giovedì 27 gennaio 2022

Piazza Armerina: approvato lo schema di massima del PRG nella totale assenza di confronto con la città


Legambiente esprime biasimo nei confronti dell’amministrazione comunale e di tutti i consiglieri comunali senza distinzione di colori, per il metodo con cui è stato approvato lo schema di massima del PRG. Nella seduta di consiglio comunale del 12 gennaio, alla presenza del dirigente comunale dell’ufficio tecnico, ing. Duminuco e dell’ing. Erbicella, professionista incaricato per la revisione del PRG, i consiglieri comunali hanno posto solo tre domande di chiarimento sull’intero impianto dello schema di massima. Poi, anziché continuare ad approfondire aspetti di sostanza utili per la pianificazione e sviluppo del territorio, hanno preferito dibattere, avvitandosi su sé stessi, rispetto ad una nota elaborata nel 2019 da un tecnico (il cui nome non è stato verbalizzato) contenente valutazioni sulla proposta di revisione del PRG, ed inviata all’amministrazione comunale e al presidente della terza commissione consiliare. Innescando, inoltre, un dibattito infruttuoso sulla titolarità di questo tecnico in merito alla sua presenza durante i lavori di commissione consiliare e durante alcune riunioni ristrette nell’ufficio del sindaco. In pratica, dando la caccia alle streghe, i rappresentanti del popolo hanno dimenticato di curare gli interessi collettivi disertando ad uno ad uno l’aula fino a fare mancare il numero legale. E quindi è bastata la sola seduta di consiglio comunale tenutasi l’indomani, il 13 gennaio, perché cinque consiglieri di maggioranza approvassero lo schema di massima del PRG contro i voti contrari di quattro consiglieri di opposizione. E un dato sconcertante, leggasi il verbale di seduta, è rilevare l’assenza di dibattito in aula, con una opposizione che ha preferito votare contro senza fornire motivazioni, senza presentare alcun emendamento e alcuna proposta.Un atto complesso composto da numerosi elaborati, che impegna il territorio per il prossimo futuro arrivato in consiglio comunale dopo anni di silenzio non interrotti neanche dallo spauracchio del potere sostitutivo regionale, senza che venisse attivata una fase di comunicazione e partecipazione che coinvolgesse l’intera città. Escludendo d’imperio i diritti dei cittadini e dei portatori d’interesse collettivo.Ed è da biasimare doppiamente chi si nasconde all’ombra del ruolo di opposizione,anziché proporre “azioni concrete” come la promozione della partecipazione collettiva, dimostrando almeno di essere realmente un soggetto politico alternativo a chi governa. Perché lo strumento urbanistico non ha mai avuto un colore, appartiene a tutti gli schieramenti, anche a chi esprime voto contrario reggendo possibilmente il gioco delle parti però senza assumersi la responsabilità di presentare emendamenti o denunciare possibili irregolarità.Al di là dei dubbi sul fatto che l’iter di approvazione del PRG debba seguire la vecchia legge urbanistica o la nuova che trasforma il PRG in PUG, stupisce la dichiarazione resa in aula dall’ing. Erbicella, nella seduta del 12 gennaio, secondo cui lo schema di massima è comunque coerente e conforme alla nuova legge urbanistica siciliana che ha tra i principi dichiarati la sussidiarietà, la sostenibilità,il consumo di suolo tendente a zero, la partecipazione e la concertazione. Ma forse si è confuso il consumo di suolo tendente a zero con la partecipazione dei cittadini tendente a zero. E considerato che lo strumento urbanistico non ha mai avuto un colore politico, ma appartiene, prima di tutto, alla città e ai cittadini, anche in ragione del fatto che alcuni consiglieri sono incompatibili al voto per interessi personali, sarebbe stato meglio aprire una fase di confronto aperto con ordini professionali, associazioni e portatori di interesse comunque denominati, anche in ragione del fatto che i processi della CO-PROGRAMMAZIONE e CO-PROGETTAZIONE sono entrati di diritto nella pubblica amministrazione, per garantire aspettative ed interessi dell’intera comunità locale e non dei pochi, così come del resto ampiamente previsto dal principio di sussidiarietà orizzontale e dal nuovo rapporto tra società civile e pubbliche amministrazioni che, di fatto, configura un canale di amministrazione condivisa e alternativo a quello del profitto e del mercato.