martedì 26 giugno 2012

Legambiente e Libera invitano i ragazzi a sporcarsi le mani di legalità


Si chiama “LegaliGREST” il concorso che Legambiente Piazza Armerina e Libera, nell’ambito delle attività del Centro di Educazione Ambientale, propongono ai bambini e ai ragazzi che stanno partecipando ai GREST di Piazza Armerina.

“Da alcuni mesi abbiamo intrapreso una collaborazione attiva con Libera – dichiarano i responsabili di Legambiente – mettendo in cantiere diverse attività, specialmente rivolte al mondo dei bambini e dei giovani.


Una di queste è appunto il concorso Legaligrest con il quale si chiede, ai ragazzi, di sporcarsi le mani di legalità per rappresentare su un lenzuolo bianco il loro modo di vedere e vivere il rispetto delle regole”.

In questi giorni i giovani di Legambiente stanno incontrando i bambini e gli operatori dei GREST per consegnare loro le lenzuola bianche, simbolo di legalità, e chiedere che vengano “sporcate” con disegni, slogan, poesie, fotografie e tutto quello che la fantasia dei ragazzi suggerirà.

Grande l’interesse dei bambini e tante le domande.

Legambiente e Libera incontreranno ancora, nelle prossime settimane, i GREST, e si sporcheranno le mani insieme ai bambini.

Le lenzuola illustrate saranno poi esposte quest’estate dando così origine ad una vera e propria mostra che permetterà a tutti gli adulti di osservare l’idea che i più piccoli hanno del rispetto delle regole.

I ragazzi parteciperanno a gruppi sotto la bandiera del GREST di appartenenza.

Una giuria valuterà poi tre tra le opere realizzate che saranno premiate con una coppa mentre a tutti i bambini sarà consegnato un attestato di partecipazione.




L’UFFICIO STAMPA PIAZZAMBIENTE

lunedì 25 giugno 2012

Goletta Verde assegna le bandiere nere ai pirati del mare

Si aggiudicano il peggior premio per il 2012 Corrado Passera, Francesco Bellavista Caltagirone, Costa Crociere, Grimaldi Lines e Raffaele Lombardo

Per la Goletta Verde di Legambiente si preannuncia un’estate calda. Non sarà la temperatura a preoccupare particolarmente l’equipaggio dell’imbarcazione ambientalista, ma piuttosto tutte le malefatte dei nuovi pirati del mare, cioè di coloro che portano avanti un modello insostenibile di sfruttamento e fruizione del mare e delle coste. La storica campagna di Legambiente nel suo viaggio itinerante dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia, in quasi due mesi di navigazione, porterà in giro per l’Italia le vertenze ambientali più pericolose che incombono sulla salute e l’integrità del nostro prezioso patrimonio marino.


“I pirati del mare non sono solo delle pittoresche suggestioni dei libri di storia - afferma Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente –. Come dimostrano le cinque bandiere nere che consegnamo quest’oggi sono una triste realtà, il lato peggiore di un modello di fare economia e politica che tarda a scomparire e che continua ad impattare negativamente sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Le bandiere nere che consegnamo oggi, rappresentano denuncie precise ma al contempo sono anche il simbolo delle minaccie che incombono sul nostro mare e che vogliamo sconfiggere. Con Goletta Verde – conclude Ciafani - andremo all’arrembaggio dei pirati del mare puntando i riflettori sulle politiche che implementano il ricorso alle fonti energetiche fossili, sulla privatizzazione del demanio, su un sistema di portualità che trasforma le coste in giungle di cemento, sul trasporto marittimo senza regole e sulla mancanza di norme di sicurezza nella fruizione del mare”.


Ed ecco nel dettaglio la menzione per ognuna delle cinque bandiere nere che Legambiente quest’oggi consegna in difesa dell’integrità del nostro ecosistema marino e costiero.


A Francesco Bellavista Caltagirone, l’imprenditore a capo di un impero nel mondo delle costruzioni coinvolto nei progetti dei porti turistici a maggior impatto ambientale lungo tutta la penisola, da Imperia a Siracusa, passando per Carrara e il megaporto della Concordia a Fiumicino.


A Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico, per il Decreto Sviluppo, che ha riattivato le procedure per la ricerca e l’estrazione di petrolio dai fondali marini che erano bloccate dalla legge approvata nel 2010 dopo l’incidente nel Golfo del Messico, e per il Decreto Rotte, una legge monca che si occupa solo delle aree protette (e per le quali peraltro sono già operativi provvedimenti di deroga), ma non è riuscita a vietare i passaggi ravvicinati delle navi da crociera davanti a luoghi delicati e di gran pregio come ad esempio le coste non protette dell’isola di Capri, quelle di Pantelleria, di San Pietro o delle Eolie.


A Raffaele Lombardo, governatore della Regione Sicilia, per aver assecondato e non rigettato la proposta di project financing della SIDRA finalizzata alla messa in sicurezza dei tratti di costa in erosione, ma che in realtà prefigura la "svendita" ai privati delle spiagge siciliane. A tutt'oggi gli uffici regionali hanno istruito o hanno in corso di valutazione la proposta. La Regione dovrebbe concedere in uso per 30 anni, estensibili a 50, il demanio marittimo sul quale un gruppo di società immobiliari interessate a sostenere l’iniziativa potrebbe realizzare attività turistiche di vario genere, incluse la costruzione di nuovi porti, aree commerciali, impianti sportivi e strutture ricettive.


A Costa Crociere, la compagnia di navigazione del gruppo Carnival Corporation proprietaria della Costa Concordia, la nave che ha fatto naufragio all’isola del Giglio. La vicenda della Costa Concordia ha evidenziato inadempienze e procedure sbagliate non solo da parte del Comandante, ma anche del gruppo stesso. La scarsa preparazione dell’equipaggio a fronteggiare situazioni d’emergenza, la prassi diffusa di molte navi del gruppo ad effettuare passaggi sottocosta ravvicinati in prossimità di aree di pregio e di coste protette, la gestione della situazione di crisi subito dopo l’impatto con gli scogli delle Scole (zona di massima protezione del Parco nazionale dell’arcipelago toscano) coinvolgono in maniera prepotente Costa Crociere. Il progetto di rimozione del relitto infine, non è stato oggetto di un adeguato processo di condivisione e informazione con il territorio, alla luce dell’evidente impatto ambientale che procurerà.



Alla Grimaldi Lines, la compagnia di navigazione armatrice del Venezia, l’eurocargo che, in una giornata di mare in tempesta che avrebbe dovuto far rinviare il viaggio, ha perso nei pressi dell’isola di Gorgona, nel Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, due semirimorchi con un carico di 224 fusti tossici contenenti ciascuno 200 kg di cobalto e monossido di molibdeno (45 tonnellate totali). La società nelle ore successive all’evento non ha dimostrato trasparenza nella comunicazione della reale portata dell’evento e del suo successivo impatto ambientale.