mercoledì 17 luglio 2019

La storia sommersa: il caso Pietrarossa


Legambiente torna a parlare della diga di Pietrarossa e lo fa in uno dei territori direttamente interessati da quest’opera controversa e dibattuta.
L’incontro si svolgerà venerdì 19 luglio, alle ore 18 ad Aidone, presso il Rocca di Cerere Factory ed è organizzato da Legambiente Sicilia con il supporto dei circoli di Piazza Armerina e Caltagirone e in collaborazione con l’Archeoclub, sezione di Aidone-Morgantina, l’Ecomuseo "I semi di Demetra", l’Associazione Nazionale Archeologi, oltre che il Rocca di Cerere Geopark.
La diga di Pietrarossa è una delle incompiute forse meno nota di Sicilia. Realizzata parzialmente durante gli anni ’90 del secolo scorso per un importo lavori di 145 miliardi delle vecchie lire, su uno studio risalente agli anni ’60, si trova in contrada Casalgismondo tra i territori di Aidone e Mineo, in un territorio che ha restituito molte testimonianze archeologiche, e doveva risolvere i problemi cronici di mancanza d’acqua destinata all’agricoltura di quei territori.
La diga fu al centro di una vicenda giudiziaria, mai del tutto chiarita, che portò alla sospensione dei lavori nonostante l’opera fosse completa al 95%. Diversi i motivi, dalla mancanza di pareri ed autorizzazioni alla scoperta, proprio all’interno dell’area dell’invaso, di un sito archeologico probabilmente identificabile con una statio capitoniana.
Oggi la Regione Sicilia ha bandito la gara per l’affidamento dei servizi di ingegneria per il completamento dell’opera per circa 5 milioni di euro e con un quadro economico dei lavori di circa 60 milioni di euro.
Legambiente è intervenuta più volte caso Pietrarossa, a partire dal 2001 quando questo entrò di diritto a far parte del dossier Salvalarte Mattone Selvaggio, denunciando un’opera abusiva, che ha comportato uno spreco enorme di denaro pubblico, che mette a rischio testimonianze archeologiche importanti e che, probabilmente non ha una vera e propria utilità considerando le enormi quantità d’acqua che ogni anno in Sicilia si “sprecano” per sovrapproduzioni destinate al macero. Sovrapproduzioni che in un sistema perverso garantiscono lauti guadagni grazie ai contributi alla produzione, ma che contestualmente provocano un’enorme quanto inutile consumo di risorsa idrica.
Di tutto questo si parlerà venerdì pomeriggio con Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente, Roberto De Pietro, ingegnere, che da anni denuncia l’assurdità ingegneristica dell’opera, Giuseppe Amato, coordinatore scientifico del Geopark Rocca di Cerere, Andrea Arena, vicepresidente regionale dell’Associazione Nazionale Archeologi e Anita Astuto, presidente del circolo Legambiente di Caltagirone.
L’incontro sarà moderato da Paola Di Vita, presidente del circolo Legambiente di Piazza Armerina.
Al termine, come è nello stile di Legambiente, sarà offerto un aperitivo plasticfree per sensibilizzare i presenti alla necessità di ridurre il consumo della plastica.
L'Ufficio stampa Piazzambiente