mercoledì 7 settembre 2011

Caccia aperta con ordinanza? Legambiente ricorre al TAR

IL SINDACO DI PANTELLERIA APRE CON PROPRIA ORDINANZA LA CACCIA SU PARTE DELL’ISOLA.

LEGAMBIENTE: “PROVVEDIMENTO ABNORME. RICORREREMO AL TAR ED IMPUGNEREMO
ANCHE IL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE”.


Con Ordinanza n. 109 del 29 agosto 2011, il Sindaco di Pantelleria ha aperto la caccia su una parte dell’isola contro le previsioni della Regione che per tutte le isole minori prevedeva l’apertura al primo ottobre.

“Si tratta di un fatto grave ed abnorme – dichiara Angelo Dimarca, Responsabile regionale del Dipartimento Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – in quanto le leggi vigenti non prevedono alcuna competenza dei sindaci in materia di apertura della caccia. Inoltre, già lo scorso anno alcuni sindaci delle Madonie che avevano autorizzato gli abbattimenti dei cinghiali erano stati censurati e condannati anche al pagamento delle spese processuali con diverse sentenze del TAR Palermo”.

Tutte le isole minori sono classificate IBA (Important Bird Area) cioè sono zone importanti per la conservazione degli uccelli e con decreto dell’Assessorato regionale territorio ed ambiente era stata prevista l’apertura della caccia a partire dal primo ottobre.
Tale disposizione peraltro è coerente anche con la presenza turistica che nelle isole minori è significativa per tutto il mese di settembre.
Ma, all’ultimo minuto, l’Assessore all’Agricoltura D’Antrassi ha inserito nel calendario venatorio una sorta di deroga ed ora assiste in silenzio a provvedimenti abnormi che negano le misure di conservazione volute dalla stessa Regione.

“Per questo – conclude Dimarca - Legambiente ha dato mandato ai propri legali di impugnare il calendario venatorio regionale che comprende anche norme assurde come il divieto di caccia per una fascia di 1 chilometro a cavallo dell’autostrada Enna-Catenanuova, che non servono per la conservazione della natura e che sono inutilmente penalizzanti nei confronti degli stessi cacciatori”.

Palermo, 7 settembre 2011

L’addetto stampa
Teresa Campagna 338 2116468

lunedì 5 settembre 2011

In ricordo di Angelo Vassallo


Legambiente ricorda il sindaco ambientalista che sapeva credere in un altro Sud. “Il miglior esempio per i Sindaci dei piccoli Comuni”
Nella notte del 5 settembre 2010 Angelo Vassallo, il primo cittadino del comune di Pollica, piccolo comune del Cilento, viene freddato con sette colpi di pistola. E’ trascorso un anno da quella notte, ma ancora non si conosce la verità sulla sua morte e la famiglia e i cittadini sono ancora in attesa di giustizia.
Eletto la prima volta nel 1995, Angelo Vassallo era conosciuto per le sue battaglie ambientali, per l’infaticabile attività di recupero e valorizzazione dei luoghi del suo territorio, per la notorietà internazionale che era riuscito a dare a un piccolo Comune del nostro meridione. Un uomo straordinario e amatissimo, che non aveva paura di perdere consensi con scelte azzardate perché sapeva di fare il bene della sua gente, dell’ambiente e del suo territorio.
In questi giorni in cui si discute delle misure contenute nella manovra finanziaria che mettono a repentaglio il futuro dei piccoli Comuni del nostro Paese, l’esempio di Vassallo dovrebbe servire da ammonimento contro una scelta di questa natura.
“Angelo Vassallo può essere considerato la migliore testimonianza e il miglior esempio per i sindaci dei piccoli Comuni - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente - per questo la nostra associazione, con il Comune di Pollica, ha istituito già da maggio scorso il premio a lui intitolato per il miglior sindaco del piccolo Comune del nostro Paese. Vassallo era uno di quei semplici e onesti cittadini che decidono a un certo punto di prendere per mano la propria comunità e provano a mostrarle le proprie visioni. Nessuno meglio di lui - continua il vicepresidente di Legambiente - ci ha saputo parlare dell’utilità dei piccoli centri e della forza che questi riescono a trasmettere all’intera nazione. Era un buon amministratore in grado di gestire bene la cosa comune, ma soprattutto di avere un’idea di futuro per la propria cittadina e per i suoi abitanti, di modellare il territorio e la sua gente su un’idea di comunità più coesa e più civile. Questo dovrebbe fare il sindaco, questo lui faceva meglio di chiunque altro”.
Quando Vassallo ha preso in mano i 2.500 abitanti di Pollica, delle frazioni marine di Pioppi e Acciaroli e quelle montane di Celso, Cannicchio e Galdo, Angelo Vassallo ha trovato un territorio degradato e una costa anonima, anni luce lontana da quei luoghi che Legambiente riconosce e premia, da oltre dieci anni, come una delle perle del mare italiano. A Vassallo, va il merito di aver ridato alle coste cilentane un mare cristallino grazie all’ampliamento del depuratore di Acciaroli e Pioppi, un mare “da bere”, come testimoniato da una delle sue più belle foto ricordo. Iniziative come questa sono valse alla sua terra il riconoscimento delle Cinque Vele di Legambiente e Touring Club Italiano dal 2000 a oggi e addirittura il primo posto in classifica proprio nelle due ultime edizioni della Guida Blu.
Durante la sua amministrazione ha trasformato in eccellenza un posto che stava morendo avviando un efficiente sistema di depurazione e di raccolta differenziata che ha portato la località campana a percentuali da record nazionale, ha lottato inoltre contro la speculazione edilizia e il consumo di suolo attraverso il piano del Parco del Cilento. In una delle sue ultime interviste espose in maniera molto chiara le ragioni della forza dei piccoli Comuni e, di conseguenza, quale fosse la sua idea di federalismo e di governo del territorio: “E’ necessario che gli interessi dei cittadini siano curati dall’ente a loro più vicino, il Comune, che riesce a intercettare i loro bisogni e le loro necessità, il danno della politica a livello nazionale è che non conosce i territori”.

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