
Abbiamo dovuto aspettare 18 anni prima della istituzione del parco (dicembre 2018 a firma dell’assessore Sebastiano Tusa) e nel frattempo abbiamo attraversato le fasi del Museo regionale, dei Poli museali e, oggi, di un parco archeologico dietro cui sicuramente non c’è un progetto culturale ma solo la somma di impegni politici sui territori locali. La Legambiente locale e regionale è in prima linea da 20 anni, ininterrottamente, per la Villa Romana e per il museo di Palazzo Trigona e oggi esprime forte preoccupazione per l’assenza di un vero e proprio progetto culturale che riguardi la città di Piazza Armerina. La fase di startup di un parco archeologico è sicuramente molto delicata e ancora di più lo sarà per la Villa del Casale anche considerando la miriade di siti minori collegati non contemplati nella originaria perimetrazione del parco archeologico e il fatto che il parco è stato privato, rispetto al polo, di alcuni servizi dedicati e di siti importanti per la lettura univoca del territorio.

Ne citiamo uno fra tanti, probabilmente il più semplice, sicuramente frutto di qualche refuso.
Il caso del museo archeologico di Marianopoli che il DPR del 29 giugno c.a. assegna al parco di Gela, che la circolare 34011 dell’8 luglio invece assegna al parco della Villa mentre il DA del 10 aprile lo inserisce tra i siti che potrebbero essere gestiti direttamente dai comuni di appartenenza.

Forse sarebbe il caso di rileggere le nostre lettere aperte ai governi regionali e ai candidati sindaci ...
1 commento:
la vostra è una battaglia di civiltà, seria e costante. vi seguiamo con attenzione da sempre. complimenti
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