Papa Ratzinger: "Degrado ambientale e calamità naturali ci richiamano all'urgenza del rispetto dovuto. Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore la materia è ridotta a possesso egoistico"
ROMA - "Degrado ambientale e calamità naturali ci richiamano all'urgenza del rispetto dovuto alla natura, valorizzando un corretto rapporto con l'ambiente": in tal senso "indispensabile convertire l'attuale modello di sviluppo globale verso una maggiore assunzione di responsabilità". Lo ha detto Benedetto XVI durante l'udienza generale tenuta a Castel Gandolfo. Per il pontefice clima e ambiente fanno parte dello "sviluppo integrale dell'uomo", un uomo che deve sempre tener conto del "creato", e cioè la natura. "Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore- ha ammonito papa Ratzinger- la materia è ridotta a possesso egoistico". Nel suo modello di sviluppo l'uomo è quindi chiamato a "rimodellare attivamente il creato, senza però considerarsene padrone assoluto". Non solo: l'uomo, ha aggiunto Benedetto XVI, deve trovare "un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti". Parole, queste, che assumono una certa rilevanza se si considera che a dicembre i capi di stato e di governo di tutto il mondo saranno chiamati a rinegoziare il protocollo di Kyoto nella conferenza Onu sul clima di Copenahagen.
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