martedì 4 giugno 2013

Gela. Riversamento petrolio. Legambiente chiede al Presidente della Regione di operare attivamente per pretendere che vengano avviate le da troppo tempo attese bonifiche delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Priolo, Gela e Milazzo.

Il guasto ad uno scambiatore dell’impianto Topping della raffineria di Gela, ha determinato stamane la fuoriuscita ed il riversamento nel fiume Gela di una rilevante quantitativo di petrolio grezzo.
Mentre le operazioni di contenimento pare si stiano concludendo (ma bisognerà subito avviare quelle di bonifica), Legambiente desidera richiamare tutti  - Ministero dell’Ambiente, Regione, ARPA, ASP, Comune, Provincia e l’azienda ENI - alle proprie responsabilità.
Se sembra banale dire che questo è l’ennesimo incidente che determina a Gela il grave inquinamento del fiume e del mare, non è però superfluo ricordare che già nel 2003 avemmo a denunciare un avvenimento quasi identico e che nel 2008 la Magistratura pose sotto sequestro i serbatoi “colabrodo”.
Condividiamo con il presidente Crocetta l’opinione che “bisogna organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa, Genio civile, Asp e uffici ambientali delle province, per esercitare un'azione continua e costante di controllo. Da tempo, per Gela, sono state concesse le autorizzazioni ambientali, regionali e nazionali, necessarie per rafforzare la sicurezza degli impianti” ma è proprio a lui ed al suo assessore all’ambiente che Legambiente chiede di tradurre le opinioni in fatti concreti, a partire dal rafforzamento sul territorio di quegli enti, come l’ARPA, che hanno il compito di effettuare i controlli ed a cui, invece, con l’ultimo bilancio sono stati più che dimezzati i fondi. E queste task force devono essere costituite e dotate di uomini e mezzi adeguati, soprattutto laddove le situazioni di rischio e di compromissione dell’ambiente e della salute delle popolazioni sono conclamate da decenni.
Occorre poi che l’adeguamento alle prescrizioni AIA (autorizzazione integrata ambientale) delle varie aziende petrolchimiche ed energetiche siciliane sia monitorato accuratamente e vengano sanzionate le omissioni ed i ritardi. Contestualmente, in quegli impianti dove se ne ravvisi l’esigenza, è doveroso rivedere da capo a piedi lo stesso provvedimento AIA.
Per marcare un vero cambio di passo, il presidente Crocetta operi – adesso - attivamente per pretendere che vengano avviate le da troppo tempo attese bonifiche delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Priolo, Gela e Milazzo, senza le quali è provocatorio chiedere ai cittadini di consentire la coesistenza di industria / salute / ambiente. Infine, da subito si inizi il procedimento per il recupero del danno ambientale causato dall’Eni.




4 giugno 2013

L’ufficio stampa


Teresa Campagna 338 2116468

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