Oltre 100
partecipanti, tra cittadini e associazioni, si sono riuniti giovedì 18 luglio,
nel chiostro dell’ex convento di San Pietro, per testimoniare e discutere di
azioni condivise e collettive a sostegno del bene comune e del patrimonio
boschivo piazzese in particolare. Presenti anche alcuni rappresentanti della
comunità aidonese.
Una
partecipazione decisamente imponente per una società liquida che ormai si è
abituata a discutere di tutto e di tutto solo sui social e che si spesso
ritrova solo per assistere ad uno spettacolo, alla presentazione di un film o
di un libro, ma molto meno per discutere.
L’incontro,
punto di partenza ma non di arrivo, è nato a seguito di una 3 giorni di
banchetti di sensibilizzazione sul tema degli incendi, che specialmente durante
il periodo estivo tengono di fatto sotto scacco la città di Piazza Armerina
ormai da troppi anni, promosso da un gruppo di cittadine che, aderendo alla
campagna di Legambiente Sicilia “Sicilia messa a fuoco” ha deciso di
rimboccarsi le maniche e provare a tirare fuori i propri concittadini da uno
stato di sfiducia e rassegnazione.
Ad
introdurre l’incontro Paola Di Vita, di Legambiente, che ha ringraziato i
presenti per la numerosa partecipazione e ha sottolineato come il problema
coinvolga diverse istituzioni con diversi livelli di responsabilità e come,
però, la partecipazione della comunità possa costituire un valore aggiunto in
una condizione che ci vede tutti vittime e colpevoli e possa contribuire a far
crescere quel senso di comunità che dovrebbe essere alla base di una
cittadinanza attiva.
Senza se e
senza ma la condanna da parte di tutti nei confronti degli incendiari, ladri di
futuro, che stanno attuando un piano criminale nei confronti del nostro
territorio, distruggendo interi ecosistemi e addirittura attentando alle nostre
vite e riducendo i nostri boschi ad un enorme posacenere.
Molto
toccanti sono state le testimonianze di chi, nei giorni scorsi, si è trovato in
prima linea a combattere il fuoco, cittadini, titolari di attività agricole e
commerciali e associazioni di protezione civile. Sono state ascoltate anche le
testimonianze dell’impegno di gruppi e associazioni già attive su questo tema.
E’ emerso un
generale senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni ma anche tanta
voglia di impegno civile. Tutti concordi con la necessità di alzare il livello
di attenzione, oltre il confine comunale e regionale, anche con azioni
mediatiche e legali che arrivino al Parlamento europeo perché la triste piaga
degli incendi è decisamente legata alla crisi climatica.
Annunciata
anche la costituzione di parte civile da parte delle associazioni strutturate,
Legambiente in primis, nel caso in cui qualche criminale venga individuato e
sottoposto a processo.
Le notizie
circolate in merito alla possibile individuazione di alcuni criminali sono
state accolte con favore dalla comunità, anche se si è consapevoli che le pene
previste sono veramente troppo blande.
Si è dibattuto
anche di come altre regioni e altre comunità si siano attrezzate, negli anni,
anche con l’utilizzo di droni e IA, permettendo così un intervento repentino e,
nella maggior parte dei casi, risolutivo.
Interessanti
le proposte che hanno riguardato la problematica dei fondi agricoli incolti per
incuria o per mancanza di risorse da parte dei proprietari.
Tutte cose
fattibili e non futuribili, azioni concrete e non dimostrative.
Nei prossimi
giorni i partecipanti all’incontro saranno coinvolti in altre iniziative e altre
occasioni di incontro per mettere a sistema ciò di cui si è cominciato a
discutere e si spera che la presenza sia sempre maggiore. Probabilmente ci sarà
chi deciderà di mettere in campo azioni di visibilità parallele ma, anche se
tutte le azioni messe in campo sono sicuramente utili, l’auspicio è che la
comunità piazzese si muova nel rispetto dell’unità e non in quella del
protagonismo individuale per affrontare un problema che riguarda tutti.