domenica 6 maggio 2018

5 maggio 2018: cronache da Salvalarte a Piazza Armerina

Edizione 2018 per la campagna Salvalarte, la più longeva campagna di Legambiente sui beni culturali, che ha fatto tappa, a Piazza Armerina, il 5 maggio, alla presenza del neo assessore regionale per i Beni Culturali prof. Sebastiano Tusa.
Organizzato dal circolo Legambiente di Piazza Armerina e svoltosi all’interno di palazzo Trigona, l’incontro ha visto la presenza, oltre dell’assessore, dell’architetto Giovanna Susan, direttrice del Polo museale, di Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente, oltre rappresentanze delle amministrazioni del territorio, del territorio, della società civile e numerosi cittadini.
Presenti il sindaco di Piazza Armerina, il sindaco di Aidone e il sindaco e il presidente del consiglio comunale di Centuripe.
L’incontro è stato aperto da Paola Di Vita, presidente del circolo Piazzambiente che, dopo i saluti di rito, ha spiegato il perché della scelta della data. Ha ricordato che il 5 maggio del 2002, proprio all’interno del palazzo (allora chiuso) si svolse un consiglio comunale straordinario al termine del quale il circolo presentò il dossier “Palazzo Trigona, il museo che non c’è” per raccontare perché il palazzo fosse ancora in attesa di ospitare il museo che i cittadini ormai attendevano da 40 anni, dopo che, nel 1959, il palazzo era stato ceduto alla Regione dal barone Trigona perché potesse ospitare il museo della città. Al termine di quel consiglio comunale venne votato un atto di indirizzo che chiedeva la realizzazione, a Palazzo Trigona, del Museo della Città e del Territorio.
Sono passati 16 anni da allora e 15 assessori regionali e oggi il museo ancora non c’è. E in questo lasso di tempo la vicenda Trigona è stata una vera odissea. Il finanziamento che doveva restituire al palazzo la dignità negata dal tempo e dall’incuria degli uomini è stato più volte concesso, sventrato, revocato, dirottato, nuovamente concesso. E tutti questi “fatti” sono ricordati nel dossier Trigona che raccoglie decine di lettere aperte, documenti ed azioni che il circolo, in 16 anni, ha messo in campo a sostegno della musealizzazione del Trigona e, soprattutto, del suo collegamento con la Villa Romana del Casale.
La presidente ha anche ricordato come, nel 2001, fosse stata proprio la Legambiente che, provocatoriamente, propose il biglietto unico Villa del Casale – Palazzo Trigona, proprio per sottolineare il legame tra la Villa e la città e per far si che il museo Trigona potesse diventare motore vivo e pulsante della rinascita culturale e della valorizzazione della città antica di Piazza, condizione che avrebbe comportato obbligatoriamente anche una rinascita economica del centro storico e la capitalizzazione del flusso turistico “mordi e fuggi”, di passaggio dalla Villa che in quegli anni era purtroppo interessata da una stagione di ombre a causa degli atti vandalici e del collasso della struttura di protezione dei pavimenti musivi.
Condizione questa per la quale, già prima del caso Trigona, nel 1998 e poi negli anni a seguire, il circolo aveva acceso i riflettori sul sito Unesco proprio con la campagna Salvalarte.
Campagna il cui titolo oggi può essere mutuato in Lartesalva. Perché dall’accendere i riflettori sul degrado di un singolo monumento, si è passati a considerare l’arte, declinata in tutte le sue forme, come l’elemento che costruisce l’identità di un territorio, condizione maggiormente avvertita in situazioni o aree di crisi.
La presidente ha spiegato ai presenti come questo “anagramma” sia stato adottato recentemente dal gruppo di lavoro nazionale sui beni culturali, con particolare riferimento alle zone colpite dal terremoto e come questo l’anagramma sia particolarmente indicato per i nostri territori, vere e proprie aree interne nonostante il non riconoscimento di questa condizione dai programmi ministeriali, dove la presenza diffusa di giacimenti culturali costituisce non solo identità dei luoghi ma vero e proprio “petrolio” da sfruttare senza perforare.
Ha preso poi la parola la dott.ssa Susan che ha voluto rappresentare all’assessore, numeri alla mano, il grosso problema rappresentato dalla gestione dei siti del polo, sia in termini di risorse umane che in termini di sicurezza. E a supporto di ciò ha citato il caso di una delle ultime giornate festive in cui, in 1 sola ora, sono stati registrati alla Villa 1700 ingressi, presenti solo 2 dipendenti, di cui uno ovviamente dedicato allo sbigliettamento, con evidenti problemi di controllo e sicurezza. E ha citato il progetto per la strada di collegamento dall'area parcheggio all'area archeologica facendo presente che l'apertura di un secondo varco, ovviamente, aumenterebbe la necessità di personale. E a seguire ha sollevato il problema dei servizi aggiuntivi, totalmente assenti alla Villa e presenti invece in tutti i musei degni di tale nome, e da qui la necessità di sbloccare la situazione dell'ex Imperial per creare un punto di accoglienza per i visitatori.
E sui servizi aggiuntivi e sul numero delle presenze è intervenuto Zanna che, dopo avere ricordato come la campagna Salvalarte, in Sicilia, sia nata e cresciuta proprio con il circolo di Piazza Armerina e come la prima campagna regionale, nel 2001, sia stata coordinata appunto dal circolo Piazzambiente, ha fatto presente che il numero di visitatori del museo di Aidone che sembra esiguo tanto da far ipotizzare a qualcuno la “trasferta” dei reperti più importanti, in proporzione, è probabilmente più alto di quello del museo Salinas, senza però che Aidone abbia come contorno la struttura e le infrastrutture e il numero di turisti di una città come Palermo. E per quanto riguarda i servizi aggiuntivi ha ricordato come nel mondo anglosassone i musei siano gratis e l’economia dei beni culturali ruoti intorno al merchandising dei servizi aggiuntivi e non all’introito dei biglietti di ingresso.
Ha ripreso la parola la presidente Di Vita che è poi entrata nel merito del tema dell’incontro.
“Siamo convinti – ha detto – che solo un progetto organico di valorizzazione del nostro patrimonio culturale potrà portare beneficio alla città e non il procedere per “tessere”. Lo diciamo da 20 anni e lo ribadiamo oggi in modo ancora più forte. Palazzo Trigona e la Villa del Casale sono tessere, pezzi di un tessuto ma la trama è costituita da tutta la città antica e dall’ancor più ampio ecomuseo del nostro territorio, che vede come altri elementi di pregio museo ed area archeologica di Morgantina, il parco minerario Floristella nonché la ricchezza del patrimonio vegetale e le specificità dei nostri centri storici. E’ per questo che chiederemo alla prossima amministrazione comunale la predisposizione e l’attuazione di un vero e proprio “piano strategico di rigenerazione urbana e di valorizzazione del patrimonio culturale”, unica e vera risorsa per lo sviluppo della nostra città e anche dei centri vicini e la costituzione di un organismo partecipato che possa vigilare e monitorare la sua realizzazione, in un arco temporale che vada oltre i 5 anni. I tempi sono ormai maturi perché si possa intraprendere un percorso di questo tipo. Un esempio per tutti, la positiva esperienza fatta da alcuni giovani architetti l’anno scorso, Policromia, che ci hanno regalato la loro visione della città narrata attraverso le loro tesi di laurea.
Lo strumento della partecipazione ormai è diventato praticamente obbligatorio nei processi di governance del territorio, e quindi auspichiamo che, in ciò, possa essere garantita continuità oltre la scadenza di una amministrazione. Troppe volte, a tutti i livelli, si è dovuto ricominciare da capo o si è adottata una soluzione di ripiego pur di ottenere un finanziamento. E la città non si può più permettere di perdere altro tempo ed altre occasioni. Sul Trigona e sulla Villa siamo sempre stati fermi nel dichiarare che, al di là della necessità degli obbligatori interventi di restauro e manutenzione, è necessario far si che il palazzo Trigona abbia un allestimento museale di eccellenza, perché possa veramente diventare il secondo vertice dell’asse Villa-Città. La Villa, è noto, costituisce una straordinaria eccellenza nel panorama del patrimonio culturale mondiale e deve trovare, allo specchio, nella città, un’altrettanta straordinaria eccellenza. Il centro storico, i suoi palazzi, i suoi ambienti espositivi a partire dal Museo Diocesano, devono essere armonizzati perché possano diventare un attrattore culturale di eccellenza, unico nel suo genere, tale da garantire l’attrazione e la fidelizzazione di nuovi flussi turistici e non solo di quelli che oggi interagiscono con il sito Unesco. E in questo – continua la presidente – vogliamo lanciare un’idea che è quasi una provocazione. Oggi viviamo nell’era digitale e ciò comporta una rivisitazione totale degli standard cui siamo abituati. Termini come innovazione e tecnologia sono ormai sulla bocca di tutti. E innovazione e tecnologia devono essere anche applicate ai beni culturali. Basti pensare, per esempio, che è attualmente aperto un bando della Regione Lazio, e precisamente del Distretto tecnologico per le nuove Tecnologie applicate ai beni e alle attività culturali, che guarda alla valorizzazione e alla sostenibilità del patrimonio culturale e delle attività culturali attraverso lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative, quali per esempio realtà aumentata, realtà virtuale, tecnologie IoT, proiezioni olografiche, proiezioni immersive, tanto per citarne qualcuna. Si può fare quindi! Si può far si che il visitatore non sia solo spettatore ma anche protagonista di ciò che guarda. Ovviamente tutto deve essere sempre basato sulla rigida ricerca scientifica perché solo così la “narrazione” si trasforma in valore culturale aggiunto per il visitatore, altrimenti si tratta solo di fantasia. Pensiamo per un attimo al fatto che la Villa del Casale viene vista come un’opera d’arte da visitare, troppo poco spesso come una casa vissuta. Ma come sarebbe diversa la visita alla Villa se, grazie alle più moderne tecnologie potessimo essere ospiti del dominus e vivere una giornata dell’antica Roma, un po’ come si fa a Morgantina durante la manifestazione “Morgantina rivive”, dove però vi sono ologrammi “in carne e ossa”. Una narrazione di questo tipo renderebbe la visita alla Villa unica ed indimenticabile, avvicinerebbe all’arte e alla cultura romana anche visitatori che non hanno fatto gli studi classici, che non hanno alcun interesse per l’arte e che visitano la Villa solamente perché è inserita nei programmi dei tour operator. Innovazione del concetto di museo che non vuol dire novità. Una nuova forma di attrattività che si traduce anche in accessibilità perché ormai è noto che le nuove tecnologie accorciano le distanze e le difficoltà dei diversamente abili rispetto il modus vivendi quotidiano. E questa innovativa visione del museo potrebbe essere replicata anche a palazzo Trigona che ci potrebbe far vivere un viaggio nel tempo attraverso le varie fasi della storia del nostro territorio.
Tutto ciò per contribuire a far nascere quell’attrattore culturale di eccellenza rappresentato da un unico percorso lineare con agli estremi, ma collegate, la Villa e la città”.
E infine la presidente ha posto delle questioni aperte all’assessore, già più volte poste ai suoi predecessori.
Ci sarà mai un museo a palazzo Trigona o meglio che museo sarà?
E se museo diventerà, sarà supportato da idonee condizioni di sostenibilità per la sua gestione e da un un vero e proprio manifesto culturale? Perché non basta portare le vetrine da casa per fare e mantenere aperto un museo.
Ci sarà una ripresa organica delle campagne di scavo presso il sito medioevale della Villa, cosa che darebbe anche la possibilità di organizzare summer school di archeologia e che porterebbe in città studiosi da tutto il mondo con evidente e conseguente eco culturale ed anche economica?
A che punto è il completamento del restauro della Villa?
Ci sarà mai l’istituzione del parco archeologico della Villa del Casale e di quello di Morgantina, e la loro  conseguente autonomia, considerato che negli scorsi mesi sono stati pubblicati i decreti con cui se ne individuano le perimetrazioni?
Domanda quanto mai attuale considerato che la recente finanziaria ha previsto che gli introiti dei biglietti d’ingresso dei siti archeologici confluiscano, nel 2018 al 60% e nel 2019 al 100%, nel bilancio dei beni culturali mentre, nel caso dei parchi, rimangono al 100% nelle disponibilità del parco.
E ancora, considerato che dall’approvazione della legge che prevedeva l’istituzione dei parchi ad oggi, la struttura dei beni culturali in Sicilia è radicalmente cambiata e ha generato i poli museali, e nel nostro caso il Polo ha competenze su 2 istituendi parchi e poi sulle aree archeologiche di Cozzo Matrice, Calascibetta, Pietraperzia, Centuripe e relativo museo, di Montagna di Marzo, non si dovrebbe parlare di autonomia del Polo?
E che fine ha fatto il piano di gestione Unesco?
Ovviamente non ci aspettavamo che l’assessore avesse una risposta puntuale per ogni questione perché ha ricevuto la delega solo da qualche settimana, ma abbiamo ritenuto opportuno rappresentare le da sempre aperte questioni, auspicando una interlocuzione successiva più approfondita. Il rientro dei nostri reperti, per esempio, sarà sicuramente oggetto di un nuovo incontro. E interpretiamo come una sua grande disponibilità al caso Piazza Armerina, l’aver accettato il nostro invito all’inizio del suo mandato.
Ma qualche risposta c’è stata comunque.
Alle prime domande ha voluto rispondere la dott.ssa Susan che ha dichiarato che è già stato presentato all’assessorato BB.CC. e I.S. un progetto di allestimento del palazzo Trigona come museo del territorio, del valore complessivo di 530.000,00, che mette in campo le nuove tecnologie. Sempre sul Trigona l’assessore ha dichiarato che non conosceva il palazzo ma che sicuramente ha le dimensioni per ospitare un museo che deve essere territoriale e anche archeologico. Sull’autonomia della Villa ha detto che sicuramente sarà necessario fare un ragionamento sui poli che oggi risultano costituiti da siti di dimensioni e rilevanza culturale molto diversi tra loro. Ancora la dott.ssa Susan ha detto che nel progetto che il Polo sta mettendo a punto sul completamento del restauro della Villa è prevista anche l’applicazione delle nuove tecnologie, non sull’intera Villa in quanto gli spazi sono limitati, ma su un percorso sperimentale.
Di tempi, purtroppo, non si può ancora parlare.
L’assessore nel suo intervento conclusivo ha poi parlato delle problematiche relative al personale di custodia e alla necessità di tornare a pensare in modo “normale” perché, per esempio, in Sicilia si è dimenticato che “normalmente” a marzo cresce l’erba e che questa va tagliata quando cresce e non in autunno.
L’incontro si è concluso intorno le 19, anche perché il rullo dei tamburi all’esterno non ne avrebbe permesso la prosecuzione, anche se l'assessore si è intrattenuto ancora per rispondere a qualche domanda dei presenti.
Ma prima di andare via abbiamo avuto la possibilità di parlare ancora con l’assessore di quanto previsto dalla finanziaria per la valorizzazione dei centri in cui ricadono siti Unesco, e cioè 10 milioni di euro per 7 siti ma ricadenti su più comuni, che sembrerebbero vincolati all’approvazione del piano di gestione Unesco e all’istituzione del comitato di pilotaggio Unesco entro il 31 dicembre 2018. Il piano di gestione della Villa fu presentato nel 2012 ed il comitato di pilotaggio fu istituito tra il 2006 e il 2007 perché previsto dalla L.77/2006.
Abbiamo quindi sollecitato la direttrice del museo a procedere con assoluta urgenza a richiedere l’approvazione ufficiale del piano di gestione da parte degli enti preposti e a rimettere “su strada” il comitato di pilotaggio in modo tale che la città di Piazza sia pronta ad intercettare la sua quota parte di finanziamenti inserendo le proposte progettuali proprio in quel piano strategico di rigenerazione urbana e di valorizzazione del patrimonio culturale che costituisca ossatura del rilancio della città.
Si è discusso anche di altro durante il pomeriggio, della necessità di avviare i concorsi per i beni culturali, del consiglio regionale privo di archeologi ma questi chiaramente sono argomenti di maggior interesse per gli addetti ai lavori. 

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