Una firma contro l’Autonomia Differenziata per un’Italia unita, libera, giusta: è partita la raccolta firme per abrogare la legge che rischia di spaccare il Paese. Legambiente tra i promotori.
Dal 13 luglio è entrata in vigore la legge Calderoli sull’autonomia differenziata (legge n. 86 del 26 giugno 2024). Legambiente, insieme a numerose organizzazioni della società civile sta promuovendo la raccolta delle firme per abrogare totalmente la legge con un Referendum popolare.
Banchetti in tutta Italia.
Perché è importante firmare
Con la legge sull’autonomia differenziata ogni Regione potrà chiedere la completa potestà legislativa sulle materie che desidera, così come ogni Intesa tra Stato e Regione avrà contenuti diversi a loro volta modificabili, cancellabili o rinnovabili a piacere. Si determinerà una frammentazione delle politiche pericolosa per l’unità del Paese, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili disuguaglianze a danno di tutta la collettività.
Salvaguardia ambientale
Come per le altre materie che incidono sulle politiche sociali ed economiche, la frammentazione legislativa che procura questa legge sull’autonomia differenziata andrà ad incidere negativamente sulla salvaguardia ambientale, sul governo del territorio, sulle politiche per far fronte alla crisi climatica, alla transizione ecologica, energetica e produttiva.
Le risorse naturali quali acqua, aria, suolo, foreste non hanno confini amministrativi e la loro salvaguardia va ad incidere anche sulla salute umana, come ha ben dimostrato l’esperienza della pandemia. Tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, nel 2022, è stata introdotta la tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni. Non possiamo quindi permetterci norme di salvaguardia, autorizzazioni alle emissioni, controlli ambientali diversi, esasperando i divari territoriali sull’accesso differenziato ai diritti e al godimento delle risorse e dei beni pubblici.
Non è a rischio solo l’azione unitaria necessaria per salvaguardare l’ambiente. La crisi climatica sta provocando diverse e vaste ripercussioni sociali, economico-produttive e ambientali, a livello locale, nazionale e internazionale. Avremo quindi bisogno di politiche e azioni coerenti di mitigazione e di adattamento. Politiche e azioni oramai di competenza sovranazionale dell’Unione Europa, da quelle energetiche a quelle sulla mobilità, da quelle agricole a quelle sull’economia circolare, dall’uso del suolo alle azioni di adattamento per difenderci dagli eventi metereologici estremi.
In questo contesto così inedito, è anacronistico pensare di poter avere scelte differenti su politiche energetiche, reti di trasporto, governo del territorio, tutela della salute, protezione civile, regole per l’autorizzazione degli impianti industriali, delle infrastrutture, delle concessioni per il prelievo delle risorse naturali. Tutto ciò fa male all’intero Paese, al sistema produttivo, a tutti i cittadini sia che vivano al Nord, al Centro o al Sud. Per affrontare la transizione ecologica con equità ed efficacia abbiamo bisogno di un contesto legislativo unitario e solidale.
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