“L’unico vero
abusivo della valle fu Alexander Hardecastle”. Questa è l’incredibile
affermazione, verbalizzata, che più di ogni altra racchiude il senso del
Consiglio Comunale di martedì scorso: la riproposizione, per l’ennesima
volta, della teoria secondo cui i vincoli di cui al complesso normativo
Gui-Mancini-Nicolosi non produrrebbero effetti sull’intero attuale perimetro
del Parco Archeologico, zona ad inedificabilità assoluta.
Ancora una volta, l’ennesima, si prova a giustificare
la scientifica violazione di leggi dello Stato, a fomentare illusorie speranze
di sanatoria, a richiedere riperimetrazioni. Ancora una volta si giunge a
giustificare l’abuso edilizio di massa, che ha sfregiato irrimediabilmente il
territorio, rendendolo brutto e oggettivamente ingestibile.
La teoria sottesa all’atto amministrativo, proposta ed illustrata in aula
dal consigliere Gibilaro, è quella secondo cui il Decreto interministeriale
Gui-Mancini (1968) non troverebbe attuale riscontro nel vigente panorama
normativo e, dunque, dispiegherebbe i suoi effetti solo da un punto di vista
meramente urbanistico, non sotto il profilo archeologico. Conclusione: gli
abusi edilizi nella zona “A” del Parco, sinora ritenuti insanabili, potrebbero
beneficiare della sanatoria edilizia.
L’ampio dibattito d’aula, in qualche sprazzo di serietà, ha comportato la
parziale modifica dell’iniziale testo proposto, pervenendo alla “sola”
richiesta di riportare il complesso dei vincoli effettivamente vigenti sugli
elaborati grafici del P.R.G., così come votato ed emendato dal C.R.U..
Il Circolo Rabat di Agrigento, nel ritenere la seduta del Consiglio
martedì scorso tempo, fiato (e gettoni di presenza…) assolutamente sprecati,
sollecita l’Amministrazione Comunale e gli Uffici competenti a fare immediata
chiarezza su quanto esposto essendo inaccettabile, ancora nel 2013, continuare
a prendere in giro i proprietari di costruzioni abusive nella zona “A”,
mediante la proposizione di effimere promesse di sanatoria edilizia. Nel
contempo, l’Associazione ambientalista invita la folta rappresentanza
parlamentare, recentemente rinnovata, a prendere in esame la proposta di Legge
dell’on. Ermete Realacci, che pure già alla fine degli anni ’90 si occupava
concretamente della soluzione della spinosa questione.
Ancora più duro il commento del presidente regionale di Legambiente,
agrigentino, Mimmo Fontana: «Per preservare la dignità della città di
Agrigento, che almeno in un lontano passato è stata una città “nobile”, sarebbe
necessario che si dimettesse l’intero Consiglio Comunale. Dai giorni caldi
delle proteste degli anni ’80 e ’90 che hanno portato alle sanatorie edilizie
nazionali sono trascorsi più di due decenni. La cultura di questo Paese è
cambiata e oggi un sindaco come quello di Realmonte dispone la demolizione
degli scheletri che hanno sfregiato la
Scala dei Turchi per favorire
lo sviluppo turistico ed economico della sua comunità. A pochi
chilometri, ad Agrigento, sembra non cambiare mai nulla ed una classe politica
evidentemente incolta disegna per la nostra città un destino di irreversibile
sottosviluppo».
Agrigento, 08/03/2013
Per il Direttivo del Circolo Rabat
Claudia Casa, Giuseppe Riccobene e Daniele Gucciardo
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