domenica 9 novembre 2008

Sabato e domenica anniversario referendum su energia nucleare

“Fu un atto di grande democrazia, che il governo ora vuole cancellare usando anche l’esercito”

“Il referendum che abrogò il nucleare fu un atto di grande democrazia. L’Italia, per prima, segnò il passo tra i grandi Paesi industrializzati rinunciando a una fonte costosa e pericolosa, secondo la volontà del 65% dei cittadini”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ricorda il referendum sul nucleare del 1987 di cui ricorre l’anniversario questo fine settimana. Promotori del referendum furono Legambiente, Amici della Terra, Italia Nostra, LIPU, WWF, DP, PR, Verdi e FGCI.

“Peccato – dice il presidente di Legambiente - che l’operazione di rilancio portata avanti ora dal governo, che prevede l’uso della forza a presidio dei nuovi impianti ancora prima di qualsiasi decisione e nega in partenza la concertazione, sia di segno diametralmente opposto. Un inquietante passo indietro su tutti i fronti”.

Contro il piano del governo che prevede la costruzione delle prime nuove centrali entro il 2020, con l'obiettivo di produrre a regime il 25% dell'energia elettrica dal nucleare, Legambiente ha lanciato l’invito a firmare l’appello “Per un sistema energetico moderno, pulito, sicuro”, che propone anche alle amministrazioni locali di dichiarare il proprio territorio “sito denuclearizzato”.

“Perché non è del nucleare che l’Italia ha bisogno per rilanciare l’economia e risolvere la sua dipendenza dal petrolio - conclude Cogliati Dezza - ma di un mix di efficienza, risparmio energetico e potenziamento delle fonti rinnovabili”.



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