Scala dei Turchi
Legambiente e Fai festeggiano l’abbattimento dell’ecomostro sulla spiaggia
Legambiente: “Segno di un’importante inversione di tendenza, finalmente
volontà di tutelare bellezza e legalità. Coronata una battaglia lunga 24 anni”
A Scala dei Turchi l’ecomostro non c’è più. Questa
mattina le ruspe hanno buttato giù lo scheletro di 6 mila metri cubi che da 24
anni deturpava la splendida spiaggia, che potrebbe a questo punto ottenere il
riconoscimento dell’Unesco. Legambiente - che denunciò nel 1990 la speculazione
edilizia, ottenendo due anni dopo il blocco dei cantieri e il sequestro - e Fai
festeggiano insieme questo abbattimento storico, di grande importante per la
Sicilia e per l’Italia tutta.
“La vera notizia è l’inversione di tendenza che segna questa
demolizione - ha commenta il presidente
di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana, presente questa mattina alla Scala dei
Turchi - Siamo estremamente soddisfatti non solo perché, dopo tanti anni di
battaglie, viene restituita tutta la sua bellezza a una spiaggia meravigliosa,
ma anche perché quanto accaduto oggi è sintomo di una cultura che, piano piano,
sta finalmente cambiando. Sta cambiando l’atteggiamento di alcune Procure, che
hanno cominciato a diffidare i comuni che non abbattono le speculazioni edilizie,
ed è cambiato quello dell’amministrazione di Realmonte, che finalmente si è
mossa per agevolare questa demolizione e far inserire la spiaggia di Scala dei
Turchi tra i beni Unesco”.
“Questa
giornata ci dà enorme allegria e ci infonde nuova forza per continuare la
nostra battaglia per la bellezza, che è la più grande risorsa del nostro Paese,
e per il rispetto della legalità - ha
aggiunto il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - e
soprattutto lancia un monito ai sindaci e alla classe politica su quale sia la
strada giusta da perseguire perché ci dice che solo abbattendo gli abusi questo
paese può tornare a far sorridere i suoi territori”.
“Con grande gioia abbiamo seguito oggi
l’abbattimento dell’ecomostro di Scala dei Turchi - ha dichiarato il Presidente del FAI – Fondo Ambiente
Italiano Andrea Carandini - Il
FAI è orgoglioso di aver sostenuto con Legambiente il Comune di
Realmonte in provincia di Agrigento nella battaglia giudiziaria
in difesa della legalità e della bellezza. Vogliamo che le ruspe che hanno
abbattuto oggi la struttura abusiva possano diventare simbolo della difesa
del patrimonio naturale e paesaggistico, vero motore di sviluppo - se non
vilipeso e abbandonato - del nostro Paese, dove ancora troppi scempi
deturpano le coste e più in generale il paesaggio. Finalmente un atto
concreto di recupero del degrado, in linea con ciò che viene
richiesto dalla Convenzione Europea del Paesaggio”.
Cronistoria
La speculazione
edilizia che è stata demolita oggi era stata realizzata grazie alle concessioni
facili degli anni 80 (autorizzazione per la realizzazione di un complesso turistico alberghiero
in località Punta Grande data a Luigi Fretto, amministratore unico della Scatur
s.r.l. con sede in Porto Empedocle, in esecuzione al piano di lottizzazione
approvato con delibera consigliare n. 78 del 23.02.1983).
La costruzione dell’albergo fu autorizzata con
concessione edilizia risalente al 1989.
Legambiente fece la denuncia alla Magistratura nel 1990 ottenendo, nel 1992,
il blocco dei cantieri e il sequestro. Ma intanto, un primo lotto era già stato
realizzato. L’intervento ricadeva in zona B3 (zona omogenea residenziale di
completamento) del Programma di fabbricazione del comune di Realmonte, che
secondo l’Autorità giudiziaria veniva violato. Successivamente, in detta zona,
venivano apposti vincoli paesaggistici.
Nel marzo 2011
la giustizia amministrativa ha dato definitivamente torto ai proprietari
riconoscendo come inammissibile la loro proposta di sanatoria (art. 13 della
legge 47/85). A ottobre 2012 la magistratura è intervenuta ordinando l’abbattimento
dell’ecomostro. A novembre 2012 il comune agrigentino ha notificato ai
proprietari dello scheletro l’ordinanza di demolizione entro 90 giorni, che
prevedeva anche che se entro il termine la società proprietaria Scatur Srl non avesse
ottemperato, il Comune sarebbe intervenuto direttamente, con le spese in danno
agli stessi proprietari. La proprietà intraprese alcune iniziative per
rallentare l'iter. Il 6 maggio 2013 l’avvio dei lavori di preparazione dell’abbattimento.
L’ufficio stampa Legambiente 06
86268399 - 76 - 53
Nessun commento:
Posta un commento