sabato 16 febbraio 2013

Lo sviluppo che vogliamo - presentazione libro "Il ponte sullo stretto nell'economia del debito"

SABATO 16 FEBBRAIO LEGAMBIENTE INVITA AL DIBATTITO SUL PONTE, LE GRANDI OPERE ED IL MUOS


PRESENTAZIONE DEL LIBRO “IL PONTE SULLO STRETTO NELL’ECONOMIA DEL DEBITO” DI LUIGI STURNIOLO

VERSO LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO PONTE DEL 16 MARZO E LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO MUOS DEL 30 MARZO



Sabato 16 febbraio alle ore 17.30, presso il Centro di Educazione Ambientale, il circolo Piazzambiente della Legambiente ospiterà la presentazione del libro di Luigi Sturniolo “Il ponte sullo stretto nell’economia del debito”.

L’autore, messinese, è una delle voci più note della Rete No Ponte e ci condurrà dietro le quinte dell’affare Ponte sullo stretto per fare luce sugli interessi speculativi che questa grande opera sottende, collocando la critica al Ponte sullo Stretto nell’ambito della più generale opposizione alla politica delle grandi opere, attraverso la quale ingenti risorse sono state trasferite dalle casse pubbliche a poche grandi imprese aggiudicatrici dei grossi appalti, secondo un sistema che, attraverso strumenti come il Project Financing e il General Contractor, ha impedito ai territori di decidere del proprio futuro e ai cittadini di prendere parola.



“La battaglia contro il Ponte sullo Stretto – dichiarano i responsabili di Legambiente – ha visto in prima linea sempre anche la Legambiente che ha, in questo modo, voluto sottolineare la propria contrarietà ad un modello di sviluppo legato esclusivamente al ciclo del cemento tendente a soffocare ogni più elementare forma di democrazia partecipata”.



Infrastrutture di trasporto inutili e devastanti, termovalorizzatori, rigassificatori, impianti militari e installazioni dal forte impatto ambientale – hanno visto nascere comitati e aggregazioni che, insieme alle mobilitazioni in difesa dei beni comuni, hanno dato vita a un generale pronunciamento dal basso, espressione di nuove forme di democrazia partecipata.



Il Movimento No Ponte si prepara a tornare in piazza, il 16 marzo a MESSINA, per chiudere definitivamente la partita del Ponte sullo Stretto e per unire e continuare le lotte per la Rinascita del Territorio, nel contesto della difesa della partecipazione democratica, anche con la partecipazione alla manifestazione nazionale NO MUOS del 30 MARZO a NISCEMI.



E proprio per tracciare parallelismi e convergenze tra i 2 movimenti, il 16 febbraio alla presentazione del libro di Sturniolo, interverrà anche Salvatore Giordano, attivista del movimento No MUOS di Piazza Armerina.



L’UFFICIO STAMPA PIAZZAMBIENTE

lunedì 11 febbraio 2013

In venti contro i venti - eolico industriale. Giù le mani dalle nostre montagne

Documento, firmato da 20 associazioni, contro la nuova aggressione dell'industriale eolico in provincia di Enna (9 febbraio 2013):


Eolico industriale. Giù le mani dalle nostre montagne!


Li chiamano Parchi. Invece sono devastanti megaimpianti industriali. Incombono sulla piccola provincia di Enna circa cinquanta parchi eolici, ed oltre a quelli già realizzati ne stanno per partire quattro, d...i impatto inaccettabile su un territorio montano di rara bellezza, dagli orizzonti aperti a 360 gradi sull'intera Sicilia, vocato per storia e cultura a tutt'altre prospettive.

Tra questi il progetto eolico “Capobianco/Piccirillitto” della Geowind (di nuovo alla carica, pare, anche su un altro progetto, respinto due volte, insistente sulla contrada Castellazzo), quello di Cerami del gruppo Baltic in c.da Pancallo in prossimità del parco dei Nebrodi, la centrale eolica “Monte Cisterna” di Calascibetta-Nicosia della Borat a ridosso del monte Altesina e del lago Nicoletti ed il parco eolico della Zefira nel territorio di Centuripe.



In qualità di cittadini e di associazioni non intendiamo accettare questo scempio irreversibile delle nostre montagne, tra cui l'Altesina ed il Parco dei Nebrodi, e di contrade che serbatesi integre nel tempo concorrono fortemente all'immagine peculiare dell'interno Sicilia, patrimonio identitario collettivo che la Costituzione tutela in quell'articolo 9, metodicamente calpestato ed irriso da molteplici istituzioni siciliane (nonostante la Provincia Regionale di Enna e la Soprintendenza abbiano espresso circostanziato parere negativo alla stragrande maggioranza dei progetti). Il territorio ed i cittadini sono lasciati oramai sempre più soli, quando non apertamente ostacolati, nella strenua difesa di questa terra.



I Palazzi della politica in cui si prendono decisioni che bypassano antidemocraticamente la volontà dei territori non possono far finta di non vedere la contraddizione lampante in cui incorrono quando da un lato proclamano valori ambientali, istituzione di riserve, di zone protette, di parchi tematici, turismo sostenibile e contemporaneamente dall'altro consentono simili svendite e devastazioni.



I luoghi interessati sono tutti di incomparabile valore naturalistico, a stretto ridosso di aree protette naturali e di zone di importante interesse culturale e archeologico. Basti pensare al borgo di Milletarì, appena finanziato a valere delle misure LEADER per il recupero della identità rurale, alla splendida villa-masseria di Cacchiamo, alle masserie e agli insediamenti rurali, preziose testimonianze di tradizioni secolari.

La stragrande maggioranza dei progetti ricade poi nell'ambito territoriale del Geopark Rocca di Cerere, parte integrante della rete mondiale dei Geopark e per questo area di elevatissimo pregio così come stabilito dall'UNESCO che concede gli auspici alle reti Geopark Europea e Mondiale.



Diciamo NO a queste file di torri gigantesche di 150 mt d'altezza e anche più che compromettono non solo la fruizione e il godimento dei nostri paesaggi maestosi - ammirati da tutti i grandi viaggiatori del passato che definirono Enna “Belvedere di Sicilia” - ma provocano uno stravolgimento irreversibile degli assetti geomorfologici e dei delicati equilibri idrogeologici del nostro territorio. Per fare un “parco” eolico ci vuole altro che un fiore. Ci vuole una mole immensa di interventi infrastrutturali, quali reti stradali proporzionate all'accesso di mezzi pesanti di eccezionali dimensioni, scavi di notevole profondità , cabine di trasformazione (una per ogni torre), piazzole e centrali di sottostazione.

Una serie di veri e propri sventramenti che distruggono un intero ecosistema vegetale e animale. Ben documentato il rischio diretto di collisione con le pale, per gli uccelli migratori e le numerose specie di rapaci (falchi, poiane, avvoltoi, nibbi, gufi reali, aquile del Bonelli…) presenti nelle nostre contrade e inclusi tra le specie protette nell’allegato I della Direttiva 79/409/CEE da cui derivano precisi obblighi comunitari.

Senza contare i danni alla salute delle persone, ormai documentati da ricerche scientifiche e mediche condotte in tutto il mondo - derivanti dallo sfarfallamento, dal rumore, dalle basse frequenze e dall'elevato inquinamento elettromagnetico prodotto dai cavidotti.



Dov'è la politica e quali interessi difendono quei governanti che dovrebbero rappresentare i nostri? In una Sicilia che ha già fatto i conti col miraggio di sviluppo imposto del petrolchimico, da anni presa d'assalto da ogni genere di speculazione – cemento, trivellazioni, inceneritori, biogas, scorie radioattive, Muos – si perpetua attraverso l'eolico, l'ennesima colonizzazione da parte di capitali esteri consociati a piccole ditte e lobbies locali in un appetibile business, mascherato da “energia pulita”, fatto di certificati verdi incentivi e royalties pagati con le nostre bollette, in cui si inserisce profittevolmente la mafia e trova spazio ogni forma di corruzione politico-amministrativa. Il tutto a fronte di un contributo alla produzione energetica e riduzione di CO2 decisamente risibile.



La provincia di Enna ha i suoi punti di forza nella bellezza del paesaggio, nelle persistenze storiche archeologiche e culturali del passato, nell'agricoltura, nel cibo. Presenta aziende con produzioni certificate di agricoltura biologica, incompatibili con l'eolico industriale. E' centro di accoglienza turistica fondata su cultura e ruralità con aziende e agriturismi avviati. La dimensione industriale fortemente strutturata di questa aggressione eolica, violentemente estranea a tutto questo, rappresenta oltre che una perdita dei propri riferimenti storici culturali e ambientali, una perdita sostanziale di ogni valenza turistica e dunque economica del territorio.



Con la presente denunciamo come sia stato vilipeso dalle strategie politiche della Regione Siciliana quanto convenuto e sottoscritto dagli Stati membri all'interno della Convenzione europea del Paesaggio tenutasi a

Firenze, il 20 ottobre 2000, in cui si è pattuita la necessità di soddisfare gli auspici delle popolazioni di godere di un paesaggio di qualità e di svolgere un ruolo attivo nella sua trasformazione, nella persuasione che il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale, e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo.

All'interno della stessa Convenzione infatti si sancisce che :

- il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all'attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro;

il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea.

il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana;



I cittadini di questa provincia, stanchi di assistere alle contraddizioni delle scelte politiche del territorio da loro abitato e vissuto ed in cui la qualità ed il benessere è messo a forte rischio da questi progetti che fanno scempio del Paesaggio, stanchi di doversi ogni giorno di più trovare di fronte alle Istituzioni come a una controparte, pretendono in nome della democrazia che la politica difenda il Bene Comune e l'Interesse Collettivo.



Le sottoscritte associazioni si riservano di intraprendere ogni iniziativa utile volta a bloccare definitivamente il saccheggio del territorio della provincia ennese, non tralasciando di denunciare anche al Consiglio d’Europa il mancato rispetto degli obblighi derivanti dalla stipula della Convenzione europea del Paesaggio di Firenze .



I primi firmatari:

Gruppo Contro l'eolico selvaggio

Siciliantica Enna

Siciliantica Piazza Armerina

Associazione Altrementi Enna

WWF Regione Sicilia

Legambiente Enna – circolo Erei

Legambiente Piazza Armerina – circolo Piazzambiente

Lipu Enna

Italia Nostra

Consorzio Agriturismi Enna

Rappresentanza proprietari e residenti Castellazzo

Alphadog Associazione animalista Enna

Slow food – Condotta di Enna

Associazione O.PER.A. Enna

Comitato Nazionale Contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi

Associazione Culturale I Zanni – Enna

Associazione "Hisn Al Giran" Calascibetta

Coordinamento delle Associazioni Ennesi per il Rispetto e la Tutela del Territorio e dell'Ambiente.

Movimento “Assoro prima di tutto”

Circolo AIAB (Associazione italiana per l'Agricoltura Biologica) di Enna