Gli inceneritori, solo un business per il malaffare”
“Sarebbe grave se Bertolaso facesse il coro a Diego Cammarata: principale responsabile del fallimento dell’Amia, oggi all’origine dell’emergenza rifiuti a Palermo. Tale emergenza, infatti, è dovuta alla crisi finanziaria di questa società ormai in amministrazione controllata, nonché ai gravissimi errori nella gestione e nell’ampliamento della discarica di Bellolampo attuati dalla stessa società. Ad oggi, infatti, seconda una stima sino al 2014 della Regione, non esiste un problema di capienza delle discariche, come avvenne in Campania nel 2007”. Lo dichiara Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia in riferimento alle presunte dichiarazioni del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, a proposito dei rifiuti a Palermo. “Dopo dieci lunghi anni di attesa, finalmente la Sicilia si sta dotando di un vero piano per la gestione integrata dei rifiuti, che mette al centro del ciclo la raccolta differenziata. Sarebbe inaccettabile - continua Fontana – se, invece di lavorare per la sua attuazione, si volesse bloccare questo percorso virtuoso riproponendo un sistema centrato sull’incenerimento, come quello voluto da Cuffaro e portato avanti con forzature e procedure illegittime. Un sistema che ha addirittura portato a una sentenza di condanna da parte Corte di giustizia europea e che ha impedito alla Sicilia, negli ultimi dieci anni, di avviare una vera gestione integrata dei rifiuti. I termovalorizzatori in Sicilia avrebbero rappresentato, infatti, un business solo per Cosa Nostra e il malaffare, come hanno sostenuto la Commissione bicamerale di inchiesta, che ha concluso i suoi lavori nella XIV legislatura e la Corte dei conti; nonché confermato dalle dichiarazioni dell’ex Capo di Cosa Nostra ad Agrigento Maurizio Di Gati (autorevolissimo e considerato attendibile nel processo Cuffaro), e dall’arresto di Francesco Gulino ex amministratore di Altecoen, una delle società avrebbe dovuto gestire la realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. I termovalorizzatori – conclude Fontana – non hanno mai rappresentato una soluzione per uscire dall’emergenza, ma hanno funzionato esclusivamente laddove vengono utilizzati esclusivamente per il trattamento finale dei rifiuti a valle della raccolta differenziata spinta (ne è un esempio la Lombardia). L’attuale governo regionale, bloccandone la realizzazione, ha di fatto imboccato la strada giusta. Non si può tornare indietro”.
L'ufficio stampa Legambiente Sicilia
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