Legambiente Piazza Armerina interviene nel dibattito sulla revisione del PRG della città inviando al consiglio comunale un ampio e articolato documento che tratteggia l’idea di città su cui l’associazione lavora ormai da quasi 20 anni.
“Il circolo Legambiente di Piazza Armerina –
dichiarano gli ambientalisti – si è reso parte attiva nella costruzione
dell’attuale PRG dalla fine degli anni ‘90 in poi, insieme a tanti altri attori
sociali e quindi auspica che, anche nel 2016, lo strumento della partecipazione faccia da filo conduttore
a tutto il processo di revisione del PRG che non può e non deve essere
confinato esclusivamente nelle sedi istituzionali in quanto interessa tutti i
cittadini che dovranno quindi supportare in qualità di stakehodler i loro
rappresentanti istituzionali, così come del resto previsto dall’art. 15 del
nostro statuto comunale”.
“Sarebbe pertanto utile – continuano gli
ambientalisti – che nell’attuale fase di avvio dell’iter di revisione del PRG
si attivi una fase “di ascolto”, che coinvolga tutta la città, tramite la
realizzazione di incontri specifici dedicati a macrotemi, sul modello
sperimentato efficacemente già da molte amministrazioni comunali. Ciò
garantirebbe che le Direttive di Piano scaturiscano da un dibattito urbanistico
approfondito, elaborato con il coinvolgimento della cittadinanza e basato sulla
conoscenza scientifica dei principali caratteri economici, sociali e ambientali
della città”.
Legambiente entra poi nel merito di alcune
tematiche che hanno, da sempre, rappresentato le bandiere dell’associazione
immaginando uno scenario futuro della città Smart, Resiliente, Sostenibile, Accessibile, Accogliente, Sicuro,
Rigenerato, di Qualità e Partecipato.
Ci piacerebbe – dichiarano gli ambientalisti - che
la revisione del PRG possa rappresentare un’occasione, una sfida, per andare al
di là delle logiche della zonizzazione per diventare uno strumento di
costruzione urbana e di valorizzazione dell’identità locale rispetto la
globalizzazione imperante, uno strumento che possa coniugare disegno del
territorio con le aspettative sociali ed economiche dei cittadini, un piano 3.0.
Ecco perché riteniamo che il PRG dovrà essere uno strumento in grado di
valorizzare la città nel suo complesso, la qualità del territorio, la sua
crescita socio-economica, la sua fruibilità in termini turistici, all’insegna
di un modello di sviluppo fondato sull’autodeterminazione civica e sul pieno rispetto dell’ambiente, nella logica di una città “smart” (intelligente
ed efficiente) e “resiliente” (al passo con l’evoluzione e il cambiamento della
società).
Il piano “Dato” costituisce un punto di partenza
importante in merito al consumo di suolo zero, al dimensionamento della città,
alla riqualificazione urbana, al miglioramento del sistema dei servizi e alla
salvaguardia ambientale, tutti aspetti che devono essere mantenuti e migliorati
ove possibile.
Tutti gli strumenti urbanistici sono perfettibili
e, in questa direzione, sarà importante l’apporto dei tecnici, dei
professionisti che operano giornalmente sul territorio.
Verde pubblico, Centro storico, Energia, Sostenibilità
edilizia, Qualità del costruire, Perequazione urbanistica sono alcuni dei temi
su cui il documento accende i riflettori.
Gli ambientalisti riportano alcuni documenti della
fine degli anni ’90 sul PRG sottolineando come le considerazioni e le richieste
allora avanzate siano ancora oggi di grande attualità e chiedono, tra le altre
cose, che venga definito un regolamento del verde urbano, che in centro storico
vengano definiti strumenti quali il piano del colore e il piano del decoro per
evitare che la deregulation imperante in Italia produca effetti devastanti sul
patrimonio edilizio ed urbanistico della città antica, che si preveda la
realizzazione di edlizia sociale in centro storico, che si preveda un sistema
di parcheggi che possa garantire la pedonalizzazione del centro storico e
l’individuazione di percorsi pedonali turistici, che il regolamento edilizio
preveda articoli specifici su sostenibilità ed energia anche con l’introduzione
del concetto di eco-design per la riqualificazione architettonica e energetica
del patrimonio edilizio esistente, la valorizzazione del connettivo ambientale,
la sicurezza del territorio e il pensare alla città dal punto di vista dei
bambini e della coesione sociale.
Sottolineano la delicatezza dell’applicazione della
perequazione urbanistica che In Italia, in molti casi, è diventata
uno strumento virtuoso di costruzione del territorio ma, in altri, è diventata
il grimaldello per mettere in campo grosse operazioni speculative e chiedono
che il consiglio garantisca il territorio e la collettività, in merito ad
eventuali varianti urbanistiche che non siano strettamente necessarie, per
indisponibilità di aree dedicate o per correggere
qualche evidente errore o per rimuovere alcune incertezze interpretative emerse
in sede attuativa del PRG.
Infine si dichiarano disponibili a partecipare ad
un tavolo di lavoro integrato per la definizione delle direttive per la
revisione del PRG.
L’UFFICIO STAMPA LEGAMBIENTE