Chiediamo a Lombardo di continuare sulla strada intrapresa e di istituire immediatamente un tavolo di concertazione con tutte le parti per redigere il nuovo Piano.
“Il presidente Lombardo ha ragione quando sostiene di temere che dietro le continue richieste di dichiarazione d’emergenza, ci siano degli interessi precisi. Interessi che secondo noi – dichiara Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia - possono essere individuati nella lobby che da anni lavora nel nostro Paese proponendo la diffusione degli inceneritori come unico strumento per la gestione dei rifiuti. La dichiarazione di emergenza in Sicilia sarebbe una sciagura e servirebbe a far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, come è avvenuto di recente in Campania, dove si è approfittato dell’emergenza per autorizzare ben cinque inceneritori”. Fontana sottolinea, inoltre, che “nella vicenda di Palermo, le cause non sono nella carenza di impianti, ma nella gestione clientelare dell’Amia che ha sperperato una montagna di denaro creando un deficit di decine di milioni di euro. Chiediamo, quindi, a Lombardo di continuare sulla strada intrapresa a tutela degli interessi dei siciliani, ma che faccia in fretta, prima che il precipitare degli eventi possa portare alla dichiarazione di emergenza e che istituisca un tavolo di concertazione. Un tavolo cui invitare tutti quei soggetti (industriali, ambientalisti, sindacati) che possano dare un contributo fattivo alla redazione di un nuovo Piano, nonché alcuni di quegli esperti che gestiscono i rifiuti nelle migliori realtà italiane. Con volontà politica e chiarezza nelle scelte si potrà certamente redigere il Piano entro 60 giorni e provare a farlo andare a regime entro sei mesi. L’unica via per uscire dalla crisi è, infatti, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, la raccolta differenziata, e non gli inceneritori per la cui autorizzazione e realizzazione occorrono almeno cinque anni”.
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