Il circolo Legambiente di Piazza Armerina accoglie favorevolmente la notizia che la deputata regionale Lantieri ha proposto al governo regionale il prestito temporaneo di alcuni dei reperti provenienti da Montagna di Marzo in occasione della prossima inaugurazione del Museo della città e del Territorio di Palazzo Trigona e approfitta della notizia per denunciare lo stato di abbandono e di degrado dell’area archeologica di Montagna di Marzo.
“Che nelle sale del
Trigona – dichiarano i vertici dell’associazione – al di là delle difficoltà
legate allo smembramento delle collezioni archeologiche, si alternino mostre
temporanee è un fatto estremamente positivo e necessario per rendere attrattivo
e dinamico un museo che altrimenti, risulterebbe troppo statico”.
E ritornando sul
caso Montagna di Marzo dichiarano: “L’area archeologica è tristemente nota per
trovarsi sulle rotte del traffico illecito dei reperti tanto che sarebbe
purtroppo necessario fare un vero e proprio excursus delle campagne di scavo
illegali che, nel corso degli anni, hanno vandalizzato e depredato uno dei siti
archeologici che molto avrebbe potuto raccontare della storia del territorio,
mentre invece molto ha aggiunto alle tristi vicende delle rotte
dell’archeomafia. Proprio qualche giorno fa alcuni escursionisti ci hanno
inviato delle foto che mostrano evidentissime le tracce del passaggio di
tombaroli e di animali da pascolo”.
Il sito oggi è di
competenza del parco archeologico della Villa del Casale, insieme ad altre aree
minori che meriterebbero comunque un’attenzione particolare. E’ per questo che,
con una lettera aperta già inviata il 7 aprile c.a., l’associazione si rivolge alla deputata Lantieri, e per
suo tramite al governo regionale, per chiedere un impegno concreto per
individuare il canale di finanziamento per mettere in campo una campagna di
scavo di ampio respiro che comprenda anche la messa in sicurezza del sito, la
valorizzazione, l’accessibilità del sito (di fatto oggi non esiste strada di
accesso) e la sua conseguente fruizione.
Ma quanto detto per
Montagna di Marzo – continua Legambiente – ha validità anche per tutti gli
altri siti afferenti al parco e il problema, che non è nato certamente oggi,
non potrà essere risolto impegnando le risorse economiche del bilancio del
parco che sono troppo esigue per le necessità di un’area di competenza troppo
vasta. Necessita quindi intervenire con azioni concrete e definitive per
salvaguardare quel poco che la mano dell’uomo ci ha lasciato e garantire alle
generazioni future la memoria del passato. E’ questo rappresenta sicuramente
una priorità per far si che la memoria si tramandi nei luoghi che hanno visto
nascere la storia del nostro territorio, e non solo sulla carta.
LEGAMBIENTE PIAZZA ARMERINA, CIRCOLO PIAZZAMBIENTE