Irresponsabile l'atteggiamento del Governo che continua a perdere troppo tempo non affrontando la questione in modo strutturale. Occorre immediatamente realizzare politiche di gestione territoriale realmente sostenibili. Dichiarazione di Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia.
Il dissesto idrogeologico non è solo una questione di protezione civile, è soprattutto un problema da affrontare con serie ed efficaci politiche di prevenzione. “Siamo stanchi – continua - di fare le cassandre, è ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità e che si faccia qualcosa per noi siciliani e per il nostro territorio.
Legambiente ha stilato da oltre un decennio le sue proposte evitare il ripetersi di bollettini di cronaca su alluvioni e frane. Quello del denaro che non c'è o non è sufficiente è ormai diventato un alibi. L'obiettivo più urgente - continua Fontana - non deve essere quello di realizzare grandi e costosissimi manufatti e opere, spesso inutili se non dannosi, ma quello di puntare su politiche di gestione territoriale realmente sostenibili. Facendo prevalere questa logica molti interventi indispensabili potranno essere realizzati senza costi aggiuntivi. Facciamo due esempi:
1) avviare una nuova stagione di pianificazione dove i piani rispondano a reali fabbisogni dei cittadini e non agli interessi speculativi. Piani che dovranno, in ogni caso, ridurre il consumo di suolo soprattutto nelle tantissime aree a rischio idrogeologico medio e grave,
2) una nuova stagione di politiche forestali in cui i finanziamenti europei nazionali e regionali, spesso utilizzati in Sicilia solo per alimentare una enorme sacca di precariato, servano invece alla rinaturalizzazione e al rimboschimento delle aree realmente a rischio idrogeologico che interessano abitazioni e infrastrutture pubbliche.
Sono due scelte che abbiamo chiesto a gran voce nei mesi successivi alla tragedia di Giampilieri ma che, nonostante le rassicurazioni, sono rimaste lettera morta. Eppure sia le organizzazioni sindacali dei forestali che il mondo dell’urbanistica hanno mostrato grande interesse e condivisione per le nostre proposte. Addirittura, gli urbanisti, gli ordini professionali e la Legambiente hanno elaborato insieme un DL che anticipa alcuni contenuti di una sempre più indispensabile riforma del governo del territorio. Scelte come queste costituirebbero il cuore di quelle politiche di prevenzioni delle quali abbiamo perso le tracce, per il semplice motivo che i nostri politici sono affaccendati in altre faccende di cui ci sfugge il senso. È ovvio, comunque, che serviranno anche grandi finanziamenti per l'adeguamento di infrastrutture viarie o per la delocalizzazione dei troppi manufatti che si trovano in aree a rischio. Ecco perché sarebbe necessario redigere un piano decennale, da finanziare di anno in anno, con il quale sostenere una grande opera di manutenzione straordinaria del territorio, indispensabile per garantire la sicurezza a quei troppi cittadini che oggi nel nostro paese sono messi a rischio”. Insomma il risanamento del nostro territorio potrebbe diventare anche una grande occasione di riqualificazione e di rilancio economico del settore edilizio.
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