mercoledì 8 ottobre 2008

Documento finale per l'acqua

dal sito www.carovanadellapace.it

Documento finale per l'acqua


Questo documento nasce dal lavoro di gruppo (Laboratori sull'Acqua) condotto sul tema dell'acqua durante lo svolgimento delle attività della Carovana Missionaria della Pace, nodo di Erto, nella valle del Vajont, insieme agli ospiti Marco Bersani e Valter Bonan del Forum dei movimenti per l'acqua, Luca Martinelli della rivista Altraeconomia e don Gianni Fazzini dell'Ufficio per la pastorale degli Stili di Vita, diocesi di Venezia.

Recuperando la spiritualità dei luoghi del Vajont, con il suo antefatto storico di appropriazione indebita dell'acqua e vendita della stessa alle logiche di profitto, al di là della tutela del diritto alla vita, sosteniamo che il principio da cui partono le nostre proposte - e da cui debbono partire tutte la politiche e le azioni relative alla gestione dell'acqua - è che l'acqua è un bene comune, un diritto inalienabile dell'umanità, da tutelare per le generazioni future. Perciò non può essere trattata come una merce.

Per questo ci impegniamo a: far sancire dalle istituzioni, a partire da quelle locali, il principio dell'acqua bene comune e diritto inalienabile dell'umanità; ritornare all'acqua pubblica nei nostri comuni. Prendiamo come esempio la città di Parigi che ha avviato un processo per 'ripubblicizzare' il servizio idrico. Questo per sottolineare che è possibile per i Comuni avviare politiche che permettano di ritornare ad una gestione pubblica diretta della rete idrica, poiché gli strumenti legislativi e normativi lo permettono. Indichiamo inoltre che a livello nazionale il costo di gestione pubblica della rete idrica equivarrebbe al 5% delle spese militari previste dalla finanziaria; imparare a conoscere gli strumenti di partecipazione della cittadinanza previsti dalla Costituzione italiana, e a proporne l'utilizzo per 'democratizzare' la gestione dell'acqua; lavorare per un'informazione intellettualmente onesta sul tema dell'acqua; lavorare per una formazione volta alla riduzione dei consumi e/o a consumi più consapevoli. Il fine è di favorire l'uso dell'acqua del rubinetto: più sana, meno inquinante e più economica.

Vogliamo demolire il messaggio costruito ad arte, secondo cui 'l'acqua di rubinetto è cattiva, l'acqua in bottiglia è buona', puntando a ricostruire la credibilità dell'acqua di rubinetto, facendo riflettere sui costi ambientali dell'acqua in bottiglia e sull'evidenza che tante acque minerali sono in realtà acque terapeutiche prescrivibili dai medici. Sosteniamo la campagna per dichiarare fuori legge la pubblicità dell'acqua in bottiglia, con l'obiettivo di farne diminuire il consumo che nel nostro Paese è divenuto ormai spropositato.

Lanciamo anche la proposta-provocazione di inserire sulle bottiglie il messaggio 'Nuoce gravemente all'ambiente' (per i costi di trasporto e di smaltimento rifiuti); sostenere e rilanciare la campagna 'Imbrocchiamola' (www.altreconomia.it) nelle case, nelle parrocchie, nei locali, nei luoghi pubblici cercando anche l'appoggio delle amministrazioni locali e delle aziende sanitarie. A tale proposito sottolineiamo che l'acqua del rubinetto è anche un risparmio per le famiglie; fare pressione perché le amministrazioni pubbliche garantiscano la trasparenza relativa alla gestione del sevizio idrico, affinché tutti i cittadini abbiano accesso alle informazioni sull'acqua pubblica e sulle sue analisi (carta d'identità dell'acqua) e perché sia garantito l'accesso all'acqua; ascoltare e raccontare la storia locale dell'acqua, perché nei vari territori tutti la conoscano e la prendano a cuore (da dove viene l'acqua che beviamo? quali sono le risorse oggi e ai tempi dei nostri avi?). Diffondere e far risuonare anche a livello governativo lo scandalo dei 160 milioni di metri cubi d'acqua del bacino del Vajont ad oggi inesistenti, ancora conteggiati nei calcoli del bilancio idrico del Bacino del Piave, a giustificazione di una virtuale maggiorazione delle quote idriche vendibili ai consorzi irrigui di pianura da parte di enti privati (Enel), che vanno di fatto a favorire la 'morte' di un fiume come il Piave (già caro alla Patria) che scorre, in molti periodi dell'anno, al di sotto del deflusso minimo vitale; fare pressione sulle pubbliche amministrazioni perché le aziende che imbottigliano l'acqua per lo meno paghino le concessioni ad un prezzo equo: anche se crediamo che non si possa barattare l'ambiente con un canone, riteniamo che questo possa essere un primo passo concreto per far prendere posizione alla politica, affinché limiti l'azione di queste industrie che ora agiscono praticamente senza alcun controllo. L'acqua non è di proprietà dell'azienda che la imbottiglia, ma è un bene della comunità, del territorio e degli enti locali, i quali dovrebbero decidere liberamente se, e in che modo, darla in concessione ad un'azienda; pretendere fortemente che venga avviato l'iter per l'approvazione della legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell'acqua che è stata presentata al Parlamento italiano con più di 400.000 firme.

La Carovana Missionaria della Pace 2008 'Libera la Parola', come comunità itinerante che vuole seguire le orme di Gesù di Nazareth, sente importante estendere questa proposta anche alla comunità cristiana. La nostra esperienza di Dio è quella del Dio della Vita. Perciò riteniamo fondamentale lottare per tutte quelle realtà inerenti alla vita, esprimendo un netto 'no' agli idoli di morte: quando l'acqua viene privatizzata, venduta, mercificata, stiamo dicendo di 'no' alla vita e come comunità cristiana dobbiamo definire questo non accettabile! Dobbiamo avere il coraggio di dire che fare profitto attorno all'acqua, diritto inalienabile dell'umanità, è una logica di 'peccato', che determina gravi conseguenze al diritto alla vita. Sosteniamo dunque che fare profitto sull'acqua, impossessarsene e mercificarla equivale a rubare. Nel Vangelo troviamo molti riferimenti a questo elemento vitale a partire, ad esempio, dal battesimo nel quale l'iniziazione alla fede è simboleggiata dall'immersione nell'acqua. Nell'episodio della samaritana il dono spirituale passa attraverso il dono dell'acqua viva, per cui l'acqua è l'elemento e lo strumento della benedizione, diventa invece maledizione tutte le volte che viene inquinata e sfruttata andando contro la tradizione ecclesiale.

Assistiamo ad una tendenza sempre più forte a separare l'ambito della vita da quello della fede, mentre riteniamo fondamentale proporre concretezza a ciò che è espresso in forma teologica. Concretamente proponiamo di rilanciare la proposta dell'Ufficio per gli stili di vita della diocesi di Venezia a tutte le diocesi d'Italia, per promuovere una rete di esperienze alternative e iniziative concrete da rivolgere ai credenti. L'iniziativa della diocesi di Venezia ha riproposto la campagna 'Imbrocchiamola' (www.altreconomia.it) nell'ambito del digiuno quaresimale, richiamando anche l'attenzione sull'acqua come bene pubblico. Proponiamo di mettere in rete le parrocchie, vorremmo poter catalogare le più virtuose e scambiare esperienze in relazione agli stili di vita.

Carovana Missionaria della Pace 2008, nodo di Erto, 25-26 Settembre 2008

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