lunedì 2 novembre 2009

Reti ecologiche e pianificazione territoriale

Sabato 13 novembre 2009 - convegno a Messina

Il mondo scientifico, agli inizi degli anni 80, ha proposto come strumento di possibile strutturazione del territorio per preservare la biodiversità la “rete ecologica”. Con questo termine si indica una rete fisica di aree centrali, collegate da corridoi e sostenute da zone cuscinetto, per facilitare la dispersione e la migrazione delle specie ai fini della conservazione della natura, dentro e fuori le aree protette.
Si era infatti affermata la consapevolezza degli effetti negativi dell’azione antropica sugli habitat.
Il drastico e progressivo cambiamento dell’uso del suolo, in particolare a seguito dell’urbanizzazione irrispettosa delle esigenze ambientali, era all’origine del fenomeno detto di frammentazione del territorio.
La Direttiva “Habitat” 92/43/Cee, ad oggi, rappresenta uno dei principali riferimenti a livello internazionale per ciò che riguarda le politiche a favore della continuità ecologica.
Questa Direttiva ha definito un insieme di norme per costruire entro il 2004 una rete europea di aree ad alto valore naturalistico per la conservazione di habitat e specie minacciate, denominata Rete Natura 2000.
Tale rete incorpora anche gli indirizzi e le applicazioni della Direttiva “Uccelli” 79/409/Cee che, a sua volta, si propone la tutela dei siti di importanza per l’avifauna. L’introduzione esplicita del modello di “rete ecologica” nell’ambito delle politiche internazionali risale al 1993, quando nel corso della conferenza internazionale“Conservig Europe’s Natural Heritage: Towards a European Ecological Network”- Maastricht, venne presentata l’iniziativa EECONET. L’obiettivo proposto fu quello di mantenere e migliorare la conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, partendo dalla frammentazione del territorio.
In Europa i concetti legati alla reticolarità ecologica e alla continuità ambientale si stanno diffondendo rapidamente all’interno delle politiche di pianificazione territoriale.
Anche in Italia gli enti locali di diverse realtà territoriali hanno già inserito il concetto di rete ecologica all’interno dei loro strumenti di pianificazione.

INTERVIENE:
Bernardino Romano
È docente di Pianificazione Territoriale e di Tecniche di Valutazione Ambientale dell’Università degli Studi dell’Aquila, Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.Ha svolto attività di consulenza scientifica per numerosi enti territoriali, ed in particolare è membro del Comitato Scientifico per la RERU (Rete Ecologica Regionale) della Regione Umbria, consulente della Regione Veneto per il progetto europeo LOTO e per il PTCR, coordinatore del gruppo di consulenza tecnico scientifica della regione Umbria per la valutazione dei progetti POR-FESR 2007-2013, membro del Nucleo di Valutazione e Controllo di Gestione del Parco nazionale dei Monti Sibillini e del Comitato Scientifico della Provincia di Terni per il Piano territoriale di Coordinamento. Fa parte inoltre del Comitato Scientifico Nazionale del WWF Italia, del Comitato Scientifico di IENE (Infra Eco Network Europe) Italia e del gruppo internazionale WCPA - Mountain Theme dell’IUCN.
Sono state avviate le procedure per la richiesta per gli iscritti all'Ordine dei Geologi dei crediti formativi di cui al Regolamento APC. Il numero dei crediti formativi riconosciuti non dipende dalle Associazioni proponenti. Al termine dei lavori verrà consegnato ai partecipanti iscritti l’attestato di partecipazione.


Per ulteriori informazioni:
SEGRETERIA SCIENTIFICA
CEA Messina Onlus - SIGEA Sicilia
Tel. 347/5870723 - 348/3832468 Fax 178 6018456
email: ceamessina@tiscali.it
sito: www.ceamessina.it

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