giovedì 22 gennaio 2009

La Rete cancella l' opinione pubblica

L' idea di una società illuminata che governa la politica attraverso il confronto razionale non funziona più. La speranza riparte dal dialogo

La verità moltiplicata all' infinito su Internet rischia la manipolazione. Falsi .I siti sono pieni di storie inventate come il volo che dopo l' 11 settembre avrebbe messo in salvo la famiglia Bin Laden

da www.corriere.it


Il bene e il male del mestiere di informare ai tempi di Internet sono indicati in due versetti del Vangelo di San Giovanni, l' autore dell' «Apocalisse». Il primo dice: «Voi conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi» (8, 32) ed è la stella polare di chi fa comunicazione, conoscere il mondo per condividerlo, conoscere la verità e da questa conoscenza, diffusa alla comunità, ricavare libertà. Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura, perseguitato in Africa, spiega bene: «L' oppressione si basa sulla deformazione del vero: senza una menzogna di base nessun sistema totalitario sopravvive». Nell' orribile campionario novecentesco delle dittature nessun regime assicura libertà di informazione. Ha ragione Giovanni: solo la verità ci rende liberi. Nell' epoca postmoderna di Google, YouTube e Facebook, dobbiamo però definire la «verità», via verso la libertà. E ci impantaniamo. Perché la definizione di Aristotele, modernizzata dal logico Alfred Tarski, «la frase "la neve è bianca" è vera se e solo se la neve è bianca» non funziona più su Internet. È il concetto di verità che il buon senso comune usa nella vita di ogni giorno, la neve è bianca se la neve è bianca. Ma nelle università alla moda, nel pensiero filosofico corrente, quest' idea è giudicata obsoleta. Secondo la scuola postmoderna, legata a Richard Rorty, la «verità» è frutto di convenzione, conformismo, pregiudizi. Non esiste una verità oggettiva, crederlo è paternalista. Rorty, persona seria e onesta, delinea il concetto di verità che impera nella blogosfera: «La realtà altro non è che la versione contemporanea del bisogno di inchinarsi a un potere non umano». La verità diventa un valore oppressivo e i postmoderni imprecano «verità, ragione e oggettività, nascondete tra virgolette queste parole che non posso vedere!». La storia è ridotta a romanzo, Cesare e Napoleone come Renzo Tramaglino e Don Chisciotte. La verità non ci rende liberi, ci rende schiavi. La verità è moltiplicata ad infinito nel caleidoscopio dei siti Internet, deformata dallo specchio astuto degli specialisti di propaganda. In fondo a questo percorso ci saranno sulla terra 6 miliardi di blog, ognuno scritto e letto solo dal proprio autore. Che resterà dell' opinione pubblica, tramontati i mass media? Che resterà della democrazia senza opinione pubblica critica? Ricordate Martin Eisenstadt, l' autorevole studioso dello Harding Institute for freedom and democracy, consigliere del candidato repubblicano McCain, che aveva rivelato imbarazzanti verità sulla candidata vicepresidente Sarah Palin? Giornali importanti come il Los Angeles Times e The New Republic, le reti tv Mcnbc e Fox News hanno diffuso le dichiarazioni di Eisenstadt e siti influenti ne hanno disquisito. Peccato che Eisenstadt non esista e il suo istituto sia l' invenzione di due burloni, Eitan Golrin e Dan Mirvish. Uno scherzo isolato? No. L' informazione del XXI secolo è costellata da falsi d' autore, formulati da governi e siti di opposizione, centri di propaganda e grandi intellettuali, giornali e tv, fondamentalisti e lobbisti, leggende urbane che diventano totem. Avete sentito la storia dell' aereo dei parenti di Osama Bin Laden che decolla di nascosto da Washington poco dopo l' 11 settembre 2001, mentre lo spazio Usa è chiuso? Popolarissima, ma falsa. La Federal aviation administration ha riaperto i voli alle 11 del 13 settembre e il volo con i familiari di Bin Laden, tutti interrogati dall' Fbi, parte il 20. Le prove nel Rapporto della Commissione del Congresso, pagine 557 e 558. Perché la bugia diventa realtà? Perché nel suo film il regista Michael Moore fa dire: «Chi poteva volare? Nessuno tranne i parenti di Bin Laden» e inquadra un jet al ritmo di un rock. Moore non dice che è stata violata la legge, lo insinua e mille siti abboccano. I postmoderni alla Rorty, che sembravano un gioco accademico, fondano il piano editoriale del mondo mentre crollano i vecchi media e svanisce l' opinione pubblica. In futuro la neve sarà bianca se e solo se Noi e i Nostri amici decideremo così. Se lo decidono i nostri nemici la neve è di qualunque altro colore. Il paradosso di Arlecchino. E allora ecco il secondo versetto di Giovanni che ci annichilisce: «Gli uomini preferirono le tenebre alla luce» (3, 19). È dura la strada della verità verso la libertà? Meglio rifugiarsi nelle tenebre, rallegrate da YouTube, dai megapixel, da lobby prodighe. Perché cercare la verità, dopo la delusione delle ideologie, se la tenebra di una mezza bugia rassicura noi e i nostri amici in tinelli, cantine e siti? Ognuno vede quel che vuole già vedere. Nei blog dell' Internet che amo ancora, e che mi sono sforzato di importare con la prima rivista telematica, Golem, insieme con Eco, i siti riproducono spesso solo la comunità che li esprime. Chi propone un dissenso viene scacciato e irriso, dal governo cinese come dai tanti siti intolleranti. L' opinione pubblica non è in crisi per le nuove tecnologie. Cade perché l' idea di una società illuminata che governa la politica attraverso il dibattito razionale - cara a Bentham e Habermas - non funziona più. Finito il dibattito critico, finita l' opinione pubblica, quale democrazia avremo? Il presidente Obama, consapevole del pericolo, scrive: «Sono persuaso che ogni qualvolta esageriamo o demonizziamo, caricaturiamo o siamo arroganti, siamo condannati alla sconfitta. Se rendiamo sciocco il dibattito politico, perdiamo. È la caccia alla purezza ideologica, l' ortodossia rigida e la eterna prevedibilità del dibattito che ci impedisce di vedere le sfide che abbiamo davanti. Siamo stretti nella camicia di forza di o noi o loro... con la discussione che è diventata uno sport agonistico, la politica triviale dello scontro, i leader gladiatori con la pancetta e l' opinione pubblica ridotta a tifosi sulle curve. Ci dipingiamo le facce con i nostri colori e colpiamo l' altra squadra sotto la cintura, tanto conta solo vincere... Gli elettori non sono maschere caricaturali... aspettano una politica che abbia la maturità di sognare ma restare realista, che sappia proporre e accettare i compromessi e ammettere che anche i rivali possono avere ragione. Non si tratta più di destra o sinistra, progressisti e conservatori, ma della differenza tra dogma e senso comune, tra i principi che contano davvero e le posizioni del momento». Non so come sarà la comunicazione del futuro, lo sapessi sarei ricco. So che se da giornali, tv e Rete nascerà una guerra santa on line, dove l' approccio equanime è sopraffatto dal tutti contro tutti, allora impererà la seconda profezia di Giovanni - 3, 19 - tenebre sulla luce. Se invece dall' arcipelago delle nuove comunità, il nuovo mercato e le nuove opinioni facessero scaturire un confronto aperto allora finalmente avremo nuovi contenuti e verità condivise. Perché i postmoderni hanno torto, la verità esiste, come la realtà, a patto di non considerare la nostra verità e la nostra realtà le uniche degne. Se ce ne persuaderemo, conosceremo una verità, sia pur parziale, e la verità ci renderà liberi. Sapere guardare alla verità degli altri e comunicare la nostra con spirito equanime è la rivoluzione dei contenuti che squasserà il XXI secolo. L' alternativa sono le tenebre, sia pure on line. * Pubblichiamo uno stralcio dalla «Lezione di Giornalismo» tenuta da Gianni Riotta, direttore del Tg1, all' Auditorium Parco della Musica di Roma il 13 gennaio. Tema dell' incontro una riflessione sull' informazione (e la verità) al tempo di Internet, a partire da due versetti del Vangelo di Giovanni.

Riotta Gianni


Pagina 31
(19 gennaio 2009) - Corriere della Sera

Manifestazioni: il ministro Maroni propone nuove regole

da www.legambiente.eu
“Un modo originale per mettere in quarantena il diritto a manifestare?”


Mai più cortei vicino a chiese, sinagoghe e moschee. Le manifestazioni dovranno passare anche a distanza da centri commerciali e supermercati. Le sedi istituzionali, quelle dei partiti e le rappresentanze diplomatiche erano già escluse dai percorsi autorizzati … Quindi, secondo la nuova normativa proposta dal ministro Maroni, le manifestazioni potranno essere sostituite da gite bucoliche e pic-nic in aperta campagna.

“Se fosse una proposta seria – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – si configurerebbe il rischio di cancellazione di un diritto riconosciuto dalla Costituzione, un vero e proprio allarme per la democrazia. A quali possibili percorsi pensava il ministro nel proporre i nuovi divieti? Con queste indicazioni tutto il territorio urbanizzato risulta interdetto. La grande fortuna dell’Italia è di essere il Paese più ricco di monumenti storici. Ogni piazza ha la sua chiesa e il suo supermercato, in ogni borgo e frazione: come dovranno regolarsi i Prefetti per autorizzare le manifestazioni? E soprattutto, perché criminalizzare una democratica espressione di partecipazione ?”

mercoledì 21 gennaio 2009

My future: sei scuole dal futuro luminoso

Ultimata la realizzazione del pannello fotovoltaico alla scuola Cruillas di Palermo grazie a Vodafone, Enel e Legambiente
L’inaugurazione giovedì 22 gennaio alle ore 10.30
Alla sala biblioteca della Direzione didattica Cruillas, in via Salerno 19


E’ Palermo la prima città ad arrivare a uno degli obiettivi di “My future”: installare sul tetto di un edificio scolastico un impianto fotovoltaico capace di produrre mediamente oltre 7 mila kilowattora all’anno, consentendo alla scuola di risparmiare sulla bolletta e riducendo l’emissione in atmosfera di circa 5 tonnellate di Co2 all’anno (pari all’anidride carbonica emessa da un’auto che percorre 1100 km o dal consumo di 3 barili di petrolio).
Sono sei le città coinvolte dall’iniziativa.. Oltre a Palermo: Agrigento, Comacchio, Grosseto, La Spezia e Pesaro.
Giovedì 22 gennaio alle ore 10.30 si svolgerà l’inaugurazione dell’impianto della Scuola Cruillas, in via Salerno, 19 presso la sala biblioteca. Impianto finanziato da Vodafone e installato da Enel Si. Durante l’inaugurazione verranno esposti gli altri obiettivi di My future: attivare, utilizzando le risorse economiche che deriveranno dal conto energia, progetti e iniziative volte alla sostenibilità ambientale e presentare la possibilità di replicare in altri edifici pubblici comunali.

Interverranno:
Mimmo Fontana, presidente regionale e componente della segreteria nazionale di Legambiente
Caterina Torcia, responsabile Corporate Social Responsibility di Vodafone Italia
Donato Leone, responsabile Enel Relazioni Esterne Territoriali-Macro Area Sud
Domenico Duca, Account Manager Area Sicilia Enel.si
Mario Milone, vice-sindaco e assessore comunale all’Ambiente
Raoul Russo, assessore comunale alla Pubblica Istruzione
Rita Napoli, preside Direzione didattica Cruillas
Francesca Grisafi, ex assessore comunale all’Ambiente