lunedì 23 agosto 2021

Ben venga la restituzione dei reperti del nostro territorio archeologico ma che si cominci dal rientro della testa marmorea della dama di epoca flavia, bloccato dalla burocrazia

A distanza di qualche giorno dall’inaugurazione del museo Trigona, Legambiente scrive al governo regionale e locale chiedendo l’impegno per sbloccare l’iter burocratico per il rientro della testa marmorea della cd. Dama di età Flavia cui è dedicato, nella sezione archeologica del museo, un piedistallo vuoto. 

La scultura – dichiara Legambiente – fu oggetto di un vero e proprio caso di archeomafia. 

Ne fu denunciata la misteriosa scomparsa dai magazzini del Trigona, nell’autunno del 2006, da una studentessa di archeologia che aveva ottenuto l’autorizzazione ad accedere ai magazzini per preparare la sua tesi di laurea. 

Grazie ad una brillante operazione della Compagnia dei Carabinieri di Piazza Armerina in collaborazione con il Nucleo Tutela del Patrimonio, dopo qualche mese, la scultura fu recuperata ed esposta al pubblico, insieme ad altri reperti marmorei oggi presenti al museo, all’interno della mostra “Marmi colorati e marmi ritrovati della Villa del Casale” allestita nel Palazzo di Città dall’allora Assessorato alle Aree Archeologiche della città in occasione del decennale UNESCO della Villa del Casale. 

Dopo qualche anno la mostra fu disallestita e i reperti trasferiti al Trigona, dove sono rimasti 10 anni, in attesa di essere esposti. La testa di dama però, a causa del procedimento giudiziario, non fece ritorno a Piazza nonostante le rassicurazioni  dei sindaci del tempo. Oggi il procedimento giudiziario è concluso e la scultura può rientrare nella disponibilità del museo ed essere esposta, tanto è vero che l’apposito piedistallo è pronto ma vuoto.

 “I visitatori del museo – dichiarano i responsabili di Legambiente – si incuriosiscono quando arrivano davanti ad un piedistallo vuoto e quindi chiediamo all’assessore Samonà, al sindaco Cammarata e alla deputata Lantieri che si attivino per  sbloccare l’iter di rientro del reperto bloccato in attesa di un visto, probabilmente non dovuto, richiesto dal Soprintendente di Enna all’assessorato regionale. 

Sarebbe stato opportuno attenzionare il problema prima dell’inaugurazione del museo per evitare questo vuoto, pertanto auspichiamo che la politica si attivi per il rientro della testa, atto abbastanza semplice, e poi  procedere alla più complessa e importante fase di recupero dei reperti provenienti dal nostro territorio archeologico.

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