venerdì 13 febbraio 2009

LETTERA APERTA AI DEPUTATI REGIONALI DELLA PROVINCIA DI ENNA E AI SINDACI DELLE CITTA’ DI PIAZZA ARMERINA E LEONFORTE

Riceviamo da IDV e pubblichiamo

Domenica 8 febbraio Italia dei Valori di Enna ha presentato a Piazza Armerina un documento sulla sanità della provincia che nasce dallo sforzo di operatori e semplici cittadini. Tale documento è stato accolto con sorpresa perché in Sicilia è molto difficile parlare di sanità liberamente, da cittadini informati, a causa degli enormi interessi politici ed economici che gravitano nel settore. Il dossier, scaricabile anche dal sito http//italiadeivalorienna.blogspot.com, non ha per nulla la pretesa di essere un’analisi compiuta e scientifica della situazione in cui versano le strutture sanitarie della provincia di Enna ma contiene una puntigliosa disamina delle lacune gestionali e delle criticità del sistema che la politica siciliana deve affrontare d’imperio e con estrema urgenza, pena il commissariamento, ventilato e quasi auspicato oggi in sede autorevole. E contiene, soprattutto, una griglia di soluzioni concrete e immediatamente praticabili, a condizione che la politica voglia diventare LA POLITICA, ovvero si riprenda il suo ruolo di potere d’indirizzo e smetta i panni di mezzano di tutti gli interessi opachi e spesso inconfessabili. Il dossier così predisposto è stato recapitato al Vice Presidente della Commissione d’Inchiesta del Senato della Repubblica sulla Efficacia e Efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, Senatore Giuseppe Astore dell’ IDV affinché prenda atto dell’attuale conduzione del sistema sanitario. Il senatore Giuseppe Astore è stato invitato, insieme ad altri deputati, da IDV Enna presso l’Università Kore per una replica della manifestazione di Piazza Armerina. Non pensiamo che lo scontro in atto sia tra buoni – coloro che vogliono curare, moralizzare e bonificare la sanità – e cattivi – coloro che vogliono continuare a banchettare mentre gli ospedali chiudono e i malati muoiono. Pensiamo invece che l’occupazione della sanità da parte dei partiti priva gli operatori di ogni potere organizzativo, trasformando gli ospedali da luoghi di cura in “votifici” controllati. Tutti paghiamo i servizi sanitari tanto, tantissimo, molto più del resto d’Italia. E assistiamo addolorati e impotenti allo sfacelo del sistema, con ospedali in grado di erogare solo cure minimali, ambulatori spesso presidiati da medici demotivati e non consapevoli di maneggiare il Bene più caro, uffici sanitari aperti a singhiozzo. Leggiamo i numeri dello sfascio e sono cifre da capogiro. E ci chiediamo: possibile che con tanti soldi spesi non si riesca a ricoverare un anziano in una residenza sanitaria dignitosa o ad avere le cure necessarie in casa? Possibile che non si possano ottenere le garze per medicare le piaghe? Possibile che per curarsi un cancro o un’altra malattia grave si debba andare in Veneto o in Piemonte? E intanto che ci poniamo queste domande la politica ci prepara, dopo la chiusura delle guardie mediche, la chiusura degli ospedali, allocati in edifici nuovi di zecca che abbiamo pagato profumatamente, e gli accorpamenti dei distretti che non riducono ma moltiplicano le poltrone. Così ci chiede di pagare i debiti della sanità siciliana due volte: la prima volta con le tasse che ci strangolano e la seconda con la mancanza dei servizi per la salute essenziali, già gravemente carenti non solo rispetto allo standard nazionale ma anche rispetto alle altre province siciliane. Chiediamo all’On. Galvagno, all’On. Termine e ai sindaci di Piazza Armerina e Leonforte di superare le logiche di appartenenza e rappresentanza politica, di non sentirsi minacciati dalle nostre analisi e dalle nostre proposte che, nell’attuale cristallizzato sistema di interessi, sembrano eversive ma sono soltanto coraggiose. Chiediamo loro di avvalersi del nostro contributo e portare urgentemente sul tavolo politico regionale l’esigenza di mantenere ogni pietra delle nostre strutture, mettendo da parte ogni rivalsa campanilistica che farebbe solamente il gioco della politica predatoria. Chiediamo loro di aiutarci a realizzare le nostre proposte concrete per non condannare la provincia di Enna a essere intollerabilmente ultima in tutto.
Aldo Murella Segretario IDV Enna

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