sabato 26 maggio 2012

Legambiente partecipa alla IV Giornata nazionale sulle miniere - 27 maggio 2012

Un passo avanti per la Villa e uno indietro per il Trigona

La Villa Romana del Casale ha finalmente il suo Piano di Gestione Unesco e, primo fra tutti in Sicilia, ha anche il decreto per la perimetrazione del parco archeologico, che le conferisce l’autonomia che le permetterà di trasformarsi in motore culturale del territorio. Ma se dopo 15 anni dal riconoscimento Unesco si chiude un’importante vicenda amministrativa, continua a esasperarsi quella di Palazzo Trigona che ha ormai superato il mezzo secolo.


“Apprendiamo con rammarico – dichiarano i responsabili di Legambiente – dalla Gazzetta Ufficiale del 19 maggio che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha revocato il finanziamento per l’allestimento museale del Trigona. Questo finanziamento di circa 400 mila euro, derivante dall’otto per mille, è disponibile dal 2002, e se inizialmente la Soprintendenza di Enna non lo ha potuto utilizzare perché il palazzo doveva essere restaurato, successivamente, nel 2006, lo richiese per l’allestimento museale ottenendone l’autorizzazione nel 2008. Invece il finanziamento è stato revocato, come si legge nel decreto Ministeriale, perché l’intervento non è stato realizzato nei tempi stabiliti. In pratica perché in quattro anni non si è riusciti a utilizzare i fondi disponibili. “Eppure – continua Legambiente – la Soprintendenza ci ha più volte rassicurato su questo intervento. L’estate scorsa, a bando di gara pubblicato, abbiamo costatato che l’intervento, vista l’esiguità della somma, era una semplice fornitura di arredi per una parte del museo. Ma da quello che si legge nella Gazzetta la gara però non è mai stata aggiudicata”. Già durante i lavori di restauro, biennio 2006-2008, Legambiente più volte sollecitò la Soprintendenza affinché pianificasse la musealizzazione del Palazzo vista la disponibilità del finanziamento. Invece dopo dieci anni di attesa ce lo siamo fatti scappare e considerata la profonda crisi economica è corretto che il governo Monti cerchi di destinare soldi a chi è capace di spenderli per creare economia e sviluppo nel territorio”.

“La città aspetta il museo da oltre 50 anni, - concludono gli ambientalisti - e quest’ ulteriore e grave colpo di scena sottolinea come i 50 anni di attesa siano pervasi da rimpalli burocratici, incompetenze e probabilmente da una volontà di andare avanti come i gamberi. Proprio adesso che, nonostante i ritardi, finalmente Palazzo Trigona si apprestava ad aprire le porte alla città come museo, arriva questo nuovo stop”.

La Regione Sicilia dovrà restituire il finanziamento e forse potrà fare ricorso contro il provvedimento, ma la domanda che gli ambientalisti pongono, a nome dell’intera città , è se si potrà recuperare questo passo falso e in che tempi, considerato che la città non può permettersi ulteriori perdite di tempo.





L’UFFICIO STAMPA PIAZZAMBIENTE

giovedì 24 maggio 2012

Installazione abusiva di antenna Vodafone tra il Castello Aragonese e la Scuola Media

Pubblichiamo la lettera che il Comitato di Quartiere Monte ha inviato oggi alla Soprintendenza (e a noi per conoscenza) in merito all'installazione di un ripetitore telefonico in centro storico.
L'impegno di Legambiente è stato sempre rivolto alla tutela della salute e al rispetto delle regole e non possiamo quindi non condividere il contenuto della missiva. Già nel 2003 siamo stati al fianco dei cittadini di via Roccella che protestavano per l'installazione di un ripetitore telefonico, vicenda che portò alla predisposizione, nel nostro comune, di un regolamento cosiddetto elettrosmog; regolamento che, a quanto si legge nella missiva, è stato ampiamente violato.



Esimio Sig. Soprintendente,


lo scrivente Filippo Rausa presidente del sodalizio denominato Comitato Nobile Quartiere Monte, della città di Piazza Armerina, facendo seguito alle note inviate al sig. Sindaco di Piazza Armerina, consultabili sul sito del quartiere (di seguito riportate), relative l’installazione abusiva di un ripetitore della compagnia telefonica Vodafone, rende edotta la S.V. per i provvedimenti che ella vorrà intraprendere.


Precisamente in via Vittorio Emanuele, nel quartiere Monte, centro storico cittadino, alle spalle dell’immobile compreso tra il Castello Aragonese e la Scuola Media Luigi Capuana, sul costone del colle Mira di proprietà di uno degli inquilini di detta abitazione; la Vodafone senza alcuna autorizzazione da parte del Comune, come giustamente confermato dal Sindaco Nigrelli, e riteniamo della Soprintendenza, ha installato un’antenna di telefonia mobile a 50 metri in linea d’area dal castello Aragonese, a meno di 20 metri dalla scuola media Luigi Capuana, a meno di 10 metri da un’abitazione, e di tutte le sottostanti abitazioni abbarbicate sul predetto colle.


Detta antenna, è stata collocata in una terrazza tra la vegetazione di un giardino, non tenendo alcun conto dell’impatto ambientale, del vincolo storico-monumentale poiché sul pianoro del colle Mira insiste dal 1400 il Castello Aragonese, edificio storico, sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici, dei rischi dell'elettromagnetismo perché l’antenna è a due passi da abitazioni civili e della scuola, frequentata da un centinaio di ragazzi/e.


Pertanto, per quanto sopra descritto, invitiamo la S.V. a intimare alla suddetta compagnia telefonica lo stop dei lavori per una palese successione di abusi in materia di:


• Impatto ambientale, in quanto il Castello Aragonese è un edificio storico, sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici;


• il costone del colle Mira ove è installata l’antenna è un’oasi verde da difendere e tutelare per salvaguardarne il paesaggio, in quanto ricadente nel perimetro del castello.



Inoltre si porta a conoscenza della S.V. che il P.R.G. approvato di recente, vieta in maniera assoluta l'installazione di antenne e ripetitori sia nel centro storico che in tutto il centro abitato.



Per tutto ciò e per quanto ancora si potrebbe dire, in attesa di un Vostro solerte riscontro, cordialmente porgo distinti saluti.






Il Presidente


Filippo Rausa







http://www.quartieremonte.com/2012/01/antenna-selvaggia-tra-il-castello-e-la.html;

http://www.quartieremonte.com/2012/01/via-dal-monte-quellantenna.html

http://www.quartieremonte.com/2012/01/le-foto-dellantenna-telefonica.html

lunedì 21 maggio 2012

Terremoto Emilia, Legambiente “La tassa sulle calamità sia nazionale"

Terremoto Emilia, Legambiente “La tassa sulle calamità sia nazionale. L’emergenza beni culturali dimostra che è lo Stato a dover intervenire. Le nostre squadre pronte a partire”



Roma, 21 maggio 2012 - “Se deve esserci una tassa per far fronte ai danni provocati dalle calamità naturali allora che sia nazionale. C’è una responsabilità dello Stato nel non aver predisposto interventi per migliorare la qualità antisismica delle costruzioni e le conseguenze non possono ora gravare solo sulle spalle delle Regioni colpite dal terremoto. Basti pensare che i beni culturali sono un patrimonio nazionale, e che la situazione di pericolo in cui si trovano i tantissimi beni culturali oggi in Emilia è emblematica e può essere affrontata solo in uno sforzo nazionale. E’ compito dello Stato, infatti recuperare e tutelare il patrimonio artistico e architettonico del Paese e questo va fatto con il contributo di tutti”.

Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza esprime la solidarietà dell’associazione alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia, annunciando la disponibilità dei volontari dei gruppi di Legambiente Protezione Civile a raggiungere i territori colpiti dal sisma per mettere in salvo le tantissime opere artistiche in pericolo.

“Alle popolazioni dell’Emilia esprimiamo tutta la nostra solidarietà – ha aggiunto Cogliati Dezza - e diamo fin da adesso la disponibilità a mandare nei territori più colpiti le nostre squadre di protezione civile preparate all’intervento d’emergenza per la salvaguardia dei beni artistici e culturali. E’ urgente però che lo Stato risolva una volta per tutte la questione dei danni procurati dalle calamità naturali – conclude il presidente di Legambiente – che per il patrimonio artistico e architettonico ha bisogno di una soluzione statale”.







L’Ufficio stampa Legambiente



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