Il guasto ad uno scambiatore dell’impianto
Topping della raffineria di Gela, ha determinato stamane la fuoriuscita ed il
riversamento nel fiume Gela di una rilevante quantitativo di petrolio grezzo.
Mentre
le operazioni di contenimento pare si stiano concludendo (ma bisognerà subito
avviare quelle di bonifica), Legambiente desidera richiamare tutti - Ministero dell’Ambiente, Regione, ARPA, ASP,
Comune, Provincia e l’azienda ENI - alle proprie responsabilità.
Se
sembra banale dire che questo è l’ennesimo incidente che determina a Gela il
grave inquinamento del fiume e del mare, non è però superfluo ricordare che già
nel 2003 avemmo a denunciare un avvenimento quasi identico e che nel 2008 la
Magistratura pose sotto sequestro i serbatoi “colabrodo”.
Condividiamo
con il presidente Crocetta l’opinione che “bisogna
organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa, Genio civile, Asp e
uffici ambientali delle province, per esercitare un'azione continua e costante
di controllo. Da tempo, per Gela, sono state concesse le autorizzazioni
ambientali, regionali e nazionali, necessarie per rafforzare la sicurezza degli
impianti” ma è proprio a lui ed al suo assessore all’ambiente che Legambiente
chiede di tradurre le opinioni in fatti concreti, a partire dal rafforzamento
sul territorio di quegli enti, come l’ARPA, che hanno il compito di effettuare
i controlli ed a cui, invece, con l’ultimo bilancio sono stati più che
dimezzati i fondi. E queste task force devono essere costituite e dotate di
uomini e mezzi adeguati, soprattutto laddove le situazioni di rischio e di
compromissione dell’ambiente e della salute delle popolazioni sono conclamate
da decenni.
Occorre
poi che l’adeguamento alle prescrizioni AIA (autorizzazione integrata
ambientale) delle varie aziende petrolchimiche ed energetiche siciliane sia monitorato
accuratamente e vengano sanzionate le omissioni ed i ritardi. Contestualmente,
in quegli impianti dove se ne ravvisi l’esigenza, è doveroso rivedere da capo a
piedi lo stesso provvedimento AIA.
Per
marcare un vero cambio di passo, il presidente Crocetta operi – adesso - attivamente
per pretendere che vengano avviate le da troppo tempo attese bonifiche delle
aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Priolo, Gela e Milazzo, senza le
quali è provocatorio chiedere ai cittadini di consentire la coesistenza di
industria / salute / ambiente. Infine, da subito si inizi il procedimento per
il recupero del danno ambientale causato dall’Eni.
4 giugno 2013
L’ufficio
stampa
Teresa
Campagna 338 2116468
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