martedì 18 novembre 2008

LETTERA APERTA PER LA CHIESA DELL’ITRIA ED IL QUARTIERE CANALI

A S.E. mons. Michele Pennisi, vescovo della Diocesi di Piazza Armerina
Al Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo
All’assessore regionale alla Presidenza, Giovanni Ilarda
All’assessore regionale BB.CC.AA. e P.I., Antonello Antinoro
Al Dirigente Generale Dipartimento BB.CC.AA. ed E.P. , Romeo Palma
Al Dirigente Generale Dipartimento Protezione Civile Sicilia, Salvo Cocina
Al Dirigente Dipartimento Protezione Civile - Servizio di Enna, Pietro Conte
Al senatore, Vladimiro Crisafulli
Al deputato nazionale, Ugo Maria Grimaldi,
Ai deputati regionali, Paolo Colianni, Elio Galvagno, Edoardo Leanza, Salvatore Termine
A S. E. Prefetto di Enna, Carmela Floreno
Al Soprintendente BB.CC.AA. della provincia di Enna, Beatrice Basile
Al Presidente della Provincia di Enna, Giuseppe Monaco
Al Sindaco di Piazza Armerina, F. Carmelo Nigrelli
Al Presidente del Consiglio Comunale di Piazza Armerina, Calogero Centonze





Egregi onorevoli ed autorità,
sono trascorsi 11 mesi, da quando il 29 dicembre 2007 è crollato il paramento murario ovest della Chiesa dell’Itria, risalente al XVI secolo, ostruendo totalmente l’omonima via, e causando danni ad alcune abitazioni limitrofe.
L’edilizia del quartiere Canali presenta un’evidente stratificazione di tipo storico cui si associa, nel tempo, un notevole incremento volumetrico e questo pone in rilievo il mai risolto interrogativo in merito agli usi ed abusi dei suoli nelle città storiche (e non).
Nei giorni seguenti al 29 dicembre furono accertati numerosi casi di abitazioni che presentavano evidenti segni di dissesto. Più di 20 famiglie furono evacuate dalle loro abitazioni e ricoverate in un albergo cittadino, e molte di queste, a distanza di 11 mesi dal crollo, vivono in abitazioni in affitto delle cui spese si fa carico il comune.
Nonostante la Regione Sicilia abbia riconosciuto immediatamente lo stato di calamità e richiesto lo stato di emergenza al governo nazionale, quest’ultimo ha respinto la richiesta invitando il Presidente della Regione ad intervenire con le risorse disponibili sul Fondo regionale di Protezione Civile.
Il crollo della chiesa e le numerose segnalazioni di edifici privati e pubblici pericolanti costituiscono un vero e proprio campanello di allarme per lo stato di conservazione del centro storico di Piazza, e riaprono il dibattito sulla necessità di dotare la città di una Legge speciale al fine di risanare gli storici quartieri abbandonati, qualificandoli dal punto di vista della funzionalità, nell’ottica di coniugare finalmente economia, turismo e beni culturali.
Ma, nonostante gli impegni assunti dalla Regione ed il reale stato di collasso dell’intera area, sembra che tutto taccia.
Il Comune di Piazza Armerina si è fatto carico di tutti i costi relativi all’emergenza, facendo gravare sul proprio bilancio circa 500 mila euro per i lavori di messa in sicurezza della chiesa, per le demolizioni, per le indagini geologiche sull’area del crollo, per l’assistenza alle famiglie le cui abitazioni sono state dichiarate inagibili e per il supporto alla protezione civile.
Gli aiuti finanziari, richiesti e promessi, per il sostegno alla popolazione non sono mai arrivati.
Oggi la via Itria è chiusa al traffico all’altezza del crollo della chiesa, perché interamente occupata dalla struttura di puntellamento che è stata realizzata; 27 abitazioni sono state dichiarate inagibili, 13 famiglie sono state evacuate, una comunità religiosa è stata costretta ad abbandonare la propria parrocchia, ma tutto sembra dimenticato.
Per questo chiediamo che sia posta immediatamente fine alla condizione di degrado strutturale e sociale dell’area colpita dal crollo, individuando l’iter di finanziamento per la ricostruzione della chiesa e per il ripristino delle condizioni di sicurezza e di decoro, presupposti indispensabili per il vivere civile.
E’ opportuno, di conseguenza, che tutti gli attori della vicenda si confrontino, ognuno per le specifiche competenze, al fine di definire un percorso tecnico ed amministrativo per la soluzione del caso Itria, senza ulteriori indugi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ci risiamo. altro crollo in città. e ci chiediamo: è colpa del tempo che cambia e/o delle istituzioni che abbandonano al loro destino le vestigia del passato? e se è la seconda la risposta, ci chiediamo perchè? colpa della burocrazia, dei soldi che non ci sono, delle esigenze della città che cambiano, delle istituzioni che votano varianti urbanistiche e feste varie senza occuparsi del recupero.
un pò di tutto e di tanto altro.
ci sono vicende nella nostra città che non si possono raccontare ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. arrivano i finanziamenti e i fondi vengono spesi male. ho visto qualche giorno fa il cartello dei lavori di palazzo trigona. forse c'è un errore di stampa (spero) perchè non posso credere che si riesca a fare il restauro del palazzo in poco più di 5 mesi. ma siamo tutti contenti perchè si fanno i lavori e qualcuno può appuntarsi una medaglietta nuova.
adesso vi saluto ma ritornerò sull'argomento. è la mia città e non potete trattarla così.