venerdì 23 ottobre 2009

Notizie dai circoli

IL CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE DI DONNALUCATA PRESENTA UN CONTRIBUTO AL XV CONGRESSO ITALIANO DI ORNITOLOGIA.

Ulteriore importante iniziativa del Centro di Educazione Ambientale (CEA) di Donnalucata gestito dal Circolo Il Carrubo ONLUS. Il CEA è stata l'unica struttura di Legambiente a presentare un contributo al XV Convegno Italiano di Ornitologia tenutosi recentemente a Sabaudia (LT).
Il contributo, dal titolo 'Monitoraggio Uccelli Spiaggiati (M.U.S.) come occasione formativa e di indagine ambientale: un'esperienza in provincia di Ragusa', firmato dai biologi Antonino Duchi e Monica Giampiccolo (due 'storici' collaboratori del CEA), riporta i risultati ottenuti durante la partecipazione ad una campagna nazionale di monitoraggio delle coste, finalizzata a relazionare il grado di inquinamento e la presenza di uccelli acquatici. Il lavoro in provincia di Ragusa ha riguardato, unico caso in Italia, tutta la costa sabbiosa provinciale, circa 54 km,
ed ha permesso di evidenziare (anche grazie alla partecipazione di alcuni tirocinanti di un corso di formazione per tecnici del monitoraggio degli ambienti marini), oltre alle principali specie ornitiche presenti, tutti gli impatti ambientali insistenti sul territorio, spiaggia per spiaggia: in particolare presenza di petrolio e di rifiuti, cementificazione, erosione, ingresso di veicoli ed
animali domestici di qualunque tipo, scarichi abusivi...Il lavoro quindi rappresenta un momento fondamentale di valutazione dello stato ambientale delle spiagge iblee, utilizzabile anche per l'impostazione di un piano di REALE riqualificazione. Ma porta ancora alla volta alla luce un non adeguato funzionamento degli strumenti di tutela ed una insufficiente attenzione da parte degli Enti preposti.
Il CEA, frutto di una collaborazione tra Legambiente Il Carrubo ONLUS e Comune di Scicli si pone quindi nuovamente all'avanguardia come presidio tecnico-scientifico in materia ambientale in provincia di Ragusa
LEGAMBIENTE CIRCOLO IL CARRUBO ONLUS - RAGUSA

giovedì 22 ottobre 2009

Presentazione dei Piani di Interpretazione Ambientale delle 32 RNO siciliane


A fine Ottobre 2009 la presentazione dettagliata, in una quattro giorni, dei Piani di Interpretazione (PIA) del Sistema delle Riserve Naturali gestite dal Dipartimento Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana (23-26 Ottobre 2009).
Sicilia pioniera in tema di gestione delle aree naturali protette. Sono stati, infatti, ultimati i Piani di Interpretazione del sistema e delle 32 Riserve Naturali (RNO) gestite dal Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali che fanno della Regione siciliana la prima ad essersi dotata di tale innovativo strumento con riferimento ad un intero sistema.
Uno strumento non solo di organizzazione interna, ma anche e soprattutto di programmazione di tutte quelle che sono le attività gestionali e di fruizione di queste splendide perle naturalistiche.
Uno straordinario mezzo di comunicazione, finalizzato alla trasmissione di un’immagine coordinata ed organica di questo sistema di Riserve, nonché dello stesso Ente Gestore.
Realizzato dal Dipartimento Azienda Foreste in collaborazione con l’Associazione Italiana Interpreti Naturalistici Educatori Ambientali (INEA), questo lavoro fa seguito al Piano di Interpretazione della Riserva Naturale Isola di Pantelleria, che fu nel 2000 il primo piano di interpretazione prodotto in Italia.
Durante le quattro giornate che definiscono temporalmente questo evento verranno presentati al pubblico e agli addetti ai lavori i Piani redatti dall’INEA e, grazie alla partecipazione di specialisti del settore di rilevanza nazionale e internazionale, verranno presentati metodi e applicazioni riguardanti la disciplina dell’interpretazione ambientale.

È questa quindi un’importante occasione per gli operatori di settore che parteciperanno ai seminari, di condivisione delle metodologie ed applicazioni, fortemente voluta dal Dipartimento Azienda per mettere a confronto le scuole di pensiero sull’interpretazione ambientale più rappresentative.

Nuove case, mega centri commerciali e uffici realizzati con procedure speciali e soldi pubblici.

Ecco i veri obiettivi della Legge sugli Stadi.
Legambiente: “Un’ipocrisia parlare di europei di calcio e di miglioramento degli impianti.
Al via la più grande speculazione urbanistica nelle città italiane dal Dopoguerra”


E’ passata al Senato in modo stranamente silenzioso e riservato, aggirando così anche le potenziali modifiche delle Commissioni e dell’Aula, e si appresta ora ad approdare alla Camera come se fosse un disegno di legge ad hoc per gli stadi. Ma la verità è un’altra. Si tratta di un provvedimento dalla portata dirompente, che può dare il via a incredibili speculazioni immobiliari che nulla hanno a che fare con il calcio.

Delle “Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale”, si è parlato oggi a Roma, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sala stampa della Camera dei Deputati e alla quale hanno preso parte Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente, Lorenzo Parlati, presidente Legambiente Lazio, Edoardo Zanchini, responsabile urbanistica dell’associazione e i parlamentari Roberto Della Seta, capogruppo Commissione Ambiente del Senato, Fabio Granata, vice presidente Commissione Antimafia e Ermete Realacci, responsabile Ambiente del Partito Democratico.

“In questo disegno di Legge - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza - non ci si occupa principalmente degli stadi come non ci si preoccupa delle reali esigenze dei tifosi. E’ evidente che con la scusa degli Europei di calcio, si stanno facendo passare scelte in cui a pesare sono soprattutto interessi immobiliari di tipo speculativo che devono essere fermati. Si parla di “complessi multifunzionali”, di provvedimenti speciali per semplificare le procedure di realizzazione saltando i controlli, di contributi pubblici a vantaggio di pochi privati, di possibili interventi in tutte le città, a prescindere dalle candidature. Tutte questioni evidentemente lontane dallo sport e dai progetti realizzati nel resto d’Europa”.

Nello specifico, risulta inquietante il fatto che questa legge sia stata approvata dalla Commissione Cultura del Senato, con voto all’unanimità da parte di tutti i gruppi parlamentari ed evitando il passaggio in Aula, pur trattandosi di un testo dai contenuti sicuramente difformi dalla normativa urbanistica vigente, e ben più inerenti ai temi propri delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici che a quelli della Cultura.

Ma vediamo le varie stranezze punto per punto:

nelle definizioni all’articolo 2, il disegno di Legge chiarisce bene come gli interventi possibili siano di due tipi: quelli per costruire o ristrutturare complessi sportivi per renderli moderni, funzionali e attrezzarli con attività commerciali e culturali con musei delle squadre e tutto quello che oggi già vediamo negli impianti più moderni in Europa, e quelli che invece riguardano i cosiddetti “complessi multifunzionali”, vera invenzione del provvedimento, per cui insieme allo stadio si può costruire anche un nuovo quartiere, con attività commerciali, ricettive, di svago, culturali e di servizio, insediamenti residenziali o direzionali, da realizzarsi addirittura in aree non contigue allo stadio.

Ma chi può realizzare tali imprese? La società sportiva, una società di capitali dalla stessa controllata e perfino “soggetti pubblici o privati che al fine di effettuare investimenti sullo stadio o sul complesso multifunzionale, stipulino un accordo con la medesima società sportiva per la cessione alla stessa del complesso multifunzionale o del solo stadio”.

E tutto ciò con procedure davvero speciali: basta infatti presentare uno studio di fattibilità finanziario e ambientale per avviare l’approvazione del progetto; entro 60 giorni il Sindaco promuove un accordo di programma per approvare le necessarie varianti urbanistiche e addirittura per conseguire “l’effetto di dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità e urgenza”, come se si trattasse di opere pubbliche, e il tutto da chiudersi entro 6 mesi. Ciò significa che ad alcuni soggetti privilegiati, i proprietari di squadre di calcio, è concesso qualcosa che a tutti gli altri cittadini è vietato perché va contro la Legge e l’interesse generale, e cioè scegliere, con il beneplacito del Comune e in accordo con altri proprietari di aree, di trasformare in edificabili aree che non lo sono, generando così un enorme guadagno che nulla ha a che fare con l’attività calcistica.

E per facilitare il tutto, sono previsti persino soldi pubblici, non solo per gli stadi ma persino per i “complessi multifunzionali”, per le case e gli uffici privati di quei pochi fortunati, attraverso un “piano triennale di intervento straordinario” che prevede la concessione di “contributi destinati all’abbattimento degli interessi sul conto capitale degli investimenti” (articolo 6) e potendo accedere alle agevolazioni e ai fondi erogati dall’Istituto per il Credito sportivo (articolo 7).

Interessi privati con procedure speciali. Per Legambiente la forzatura prevista nel disegno di Legge è a dir poco clamorosa. Ci troviamo di fronte ad una Legge ad personam, in questo caso legate al mondo del calcio a cui è concesso un potere che mai nell’ordinamento italiano è stato introdotto per alcun intervento urbanistico o edilizio, nemmeno per interventi di Protezione Civile. Anche per i Mondiali di calcio del 1990, si utilizzarono procedure speciali per gli interventi e alla fine la spesa fu molto superiore a quanto preventivato, molte attrezzature non furono realizzate e comunque la qualità generale si rivelò scadente. Eppure, quella vicenda rappresenta una barzelletta confronto a quanto potrebbe succedere con questo disegno di Legge.

Ristrutturare uno stadio e trasformare una parte di città con una semplice DIA? Assurdo? No, no: è previsto (articolo 6, comma 5) che “le opere di ristrutturazione degli stadi e di trasformazione in complessi multifunzionali” se conformi alle destinazioni d’uso previste dal Comune nell’accordo con il soggetto proponente possono essere realizzate con una semplice “denuncia di inizio attività”. Quella DIA, utilizzata normalmente per opere interne alle abitazioni o interventi chiaramente definiti dalla pianificazione vigente in cui il progettista autocertifica il rispetto delle norme. In questo caso però si userebbe per ristrutturare stadi di 40-50mila posti a sedere, costruire case e uffici. Con l’autocertificare del progettista. E la sicurezza? Quale paese civile, tanto più con caratteristiche di forte dissesto idrogeologico, potrebbe autorizzare una simile norma che mette a seriamente a rischio l’incolumità dei cittadini?

Allo stadio, ma solo con mezzi propri. Un tema centrale in tutti i progetti di stadi costruiti o ristrutturati in Europa in questi anni è quello dell’accessibilità tramite trasporto pubblico, in particolare metropolitane, in modo da consentire il flusso regolato di decine di migliaia di persone. Purtroppo questo tema è ignorato dal “nostro” disegno di Legge che tra i criteri a cui i progetti devono attenersi (articolo 5) cita l’equilibrio economico e finanziario, le migliori condizioni di visibilità, locali da adibire a palestre e funzioni commerciali e sociali, la massima sicurezza (però autocertificata con la DIA), la previsione di box o palchi per seguire le manifestazioni da posizione privilegiata, l’adattabilità alle riprese televisive, un sistema di telecamere a circuito chiuso… Nessun riferimento all’accessibilità su mezzi pubblici, con totale spregio delle conseguenze in termini di traffico e inquinamento per le aree urbane in cui sono previsti e togliendo ai tifosi italiani un diritto che vale in tutte le altre città europee e non solo.

Gli Europei di calcio con questo provvedimento c’entrano poco o nulla. Ci si aspetterebbe infatti, che il disegno di Legge fosse diretto a facilitare l’adeguamento degli impianti nelle città candidate a ospitare le partite. Invece no, possono usufruire di queste procedure tutti gli stadi da costruire o ristrutturare “di almeno 10.000 posti a sedere allo scoperto e 7.500 posti a sedere al coperto”. Quindi tutte le Società di Seria A e B possono candidarsi a realizzare uno o più interventi.

Altro che stadio del Bayern Monaco. Uno degli aspetti più incredibili del dibattito attualmente in corso nelle città italiane sugli stadi è il continuo riferimento alle esperienze di successo delle altre squadre europee e agli introiti resi possibili dalla costruzione di nuovi stadi. In particolare, ci si riferisce spesso allo stadio del Bayern Monaco. Peccato che quella vicenda appaia lontana anni luce da questo disegno di Legge e dalle proposte in discussione nelle città italiane. L’Allianz Arena infatti, inaugurato nel 2005, è considerato un autentico gioiello di architettura e uno degli stadi più comodi e funzionali al mondo. L’iter per la realizzazione è cominciato nel 1997 quando il Consiglio di amministrazione della FC Bayern Monaco decise di realizzare un nuovo stadio. La proposta aprì una discussione politica sulla necessità di realizzare un nuovo stadio dedicato al calcio nella città. Il Consiglio comunale deliberò di approfondire la questione e furono fissati i criteri per la scelta delle aree. Nel frattempo, le due società di calcio di Monaco (FC Bayern e TSV 1860) si consorziarono per la costruzione e gestione del nuovo stadio. Nel 2001, tra le cinque aree individuate come più adatte venne scelta l’area di Frottmaning, più idonea per l’accessibilità su ferro (la distanza tra l’ingresso dello stadio e la stazione metro è di 500 metri) e l’immediata vicinanza all’autostrada. A quel punto, venne indetto un referendum tra i cittadini dove prevalse, con il 65% dei voti, una maggioranza favorevole alla realizzazione. Quindi venne bandito un concorso di architettura vinto dallo studio svizzero Herzog and DeMeuron. Nel 2002, terminata la fase di adeguamento della pianificazione urbanistica comunale e regionale, iniziarono i lavori che terminarono nel 2005. Le altre attività presenti nell’impianto sono di ristorazione e il merchandising delle squadre. Nessun altro intervento è stato realizzato, né è stata prevista altra destinazione d’uso. L’area complessivamente occupata dall'intervento (svincoli, parcheggi e stazione della metro compresi) è di 14 ettari. E’ utile ricordare quindi che i progetti in discussione a Roma per gli stadi e i “complessi multifunzionali” proposti da Roma e Lazio riguarderebbero rispettivamente 150 e 600 ettari.

“Come si evince da questo documento – ha concluso Cogliati Dezza - tutto ciò c’entra pochissimo con il calcio e con i tifosi. L’obiettivo è ben altro che quello di migliorare la funzionalità degli stadi italiani. L’effetto reale di un tale disegno di Legge sul nostro Paese sarebbe pesantissimo: intere città ne risulterebbero sfigurate a totale vantaggio di alcuni speculatori immobiliari e delle società proprietarie delle squadre di calcio. Se a Roma, come a Firenze o Milano occorre ristrutturare gli impianti sportivi, occorre trovare il modo di procedere in modo trasparente e corretto, come avviene in tutti gli altri Paesi europei e non solo”.
www.legambiente.eu

martedì 20 ottobre 2009

Premio “BioAlimenta il domani” 2009


10 classi premiate per progetti sull’alimentazione biologica, sana e buona per l’uomo e l’ambiente

Tra le premiate anche 3 classi siciliane


Oltre 2000 classi di diverse zone d’Italia con un unico e prezioso obiettivo: diffondere in maniera creativa e incisiva la cultura del cibo sano tra i giovani e le pratiche di un’alimentazione corretta e sostenibile. E’ con queste finalità che il progetto BioAlimenta il domani, promosso da Legambiente e Rigoni di Asiago, ha attribuito quest’anno il premio della seconda edizione a dieci istituti scolastici che si sono distinti per i lavori sviluppati attorno al tema 2008/2009: “Un frutto biologico tutto salute per l’ambiente e per l’uomo”.
Tra le tantissime scuole che hanno risposto all’iniziativa sono tre le vincitrici che si sono aggiudicate una vacanza studio di tre giorni ad Asiago. La classe 2A dell’Istituto Comprensivo A. Moro di Campagna Lupia (VE), che con il progetto dal titolo “Benvenuti a tavola” ha attivato un percorso educativo interdisciplinare e partecipativo, avvalendosi della collaborazione attiva degli studenti in tutte le fasi di realizzazione. Le classi 1A, 1C e 2C dell’Istituto comprensivo B. Lorenzi di Fumane (VR), premiate per il lavoro “Bio?...Si!” che ha dato un importante contributo alla crescita e alla formazione di cittadini responsabili, attraverso il cambiamento degli stili di vita, coinvolgendo diversi soggetti sul territorio; le classi 2E, 1F e 2H dell’Istituto Comprensivo A. Bonsignore di Licata (AG) che hanno realizzato il progetto “In forma e allenati” per sviluppare negli studenti la capacità di prendere decisioni coscienti sulla propria salute attraverso l’analisi delle proprie abitudini alimentari e del rapporto con il cibo. Agli studenti dei tre Istituti, impegnati in primo piano per realizzare progetti belli e fantasiosi, verrà dunque offerto un soggiorno di 3 giorni nel bellissimo scenario dell’altopiano di Asiago, per visitare l’Osservatorio astronomico dove è conservato il famoso cannocchiale di Galileo e conoscere i luoghi famosi delle battaglie della I guerra mondiale, passeggiare lungo le malghe alpine e gustare, ovviamente, i prodotti delle aziende di agricoltura biologica locali. Alle classi degli altri sette istituti che hanno partecipato al concorso con buoni risultati, verranno invece consegnate le t-shirt personalizzate “BioAlimenta il domani” e un kit di prodotti Rigoni di Asiago.
“La massiccia adesione al concorso – afferma Vanessa Pallucchi, responsabile del settore scuola di Legambiente – rappresenta un’ulteriore conferma della crescita di interesse verso la salute, il cibo e la sostenibilità dell’ambiente. Che il biologico sia strettamente legato a questi temi è, infatti, ormai assodato: nei prodotti bio molti consumatori riconoscono alimenti sicuri e salubri grazie all’assenza di residui chimici e alle caratteristiche tipiche di genuinità e stagionalità”.
E proprio alla rilevanza del biologico come importante valore per il domani è connesso il tema promosso per la terza edizione di “BioAlimenta il domani” per l’anno scolastico 2009/2010 “Un futuro di coltura dedicata all’ambiente” che mette gli studenti a confronto con una visione globale e sociale legata all’agricoltura, all’ambiente e all’equità sociale rispetto alla distribuzione delle risorse alimentari. Agli insegnanti verrà offerto un percorso educativo utile per affrontare temi quali le nuove frontiere della coltura agricola nello scenario dei cambiamenti climatici, la legislazione italiana ed internazionale sul tema del biologico, la distribuzione delle risorse alimentari. Tra le classi che aderiranno entro il 31 dicembre, “BioAlimenta il domani” premierà la realizzazione dei migliori orti scolastici.
“I lavori premiati sono davvero eccellenti - commenta Andrea Rigoni, amministratore delegato della Rigoni di Asiago - ma tutti i progetti presentati erano di qualità, a dimostrazione della sensibilità crescente che il tema del biologico cattura. E’ importante, inoltre, che questa sensibilizzazione arrivi dai più giovani, perché il cambiamento passa inevitabilmente dalle loro teste. Il pianeta così non ha futuro. Bisogna rivedere il nostro rapporto con la vita quotidiana e, soprattutto, bisogna tutelare l’ambiente che ci circonda. Un passo importante di questo cambio di generazione passa dall’agricoltura biologica, che significa salvaguardare la natura e la nostra salute, attraverso un’alimentazione corretta. I tre istituti premiati avranno la fortuna di venire da noi ad Asiago. Vedranno cos’è un ambiente naturale a dimensione di uomo. Capiranno che il loro futuro sarà assicurato solo se paradisi naturali come quelli dell’Altopiano di Asiago verranno preservati. E se l’agricoltura biologica prenderà sempre più piede”.

Vincono il soggiorno-studio ad Asiago:
la classe 2A dell’Istituto Comprensivo A. Moro di Campagna Lupia (VE)
le classi 1A, 1C e 2C dell’Istituto comprensivo B. Lorenzi di Fumane (VR)
le classi 2E, 1F e 2H dell’ Istituto Comprensivo A. Bonsignore di Licata (AG)

Vincono una t-shirt e un kit Rigoni di Asiago:
la classe 1B della Scuola secondaria di primo grado A. Giuriolo di Arzignano (VI)
le classi 1B e 2B dell’Istituto Comprensivo A. Vanvitelli di Airola (BN)
le classi 3C e 3C dell’Istituto Comprensivo N° 3 di Messina,
le classi 2A, 2B e 2C dell’Istituto Comprensivo di Crespano del Grappa (TV)
tre classi 2° della Scuola media B. Alfieri – Sez. Associata Pancalieri di Carignano (TO)
la classe 2D della Scuola secondaria di primo grado N. Festa di Matera
le classi 1A, 1B, 1B e 2A dell’Istituto Comprensivo S. Satta di Orgosolo (NU).



Ufficio stampa Legambiente: 0686268360-53

lunedì 19 ottobre 2009

Presentato il progetto ENERGIE NUOVE - conferenza stampa a Palermo

Fotovoltaico, solare termico e risparmio energetico tanti modi per rendere sostenibili i consumi
Attivati gli sportelli energia nelle 9 province siciliane. Per Enna saranno in funzione a Piazza Armerina e Troina

Si è svolta a Palermo, presso la sede di Legambiente Sicilia, la conferenza stampa del progetto "Energie nuove" che mette in rete i circoli Legambiente delle 9 province siciliane che si sono resi disponibili ad attivare specifici sportelli informativi.
A Piazza Armerina il progetto sarà coordinato dal Circolo Piazzambiente di Legambiente.
La Sicilia è tra le regioni a più alto potenziale di installazione del fotovoltaico: un impianto da 1 Kwp può produrre 1.500 Kwh/KWp. Eppure nel 2008 è appena al 4,9 per cento per il numero di impianti fotovoltaici e al 4,1 per cento per la potenza installata. Un paradosso che vede, invece. ai primi posti la Lombardia e l'Emilia Romagna che esprimono da sole il 27 per cento del totale nazionale degli impianti e più del 20 per cento della potenza installata.
Un dato significativo reso noto, questa mattina, da Legambiente Sicilia durante la conferenza stampa di presentazione del progetto “Energie Nuove, fotovoltaico,
solare termico e risparmio energetico: tanti modi per rendere sostenibili i consumi”. Un progetto, realizzato nell'ambito del programma generale di intervento 2009 della Regione Siciliana con l'utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo economico, che ha come obiettivo la realizzazione di campagne di sensibilizzazione,
comunicazione e informazione sulle opportunità legate alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico grazie anche all'apertura di dieci “Ecosportelli” nelle nove province siciliane e alla realizzazione del sito internet www.ecosportellosicilia.it.
“Il progetto mira a realizzare seminari, convegni tematici e campagne informative per la promozione delle fonti di energia rinnovabili – ha spiegato Tommaso Castronovo, coordinatore regionale del progetto -. Ma non solo. La nostra
associazione si impegnerà anche a promuovere i Gas (gruppi di acquisto solare): più famiglie che si metto insieme con il comune interesse di installare tecnologie di efficienza energetica per risparmiare non solo dal punto di vista energetico ma anche da quello economico”.
Sono veramente pochi, per esempio, i cittadini che sanno di poter usufruire delle detrazioni fiscali per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica di edifici esistenti. Detrazioni dalle imposte sui redditi irpef o ires che arrivano a coprire il 55 per cento delle spese sostenute. Eppure i dati al 2007 dimostrano una netta disomogeneità territoriale. Ancora una volta la Lombardia
è al regione con la più alta percentuale di domande presentate ben il 19 per cento. Calabria, Sicilia, Campania e Puglia si fermano solo all' 1-2 per cento.
“Oggi , invece, c'è un forte incontro di interessi tra economia globale e fonti rinnovabili – ha sottolineato Fabrizio Nardo, responsabile scientifico di Legambiente
Sicilia – E' importante far capire a governi, amministrazioni e cittadini che è fortemente antieconomico puntare ancora sulle fonti fossili, per non parlare poi del
danno ambientale. Al primo ottobre 2009 la produzione fotovoltaica in Sicilia è stata di 25769 Kw di potenza installata che si è tradotta in 20641 tonnellate di Co2
evitate in un anno”.
10 i circoli Legambiente che metteranno in atto il progetto: Agrigento, Caltanissetta, Mazara, Messina, Palermo, Piazza Armerina, Ragusa, Siracusa, Troina.