giovedì 27 gennaio 2011

Condono edilizio nascosto nel decreto Milleproroghe

Legambiente: “Ennesima colata di cemento, uno schiaffo alla legalità e ai cittadini onesti”

“Per l’ennesima volta si tenta di nascondere il condono edilizio all’interno di un decreto omnicomprensivo per fare un bel regalo alla criminalità organizzata. Grazie a questo escamotage, infatti, non solo si potranno condonare gli abusi costruiti entro il 2003, ma ci sarà nuovamente una corsa al cemento illegale di cui l’Italia è già pericolosamente satura”.

E’ questo il commento di Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente all’emendamentonascosto ieri nel decreto mille proroghe che concede la possibilità di presentare, entro il 31 dicembre 2011, la domanda di sanatoria per gli abusi edilizi edificati fino al 2003.

“In un Paese ad alto rischio idrogeologico e fragilità sismica, non è certo questa l’edilizia di cui abbiamo bisogno né per la tutela della sicurezza del territorio, né per incentivare la legalità – ha proseguito Venneri - .Per comprendere cosa vuol dire riaprire i termini del conodno basta pensare che nel 2003 al solo annuncio della sanatoria furono realizzate ben 40.000 costruzioni abusive. Lo stesso avvenne nel 1994, quando il Governo Berlusconi varò la seconda legge di sanatoria urbanistica, registrando solo durante i mesi di discussione delle legge la costruzione di 83mila abitazioni fuorilegge. E’ questa la politica che, accompagnata all’assoluta mancanza di repressione abusiva in Italia ha contribuito a rendere ancora di più l’Italia un Paese fragile. Ma questa politica piace soloagli abusivi e alla criminalità organizzata che ha ormai inserito il ciclo del cemento tra i suoi business principali”.

L’ufficio stampa Legambiente

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27 Gennaio: giorno della memoria

mercoledì 26 gennaio 2011

La nostra posizione sui Referendum

I Referendum su nucleare e acqua sono un’occasione imperdibile per sconfiggere definitivamente il nucleare e ottenere un radicale cambiamento di rotta nelle politiche dell’acqua in Italia.

A proposito di Referendum di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente

Partiamo da un punto. I Referendum su nucleare e acqua sono un’occasione imperdibile, il primo per sconfiggere definitivamente il nucleare, il secondo per ottenere un radicale cambiamento di rotta nelle politiche dell’acqua in Italia.

Sappiamo tutti le difficoltà dello strumento referendario: raggiungere il quorum. Con l’attuale tasso di astensione, agli avversari basta convincere il 25% degli elettori a non andare a votare che il referendum fallisce. Oggi, però, con i referendum in campo, è del tutto inutile discutere se il referendum sia la mossa giusta. Abbiamo una montagna da scalare, attrezziamoci per farlo nel modo migliore per raggiungere la vetta.

Legambiente accetta la sfida, ma non basta una dichiarazione positiva di impegno. Dobbiamo capire qual è il modo migliore per provare a raggiungere il quorum.

Il referendum per l’acqua un risultato politico l’ha già raggiunto e sta nell’incredibile numero di firme raccolte, che registra un’attenzione sociale senza precedenti per un bene comune, che va gestito in modo radicalmente diverso da come è stato fatto in questi anni, senza limitarsi ad agire sull’acqua che esce dal rubinetto e recuperando i ritardi sulla qualità di quella scaricata nell'ambiente. Per il nucleare non è così. L’IdV ha deciso di forzare e, nonostante le critiche e le perplessità delle associazioni e non solo, è andata da sola alla raccolta delle firme, non c’è stato intorno un movimento popolare come per l’acqua. Dico ciò non per amor di polemica. Tutt’altro. Ma per capire e condividere quale percorso dobbiamo organizzare.

Io penso che il vizio di nascita del referendum sul nucleare ci impone di recuperare subito lo spirito unitario per costruire un nuovo (nuovo rispetto al 1987) movimento antinucleare, che dovrà vincere a freddo, senza la tragedia di Chernobyl alle spalle.

D’altra parte non dobbiamo sottovalutare le novità positive. Oggi esiste una consapevolezza ambientale, che nell’87 non c’era, che ha moltiplicato sul territorio le azioni ed i conflitti a carattere ambientale, che ha prodotto una diffusione trasversale nei partiti, che consente a molte amministrazioni locali di aderire a iniziative e politiche ambientali virtuose, indipendentemente dal colore politico. C’è un sapere diffuso, che permette di far capire meglio l’inganno nucleare. C’è una crisi in corso che racconta molto bene il bluff sull’autofinanziamento degli enormi investimenti necessari. C’è una crisi climatica che incombe e già oggi produce danni, con frane e alluvioni, anche qui da noi, con una intensità imprevedibile fino a qualche anno fa. Una crisi climatica che non può aspettare il nucleare, che per altro darà un contributo minimo alla riduzione delle emissioni, e che già oggi ha la risposta giusta nella diffusione delle fonti rinnovabili.

Occorre allora che con molta chiarezza si dicano due cose.

Primo: oggi la priorità assoluta è cacciare il nucleare dall’Italia, smettiamola con le polemiche contro il fotovoltaico a terra e l’eolico (qui dobbiamo lottare perché i progetti siano buoni e nella misura adeguata), rischiamo di essere incomprensibili e velleitari di fronte a milioni di cittadini che ci guardano e ci giudicano.

Secondo: serve un COMITATO PER IL SI, ampio e trasversale, come per l’acqua, che abbia nelle organizzazioni della società civile la sua spina dorsale, che raccolga tutti i soggetti che sono convinti che il nucleare non serve al paese, indipendentemente dalle posizioni sulle fonti rinnovabili.

Se partiamo con il piede giusto, ce la possiamo fare. Come ci ricorda Daumal nel Monte Analogo “l’ultimo passo dipende dal primo”.

martedì 25 gennaio 2011

Legambiente Sicilia su commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti

“Bisogna che il Governo regionale dichiari chiusa l’emergenza e che si riparta dalla legge di riforma approvata all'ARS nell'aprile del 2010”. Dichiarazione di Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia.

“Bisogna che il Governo regionale dichiari chiusa l’emergenza e che si riparta dalla legge di riforma approvata all'ARS nell'aprile del 2010”. Questo l’invito di Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia, rivolto oggi al governo Lombardo in occasione della presentazione, a Villa Malfitano, della relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti sulla Sicilia, approvata all'unanimità dalla Camera dei Deputati il 18 gennaio scorso.
Fontana, oltre ad esprimere soddisfazione per i risultati della Commissione, che hanno confermato per l’ennesima volta la correttezza delle denunce di Legambiente, ha sottolineato che: “Qualsiasi scelta dovrà essere improntata alla tutela della salute e alla massima economicità del sistema. E questo esclude automaticamente la realizzazione di inceneritori, che rappresentano la soluzione più onerosa e più lunga da realizzare. Però, bisogna eliminare la distorsione dovuta all'emergenza che consente alle ditte che fanno incenerimento di compiere speculazioni finanziarie drogando il mercato grazie all'accesso agli aiuti di stato per le rinnovabili (CIP 6) e rivolgersi al mercato in una situazione di reale competizione economica tra le varie opzioni, nell'interesse dei cittadini siciliani”.



25 gennaio 2011

L’ufficio stampa
Teresa Campagna 338 2116468