lunedì 17 ottobre 2011

Traffico illecito di rifiuti in Sicilia

Legambiente: “Business lucroso per tutte le mafie.
Probabilmente, in Sicilia, questa è solo la punta dell’iceberg”


“Grazie alle Forze dell’ordine e alla magistratura oggi si è compiuto un buon passo avanti nella lotta contro le ecomafie. Il traffico illecito di rifiuti non è evidentemente prerogativa solo della camorra o della ‘ndrangheta. Il business fa gola a tutte le mafie, tanto più in una regione assolutamente inadeguata nella gestione dei rifiuti speciali, prodotti oltre che da tante piccole e medie realtà imprenditoriali, da tre grandi poli industriali, come la Sicilia. I rifiuti speciali, infatti, debbono essere trasportati e trattati fuori dalla regione, a tutto vantaggio di chi vuol fare affari illeciti attraverso la loro gestione”. Così Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia ha commentato l’operazione del Noe di Palermo che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare per tre persone tra cui Giuseppe Liga, a capo del mandamento San Lorenzo-Tommaso Natale fino al suo arresto nel marzo 2010. Sul ciclo della ‘monnezza’ dunque, non dobbiamo abbassare la guardia perché questo continua ad essere un settore tra i più lucrosi e difficili da scoprire. “Anche questa operazione è stata portata a termine solo grazie all'uso delle intercettazioni. La lotta ai trafficanti di rifiuti, lo testimoniano le parole del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, non si può fare senza questo fondamentale strumento di indagine. Depotenziarne l'uso significa dunque dichiarare la resa sul fronte delle ecomafie. Inoltre – ha concluso Fontana - i traffici di rifiuti, oltre a devastare i settori legali del turismo e delle produzioni agroalimentari di qualità e ad aumentare l’incidenza di malattie gravissime minando il futuro dell’intero Paese, sono spesso anche un reato spia, attraverso il quale si arriva a scoprire l'intera rete di affari illegali delle mafie”.



17 ottobre 2011

L’ufficio stampa
Teresa Campagna tel. 338-2116468

Oggi 16 ottobre siamo ancora più indignati

Poteva essere una bellissima giornata.ma centinaia di migliaia di persone, di orientamenti politici e culturali molto diversi, insieme alle quali siamo scesi in piazza, sono state messe a tacere dalle violenze che ieri a Roma hanno calpestato la democrazia ed annientato il diritto di parola di chi in questi anni ha pagato, e rischia di continuare a pagare nel futuro, la crisi. E' stata la manifestazione più partecipata di quelle che ieri hanno pacificamente invaso le piazze del mondo, eppure non è stato sufficiente per far sentire le voci indignate di chi non vuole pagare con la disoccupazione, con la precarietà, con l'assalto e l'espropriazione dei beni comuni e delle risorse ambientali, la crisi finanziaria. Dobbiamo sapere che nella nostra società circola ormai una diffusa rabbia sociale, che si intreccia molto spesso con un'altrettanto diffusa rabbia esistenziale, che basta poco per trasformare in incendio.
Per questo non possiamo più accettare che ci siano posizioni ambigue sul tema della violenza, come chiediamo con forza che si intervenga con un'intelligente opera di prevenzione per rendere inoffensive quelle frange che si muovono tra l'estrema destra, alcune tifoserie e pochi gruppi di antagonismo sociale e che ieri hanno aggredito il corteo e la città. Prevenzione che ieri non c'è stata, mentre abbiamo assistito ad un'improvvida gestione dell'ordine pubblico in piazza S. Giovanni che ha disseminato il panico tra migliaia di pacifici dimostranti (offrendo uno spettacolare palcoscenico ai pochi gruppi organizzati di violenti).
Se tutto ciò non avverrà la vittima principale sarà la democrazia e la libertà di agire con le armi della politica. Nei prossimi mesi non mancheranno le occasioni per far tornare a sentire la nostra opposizione a questa gestione della crisi con la forza delle nostre ragioni. Oggi siamo ancora più indignati.
Vittorio Cogliati Dezza
Presidente nazionale Legambiente