mercoledì 20 aprile 2011

Nucleare sì, no, forse...

Legambiente: “Sul referendum il governo fa pubblicità ingannevole”



Nucleare sì, anzi no, anzi forse. Non è escluso. Sembra essere questa ad oggi la posizione del governo italiano sull’energia atomica. Una posizione equivoca e potenzialmente truffaldina che lascia ampi spazi di interpretazione sul futuro piano energetico del Paese a totale danno dei cittadini che, in questo modo, rischiano di non essere correttamente informati e quindi di non poter decidere legittimamente del proprio futuro.

Ieri la Maggioranza, consapevole della forza del movimento antinuclearista e dell’opinione della maggior parte degli italiani, dava per conclusa la stagione del nucleare in Italia. Oggi il ministro Romani, come il presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare Veronesi, tornano a riaprire il varco delle possibilità per un non ben identificato nucleare futuro, facendo intendere la reale intenzione di riavviare la spinosa questione in tempi più propizi.

“Tutto ciò è profondamente scorretto e dannoso per i cittadini - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza –. Con questa sorta di pubblicità ingannevole, infatti, si cerca di far calare l’attenzione sul referendum e sulla necessità di andare a votare per vincere definitivamente la sfida della modernità che deve essere basata sulle fonti rinnovabili e pulite. Noi non smetteremo di parlare dei rischi del nucleare e di sollecitare i cittadini ad andare a votare fin quando questo governo non farà azioni concrete per cancellare ogni ipotesi di ritorno all’atomo attraverso l’abrogazione delle norme per la realizzazione delle centrali”.

Rispetto all’Agenzia nazionale per la sicurezza nucleare, che Romani vorrebbe lasciare in vita per contribuire agli studi europei sui nuovi standard di sicurezza inoltre, sarebbe bene rivedere le nomine: “Se di sicurezza si deve occupare – ha aggiunto Cogliati Dezza – bisognerà allora cambiarne i responsabili, perché gli attuali Ultrà del nucleare, non rappresentano affatto una garanzia per l’obiettività dell’Agenzia”.
Fonte: www.legambiente.it

martedì 19 aprile 2011

Nucleare: Governo abroga norme per nuovi impianti - salta il referendum?


“Consapevoli che il quorum nel referendum di giugno sarebbe stato raggiunto e che la stragrande maggioranza degli italiani, di tutti gli schieramenti politici, sono contrari al nucleare, il governo ha deciso di abrogare le norme per la realizzazione di nuove centrali atomiche. Salta quindi anche il referendum ma non cala l’attenzione da parte delle associazioni che continueranno invece a vigilare affinché il nucleare cacciato ora dalla porta non si riaffacci dalla finestra, magari tra un anno, quando le acque si saranno calmate e l’incubo di Fukushima sarà meno opprimente”.

Così Legambiente ha commentato la notizia dell’emendamento al decreto Omnibus che conteneva anche la moratoria di anno per il nucleare, presentato oggi al Senato.

“Questa grande vittoria del movimento antinucleare – continua Legambiente – sia la spinta decisiva per avviare un nuovo piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili, che escluda definitivamente il ritorno all’atomo, rispondendo positivamente agli obiettivi internazionali e garantendo al Paese occupazione e sviluppo di qualità”.

Il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ commenta così l’emendamento del governo al dl Omnibus che recepisce il quesito referendario anti-nucleare "Il governo l’ha capita. Speriamo solo non faccia giochetti”. “Cancellare il progetto atomico è l’unica cosa sensata per l’Italia – si legge nella nota delle oltre 70 associazioni mobilitate in favore del referendum – a preoccuparci semmai è il fatto che la scelta dell’esecutivo non è fatta per convinzione ma per convenienza: i sondaggi dicono che la protesta contro l’atomo avrebbe potuto mettere a rischio le elezioni amministrative e fare da traino agli altri 3 referendum. E il governo, pavidamente, non ha voluto rischiare.

L'impegno di tutti dovrà essere adesso quello di garantire il quorum per il referendum sull'acqua pubblica e per quello sul legittimo impedimento.

19 aprile 2011