Arriva
il via libera definitivo alla riorganizzazione dei Dipartimenti Regionali. E’
stata pubblicata infatti la DGR 108 del 10 marzo con cui viene approvato lo
Schema di decreto presidenziale di Rimodulazione degli assetti organizzativi
dei Dipartimenti regionali e viene prorogata al 30 aprile la scadenza degli
incarichi dirigenziali. A commentare il nuovo assetto è Paola Di Vita,
responsabile regionale Beni Culturali per Legambiente Sicilia e presidente del
circolo Legambiente di Piazza Armerina: “Avevamo già espresso le nostre
perplessità per quanto riguarda la riorganizzazione del Dipartimento Beni Culturali che, con un vero colpo di scure, si vede
privato di diverse unità operative sia nell’ambito delle Soprintendenze che nei
vari Servizi, tra cui il nostro Parco archeologico che passa da 3 a 2 unità
operative, e non possiamo che ribadire le nostre preoccupazioni relative alla
futura gestione del parco. Si tratta di un parco complesso che, ricordiamolo,
nasce come Parco archeologico della Villa Romana, istituito con decreto del
dicembre 2018 a firma Tusa, cui, dopo soli pochi mesi, è stato accorpato il
nascente parco di Morgantina che aveva già una sua perimetrazione e attendeva
solo il decreto di istituzione. E non dimentichiamo che la Villa deve
rispondere a precise regole UNESCO, e ciò costituisce altro elemento di
difficoltà per la gestione complessiva del parco. Ma la scure della spending
review ha fatto pendere, dopo la morte di Tusa, la bilancia dal lato
dell’accorpamento. Morgantina, e il museo di Aidone, per caratteristiche,
estensione, specificità, valenza culturale avrebbero dovuto avere, di diritto,
la dignità dell’autonomia. Siamo perfettamente consapevoli che l’organigramma
del parco è sottodimensionato, specialmente da quando è stata eliminata l’unità
operativa che si occupava direttamente di Morgantina e Aidone, di cui oggi ci
sarebbe estremamente necessità, e quindi ci chiediamo come potrà essere
garantita una gestione virtuosa in termini di rappresentanza, promozione del
territorio e progettualità, a seguito dell’ulteriore riduzione di unità
operative. Per non parlare del rapporto assolutamente deficitario tra numero di
custodi e di siti dipendenti. Non è una cosa che ci consola, ovviamente, ma
anche gli altri parchi non sono messi meglio”. Ogni
medaglia ha sempre 2 facce e se la riduzione delle unità operative e i
conseguenti problemi di gestione ne rappresentano una, l’altra è, per così
dire, divertente. Il Parco perde una unità operativa ma guadagna un museo,
quello di Marianopoli che risulta inserito proprio tra i siti dipendenti del parco.
La Regione è così riuscita a clonare questo Museo che risulta più correttamente
inserito anche tra i siti dipendenti del parco archeologico di Gela. “Si tratta
certamente di un refuso che però va corretto – conclude Di Vita – anche se non
è la prima volta che il Museo archeologico di Marianopoli viene “assegnato” al
nostro parco per poi essere correttamente riposizionato, e non si comprende
come mai dopo le correzioni apportate alla precedente riorganizzazione l’errore
venga reiterato, e sempre per restare nel filone divertente stupisce che tra i
siti del Parco archeologico di Morgantina e della Villa del Casale, figuri
l’area archeologica della Villa del Casale ma non proprio quella di
Morgantina”.
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