lunedì 15 febbraio 2010

I Nebrodi sbriciolati

San Fratello viene giù: ultimo e più grave episodio di una tendenza affermata.
Un territorio dimenticato, privo di alcuna cura e manutenzione a dispetto della sua connaturata fragilità.
I consolidamenti milionari e l’abbandono di ogni forma di governo del territorio.


Il dramma degli abitanti di San Fratello, costretti ad abbandonare il loro paese, è l’ultimo e più grave episodio di una serie di eventi che stanno interessando i Nebrodi con cadenza quasi quotidiana. A loro va tutta la comprensione e la solidarietà possibile.
Dietro questa serie di episodi che stanno mettendo in ginocchio le comunità località ci sono la connaturata fragilità del territorio e l’inadeguatezza delle politiche per la sua gestione: le piogge di questo periodo non sono altro che il detonatore di una bomba già
innescata.
A fronte dell’esistenza o della nuova realizzazione di insediamenti e di infrastrutture in zone vulnerabili, è mancata quella cura del territorio che storicamente lo manteneva in sicurezza.
L’abbandono delle pratiche agricole e l’assenza di interventi di manutenzione ad iniziativa pubblica hanno modificato equilibri molto delicati determinando le condizioni del dissesto.
“Davanti a questa realtà, appare urgente ed ineludibile – dichiara Salvatore Granata, direttore Legambiente Sicilia - l’assunzione di un nuovo modello di governo del
territorio che garantisca l’equilibrio idrogeologico ed una diversa politica delle opere pubbliche. La Regione Sicilia dia finalmente piena attuazione alla Legge 183 sulla
difesa del suolo ed adotti i piani di bacino, definisca un quadro di riferimento sostenibile per la pianificazione urbanistica comunale, finanzi un programma di restauro e di
messa in sicurezza del territorio orientato al ripristino del reticolo idrografico e della copertura vegetale. Non più fiumi di cemento per consolidamenti milionari ma interventi diffusi capaci di dare anche risposte al bisogno
di lavoro”.

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