venerdì 7 settembre 2012

Piano paesistico di Siracusa. Il Consiglio di Giustizia amministrativa ha respinto il ricorso del Comune di Sortino.

Legambiente Sicilia: “L’assessore regionale Trigilio convochi, senza per ulteriore perdite di tempo, l’Osservatorio per il paesaggio per approvare definitivamente i piani di Siracusa e Ragusa”.


Il Consiglio di Giustizia amministrativa ha respinto il ricorso del Comune di Sortino. Nelle motivazioni, il Cga sostiene che il piano paesistico non va sottoposto a valutazioni ambientali (motivo utilizzato per caducare piani di salvaguardia) e la prevalenza del piano su tutti gli interessi di altra natura.

“Per l’ennesima volta – dichiara Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia - si fa ulteriore chiarezza sulle procedure di adozione dei piani paesistici. Tutti coloro che strumentalmente hanno tentato di impedire, in particolare a Siracusa e Ragusa, l’approvazione di questo prioritario strumento di programmazione, hanno ricevuto una sonora bocciatura. Per cui adesso – conclude Zanna - l’assessore regionale Trigilio convochi, senza per ulteriore perdite di tempo, l’Osservatorio per il paesaggio per approvare definitivamente i piani di Siracusa e Ragusa”.


7 settembre 2012



L’ufficio stampa

Teresa Campagna tel. 338-2116468

martedì 4 settembre 2012

La LAV ricorre contro l'ordinanza sindacale di Nigrelli

Riceviamo e pubblichiamo:

Apprendiamo da certa stampa locale ( e ci riferiamo all’articolo a firma di Roberto Palermo sul Giornale di Sicilia di giovedì 23 agosto:“ Piazza Armerina, multe salate per i cani che sporcano le aiuole”) che il primo cittadino avrebbe emanato un’ordinanza con la quale vieta anche di sfamare e dissetare i cani randagi di Piazza Armerina.


Sulla necessità di garantire il decoro e la pulizia delle strade e dei parchi pubblici nulla questio. Ogni cittadino civile che si rispetti deve essere munito di palettina e sacchetto per la raccolta delle feci. Molta gente ne fa uso da anni! Per il resto, come è solito da queste parti … si sa … la civiltà e le buone maniere si fanno attendere!

Per entrare nel vivo della questione che più ci interessa, citiamo alla lettera cosa scrive nell’articolo succitato Roberto Palermo, menzionando il contenuto dell’ordinanza in oggetto: “Vietate le ciotole lasciate dai cittadini nei luoghi pubblici per i randagi. Ai trasgressori verranno applicate sanzioni dai 50 ai 300 euro”.

Dai più recenti orientamenti giurisprudenziali ( e ci riferiamo soprattutto alla sentenza T.A.R. Puglia, sez. Lecce, sent. n. 525/12) emerge che dare da mangiare agli animali randagi, abbandonando il cibo sulle pubbliche vie, non può considerarsi un illecito e pertanto l’ordinanza del sindaco che vieta questo comportamento va annullata.

Secondo le motivazioni dei giudici amministrativi non esiste nel nostro ordinamento alcuna norma di legge che vieti di alimentare gli animali randagi. Ne consegue che l’ordinanza in questione si pone in contrasto con la normativa nazionale e regionale sulla prevenzione del randagismo e sulla tutela degli animali di affezione (che, viceversa, viene invocata nelle premesse dell’ordinanza sindacale de quo, citiamo testualmente: “ritenuto opportuno adottare un provvedimento a tutela della sicurezza delle persone, dell’ambiente, dell’igiene e degli animali d’affezione”).

L’amministrazione denuncia che le strade sono sporche per gli avanzi di alimenti lasciati dai benefattori di animali. Ciò non basta. Secondo il Tar Puglia è prioritaria la legge quadro sul randagismo che, già all’art. 1, stabilisce che lo Stato condanna gli atti di crudeltà contro gli animali, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale. Gli animali, quindi, devono essere protetti e non si può impedire chi vuole alimentarli.

Ma v’è di più. Simpatico, per usare un eufemismo, il seguente sillogismo: Il Sindaco vieta di alimentare i cani randagi. I cani randagi sono di proprietà del Comune (nella persona del Sindaco). Il Sindaco commette reato (maltrattamento) contro i cani di sua proprietà.

Il Sindaco denuncerà se stesso?! Non crediamo, magari ci penserà qualcun altro a farlo.

Un paradosso: per anni non si mette freno (se non con “metodi poco convenzionali”) al dilagare del randagismo e poi si colpevolizza la gente che mette ciotole di acqua e cibo per sfamare i randagi. Ma i randagi non piovono dal cielo (né vengono scaraventati nottetempo da messi di altri “lidi”, come paventato da qualcuno). Sono due le cose: c’è qualche delinquente che li abbandona, c’è qualche amministrazione che non si cura abbastanza del problema.

Per tutta risposta vengono sanzionati i cittadini che, adempiendo ad un obbligo morale, in realtà suppliscono all’inadempienza di un obbligo giuridico del Comune, garantire il benessere e la sopravvivenza dei randagi.

Così come ci sembra assurdo che, dopo tanti “sacrifici” fatti per portare avanti la campagna di sterilizzazione dei randagi con conseguente reimmissione sul territorio, così come previsto dalla legge, essi debbano essere fatti morire di fame e di stenti … nella migliore delle ipotesi (sic!).

Altro aspetto degno di nota è il divieto di accesso ai cani, qualora segnalato da appositi cartelli, nelle aiuole, nei parchi pubblici, nei giardini (art. 2 ordinanza n.74). Preso atto di ciò dovrebbe, allora, essere garantito ai cittadini e ai loro cani di avere disponibilità di aree appositamente dedicate allo sgambamento di questi ultimi (in molte città italiane esistono già da molto tempo i c.d. parchi attrezzati di sgambamento per cani - solo per citarne alcune: Milano, Verona, Torino, Brescia, Piacenza, Padova, Roma – ove i quadrupedi possono correre e muoversi liberamente anche senza museruola). Di certo a Piazza Armerina non mancherebbero spazi verdi idonei allo scopo.

Detto questo, proseguiamo nella nostra riflessione citando ancora una volta l’articolo di Roberto Palermo, nella parte in cui spiega quali “strategie” intende adottare il Comadante della Polizia Municipale per garantire il rispetto dell’ordinanza de quo “Il comando della polizia municipale potrebbe organizzare dei controlli a sorpresa in borghese, magari con alcuni agenti seduti comodamente nella panchina di un parco della città, pronto a beccare chi viola le norme stabilite nell’ordinanza 74”.

Davvero esilarante, se solo non ci fosse un retrogusto amaro: Piazza Armerina è in tutta Italia il simbolo della strage dei cani. Centinaia di avvelenamenti in due anni. Come centinaia sono stati gli episodi di abbandono, numerosi i casi di maltrattamento.

Stupisce, pertanto, che il sindaco abbia, in un contesto del genere, fatto sentire la sua voce per contrastare, più che per promuovere, il rispetto degli animali da affezione.

Bene. La medesima solerzia che auspica il Comandante della Polizia Municipale circa il rispetto dell’ordinanza sindacale n. 74, sarebbe stata necessaria per “pescare” il fantomatico “killer dog” (così come è stato soprannominato in uno degli ultimi pezzi sugli avvelenamenti), o per controllare il rispetto dell’obbligo di microchippare i cani padronali, per verificare le denunce di maltrattamento.

Ma d’altro canto “stare seduti comodamente nella panchina di un parco della città, pronto a beccare chi viola le norme stabilite nell’ordinanza 74” è senz’altro più comodo!

Per fortuna che ogni tanto la legge ci assiste … esiste il ricorso amministrativo contro le ordinanze sindacali!

Grazie per l’attenzione.

Lav Enna

Caccia sospesa in Sicilia

IL TAR SICILIA SOSPENDE IL CALENDARIO VENATORIO 2012/2013.


ACCOLTO IL RICORSO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE.

TUTELATI I SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA E LE ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE.

Con decreto 510 del 3 settembre 2012 il Presidente del TAR Palermo ha sospeso il calendario venatorio 2012/2013 (emanato dall’Assessore Regionale alle Risorse Agricole Francesco Aiello) impugnato dalle Associazioni Ambientaliste LEGAMBIENTE, LIPU e MAN per mancanza del Piano Regionale Faunistico Venatorio e per violazione delle Direttive Comunitarie in materia di Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Incidenza.

“Importante pronunciamento e di buon senso – dichiarano Angelo Dimarca di Legambiente, Nino Provenza della LIPU, Deborah Ricciardi del MAN – che ribadisce la necessità di un Piano Faunistico Venatorio correttamente approvato, la piena vigenza della normativa comunitaria in materia di protezione dei Siti Natura 2000 ed il rispetto delle censure del Commissario dello Stato.

Avevamo già detto che si trattava del peggiore calendario venatorio degli ultimi anni, che tentava di autorizzare in via amministrativa quello che il Commissario dello Stato per la Regione Siciliana aveva già censurato impugnando il 26 aprile del 2012 l’articolo 11 comma 21 e 22 del DDL 801/2012”.

La caccia è quindi sospesa sino a quando l’Assessore Regionale alle Risorse Agricole non emanerà un nuovo calendario venatorio le cui previsioni, in mancanza di un nuovo Piano regionale faunistico venatorio, non potranno eccedere quelle del calendario venatorio 2011/2012.

In particolare sono cosi’ salvi i divieti nei Siti Natura 2000 (Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale) previsti lo scorso anno e non potrà essere prolungata la stagione venatoria a febbraio 2013.

“Siamo soddisfatti perché sono prevalse le ragioni della Natura e dello Stato di Diritto – concludono i Rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste – contro i tentativi di scardinare quanto di buono si era cominciato a fare lo scorso anno al fine di dotare la Sicilia di un Piano Faunistico Venatorio moderno e conforme alle leggi nazionali, ai pareri dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente) e soprattutto al diritto comunitario”.

L’Ufficio Stampa Legambiente

Teresa Campagna 338 2116468

lunedì 3 settembre 2012

Mani sporche di legalità rendono il futuro più pulito

UN SUCCESSO IL CONCORSO “LEGALIGREST” DI LEGAMBIENTE E LIBERA


MANI SPORCHE DI LEGALITA’ RENDONO IL FUTURO PIU’ PULITO


Nella verde cornice di Festambiente, alla villa Roma, si è svolta, l’11 agosto, la premiazione di “Legaligrest” il concorso che Legambiente Piazza Armerina e Libera, nell’ambito delle attività del Centro di Educazione Ambientale, hanno proposto ai bambini e ai ragazzi dei GREST di Piazza Armerina.

“Tutti i GREST hanno accolto con entusiasmo il nostro invito – dichiarano gli organizzatori – e ci piace quindi ricordare il gruppo parrocchiale Sant’Antonio, il gruppo A.GE.DI., il gruppo dell’Oratorio Salesiano, il gruppo promosso dall’assessorato alle politiche sociali in collaborazione con la Soc. Coop. Pietro Farinato e la Soc. Coop. Asmida e infine, ma non ultimo il gruppo Giovani Orizzonti”.

“Le lenzuola bianche, simbolo di legalità, che abbiamo affidato ai GREST a giugno – continuano gli organizzatori - ci sono state restituite “sporche” di legalità consegnandoci una visione del mondo, da parte dei bambini, che sottolinea come questi giovani cittadini siano attenti e sensibili a ciò che accade intorno a loro”.

Dal locale al globale, può senz’altro essere questa la sintesi del grande lavoro prodotto. Dall’ambiente urbano, al rispetto per gli animali, alla valorizzazione del proprio quartiere, al rispetto per il creato, ad un vero e proprio Guernica della legalità che in più di 6 metri sviluppa la storia degli ultimi 20 anni, dalle stragi mafiose alla speranza di un futuro più sostenibile, senza perdere di vista l’episodio che più di ogni altro ha colpito la sensibilità dei bambini durante quest’estate: il grande incendio che ha devastato il bosco Bellia.



5 Grest, 9 opere d’arte, 170 attestati di partecipazione e 5 coppe come primo premio ex-aequo, questo il bilancio di una bella iniziativa che ha sicuramente entusiasmato i bambini ma ancor più gli organizzatori ed i numerosi ospiti di Festambiente che hanno potuto ammirare la voglia di cambiamento, di partecipazione e di fratellanza dei nostri bambini.




L’UFFICIO STAMPA PIAZZAMBIENTE