra Legambiente Il Carrubo ONLUS e Comune di Scicli si pone quindi nuovamente all'avanguardia come presidio tecnico-scientifico in materia ambientale in provincia di Ragusa
LEGAMBIENTE CIRCOLO IL CARRUBO ONLUS - RAGUSA

giovedì 22 ottobre 2009

Presentazione dei Piani di Interpretazione Ambientale delle 32 RNO siciliane


A fine Ottobre 2009 la presentazione dettagliata, in una quattro giorni, dei Piani di Interpretazione (PIA) del Sistema delle Riserve Naturali gestite dal Dipartimento Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana (23-26 Ottobre 2009).
Sicilia pioniera in tema di gestione delle aree naturali protette. Sono stati, infatti, ultimati i Piani di Interpretazione del sistema e delle 32 Riserve Naturali (RNO) gestite dal Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali che fanno della Regione siciliana la prima ad essersi dotata di tale innovativo strumento con riferimento ad un intero sistema.
Uno strumento non solo di organizzazione interna, ma anche e soprattutto di programmazione di tutte quelle che sono le attività gestionali e di fruizione di queste splendide perle naturalistiche.
Uno straordinario mezzo di comunicazione, finalizzato alla trasmissione di un’immagine coordinata ed organica di questo sistema di Riserve, nonché dello stesso Ente Gestore.
Realizzato dal Dipartimento Azienda Foreste in collaborazione con l’Associazione Italiana Interpreti Naturalistici Educatori Ambientali (INEA), questo lavoro fa seguito al Piano di Interpretazione della Riserva Naturale Isola di Pantelleria, che fu nel 2000 il primo piano di interpretazione prodotto in Italia.
Durante le quattro giornate che definiscono temporalmente questo evento verranno presentati al pubblico e agli addetti ai lavori i Piani redatti dall’INEA e, grazie alla partecipazione di specialisti del settore di rilevanza nazionale e internazionale, verranno presentati metodi e applicazioni riguardanti la disciplina dell’interpretazione ambientale.

È questa quindi un’importante occasione per gli operatori di settore che parteciperanno ai seminari, di condivisione delle metodologie ed applicazioni, fortemente voluta dal Dipartimento Azienda per mettere a confronto le scuole di pensiero sull’interpretazione ambientale più rappresentative.

Nuove case, mega centri commerciali e uffici realizzati con procedure speciali e soldi pubblici.

Ecco i veri obiettivi della Legge sugli Stadi.
Legambiente: “Un’ipocrisia parlare di europei di calcio e di miglioramento degli impianti.
Al via la più grande speculazione urbanistica nelle città italiane dal Dopoguerra”


E’ passata al Senato in modo stranamente silenzioso e riservato, aggirando così anche le potenziali modifiche delle Commissioni e dell’Aula, e si appresta ora ad approdare alla Camera come se fosse un disegno di legge ad hoc per gli stadi. Ma la verità è un’altra. Si tratta di un provvedimento dalla portata dirompente, che può dare il via a incredibili speculazioni immobiliari che nulla hanno a che fare con il calcio.

Delle “Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale”, si è parlato oggi a Roma, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sala stampa della Camera dei Deputati e alla quale hanno preso parte Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente, Lorenzo Parlati, presidente Legambiente Lazio, Edoardo Zanchini, responsabile urbanistica dell’associazione e i parlamentari Roberto Della Seta, capogruppo Commissione Ambiente del Senato, Fabio Granata, vice presidente Commissione Antimafia e Ermete Realacci, responsabile Ambiente del Partito Democratico.

“In questo disegno di Legge - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza - non ci si occupa principalmente degli stadi come non ci si preoccupa delle reali esigenze dei tifosi. E’ evidente che con la scusa degli Europei di calcio, si stanno facendo passare scelte in cui a pesare sono soprattutto interessi immobiliari di tipo speculativo che devono essere fermati. Si parla di “complessi multifunzionali”, di provvedimenti speciali per semplificare le procedure di realizzazione saltando i controlli, di contributi pubblici a vantaggio di pochi privati, di possibili interventi in tutte le città, a prescindere dalle candidature. Tutte questioni evidentemente lontane dallo sport e dai progetti realizzati nel resto d’Europa”.

Nello specifico, risulta inquietante il fatto che questa legge sia stata approvata dalla Commissione Cultura del Senato, con voto all’unanimità da parte di tutti i gruppi parlamentari ed evitando il passaggio in Aula, pur trattandosi di un testo dai contenuti sicuramente difformi dalla normativa urbanistica vigente, e ben più inerenti ai temi propri delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici che a quelli della Cultura.

Ma vediamo le varie stranezze punto per punto:

nelle definizioni all’articolo 2, il disegno di Legge chiarisce bene come gli interventi possibili siano di due tipi: quelli per costruire o ristrutturare complessi sportivi per renderli moderni, funzionali e attrezzarli con attività commerciali e culturali con musei delle squadre e tutto quello che oggi già vediamo negli impianti più moderni in Europa, e quelli che invece riguardano i cosiddetti “complessi multifunzionali”, vera invenzione del provvedimento, per cui insieme allo stadio si può costruire anche un nuovo quartiere, con attività commerciali, ricettive, di svago, culturali e di servizio, insediamenti residenziali o direzionali, da realizzarsi addirittura in aree non contigue allo stadio.

Ma chi può realizzare tali imprese? La società sportiva, una società di capitali dalla stessa controllata e perfino “soggetti pubblici o privati che al fine di effettuare investimenti sullo stadio o sul complesso multifunzionale, stipulino un accordo con la medesima società sportiva per la cessione alla stessa del complesso multifunzionale o del solo stadio”.

E tutto ciò con procedure davvero speciali: basta infatti presentare uno studio di fattibilità finanziario e ambientale per avviare l’approvazione del progetto; entro 60 giorni il Sindaco promuove un accordo di programma per approvare le necessarie varianti urbanistiche e addirittura per conseguire “l’effetto di dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità e urgenza”, come se si trattasse di opere pubbliche, e il tutto da chiudersi entro 6 mesi. Ciò significa che ad alcuni soggetti privilegiati, i proprietari di squadre di calcio, è concesso qualcosa che a tutti gli altri cittadini è vietato perché va contro la Legge e l’interesse generale, e cioè scegliere, con il beneplacito del Comune e in accordo con altri proprietari di aree, di trasformare in edificabili aree che non lo sono, generando così un enorme guadagno che nulla ha a che fare con l’attività calcistica.

E per facilitare il tutto, sono previsti persino soldi pubblici, non solo per gli stadi ma persino per i “complessi multifunzionali”, per le case e gli uffici privati di quei pochi fortunati, attraverso un “piano triennale di intervento straordinario” che prevede la concessione di “contributi destinati all’abbattimento degli interessi sul conto capitale degli investimenti” (articolo 6) e potendo accedere alle agevolazioni e ai fondi erogati dall’Istituto per il Credito sportivo (articolo 7).

Interessi privati con procedure speciali. Per Legambiente la forzatura prevista nel disegno di Legge è a dir poco clamorosa. Ci troviamo di fronte ad una Legge ad personam, in questo caso legate al mondo del calcio a cui è concesso un potere che mai nell’ordinamento italiano è stato introdotto per alcun intervento urbanistico o edilizio, nemmeno per interventi di Protezione Civile. Anche per i Mondiali di calcio del 1990, si utilizzarono procedure speciali per gli interventi e alla fine la spesa fu molto superiore a quanto preventivato, molte attrezzature non furono realizzate e comunque la qualità generale si rivelò scadente. Eppure, quella vicenda rappresenta una barzelletta confronto a quanto potrebbe succedere con questo disegno di Legge.

Ristrutturare uno stadio e trasformare una parte di città con una semplice DIA? Assurdo? No, no: è previsto (articolo 6, comma 5) che “le opere di ristrutturazione degli stadi e di trasformazione in complessi multifunzionali” se conformi alle destinazioni d’uso previste dal Comune nell’accordo con il soggetto proponente possono essere realizzate con una semplice “denuncia di inizio attività”. Quella DIA, utilizzata normalmente per opere interne alle abitazioni o interventi chiaramente definiti dalla pianificazione vigente in cui il progettista autocertifica il rispetto delle norme. In questo caso però si userebbe per ristrutturare stadi di 40-50mila posti a sedere, costruire case e uffici. Con l’autocertificare del progettista. E la sicurezza? Quale paese civile, tanto più con caratteristiche di forte dissesto idrogeologico, potrebbe autorizzare una simile norma che mette a seriamente a rischio l’incolumità dei cittadini?

Allo stadio, ma solo con mezzi propri. Un tema centrale in tutti i progetti di stadi costruiti o ristrutturati in Europa in questi anni è quello dell’accessibilità tramite trasporto pubblico, in particolare metropolitane, in modo da consentire il flusso regolato di decine di migliaia di persone. Purtroppo questo tema è ignorato dal “nostro” disegno di Legge che tra i criteri a cui i progetti devono attenersi (articolo 5) cita l’equilibrio economico e finanziario, le migliori condizioni di visibilità, locali da adibire a palestre e funzioni commerciali e sociali, la massima sicurezza (però autocertificata con la DIA), la previsione di box o palchi per seguire le manifestazioni da posizione privilegiata, l’adattabilità alle riprese televisive, un sistema di telecamere a circuito chiuso… Nessun riferimento all’accessibilità su mezzi pubblici, con totale spregio delle conseguenze in termini di traffico e inquinamento per le aree urbane in cui sono previsti e togliendo ai tifosi italiani un diritto che vale in tutte le altre città europee e non solo.

Gli Europei di calcio con questo provvedimento c’entrano poco o nulla. Ci si aspetterebbe infatti, che il disegno di Legge fosse diretto a facilitare l’adeguamento degli impianti nelle città candidate a ospitare le partite. Invece no, possono usufruire di queste procedure tutti gli stadi da costruire o ristrutturare “di almeno 10.000 posti a sedere allo scoperto e 7.500 posti a sedere al coperto”. Quindi tutte le Società di Seria A e B possono candidarsi a realizzare uno o più interventi.

Altro che stadio del Bayern Monaco. Uno degli aspetti più incredibili del dibattito attualmente in corso nelle città italiane sugli stadi è il continuo riferimento alle esperienze di successo delle altre squadre europee e agli introiti resi possibili dalla costruzione di nuovi stadi. In particolare, ci si riferisce spesso allo stadio del Bayern Monaco. Peccato che quella vicenda appaia lontana anni luce da questo disegno di Legge e dalle proposte in discussione nelle città italiane. L’Allianz Arena infatti, inaugurato nel 2005, è considerato un autentico gioiello di architettura e uno degli stadi più comodi e funzionali al mondo. L’iter per la realizzazione è cominciato nel 1997 quando il Consiglio di amministrazione della FC Bayern Monaco decise di realizzare un nuovo stadio. La proposta aprì una discussione politica sulla necessità di realizzare un nuovo stadio dedicato al calcio nella città. Il Consiglio comunale deliberò di approfondire la questione e furono fissati i criteri per la scelta delle aree. Nel frattempo, le due società di calcio di Monaco (FC Bayern e TSV 1860) si consorziarono per la costruzione e gestione del nuovo stadio. Nel 2001, tra le cinque aree individuate come più adatte venne scelta l’area di Frottmaning, più idonea per l’accessibilità su ferro (la distanza tra l’ingresso dello stadio e la stazione metro è di 500 metri) e l’immediata vicinanza all’autostrada. A quel punto, venne indetto un referendum tra i cittadini dove prevalse, con il 65% dei voti, una maggioranza favorevole alla realizzazione. Quindi venne bandito un concorso di architettura vinto dallo studio svizzero Herzog and DeMeuron. Nel 2002, terminata la fase di adeguamento della pianificazione urbanistica comunale e regionale, iniziarono i lavori che terminarono nel 2005. Le altre attività presenti nell’impianto sono di ristorazione e il merchandising delle squadre. Nessun altro intervento è stato realizzato, né è stata prevista altra destinazione d’uso. L’area complessivamente occupata dall'intervento (svincoli, parcheggi e stazione della metro compresi) è di 14 ettari. E’ utile ricordare quindi che i progetti in discussione a Roma per gli stadi e i “complessi multifunzionali” proposti da Roma e Lazio riguarderebbero rispettivamente 150 e 600 ettari.

“Come si evince da questo documento – ha concluso Cogliati Dezza - tutto ciò c’entra pochissimo con il calcio e con i tifosi. L’obiettivo è ben altro che quello di migliorare la funzionalità degli stadi italiani. L’effetto reale di un tale disegno di Legge sul nostro Paese sarebbe pesantissimo: intere città ne risulterebbero sfigurate a totale vantaggio di alcuni speculatori immobiliari e delle società proprietarie delle squadre di calcio. Se a Roma, come a Firenze o Milano occorre ristrutturare gli impianti sportivi, occorre trovare il modo di procedere in modo trasparente e corretto, come avviene in tutti gli altri Paesi europei e non solo”.
www.legambiente.eu

martedì 20 ottobre 2009

Premio “BioAlimenta il domani” 2009


10 classi premiate per progetti sull’alimentazione biologica, sana e buona per l’uomo e l’ambiente

Tra le premiate anche 3 classi siciliane


Oltre 2000 classi di diverse zone d’Italia con un unico e prezioso obiettivo: diffondere in maniera creativa e incisiva la cultura del cibo sano tra i giovani e le pratiche di un’alimentazione corretta e sostenibile. E’ con queste finalità che il progetto BioAlimenta il domani, promosso da Legambiente e Rigoni di Asiago, ha attribuito quest’anno il premio della seconda edizione a dieci istituti scolastici che si sono distinti per i lavori sviluppati attorno al tema 2008/2009: “Un frutto biologico tutto salute per l’ambiente e per l’uomo”.
Tra le tantissime scuole che hanno risposto all’iniziativa sono tre le vincitrici che si sono aggiudicate una vacanza studio di tre giorni ad Asiago. La classe 2A dell’Istituto Comprensivo A. Moro di Campagna Lupia (VE), che con il progetto dal titolo “Benvenuti a tavola” ha attivato un percorso educativo interdisciplinare e partecipativo, avvalendosi della collaborazione attiva degli studenti in tutte le fasi di realizzazione. Le classi 1A, 1C e 2C dell’Istituto comprensivo B. Lorenzi di Fumane (VR), premiate per il lavoro “Bio?...Si!” che ha dato un importante contributo alla crescita e alla formazione di cittadini responsabili, attraverso il cambiamento degli stili di vita, coinvolgendo diversi soggetti sul territorio; le classi 2E, 1F e 2H dell’Istituto Comprensivo A. Bonsignore di Licata (AG) che hanno realizzato il progetto “In forma e allenati” per sviluppare negli studenti la capacità di prendere decisioni coscienti sulla propria salute attraverso l’analisi delle proprie abitudini alimentari e del rapporto con il cibo. Agli studenti dei tre Istituti, impegnati in primo piano per realizzare progetti belli e fantasiosi, verrà dunque offerto un soggiorno di 3 giorni nel bellissimo scenario dell’altopiano di Asiago, per visitare l’Osservatorio astronomico dove è conservato il famoso cannocchiale di Galileo e conoscere i luoghi famosi delle battaglie della I guerra mondiale, passeggiare lungo le malghe alpine e gustare, ovviamente, i prodotti delle aziende di agricoltura biologica locali. Alle classi degli altri sette istituti che hanno partecipato al concorso con buoni risultati, verranno invece consegnate le t-shirt personalizzate “BioAlimenta il domani” e un kit di prodotti Rigoni di Asiago.
“La massiccia adesione al concorso – afferma Vanessa Pallucchi, responsabile del settore scuola di Legambiente – rappresenta un’ulteriore conferma della crescita di interesse verso la salute, il cibo e la sostenibilità dell’ambiente. Che il biologico sia strettamente legato a questi temi è, infatti, ormai assodato: nei prodotti bio molti consumatori riconoscono alimenti sicuri e salubri grazie all’assenza di residui chimici e alle caratteristiche tipiche di genuinità e stagionalità”.
E proprio alla rilevanza del biologico come importante valore per il domani è connesso il tema promosso per la terza edizione di “BioAlimenta il domani” per l’anno scolastico 2009/2010 “Un futuro di coltura dedicata all’ambiente” che mette gli studenti a confronto con una visione globale e sociale legata all’agricoltura, all’ambiente e all’equità sociale rispetto alla distribuzione delle risorse alimentari. Agli insegnanti verrà offerto un percorso educativo utile per affrontare temi quali le nuove frontiere della coltura agricola nello scenario dei cambiamenti climatici, la legislazione italiana ed internazionale sul tema del biologico, la distribuzione delle risorse alimentari. Tra le classi che aderiranno entro il 31 dicembre, “BioAlimenta il domani” premierà la realizzazione dei migliori orti scolastici.
“I lavori premiati sono davvero eccellenti - commenta Andrea Rigoni, amministratore delegato della Rigoni di Asiago - ma tutti i progetti presentati erano di qualità, a dimostrazione della sensibilità crescente che il tema del biologico cattura. E’ importante, inoltre, che questa sensibilizzazione arrivi dai più giovani, perché il cambiamento passa inevitabilmente dalle loro teste. Il pianeta così non ha futuro. Bisogna rivedere il nostro rapporto con la vita quotidiana e, soprattutto, bisogna tutelare l’ambiente che ci circonda. Un passo importante di questo cambio di generazione passa dall’agricoltura biologica, che significa salvaguardare la natura e la nostra salute, attraverso un’alimentazione corretta. I tre istituti premiati avranno la fortuna di venire da noi ad Asiago. Vedranno cos’è un ambiente naturale a dimensione di uomo. Capiranno che il loro futuro sarà assicurato solo se paradisi naturali come quelli dell’Altopiano di Asiago verranno preservati. E se l’agricoltura biologica prenderà sempre più piede”.

Vincono il soggiorno-studio ad Asiago:
la classe 2A dell’Istituto Comprensivo A. Moro di Campagna Lupia (VE)
le classi 1A, 1C e 2C dell’Istituto comprensivo B. Lorenzi di Fumane (VR)
le classi 2E, 1F e 2H dell’ Istituto Comprensivo A. Bonsignore di Licata (AG)

Vincono una t-shirt e un kit Rigoni di Asiago:
la classe 1B della Scuola secondaria di primo grado A. Giuriolo di Arzignano (VI)
le classi 1B e 2B dell’Istituto Comprensivo A. Vanvitelli di Airola (BN)
le classi 3C e 3C dell’Istituto Comprensivo N° 3 di Messina,
le classi 2A, 2B e 2C dell’Istituto Comprensivo di Crespano del Grappa (TV)
tre classi 2° della Scuola media B. Alfieri – Sez. Associata Pancalieri di Carignano (TO)
la classe 2D della Scuola secondaria di primo grado N. Festa di Matera
le classi 1A, 1B, 1B e 2A dell’Istituto Comprensivo S. Satta di Orgosolo (NU).



Ufficio stampa Legambiente: 0686268360-53

lunedì 19 ottobre 2009

Presentato il progetto ENERGIE NUOVE - conferenza stampa a Palermo

Fotovoltaico, solare termico e risparmio energetico tanti modi per rendere sostenibili i consumi
Attivati gli sportelli energia nelle 9 province siciliane. Per Enna saranno in funzione a Piazza Armerina e Troina

Si è svolta a Palermo, presso la sede di Legambiente Sicilia, la conferenza stampa del progetto "Energie nuove" che mette in rete i circoli Legambiente delle 9 province siciliane che si sono resi disponibili ad attivare specifici sportelli informativi.
A Piazza Armerina il progetto sarà coordinato dal Circolo Piazzambiente di Legambiente.
La Sicilia è tra le regioni a più alto potenziale di installazione del fotovoltaico: un impianto da 1 Kwp può produrre 1.500 Kwh/KWp. Eppure nel 2008 è appena al 4,9 per cento per il numero di impianti fotovoltaici e al 4,1 per cento per la potenza installata. Un paradosso che vede, invece. ai primi posti la Lombardia e l'Emilia Romagna che esprimono da sole il 27 per cento del totale nazionale degli impianti e più del 20 per cento della potenza installata.
Un dato significativo reso noto, questa mattina, da Legambiente Sicilia durante la conferenza stampa di presentazione del progetto “Energie Nuove, fotovoltaico,
solare termico e risparmio energetico: tanti modi per rendere sostenibili i consumi”. Un progetto, realizzato nell'ambito del programma generale di intervento 2009 della Regione Siciliana con l'utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo economico, che ha come obiettivo la realizzazione di campagne di sensibilizzazione,
comunicazione e informazione sulle opportunità legate alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico grazie anche all'apertura di dieci “Ecosportelli” nelle nove province siciliane e alla realizzazione del sito internet www.ecosportellosicilia.it.
“Il progetto mira a realizzare seminari, convegni tematici e campagne informative per la promozione delle fonti di energia rinnovabili – ha spiegato Tommaso Castronovo, coordinatore regionale del progetto -. Ma non solo. La nostra
associazione si impegnerà anche a promuovere i Gas (gruppi di acquisto solare): più famiglie che si metto insieme con il comune interesse di installare tecnologie di efficienza energetica per risparmiare non solo dal punto di vista energetico ma anche da quello economico”.
Sono veramente pochi, per esempio, i cittadini che sanno di poter usufruire delle detrazioni fiscali per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica di edifici esistenti. Detrazioni dalle imposte sui redditi irpef o ires che arrivano a coprire il 55 per cento delle spese sostenute. Eppure i dati al 2007 dimostrano una netta disomogeneità territoriale. Ancora una volta la Lombardia
è al regione con la più alta percentuale di domande presentate ben il 19 per cento. Calabria, Sicilia, Campania e Puglia si fermano solo all' 1-2 per cento.
“Oggi , invece, c'è un forte incontro di interessi tra economia globale e fonti rinnovabili – ha sottolineato Fabrizio Nardo, responsabile scientifico di Legambiente
Sicilia – E' importante far capire a governi, amministrazioni e cittadini che è fortemente antieconomico puntare ancora sulle fonti fossili, per non parlare poi del
danno ambientale. Al primo ottobre 2009 la produzione fotovoltaica in Sicilia è stata di 25769 Kw di potenza installata che si è tradotta in 20641 tonnellate di Co2
evitate in un anno”.
10 i circoli Legambiente che metteranno in atto il progetto: Agrigento, Caltanissetta, Mazara, Messina, Palermo, Piazza Armerina, Ragusa, Siracusa, Troina.