sabato 10 luglio 2010

Nomina Lombardo a commissario straordinario per l’emergenza rifiuti.

Legambiente: Ribadiamo la nostra contrarietà, ma a cose fatte ci auguriamo che si usi lo stato di emergenza per provare a costruire davvero un sistema di gestione integrata dei rifiuti.


“Ribadiamo, ancora una volta, la nostra contrarietà alla dichiarazione di emergenza, che fino ad oggi ha sempre aggravato la situazione rifiuti in Sicilia. Ad ogni modo, a cose fatte, ci auguriamo – dichiara Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia - che, per la prima volta, si usi lo stato di emergenza per provare a costruire davvero un sistema di gestione integrata dei rifiuti, coerente con le direttive europee, la normativa nazionale (decreto legislativo 152/2006) e la legge regionale approvata lo scorso aprile. Un sistema centrato, quindi, sulla raccolta differenziata che dovrà raggiungere l’obiettivo del 65 per cento entro il 2015. e ancora, ci auguriamo che il presidente Lombardo resista alle indebite pressioni del Governo Berlusconi che vuole fare rientrare dalla finestra gli inceneritori dell’ex governatore Cuffaro. una vicenda pesantemente inquinata dalla mafia, così come scritto dalla Corte dei Conti nel 2007 e così come stanno accertando alcune Procure siciliane”. Il presidente regionale di Legambiente chiede che si concluda al più presto l’iter di redazione del nuovo piano, già avviato a maggio, coerentemente con le linee guida redatte nel dicembre del 2009 che proponevano tre scenari alternativi per la parte residuale dei rifiuti, a valle della raccolta differenziata:
- un’ulteriore la selezione meccanica,
- la produzione di combustibile da rifiuti
- incenerimento.
“Quest’ultima opzione – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente - in assenza del teleriscaldamento che, invece, viene ovviamente preferito nelle città del nord Italia e dell’Europa, poco utile in Sicilia e certamente lo scenario più costoso per le tasche dei cittadini siciliani. In ogni caso, ad essere trattata sarebbe una quantità assolutamente residuale: 4/500 mila tonnellate annue per la Sicilia. Quantità decisamente lontana da quella auspicata dal governo Berlusconi ( tre inceneritori da 500 mila tonnellate ciascuno) che vuole tutelare interessi che certamente non sono quelli dei cittadini siciliani. Per finire, non vorremmo che la dichiarazione di emergenza servisse a Berlusconi per coprire le enormi responsabilità della scellerata gestione della sua maggioranza al Comune di Palermo che ha portato al dissesto finanziario l’Amia creando le condizioni di grave rischio sanitario ed ambientale per la città ”.

domenica 4 luglio 2010

Legambiente su riorganizzazione dipartimento regionale Beni Culturali

Riorganizzazione del Dipartimento regionale dei Beni culturali: “Confusione e disordine in un settore fondamentale per la Sicilia. Armao convochi gli Stati Generali dei Beni culturali siciliani”. Dichiarazione di Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia, e Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali Legambiente Sicilia.


“La nuova riorganizzazione del Dipartimento regionale dei Beni culturali crea confusione e disordine in un settore fondamentale per la Sicilia. E’ un pasticcio, improntato sull’improvvisazione perchè crea strutture totalmente avulse dalle realtà locali, mortifica i funzionari e il personale dell’Assessorato, riduce ad un ruolo meramente amministrativo e non più tecnico-scientifico le Soprintendenze, non rispetta e viola norme e procedure previste dalle leggi regionali di settore. L’esempio più clamoroso è la cancellazione di esperienze positive come quella del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. Peraltro, proprio la cancellazione di questo ente, dimostra la confusione su cui si fonda questa riorganizzazione. I Parchi devono svolgere un compito rivolto soprattutto alla valorizzazione dei territori ed è quindi indispensabile che siano coinvolti i rappresentati delle comunità locali oltre che di quella scientifica. Ritenere che possano essere trasformati in semplici servizi significa sottovalutarne la funzione.
La società civile, i sindacati, le fondazioni e le associazioni culturali si devono mobilitare per fermare questo progetto di controriforma in ogni modo e con tutti i mezzi possibili.
Se bisogna apportare dei cambiamenti e delle innovazioni nella gestione del nostro patrimonio culturale è giusto e doveroso farlo dopo un confronto di idee e di proposte e non nel chiuso di una stanza.
Chiediamo all’Assessore Armao di convocare subito gli “Stati Generali dei Beni culturali siciliani” per discutere e dibattere il futuro di questa nostra unica e meravigliosa risorsa che il mondo ci invidia. Speriamo ancora per molti lustri”.