sabato 5 maggio 2012

Legambiente su piano paesaggistico di Ragusa


Sarebbe paradossale che, mentre tutta l'Europa si sta dotando di normative che limitano il consumo di suolo ed in Italia si sta elaborando una normativa ad hoc, si rischi di perdere il paesaggio agrario dell'altopiano ibleo, il più conservato della Sicilia”. A difesa del piano paesaggistico della Provincia di Ragusa è intervenuto oggi in conferenza stampa il presidente regionale di Legambiente Mimmo Fontana, alla presenza dei presidenti dei circoli di Ragusa, Antonino Duchi, e di Modica, Giorgio Cavallo, del vice presidente di Ragusa, Giovanni Campo, nonché di Claudio Conti della segreteria regionale.

L'impegno nella difesa e monitoraggio dell'attuazione del Piano è stata ribadita dai presidenti dei due circoli iblei, che hanno evidenziato le forti pressioni che si sono avute ed ancora si hanno per lo stravolgimento del piano, pressioni legate a mire speculative che hanno come obiettivo i guadagni facili, a scapito di uno sviluppo realmente sostenibile e durevole del territorio agrario. L'impegno di Legambiente ha già portato al blocco delle concessioni in zona agricola da parte del comune di Ragusa nonché della richiesta del fascicolo ambientale da parte della Sovrintendenza, ha sottolineato Conti.

'L'osservatorio regionale, organo tecnico dell' Assessorato ai Beni Culturali, è stato nuovamente attivato, per cui non ci sono più alibi per chiudere l'iter del Piano ed arrivare all'approvazione - ha ribadito Fontana-. Il piano non è un puro strumento di vincolo, ma sancisce quello che deve essere la prospettiva reale di sviluppo per questo territorio, che è quello della valorizzazione delle produzioni agricole e del turismo sostenibile, che non sarebbe possibile se il territorio venisse stravolto e trasformato in una amorfa periferia di villette. Ciò infatti cancellerebbe proprio quella bellezza che è la ragione prima dell'attrattività turistica del territorio. Legambiente Sicilia e Legambiente Nazionale seguono con attenzione il 'caso Ragusa' e saranno sempre al fianco dell'impegno di Legambiente Ragusa nella difesa ed attuazione del Piano paesaggistico, respingendo già da ora qualunque tentativo di pressione o intimidazione sui circoli locali”.



5 maggio 2012



L’ufficio stampa

Teresa Campagna tel. 338-2116468

venerdì 4 maggio 2012

Legambiente su sentenza Pizzo Sella

Pizzo Sella, Cassazione annulla la confisca, case tornano ai privati



Legambiente: “Una sentenza di cui non capiamo il senso”



“Siamo abituati a rispettare le sentenze, ma questa proprio non possiamo condividerla. Attendiamo di leggerne le motivazioni, ma di certo sancire il principio della 'buona fede' in materia di abusivismo edilizio significa buttare al vento decenni di battaglie contro il cemento selvaggio nel nostro Paese. E soprattutto significa vanificare la fatica quotidiana di una pattuglia di bravi magistrati, prefetti e sindaci impegnati in questo difficile campo”.

E' lapidario il giudizio di Legambiente sulla pronuncia della Corte di Cassazione che ha stabilito la revoca della confisca di tredici ville a Pizzo Sella, meglio nota alle cronache come la collina del disonore, alle porte di Palermo. Una lottizzazione abusiva passata alla storia: 170 case costruite dalla mafia, che secondo una sentenza del 2002 della stessa Corte di Cassazione dovevano essere abbattute. Ma che sono ancora lì. Un milione di metri quadrati di cemento illegale che, dalla fine degli anni 70, tempesta di scheletri un’area a vincolo idrogeologico e paesaggistico alle spalle del mare di Mondello.

“Dire che chi acquista una casa abusiva possa averlo fatto in buona fede e quindi che quell'immobile - che poi è il corpo del reato - non può essere confiscato e abbattuto secondo la legge è molto grave e non se ne capisce il senso - dichiarano Vittorio Cogliati Dezza e Mimmo Fontana, presidente nazionale e presidente siciliano di Legambiente -. Questa sentenza, inoltre, è in netto contrasto con tante altre pronunce, anche della Cassazione, di segno esattamente opposto”.

Se passasse questo principio, denuncia Legambiente, si potrà contestare il reato di abusivismo solo se colto in flagranza. Tutti quindi potranno addurre la scusa dell'aver comprato una casa illegale, ma a propria insaputa.

“Chiediamo fin d'ora un impegno preciso al prossimo sindaco di Palermo: procedere con le ruspe per demolire tutti gli altri scheletri di Pizzo Sella. Quindi, passare all'esproprio e all'abbattimento anche delle tredici ville oggetto della sentenza - conclude la nota -. Riqualificare la collina del disonore sarebbe un bel segno di discontinuità rispetto al terribile passato e farebbe vera giustizia di una vicenda che dura da oltre trent'anni”.





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mercoledì 2 maggio 2012

Protocollo d'intesa ARPA Legambiente

Legambiente Sicilia ed Arpa Sicilia hanno firmato oggi un protocollo d'intesa finalizzato alla protezione e valorizzazione dell'ambiente siciliano, alla tutela della salute e alla diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile.




Questa mattina il presidente regionale di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana, ed il commissario di Arpa Sicilia, Salvatore Cocina, hanno firmato un protocollo d'intesa per avviare un percorso di reciproca collaborazione, scambio di notizie, dati, saperi e competenze, finalizzato alla protezione e valorizzazione dell'ambiente siciliano, alla tutela della salute e alla diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile.

In particolare, Legambiente ed Arpa hanno concordato la realizzazione di specifiche attività che riguardano:

il monitoraggio, segnalazione e vigilanza ambientale a supporto delle attività istituzionali di Arpa Sicilia finalizzate alla protezione e alla valorizzazione ambientale;

la diffusione delle informazioni detenute da Arpa Sicilia sullo stato dell’ambiente e attività di educazione ambientale, anche attraverso le campagne di Legambiente;

corsi di formazione e/o stage e tirocini, sulla base della disponibilità delle sedi dell’Agenzia coinvolte;

attività operative di supporto ad Arpa Sicilia.

Bisogna sottolineare che Arpa Sicilia è l'unica agenzia regionale in Italia ad essere sottodimensionata, in controtendenza, dunque, rispetto a tutti gli altri uffici. Ma l'attività di volontariato non può completamente sostituire quelle indispensabili garantite dai tecnici dell'agenzia. Il protocollo d'intesa, quindi, è particolarmente importante in un momento in cui i tagli subiti dall'Arpa rischiano di vanificare l'efficacia dei sistemi dei controlli indispensabili per salvaguardare la salute dei cittadini siciliani.







2 maggio 2012

L’ufficio stampa

Teresa Campagna tel. 338-2116468

lunedì 30 aprile 2012

Approvata la perimetrazione del parco archeologico della Villa del Casale


LEGAMBIENTE ESPRIME SODDISFAZIONE E AUSPICA CHE QUESTO ATTO POSSA COSTITUIRE UNA INVERSIONE DI ROTTA PER IL FUTURO DELLA VILLA E DELLA CITTA’


Il 23 aprile il consiglio comunale di Piazza Armerina ha approvato la perimetrazione del Parco archeologico della Villa del Casale e dei comuni limitrofi.

A metà marzo il sindaco di Piazza Armerina aveva trasmesso la documentazione relativa alla proposta di perimetrazione anche alle associazioni culturali e ambientaliste che negli anni hanno intrapreso azioni costanti a sostegno della Villa.

“E’ questo un segnale importante – dichiara Benedetto Lo Piano, presidente del circolo piazzese di Legambiente - perché sottolinea il ruolo fondamentale che la società civile ha avuto nella vicenda Villa. Ruolo che dovrà interpretare con più forza proprio adesso che il sito archeologico si pone al centro di dinamiche non soltanto culturali, ma anche economiche e sociali che incideranno notevolmente sul rilancio del sistema turistico che gravita intorno al sito Unesco”.

Era il 1998 quando Legambiente, insieme ad altre associazioni, chiedeva l’istituzione del Parco Archeologico. Grazie alla pressione esercitata il governo regionale nel 2000 emanò la Legge Regionale n° 20 che discilinava l’istituzione dei parchi archeologici in Sicilia. Oggi finalmente, dopo anni di sollecitazioni, le cose stanno cambiando e la Villa Romana del Casale potrà avere ciò che merita in termini di autonomia, valorizzazione e tutela.

L’idea di parco archeologico è molto cambiata nell’ultimo decennio perché pone l’oggetto archeologico al centro di un contesto territoriale complesso e stratificato, con il quale e verso il quale dovrà dialogare, senza negare le caratteristiche del contesto produttivo e sociale locale.

“La nostra analisi della proposta di perimetrazione è andata in questa direzione - continua il presidente - e condividiamo l’individuazione di una zona C intesa come “luogo di promozione e valorizzazione del territorio del Parco che ne costituisca la cornice all’interno della quale il Parco possa operare iniziative economiche e culturali strettamente legate alle proprie attività e finalità” alla luce della possibilità, per esempio, di accedere a finanziamenti specifici per le aree incluse in zona C dei parchi archeologici, anche se abbiamo evidenziato, per questa zona, alcuni limiti di carattere normativo che, se non supportati da regolamenti specifici, potrebbero danneggiare le attività agricole e produttive, specialmente nella diffusione delle energie rinnovabili.

Gli ambientalisti concludono auspicando, inoltre, che il Museo della Città e del Territorio di Palazzo Trigona possa essere reso fruibile, in breve tempo, così come ampiamente descritto nella relazione elaborata dalla Soprintendenza di Enna a sostegno della perimetrazione del Parco.

L’UFFICIO STAMPA PIAZZAMBIENTE