Legambiente
torna a parlare della diga di Pietrarossa e lo fa in uno dei territori
direttamente interessati da quest’opera controversa e dibattuta.
L’incontro
si svolgerà venerdì 19 luglio, alle ore 18 ad Aidone, presso il Rocca di Cerere
Factory ed è organizzato da Legambiente Sicilia con il supporto dei circoli di
Piazza Armerina e Caltagirone e in collaborazione con l’Archeoclub, sezione di
Aidone-Morgantina, l’Ecomuseo "I semi di Demetra", l’Associazione
Nazionale Archeologi, oltre che il Rocca di Cerere Geopark.
La diga
di Pietrarossa è una delle incompiute forse meno nota di Sicilia. Realizzata
parzialmente durante gli anni ’90 del secolo scorso per un importo lavori di
145 miliardi delle vecchie lire, su uno studio risalente agli anni ’60, si
trova in contrada Casalgismondo tra i territori di Aidone e Mineo, in un
territorio che ha restituito molte testimonianze archeologiche, e doveva
risolvere i problemi cronici di mancanza d’acqua destinata all’agricoltura di
quei territori.
La diga
fu al centro di una vicenda giudiziaria, mai del tutto chiarita, che portò alla
sospensione dei lavori nonostante l’opera fosse completa al 95%. Diversi i
motivi, dalla mancanza di pareri ed autorizzazioni alla scoperta, proprio
all’interno dell’area dell’invaso, di un sito archeologico probabilmente
identificabile con una statio capitoniana.
Oggi la
Regione Sicilia ha bandito la gara per l’affidamento dei servizi di ingegneria
per il completamento dell’opera per circa 5 milioni di euro e con un quadro
economico dei lavori di circa 60 milioni di euro.
Legambiente
è intervenuta più volte caso Pietrarossa, a partire dal 2001 quando questo
entrò di diritto a far parte del dossier Salvalarte Mattone Selvaggio,
denunciando un’opera abusiva, che ha comportato uno spreco enorme di denaro
pubblico, che mette a rischio testimonianze archeologiche importanti e che,
probabilmente non ha una vera e propria utilità considerando le enormi quantità
d’acqua che ogni anno in Sicilia si “sprecano” per sovrapproduzioni destinate
al macero. Sovrapproduzioni che in un sistema perverso garantiscono lauti
guadagni grazie ai contributi alla produzione, ma che contestualmente provocano
un’enorme quanto inutile consumo di risorsa idrica.
Di tutto
questo si parlerà venerdì pomeriggio con Gianfranco Zanna, presidente regionale
di Legambiente, Roberto De Pietro, ingegnere, che da anni denuncia l’assurdità
ingegneristica dell’opera, Giuseppe Amato, coordinatore scientifico del Geopark
Rocca di Cerere, Andrea Arena, vicepresidente regionale dell’Associazione
Nazionale Archeologi e Anita Astuto, presidente del circolo Legambiente di
Caltagirone.
L’incontro
sarà moderato da Paola Di Vita, presidente del circolo Legambiente di Piazza
Armerina.
Al
termine, come è nello stile di Legambiente, sarà offerto un aperitivo
plasticfree per sensibilizzare i presenti alla necessità di ridurre il consumo
della plastica.
L'Ufficio stampa
Piazzambiente