Legambiente: Ribadiamo la nostra contrarietà, ma a cose fatte ci auguriamo che si usi lo stato di emergenza per provare a costruire davvero un sistema di gestione integrata dei rifiuti.
“Ribadiamo, ancora una volta, la nostra contrarietà alla dichiarazione di emergenza, che fino ad oggi ha sempre aggravato la situazione rifiuti in Sicilia. Ad ogni modo, a cose fatte, ci auguriamo – dichiara Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia - che, per la prima volta, si usi lo stato di emergenza per provare a costruire davvero un sistema di gestione integrata dei rifiuti, coerente con le direttive europee, la normativa nazionale (decreto legislativo 152/2006) e la legge regionale approvata lo scorso aprile. Un sistema centrato, quindi, sulla raccolta differenziata che dovrà raggiungere l’obiettivo del 65 per cento entro il 2015. e ancora, ci auguriamo che il presidente Lombardo resista alle indebite pressioni del Governo Berlusconi che vuole fare rientrare dalla finestra gli inceneritori dell’ex governatore Cuffaro. una vicenda pesantemente inquinata dalla mafia, così come scritto dalla Corte dei Conti nel 2007 e così come stanno accertando alcune Procure siciliane”. Il presidente regionale di Legambiente chiede che si concluda al più presto l’iter di redazione del nuovo piano, già avviato a maggio, coerentemente con le linee guida redatte nel dicembre del 2009 che proponevano tre scenari alternativi per la parte residuale dei rifiuti, a valle della raccolta differenziata:
- un’ulteriore la selezione meccanica,
- la produzione di combustibile da rifiuti
- incenerimento.
“Quest’ultima opzione – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente - in assenza del teleriscaldamento che, invece, viene ovviamente preferito nelle città del nord Italia e dell’Europa, poco utile in Sicilia e certamente lo scenario più costoso per le tasche dei cittadini siciliani. In ogni caso, ad essere trattata sarebbe una quantità assolutamente residuale: 4/500 mila tonnellate annue per la Sicilia. Quantità decisamente lontana da quella auspicata dal governo Berlusconi ( tre inceneritori da 500 mila tonnellate ciascuno) che vuole tutelare interessi che certamente non sono quelli dei cittadini siciliani. Per finire, non vorremmo che la dichiarazione di emergenza servisse a Berlusconi per coprire le enormi responsabilità della scellerata gestione della sua maggioranza al Comune di Palermo che ha portato al dissesto finanziario l’Amia creando le condizioni di grave rischio sanitario ed ambientale per la città ”.
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