sabato 17 ottobre 2009

Tesseramento 2010 - Prenota la tua tessera


Una passione lunga 30 anni

Da 30 anni Legambiente difende con passione e competenza le ragioni dell'ambiente. Giorno dopo giorno spieghiamo con dati scientifici i motivi che sono alla base delle nostre posizioni, convinti che con l'informazione e col dialogo possiamo, costruire, insieme, un mondo migliore. E se dopo 30 anni siamo ancora qui, è grazie anche a chi ci ha sostenuto e accompagnato in questo percorso.
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venerdì 16 ottobre 2009

Navi dei veleni: Operazione trasparenza

Legambiente scrive al Ministro Prestigiacomo: “Un gruppo di osservatori indipendenti a bordo della nave della Saipem per seguire le operazioni di monitoraggio del relitto a largo di Cetraro”

Legambiente ha accolto molto positivamente la notizia dell’incarico dato alla società Saipem, da parte del Ministero dell’Ambiente, di avviare un monitoraggio sul relitto ritrovato a largo di Cetraro, per verificare la sua identità, accertare la natura del carico nella stiva e aprire una nuova stagione di verità sulla nota vicenda delle navi dei veleni. E per questo, ha scritto oggi al Ministro Prestigiacomo, chiedendo, in nome della trasparenza, di costituire un gruppo di osservatori indipendenti, selezionati tra le associazioni ambientaliste e tutti gli enti e gli attori che sin dagli anni Novanta hanno seguito le indagini sulle “navi a perdere”, che possano supervisionare direttamente le operazioni della nave Saipem, così come è prassi usuale in molte situazioni analoghe.

“Negli ultimi vent’anni - si legge nella lettera al Ministro - le associazioni ambientaliste italiane, e tra queste Legambiente, hanno giocato un ruolo importante sulla navi che sarebbero state affondate dolosamente nel Mediterraneo, dando un contributo anche sul fronte della ricerca della verità con l’elaborazione di documenti e dossier circostanziati, che sono stati in più occasioni strumento utile per la magistratura e le Commissioni parlamentari d’inchiesta”. Legambiente, oltre ad aver presentato il primo esposto nel marzo 1994 alla Pretura di Reggio Calabria facendo partire l’indagine che ha poi svelato il coinvolgimento dell’Italia nel traffico internazionale di rifiuti anche via mare, è stata anche parte in causa in diversi procedimenti giudiziari su queste vicende.

“C’è grande attesa nell’opinione pubblica e nei media per gli esiti delle operazioni di monitoraggio a cura della nave Saipem che starebbero per partire – ha dichiarato il vicepresidente nazionale di Legambiente Sebastiano Venneri -. Riteniamo quindi che un simile intervento si debba caratterizzare anche per una grande operazione di trasparenza che si deve concretizzare mediante la costituzione di un gruppo di osservatori, composto da tecnici qualificati proposti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, da ricercatori del settore e da rappresentanti di associazioni ambientaliste, che possano supervisionare le operazioni della nave Saipem, così come è prassi usuale in molte situazioni analoghe. Sarebbe un segnale di discontinuità rispetto a una vicenda che è stata contrassegnata, nel corso di questi anni, da silenzi, coperture e omissioni rispetto alle quali è necessario voltare pagina, nel rispetto della salute dei cittadini, dell’ambiente e del nostro Paese”.

giovedì 15 ottobre 2009

“Il governo smetta di fare teatrino sul Ponte”

“Sulla prossima realizzazione del Ponte sullo Stretto, quello che il Governo continua a sostenere è uno spettacolare teatrino”. Così Legambiente interviene a commento delle parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli: “A Dicembre non verrà inaugurato il cantiere del Ponte sullo Stretto, anche perchè non esiste ancora né un progetto definitivo né un piano finanziario al riguardo. Il presidente del Consiglio Berlusconi potrà sì mettere la prima pietra ma solo di una linea ferroviaria progettata e pagata (30 milioni di euro) dalle Ferrovie dello Stato in località Cannitello. E’ questa l’unica certezza. insieme al fatto che sono stati immobilizzati dal Cipe 1,3 miliardi per il progetto del Ponte quando interventi ben più urgenti in quella parte d'Italia sono rinviati. A partire dalla messa in sicurezza del territorio fino al raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina”.

“Sarebbe urgente chiarire – continua Legambiente - da dove si pensa di poter recuperare la cifra mancante per la realizzazione della mega opera e smetterla con gli annunci. Nello specifico chiarire da dove si prenderanno i fondi che mancano all'appello per far partire l'opera: 1,5 miliardi di fondi pubblici e soprattutto 3,5 miliardi di fondi privati di cui oramai non si sente neanche più parlare visto anche il periodo di recessione internazionale e le difficoltà delle banche”. Legambiente lancia un allarme, il Governo in queste settimane attraverso il Commissario Ciucci si è occupato di firmare gli accordi con il General Contractor: “non vorremmo che ci si trovasse, tra qualche tempo, con delle clausole nel contratto tali per cui tornare indietro diventerà di fatto impossibile anche nel caso di assenza di risorse private”.

www.legambiente.eu

Discariche e abusivismo a Lampedusa. L’Ente Gestore della Riserva smentisce

STRUMENTALI E INCONSISTENTI, MA LESIVE DELL’IMMAGINE DELLA RISERVA, LE AFFERMAZIONI DEL CAPO DELL’UFFICIO TECNICO DEL COMUNE DI LAMPEDUSA ING. GABRIELE.

Diffuse foto patacca che non riguardano la riserva.
Nella Riserva Naturale di Lampedusa non esistono discariche di rifiuti, e le pochissime costruzioni esistenti nel margine orientale della Riserva sono tutte preesistenti all’istituzione dell’area naturale protetta.
“Tutte, tranne due costruzioni – dichiara Giusi Nicolini, direttore della Riserva Naturale gestita da Legambiente – realizzate nel 2004 proprio da un congiunto di un assessore comunale in carica sino a pochi giorni fa, di cui l’Ufficio Tecnico Comunale, diretto ormai da quasi un anno dall’Ing. Gabriele, è perfettamente a conoscenza da tempo”.
I due immobili sono stati eseguiti in assenza di concessione edilizia e delle preventive autorizzazioni di legge e denunciati dalla Direzione della Riserva nel luglio del 2004 e nel maggio del 2005 ed oggetto di violazione dei sigilli.
A seguito di quest’ultimo evento – continua Giusi Nicolini - la madre dell’assessore dovette scontare alcuni mesi di arresti domiciliari e la sottoscritta venne accusata in pubblico comizio di mandare in carcere delle vecchiette.
Nel 2009 l’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, su conforme parere dell’Ente
gestore della Riserva, ha sancito definitivamente che le opere non sono sanabili. Non
siamo a conoscenza degli atti conseguenti che avrebbe dovuto adottare l’Amministrazione Comunale.
“Per quanti non conoscano Lampedusa e la Riserva Naturale – continua Nicolini - vale la pena aggiungere che, dopo la demolizione degli scheletri del Villaggio Sindona, avvenuta nel 2002 e tenuto conto che il camping La Roccia ricade solo in minima parte dentro il confine della Riserva, in tutta l’area protetta, estesa ben 360 ettari, sono appena una decina le costruzioni esistenti, compresa la villa costruita da Modugno ai Conigli, e tutte preesistenti alla Riserva. Questo dato da solo descrive l’enormità delle affermazioni dell’ing. Gabriele riportate dai giornali circa le “moltissime costruzioni prive di licenza edilizia” nella Riserva ed a questo punto è lecito chiedersi quali siano le vere ragioni che abbiano indotto il Capo dell’Ufficio Tecnico di Lampedusa ad avventurarsi nel fantasioso disprezzo di una delle riserve naturali più belle, importanti e meglio conservate della
Sicilia”.
Legambiente ricorda che il controllo dell’attività urbanistico-edilizia è di esclusiva competenza del Comune, che possiede tecnici ed agenti di Polizia Giudiziaria, a differenza dell’Ente Gestore della Riserva, cui competono funzioni di gestione naturalistica.
All’insediamento di Legambiente nel 1996 come Ente Gestore, la Riserva era costellata da discariche, rifiuti, spietramenti abusivi, chioschi abusivi, come dimostrano decine di dossier fotografici inviati negli anni alle Autorità competenti.
“Senza rischio di smentita alcuna – prosegue Giusi Nicolini – è oggi sotto gli occhi di tutti, cittadini, turisti e istituzioni regionali, l’azione di pulizia, recupero, riqualificazione portata avanti dalla Riserva con la collaborazione di istituzioni come la Regione Siciliana, la Provincia di Agrigento, l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana e il Ministero dell’Ambiente”.
Legambiente è certa che ora Ufficio Tecnico e Polizia Municipale del Comune di
Lampedusa si concentreranno sul resto dell’Isola di Lampedusa devastata dall’abusivismo edilizio, da megadiscariche di rifiuti, da appropriazione di terreno comunale e, nonostante il gran lavoro che ci sarà da fare, tali Uffici garantiranno con atti precisi l’elevato livello di rispetto delle leggi e di decoro che l’Ente Gestore ha garantito all’interno della Riserva Naturale.
Post scriptum:
La foto dei rifiuti che inconsapevolmente gli organi di informazione hanno diffuso
unitamente al comunicato del Comune attribuendola alla Riserva, riguarda invece il sito di Taccio Vecchio, di esclusiva competenza comunale.
Lampedusa-Palermo 15 ottobre 2009

CO2: Francia, Germania e Italia chiedono alla Commissione Europea di ritardare i tagli delle emissioni per i furgoni

Legambiente: “Solo combinando performance ambientale e spinta innovativa si può vincere la sfida climatica ed economica”

“La politica di riduzione delle emissioni di CO2 non può evitare di coinvolgere il settore dei trasporti, né tanto meno fare sconti ai veicoli commerciali leggeri. La richiesta dell'Italia di limiti meno severi in questo settore va assolutamente nella direzione opposta rispetto agli obiettivi europei di riduzione e non costituisce certo un buon segnale in vista di Copenaghen”.

Questa la reazione di Legambiente alla richiesta di Francia, Germania e Italia alla Commissione europea di alleggerire o ritardare i target di efficienza dei carburanti per i nuovi veicoli commerciali leggeri.

La Commissione Europea, infatti, sta lavorando su una proposta che obbligherebbero i produttori di veicoli commerciali leggeri a tagliare le emissioni dei veicoli di nuova produzione del 14% fino al valore di 175 grammi di CO2 prodotta per chilometro, limite da raggiungere entro il luglio 2013 se non si vuole incorrere in sanzioni. Un provvedimento necessario per completare il quadro già delineato dalla direttiva che stabilisce i limiti di emissione per le autovetture. Ma alcune case automobilistiche stanno facendo pressioni affinché l'obiettivo sia introdotto in modo graduale e vengano attenuate le sanzioni. Secondo loro, infatti, investire nell'efficienza energetica non è possibile in tempi di crisi economica.

“La crisi finanziaria non può e non deve essere la scusa per non investire nelle politiche ambientali - ha commentato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente –, al contrario l'Europa ha bisogno di investire ora in produzioni a basse emissioni e alta tecnologia per uscire dalla crisi. Solo combinando la performance ambientale e la spinta innovativa è possibile, infatti, vincere la doppia sfida climatica ed economica”.

Secondo il rapporto “Reducing CO2 Emissions from New Cars: A Study of Major Car Manufacturers” nel 2008 nel settore delle autovetture i produttori hanno ridotto le emissioni di CO2 dei modelli complessivamente venduti sul mercato europeo del 3,3%, portando la media di settore ad un notevole miglioramento di 153,5 gCO2/km. Ma per migliorare ulteriormente questo risultato sono necessari e urgenti interventi anche sulle altre categorie di veicoli a partire dai mezzi commerciali leggeri. Ancora oggi, infatti, – denuncia Legambiente - il trasporto su gomma contribuisce al 19% del totale della CO2 emessa in Europa e rispetto al 1990, anno di riferimento per la riduzione di emissioni prevista dal protocollo di Kyoto, le emissioni provenienti da questo settore sono aumentate del 28%. Un dato che dimostra come la strada sia ancora lunga, nonostante l’impegno di alcune case automobilistiche che hanno raggiunto importanti risultati in linea con quanto previsto dalla recente direttiva comunitaria, che ha fissato nuovi obiettivi settoriali al 2015 (130 gCO2/km) e al 2020 (95 g).

L’Ufficio stampa Legambiente (06.86268353-79-99-60)

mercoledì 14 ottobre 2009

Ponte sullo Stretto al via entro natale: dopo la tragedia, la beffa

“Una scelta che dimentica il dissesto e non guarda alle reali necessità del Paese”

“Una scelta che non guarda alle reali necessità del Paese”: così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sull’annuncio dato oggi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sull’avvio dei lavori per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina entro dicembre e gennaio.

“E’ opportuno ricordare - dice Cogliati Dezza - che per la costruzione di quest’opera faraonica non è ancora stato presentato un piano finanziario completo ma solo un ipotetico project financing e che di vero e di concreto ci sono, al momento, solo soldi pubblici: i finanziamenti di 1, 3 miliardi di euro stanziati dal Cipe questa estate. Fondi che andrebbero, invece, immediatamente spostati sulla messa in sicurezza dei territori delle province di Messina e di Reggio Calabria per la salvaguardia dei cittadini”.

“Le opere di avvicinamento al ponte - prosegue il presidente di Legambiente -, le prime che si dovrebbero realizzare, sono invece destinate ad andare a gravare proprio su aree estremamente fragili dal punto di vista idrogeologico, per le quali non è stato fatto alcuno studio preliminare. Non c’è che dire: dopo la tragedia, la beffa”.

www.legambiente.eu

Rifiuti a Palermo, Legambiente Sicilia lancia un appello al Governo regionale

“La disastrosa gestione dei rifiuti non spinga alla dichiarazione d'emergenza”

“Siamo alla resa dei conti. E' ora che le forze politiche intervengano per salvare Palermo e tutta la Sicilia che rischia di essere sommersa dai rifiuti. Per questo facciamo un appello direttamente al governo regionale”. Lo dice Mimmo Fontana presidente di Legambiente Sicilia proprio nelle stese ore in cui i lavoratori del Coinres, il consorzio che gestisce la raccolta dei rifiuti in 22 comuni del palermitano, hanno deciso di scendere in piazza, così come minacciato anche dai rappresentanti sindacali di Amia.
“La situazione che sta vivendo la città, la sua provincia e gran parte della regione non deve stupire – continua Fontana - Già da tempo avevamo denunciato la pessima gestione del sistema dei rifiuti, con la mancanza totale di politiche per incentivare la raccolta differenziata. La causa di questa emergenza e soprattutto
il caso di Palermo, infatti, non è da attribuibile alla carenza degli impianti, come i sostenitori degli inceneritori vogliono falsamente far credere, non è un problema di capienza delle discariche ma della mancanza di soldi per portarci i rifiuti. Si tratta di una crisi puramente finanziaria, dovuta a una gestione clientelare dell'Amia e degli Ato che, in questi anni, sono stati, nella gran parte dei casi, dei carrozzoni mangia soldi e la responsabilità politica di tutto ciò ricade pienamente proprio su quella mala politica che oggi sembra spingere verso la dichiarazione di emergenza. Non è pensabile risolvere lo sfascio dell'Amia aumentando ulteriormente la tassa sui rifiuti, che è già la più alta d'Italia,
senza pensare a una profonda ristrutturazione della stessa società. Non è, inoltre, accettabile che questa emergenza venga sfruttata per sostenere la disastrosa scelta
di sostituire in Sicilia la gestione integrata dei rifiuti, con il loro totale incenerimento. Scelta che, peraltro, ha provocato un buco di oltre 300 milioni che dovrà essere risanato da Regione e Stato. Chiediamo quindi al governo regionale – conclude Fontana -.di tenere duro e proseguire sulla strada recentemente intrapresa senza cedere agli interessi delle grandi lobby del nord che puntano all'incenerimento e delle organizzazioni criminali che vedono in una corretta gestione integrata dei rifiuti sfumare gli affari miliardari che hanno sempre fatto con la “munnizza”. Abbiamo, infatti, il fondato sospetto che dietro le continue richieste di dichiarazione d’emergenza e la creazione di condizioni insostenibili come quelle delle montagne di rifiuti per strada ci siano interessi precisi:
far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta con la recissione unilaterale da parte della Regione del contratto con le quattro associazioni temporanee d'impresa che avrebbero dovuto incenerire il 100 per cento dei rifiuti siciliani”.
www.legambientesicilia.com

21 novembre - Festa dell'albero

Pennelliamo di verde gli angoli grigi delle nostre città e facciamoli respirare piantando giovani arbusti, semi e fiori colorati.

Ai nastri di partenza la macchina organizzativa per la Festa dell'albero 2009.
Sabato 21 novembre Legambiente organizza la quindicesima edizione de La Festa dell’Albero, tante iniziative lungo la Penisola per festeggiare gli alberi, i polmoni del Pianeta, assorbono anidride carbonica e ci restituiscono ossigeno, senza non potremmo sopravvivere.
Verso Copenaghen
In dicembre si terrà il vertice mondiale di Copenaghen in cui saranno ridefiniti i termini nella lotta ai mutamenti climatici. Mentre aspettiamo questo appuntamento fondamentale per la vita futura del Pianeta possiamo fare la nostra parte per compensare le emissioni di CO2 e combattere l’effetto serra: piantare nuovi alberi!

Legambiente ha obiettivi ambiziosi per sabato 21 novembre. Vuole mettere a dimora 1.500.000 giovani piantine e ci riuscirà con il vostro contributo; pale, rastrelli e piante, ti aspettano.

Ti aspettiamo il 21 novembre per fare aria pulita nelle città!
Per informazioni sull'organizzazione della Festa dell'albero a Piazza Armerina contattaci all'indirizzo: piazzambiente@legambientesicilia.com

martedì 13 ottobre 2009

Puliamo il mondo a Piazza Armerina - grazie!


Dopo i numerosi rinvvi dovuti alle avverse condizioni atmosferiche, sabato 10 ottobre, anche noi abbiamo celebrato Puliamo il mondo.
Grazie ad Alice, Carola, Ersilia, Roberta, Debora, Salvatore, Mauro e Francesco per aver permesso la realizzazione della manifestazione.
Grazie agli alunni delle quinte classi e agli insegnanti dell'Istituto Comprensivo L. Capuana per aver partecipato.
Grazie a Sicilia Ambiente per la loro sempre pronta collaborazione e arrivederci al prossimo anno.

lunedì 12 ottobre 2009

Restauratore: il bando per conseguire la qualifica

Emanato il Bando del MiBAC. Domande entro il 31 dicembre 2009

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha indetto un bando di selezione pubblica per il conseguimento delle qualifiche professionali di restauratore di beni culturali e di collaboratore restauratore di beni culturali.


La domanda va presentata entro il 31 dicembre 2009, esclusivamente in via telematica, sul sito www.restauratori.beniculturali.it, attraverso lo specifico modulo.

domenica 11 ottobre 2009

Cementificazione, territorio e sostenibilità ambientale, sociale ed economica


Sabato scorso è stato presentato a Piazza Armerina il libro "Ponte sullo stretto e mucche da mungere" edito da Terrelibere.org e realizzato in collaborazione con la Rete No Ponte.
Presenti gli autori Luigi Sturniolo e Antonello Mangano e Salvatore Granata, direttore regionale di Legambiente Sicilia.
La storia raccontata dal libro si rifà a quella degli ultimi anni nei quali la parternship pubblico-privata è diventata “sempre più centrale nel finanziamento delle “grandi opere”: servizi di pubblica utilità come acqua, gestione dei rifiuti, trasporti, persino l’economia dei disastri e delle guerre dall’Africa all’Afghanistan. Sono le “mucche da mungere”, costruite o gestite con denaro pubblico o garantito dallo Stato, ma pensate per portare profitto ai privati con operazioni ad alto rischio ed inutili per il territorio. Il Ponte sullo Stretto - esempio estremo di questa strategia - può diventare un crack finanziario, una bolla speculativa pagata da tutti i cittadini”.
Il libro “Ponte sullo Stretto e mucche da mungere” tenta di tracciare un filo diretto fra le continue perdite di denaro pubblico, investito in opere grandiose che a distanza di anni non hanno ancora portato benefici reali alle comunità interessate, e quello che potrebbe essere un intervento sul territorio maggiormente efficace e soddisfacente: “alla costruzione del Ponte sullo Stretto è possibile opporre, ad esempio, una piattaforma sociale basata sulla messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico ed idrogeologico, un grande piano per l’edilizia scolastica”.
La recente tragedia di Messina ha portato, inevitabilmente, i presenti a condurre un dibattito su quella che è la realtà non detta e vista, dalla informazione ufficiale, del disastro che ha causato centinaia di vittime, tra morti, feriti e senza tetto.
Lucide e determinate le analisi dei relatori sullo stato delle cose e i parallelismi con la "shock economy".