venerdì 8 marzo 2013

Dura presa di posizione contro il consiglio comunale di Agrigento


L’unico vero abusivo della valle fu Alexander Hardecastle”. Questa è l’incredibile affermazione, verbalizzata, che più di ogni altra racchiude il senso del Consiglio Comunale di martedì scorso: la riproposizione, per l’ennesima volta, della teoria secondo cui i vincoli di cui al complesso normativo Gui-Mancini-Nicolosi non produrrebbero effetti sull’intero attuale perimetro del Parco Archeologico, zona ad inedificabilità assoluta.
Ancora una volta, l’ennesima, si prova a giustificare la scientifica violazione di leggi dello Stato, a fomentare illusorie speranze di sanatoria, a richiedere riperimetrazioni. Ancora una volta si giunge a giustificare l’abuso edilizio di massa, che ha sfregiato irrimediabilmente il territorio, rendendolo brutto e oggettivamente ingestibile.

La teoria sottesa all’atto amministrativo, proposta ed illustrata in aula dal consigliere Gibilaro, è quella secondo cui il Decreto interministeriale Gui-Mancini (1968) non troverebbe attuale riscontro nel vigente panorama normativo e, dunque, dispiegherebbe i suoi effetti solo da un punto di vista meramente urbanistico, non sotto il profilo archeologico. Conclusione: gli abusi edilizi nella zona “A” del Parco, sinora ritenuti insanabili, potrebbero beneficiare della sanatoria edilizia.
L’ampio dibattito d’aula, in qualche sprazzo di serietà, ha comportato la parziale modifica dell’iniziale testo proposto, pervenendo alla “sola” richiesta di riportare il complesso dei vincoli effettivamente vigenti sugli elaborati grafici del P.R.G., così come votato ed emendato dal C.R.U..
Il Circolo Rabat di Agrigento, nel ritenere la seduta del Consiglio martedì scorso tempo, fiato (e gettoni di presenza…) assolutamente sprecati, sollecita l’Amministrazione Comunale e gli Uffici competenti a fare immediata chiarezza su quanto esposto essendo inaccettabile, ancora nel 2013, continuare a prendere in giro i proprietari di costruzioni abusive nella zona “A”, mediante la proposizione di effimere promesse di sanatoria edilizia. Nel contempo, l’Associazione ambientalista invita la folta rappresentanza parlamentare, recentemente rinnovata, a prendere in esame la proposta di Legge dell’on. Ermete Realacci, che pure già alla fine degli anni ’90 si occupava concretamente della soluzione della spinosa questione.

Ancora più duro il commento del presidente regionale di Legambiente, agrigentino, Mimmo Fontana: «Per preservare la dignità della città di Agrigento, che almeno in un lontano passato è stata una città “nobile”, sarebbe necessario che si dimettesse l’intero Consiglio Comunale. Dai giorni caldi delle proteste degli anni ’80 e ’90 che hanno portato alle sanatorie edilizie nazionali sono trascorsi più di due decenni. La cultura di questo Paese è cambiata e oggi un sindaco come quello di Realmonte dispone la demolizione degli scheletri che hanno sfregiato la Scala dei Turchi per favorire  lo sviluppo turistico ed economico della sua comunità. A pochi chilometri, ad Agrigento, sembra non cambiare mai nulla ed una classe politica evidentemente incolta disegna per la nostra città un destino di irreversibile sottosviluppo».

Agrigento, 08/03/2013

Per il Direttivo del Circolo Rabat
Claudia Casa, Giuseppe Riccobene e Daniele Gucciardo

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