martedì 11 agosto 2009

Legambiente e Libera premiano la lotta alle ecomafie

A Festambiente V edizione del Premio Ambiente e Legalità
13 PERSONALITA’ IMPEGNATE NELLA LOTTA ALLE ECOMAFIE
3 I SICILIANI CHE HANNO RICEVUTO IL PREMIO

Dal magistrato al comune cittadino, dalle cooperative ai giornalisti e, naturalmente, tanti rappresentanti della Forze dell’Ordine: sono tredici i paladini dell’ambiente che si sono distinti per l’impegno nella lotta all’ecomafia, premiati oggi pomeriggio da Legambiente e Libera nel corso della V edizione del Premio Ambiente e Legalità a Festambiente, il festival di Legambiente a Rispescia (Gr) fino al 16 agosto. Nell’ambito della giornata della Legalità di Libera alla presenza di Luigi Ciotti, presidente di Libera e Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente hanno ricevuto il premio per aver combattuto, ognuno nel proprio ambito, con professionalità, coraggio e passione il crimine ambientale, una delle piaghe che deturpa il territorio italiano, mettendo anche a rischio la salute dei cittadini.

“Le ecomafie gestiscono nel nostro Paese una vero e proprio sistema eco-criminale, estremamente flessibile e diversificato, al quale dobbiamo contrapporne uno legale ed eco-sostenibile - commenta Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente -. E' questa la parte dell’Italia che oggi si vuole premiare con il Premio Ambiente e Legalità per rendere merito agli uomini e alle donne che hanno coniugato impegno, passione e professionalità nella lotta contro un sistema criminale integrato, pervasivo e difficile da arginare. Sfruttare le risorse ambientali per fini criminali sta diventando ormai una costante: solo nel 2008 secondo Legambiente il giro d'affari complessivo delle ecomafie ha raggiunto la cifra imponente di 20 miliardi di euro, un miliardo e mezzo in più (7,3%) rispetto al 2007 e corrispondente a circa un quinto degli affari delle mafie. Proprio per questo - ha concluso Fontana - è importante ribadire ancora l’urgente necessità di introdurre i delitti contro l’ambiente nel nostro Codice penale per punire in maniera congrua chi avvelena l’aria che respiriamo, inquina l’acqua, saccheggia il territorio, minaccia la nostra salute e penalizza le imprese pulite”.

A ricevere il V Premio Ambiente e Legalità sono stati, dunque, Giuseppe Linares, Capo della Squadra mobile di Trapani per il coraggioso impegno nella lotta alla Mafia. Giuseppe Linares, infatti, si è esposto in prima persona coordinando l'inchiesta che ha portato al sequestro del complesso aziendale che faceva capo alla Calcestruzzi Mazara Spa, azienda della famiglia Agate, vertice indiscusso di cosa nostra mazarese e potente alleata del capo mafia Matteo Messina Denaro. Premio anche alla Cooperativa pugliese “Terra di Puglia” che ha riproposto in questa regione l'esperienza di “Libera Terra” nei terreni confiscati ai boss della Sacra Corona Unita, rilanciando un nuovo modello di consumo responsabile e dando un esempio importante per lo sviluppo e l'occupazione in Italia e nel Sud. Ed è sempre per l'impegno nell'antimafia, in modo particolare nella lotta all'abusivismo edilizio in Campania, che il premio viene assegnato ad Aldo De Chiara, magistrato della procura di Napoli. Con l'avvio di un piano di demolizioni nell'isola di Ischia, De Chiara ha posto in essere una necessaria premessa per riaffermare la legalità in un territorio da troppo tempo sfregiato dal ciclo illegale del cemento. Nell'ambito dell'edilizia si è contraddistinta anche la Cooperitiva Calcestruzzi Ericina Libera di Trapani che si è distinta per la straordinaria iniziativa di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla mafia ed applicazione di una moderna tecnologia per il riciclo di inerti. Un'iniziativa dal duplice merito: la piena affermazione della legalità e il rispetto dell'ambiente in un territorio violato senza pena dai clan della mafia. Tanti i premiati anche nelle forze dell'ordine. Criminalità ambientale e traffico illecito dei rifiuti sono, infatti, al centro del lavoro del Comando regionale Puglia della Guardia di finanza, di cui ritira il premio il Tenente Colonnello Amedeo Antonucci. Il servizio del Comando ha portato in questi anni ottimi risultati in una regione particolarmente esposta alle pressioni ecomafiose. A Giovanni Caturano, Maggiore dell'Arma dei Carabinieri - Comandante del Gruppo tutela ambiente di Napoli e Responsabile Noe per il Sud d'Italia andrà il premio per il prezioso lavoro svolto dal Noe del Sud contro i traffici illeciti di rifiuti. Una lotta, quella contro i traffici illeciti, per cui viene premiato anche Ugo Mereu, Dirigente superiore del Corpo forestale della Stato, costantemente impegnato contro pericolose organizzazioni dedite a questo genere di illegalità. Ma non solo. Il Corpo Forestale dello Stato verrà premiato anche per le iniziative rivolte ai giovani dei quartieri più degradati e a rischio di Palermo, sensibilizzati attraverso lo sport “sostenibile” e per le attività a servizio della Procura di Palermo nelle inchieste su traffici di specie animali protette, per cui ritirerà il premio l'agente scelto Rachid Berradi. A Giusi Nicolini, direttore della Riserva Naturale Orientata dell’Isola di Lampedusa verrà assegnato il premio per l’instancabile attività, svolta con impegno e passione, in difesa dell’ambiente e della legalità in Sicilia e in particolare nell’isola di Lampedusa. E poi ancora al Comandante della Polizia locale di Milano, Nazzareno Giovannelli, per l’operazione denominata Star Wars che ha colpito un imponente traffico illecito di rifiuti in Brianza gestito dalla criminalità organizzata calabrese. Un risultato investigativo straordinario nella lotta all’ecomafia che prova l’interesse della ‘ndrangheta nel ciclo illegale dei rifiuti nelle aree del Nord Italia. Si torna al Nord per il premio a Vittorio Alessandro, Comandante della Capitaneria di Porto de La Spezia, per il costante impegno a favore della legalità e per la preziosa attività rivolta alla salvaguardia dell’ambiente marino e costiero. E’ stato tra i primi animatori del Ram (Reparto Ambientale Marino), l’organismo delle Capitanerie di Porto presso il Ministero dell’Ambiente con compiti di vigilanza in particolare nelle aree marine protette. Cambio di titoli ma non di intenti per il premio a Luciano Scalettari, giornalista di Famiglia Cristiana, per il prezioso lavoro, come giornalista e volontario, nella ricerca della verità sulla vicenda dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e in numerose altre inchieste sui traffici internazionali di rifiuti tossici. All'architetto della Soprintendenza di Salerno, Nora Scirè, il premio per il tenace – e spesso solitario – lavoro a difesa del territorio della provincia di Salerno contro le aggressione dell’abusivismo edilizio, soprattutto nelle aree di maggior pregio ambientale. Giornalismo impegnato anche quello di Irene Benassi, inviata della trasmissione “Sabato, Domenica e... ” di Rai1, premiata per l’impegno e la professionalità a favore dell’ambiente e della sua tutela, espresso con numerosi servizi di inchiesta e di denuncia degrado e di illegalità ambientale.

domenica 9 agosto 2009

Cronache NO PONTE dell'8 agosto 2009



Una straordinaria manifestazione No Ponte partecipata da 8000 persone ha percorso oggi le strade di Messina. Al corteo hanno preso parte delegazioni da tutta la Sicilia e la Calabria, con presenze anche da altre città. Nel corso del comizio finale sono intervenuti circa 30 rappresentanti delle varie realtà presenti. In questi mesi di preparazione del corteo qualcuno ci aveva consigliato di lasciar perdere, di non rischiare, perché il periodo non era adatto, perché il clima politico non era adatto, perché era difficile confrontarsi con la straordinaria manifestazione del 22 gennaio 2006. Come se il successo di quella iniziativa potesse essere un’ipoteca per le mobilitazioni successive. Ma evidentemente abbiamo avuto ragione ad insistere, perché coglievamo sul territorio ed, in generale, nel movimento la necessità di ridare voce e corpo ad una istanza, quella contro il ponte, che è anche il simbolo di tutte le lotte contro le devastazioni territoriali. Il ponte sullo Stretto è un disastro economico e sociale prima ancora che ambientale e paesaggistico. Produce danni anche oggi che i cantieri non sono stati ancora avviati in quanto copre il vuoto di qualsiasi politica che pensi al futuro del nostro territorio e del Sud in generale. Per questo la nostra lotta è diventata vertenziale. Non è più solo un No. Noi vogliamo che le risorse pubbliche preventivate per il ponte vengano spese per la messa in sicurezza sismica delle nostre abitazioni, per il riassetto idrogeologico del territorio, per il potenziamento del trasporto pubblico nello Stretto. Per questi motivi siamo in piazza oggi in questo atto che è un nuovo inizio del movimento. Lavoreremo fino alla fine perché la scelta dell’avvio dei lavori rientri ma se dovessero dare il via alla cantierizzazione noi saremo lì per contrastarli. Questa grande manifestazione ci dice che possiamo fermarli. E lo faremo. Rete No Ponte www.retenoponte.it