giovedì 30 luglio 2009

Volontari a Lampedusa

CAMPI DI VOLONTARIATO NELLA RISERVA NATURALE "ISOLA DI LAMPEDUSA"
settembre 2009

Legambiente Sicilia cerca volontari per la tutela e la sorveglianza della Spiaggia dei Conigli, una delle aree più belle della riserva naturale "Isola di Lampedusa"
e sito di ovodeposizione della tartaruga marina Caretta caretta: è un'esperienza unica per chi ha voglia di trascorrere in modo utile e responsabile parte del proprio
tempo libero, partecipando da protagonista ad un progetto di tutela ambientale dedicato alla tutela di uno straordinario ambiente costiero, uno dei più belli del Mediterraneo, ed
alla salvaguardia della tartaruga marina, specie minacciata di estinzione.

I campi (3-12 settembre; 12-21 settembre; 21-30 settembre) prevedono lo svolgimento di attività di sorveglianza della spiaggia dei Conigli (diurna e notturna), di informazione e
sensibilizzazione dei bagnanti, di controllo degli impatti causati dai turisti, di orientamento della fruizione balneare verso forme compatibili con l'importanza del
sito; inoltre i volontari collaboreranno alle attività di rilevamento dei dati sulla fruizione ed al monitoraggio scientifico della nidificazione di Caretta caretta.

L'alloggio del campo è spartano (camerate con bagni in comune), e viene richiesta la partecipazione di tutti all'organizzazione ed alla gestione dei campi (preparazione dei pasti, pulizia dell'alloggio). Ai volontari non sono richieste specializzazioni particolari,
ma serve entusiasmo, flessibilità e capacità di adattamento.
La quota di partecipazione a ciascun campo è di 80 euro, comprensiva di vitto e alloggio, più eventuale tesseramento Legambiente. Il viaggio da casa è a carico
dei volontari, che lo organizzano autonomamente, fermo restando il rispetto del giorno di inizio e di fine del campo. Per partecipare è necessario essere maggiorenni.

Per informazioni e/o prenotazioni potete rivolgervi ai seguenti recapiti (0922.971611 - 3298620236 - volontariato.lampedusa@gmail.com); troverete ulteriori
informazioni nel sito http://www.campilampedusa.altervista.org.

La riserva naturale, che lavora da oltre 10 anni per la protezione e la riqualificazione ambientale della spiaggia dei Conigli, ha bisogno dell'impegno e del contributo di
tutti per portare avanti questo progetto.
Aderite numerosi, buon campo e buon divertimento!

mercoledì 29 luglio 2009

Cemento disarmato

Troppa sabbia e poco cemento, costruzioni a rischio cedimento

Nell'indagione di Legambiente l'elenco e le storie delle opere costruite con calcestruzzo "fasullo"


Ci sono, strade, ponti, gallerie, scuole, ospedali e addirittura un Palazzo di Giustizia, quello in costruzione a Gela e un Commissariato di Polizia, quello di Castelvetrano in provincia di Trapani. E sono solo alcune delle opere presenti nel lungo elenco stilato da Legambiente nel dossier “Cemento disarmato. Storie di un Paese a rischio crollo, tra sabbia e cemento”. Dopo il caso dell’ospedale di Agrigento l’associazione, che per monitorare la situazione dell’illegalità ambientale in Italia ha messo in piedi un vero e proprio Osservatorio, ha raccolto in un documento l’elenco delle opere oggetto d’inchiesta da parte delle Procure della Repubblica in giro per l’Italia. Elemento comune di ogni storia è la mano della criminalità organizzata che lucra e realizza fondi neri per i propri sporchi affari risparmiando sul cemento e sostituendolo con la sabbia. “Che il crimine organizzato abbia di fatto una specie di monopolio nel mercato del calcestruzzo – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Sebastiano Venneri - è un dato incontrovertibile. Basti pensare a ciò che accade in provincia di Trapani dove lo Stato oggi, detiene il 90% delle imprese di produzione di calcestruzzo sequestrate o confiscate a esponenti della malavita, che fino a qualche settimana fa hanno fornito la materia prima per tutte le opere di quella zona. Secondo quanto emerge da un’indagine della Questura di Trapani – ha aggiunto Venneri - il quartier generale di Cosa Nostra sarebbe stato proprio nella sede della Calcestruzzi Mazara S.p.a, un’impresa della famiglia Agate, alleata di Matteo Messina Denaro”.

Tra le storie del dossier oltre a quella di Trapani, sempre in Sicilia, l’indagine della DIA di Messina che ha portato al sequestro di due impianti di calcestruzzo del valore di circa 50 milioni di euro che fornivano una materia prima di qualità molto scadente, come è emerso dalle intercettazioni tra i titolari della ditta riportate nel dossier. Seguendo la pista mafiosa la Procura di Caltanissetta, che ha decapitato i vertici siciliani della Calcestruzzi S.p.a, è arrivata fino in Veneto dove ha posto sotto sequestro i lotti 9 e 14 della A31 Valdastico. Analizzando i documenti sarebbero stati riscontrati significativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. E’ della Dda di Campobasso, invece, l’operazione con il nome che è tutto un programma: “Piedi d’argilla”. Oggetto i nove chilometri della variante ANAS di Venafro sulla Termoli San Vittore: sessanta milioni di euro, inaugurata meno di un anno fa e per la quale l’ANAS è stata costretta a sostituire il 57% dei pali di calcestruzzo con una spesa aggiuntiva di oltre due milioni di euro.

Tra i casi più emblematici nell’elenco di Legambiente anche quelli in Calabria come la galleria sulla Statale Ionica 106, dove solo la prontezza degli operai nel fuggire, ha impedito che si consumasse una strage. Il 3 dicembre del 2007, infatti è crollata una galleria in costruzione in località Palizzi e le indagini della Dda hanno chiarito in seguito che il calcestruzzo, fornito dalle imprese legate alle cosche locali, non superava le prove di resistenza. Sulla sponda tirrenica invece è a Tropea il caso della scuola media realizzata con cemento di qualità talmente scadente che l’ingegnere del Comune ne decreta l’immediata demolizione dopo aver verificato che i valori di resistenza del calcestruzzo in alcuni punti dei pilastri erano inferiori alla metà di quelli richiesti per legge.

E in questa carrellata non manca la Campania dove un’inchiesta dei carabinieri della Dda di Napoli ha portato al sequestro di un’impresa di produzione di calcestruzzo gestito dalla camorra e imposto come “pizzo” a tutte le imprese di costruzioni secondo lo standard tipico mafioso.

“Riteniamo – ha concluso Venneri - che questi casi siano solo la punta di un iceberg di un sistema che per trent’anni ha prodotto manufatti e opere soprattutto d’interesse pubblico sulle quali è necessario, a nostro avviso, un’azione di monitoraggio e severo controllo. Per questo chiediamo al Ministro delle Infrastrutture di avviare un piano straordinario che, partendo da ospedali e scuole, effettui una ricognizione sulla qualità del costruito”.

L’ufficio stampa 06 86268379 -99

Nasce Legambiente Valle del Belìce.

L’appuntamento è per venerdì prossimo, 31 luglio alle ore 18.00, a Salaparuta, all’archivio della Ricostruzione in via Venezia.
Legambiente Valle del Belìce avrà dal Comune di Salaparuta la gestione della sede dell'Archivio storico, che diventerà un luogo di iniziative culturali e ambientaliste per tutti i paesi della Valle, nonché sede del neonato circolo di Legambiente.
Al neonato circolo i nostri migliori auguri.

martedì 28 luglio 2009

Il premier: «Sull'energia accontenterò la Prestigiacomo».

Questa dichiarazione riportata in un articolo di cui riporto il link mi ha fatto amaramente riflettere su quella che è la considerazione che la politica (la politica attuale o quella di sempre?) ha dell'ambiente. Il ministro ha rivendicato a viva voce le prerogative del suo ministero creando disagi nella maggioranza e il premier alla fine, acconsente, quasi come se concedesse un giocattolo ad una bambina.
Fino a quando la politica terrà in ostaggio l'ambiente purtroppo assisteremo a sogni di una notte di mezza estate di questa levatura. L'ambiente è di tutti, è un elemento partecipato del nostro essere cittadini e non appartiene al politico di turno che è sempre disposto a sacrificarlo in nome dello sviluppo (sostenibile?).
Sull'ambiente si scontrano interessi titanici, è l'elemento da preservare per il nostro futuro ma è l'elemento che frena sviluppo e crescita economica. E allora? E' mai possibile che alla fine, per proprietà transitiva, poichè l'ambiente è di tutti, a pagare siamo sempre noi?
Tralascio per ovvi motivi le valutazioni di carattere partitico e vi lascio a riflettere.

lunedì 27 luglio 2009

Il caso del piccolo Giuseppe ucciso dai cani da combattimento ad Acireale

Il racket dei combattimenti tra cani dietro alla tragedia

Legambiente Sicilia chiede maggiore repressione e controllo sui combattimenti clandestini

Il racket degli animali per reclutare nuove leve nella mafia, maggiore attenzione di Scuola ed Istituzioni



La morte del piccolo Giuseppe, il bimbo di Acireale sbranato da cani probabilmente destinati al combattimento, porta alla ribalta il tema, tristemente passato sotto silenzi,o del coinvolgimento di minori e giovani in attività illecite gestite dalla criminalità organizzata.

Sono sempre più numerosi i casi documentati di bambini e adolescenti impegnati nei combattimenti clandestini di cani e nelle corse clandestine di cavalli. Vengono utilizzati soprattutto perché difficilmente perseguibili penalmente; a loro il compito di custodire e curare gli animali, addestrarli, fungere da “vedette” per controllare il territorio e prevenire incursioni delle forze dell’ordine durante lo svolgimento delle gare. Infine, loro si occupano anche di ‘smaltire’ le carcasse degli animali caduti durante le competizioni. Catania, Palermo e Messina sono le provincie in cui si registrano il maggior numero di reati.

“Le corse di cavalli e i combattimenti clandestini non comportano semplicemente l’attuazione di pratiche crudeli e dolorose per gli animali (utilizzo di sostanze dopanti, droghe, anabolizzanti, sofferenze fisiche, maltrattamenti per aumentare l’aggressività dei cani, ecc…), – afferma Tiziano Granata Responsabile dell’Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità di Legambiente Sicilia - ma rappresentano una fonte di liquidità molto cospicua e di riciclaggio per le organizzazioni criminali ed in particolare per Cosa Nostra, come dimostrano le numerose inchieste delle Forze dell’Ordine. Il possesso di cavalli e cani di razza è poi un autentico status symbol per i boss. E affidare a minorenni la cura dei cani e cavalli o la gestione di un allevamento rappresenta un modo per avvicinare le nuove leve ai clan e una prova da superare per scalare la gerarchia degli affiliati. Per questi motivi Legambiente Sicilia chiede alle Istituzioni e alle forze dell’ordine di porre maggiore attenzione al fenomeno dei combattimenti clandestini, apparentemente di basso allarme sociale, ma che in realtà miete vittime”.

L’ Osservatorio Regionale Ambiente & Legalità di Legambiente Sicilia da tempo si occupa dell’argomento con particolare attenzione anche all’universo minorile, sostenendo azioni che promuovino insieme il rispetto dell’ ambiente, la tutela delle specie animali e la cultura della legalità, affiancando iniziative orientate a prevenire le diverse forme di devianza e di disagio giovanile, come ad esempio nel quartiere Zen di Palermo. Sono infatti questi luoghi di riconosciuta marginalità sociale, come anche alcuni nel quartieri Messina e di Catania, che si prestano anche ad ospitare combattimenti di cani.

“Basta andare su youtube – conclude Tiziano Granata - per vedere decine di filmati, con tanto di commenti, girati proprio nel catanese con i cellulari da ragazzini che partecipano ad attività di questo genere come la scorta con gli scooter alle corse clandestine di cavalli organizzate dalla criminalità organizzata.”