lunedì 12 aprile 2021

Montagna di Marzo: si intervenga per la tutela, valorizzazione e promozione del sito archeologico e lo si sottragga alle rotte dell'archeomafia

Il circolo Legambiente di Piazza Armerina accoglie favorevolmente la notizia che la deputata regionale Lantieri ha proposto al governo regionale il prestito temporaneo di alcuni dei reperti provenienti da Montagna di Marzo in occasione della prossima inaugurazione del Museo della città e del Territorio di Palazzo Trigona e approfitta della notizia per denunciare lo stato di abbandono e di degrado dell’area archeologica di Montagna di Marzo.

“Che nelle sale del Trigona – dichiarano i vertici dell’associazione – al di là delle difficoltà legate allo smembramento delle collezioni archeologiche, si alternino mostre temporanee è un fatto estremamente positivo e necessario per rendere attrattivo e dinamico un museo che altrimenti, risulterebbe troppo statico”.

E ritornando sul caso Montagna di Marzo dichiarano: “L’area archeologica è tristemente nota per trovarsi sulle rotte del traffico illecito dei reperti tanto che sarebbe purtroppo necessario fare un vero e proprio excursus delle campagne di scavo illegali che, nel corso degli anni, hanno vandalizzato e depredato uno dei siti archeologici che molto avrebbe potuto raccontare della storia del territorio, mentre invece molto ha aggiunto alle tristi vicende delle rotte dell’archeomafia. Proprio qualche giorno fa alcuni escursionisti ci hanno inviato delle foto che mostrano evidentissime le tracce del passaggio di tombaroli e di animali da pascolo”.

Il sito oggi è di competenza del parco archeologico della Villa del Casale, insieme ad altre aree minori che meriterebbero comunque un’attenzione particolare. E’ per questo che, con una lettera aperta già inviata il 7 aprile c.a., l’associazione si rivolge alla deputata Lantieri, e per suo tramite al governo regionale, per chiedere un impegno concreto per individuare il canale di finanziamento per mettere in campo una campagna di scavo di ampio respiro che comprenda anche la messa in sicurezza del sito, la valorizzazione, l’accessibilità del sito (di fatto oggi non esiste strada di accesso) e la sua conseguente fruizione.

Ma quanto detto per Montagna di Marzo – continua Legambiente – ha validità anche per tutti gli altri siti afferenti al parco e il problema, che non è nato certamente oggi, non potrà essere risolto impegnando le risorse economiche del bilancio del parco che sono troppo esigue per le necessità di un’area di competenza troppo vasta. Necessita quindi intervenire con azioni concrete e definitive per salvaguardare quel poco che la mano dell’uomo ci ha lasciato e garantire alle generazioni future la memoria del passato. E’ questo rappresenta sicuramente una priorità per far si che la memoria si tramandi nei luoghi che hanno visto nascere la storia del nostro territorio, e non solo sulla carta.

 

LEGAMBIENTE PIAZZA ARMERINA, CIRCOLO PIAZZAMBIENTE

domenica 11 aprile 2021

Quale futuro per Piazza Garibaldi e il centro storico?

COMUNICATO STAMPA

Le associazioni, Legambiente, Italia Nostra, Gruppi Archeologici, Università popolare del tempo libero, UCIIM, Gruppo CIF APS, Donne Insieme, da anni impegnate in azioni di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale della nostra città in quanto portatrici di interessi diffusi, dopo aver appreso da notizie di stampa dell'imminente avvio del progetto di restyling della Piazza Garibaldi, per secoli fulcro della vita cittadina, hanno richiesto un incontro al Sindaco di Piazza Armerina perché venga chiarito il motivo che ha condotto l’amministrazione comunale ad escluderle, rispetto all’avvenuto coinvolgimento delle associazioni di categoria e comitati di quartiere, da un momento pubblico di presentazione e confronto del progetto di Piazza Garibaldi, anche in considerazione del fatto che l'istituto della "partecipazione" è ormai prassi comune nella pubblica amministrazione. 

L’incontro sarà utile anche per discutere la “visione” dell’amministrazione nei confronti del recupero e rifunzionalizzazione della città antica in quanto gli spazi pubblici, e la città nella sua interezza, devono essere considerati “beni comuni” e come tali vanno trattati.